venerdì 20 febbraio 2009

Tigri Tamil, raid aereo semina panico a Colombo

“Questo attacco è un segno di disperazione da parte delle Tigri tamil e un tentativo di distogliere l’attenzione dalle sconfitte subite nel nord”. Così un portavoce del governo di Colombo ha descritto il raid aereo di ieri sera che ha semidistrutto un edificio dell’Ufficio delle Imposte e seminato il panico nella capitale. Il sito internet pro ribelle Tamil.net ha pubblicato una foto dei due piloti insieme al leader Velupillai Prabhakaran e ha definito l’azione un successo. Secondo il governo, i due velivoli kamikaze erano diretti contro basi militari della capitale, ma sono stati abbattuti. Uno si è schiantato sul palazzo delle imposte uccidendo un passante e ferendo oltre cinquanta persone. L’altro sarebbe stato colpito dalla contraerea nei pressi dell’aeroporto. La televisione locale ha mostrato il relitto dell’aereo e il corpo del pilota. Durante il raid, iniziato verso le 21 e 30 ora locale, Colombo è piombata nell’oscurità. Un turista straniero, che si trovava in un hotel vicino alla sede della polizia, ha detto che tutti i clienti sono stati portati nella hall e che per mezzora al di fuori si sono uditi spari e colpi di artiglieria.
Il raid aereo, il primo nel cuore della capitale, coincide con la fine della missione di John Holmes, inviato delle Nazioni Unite che ha visitato i campi degli sfollati tamil nel nord dell’isola dove i ribelli sarebbero accerchiati dalle forze governative in un’area di appena 100 km quadrati.

lunedì 16 febbraio 2009

Si è conclusa la missione di Richard Holbrooke

Nel suo viaggio di esordio come mediatore nella turbolenta regione sud asiatica, Richard Holbrooke, si è trovato subito alle prese con una difficile matassa da dipanare. Il diplomatico americano, architetto della pace nei Balcani, ma del tutto a digiuno di Afghanistan e Pakistan, ritorna a Washington con un voluminoso dossier per Barak Obama. Al primo punto c’è la minaccia crescente dell’integralismo islamico che, come ha detto oggi a New Delhi, tappa conclusiva del suo tour, è una “minaccia diretta” comune a Pakistan, India e Stati Uniti”.
Il suo arrivo in Afghanistan, qualche giorno fa è stato preceduto da una catena di attentati suicidi nei luoghi simbolo del potere di Kabul rivendicati dai talebani. Ma la lotta contro l’integralismo è ormai combattuta su due fronti, quello afghano e quello nord occidentale pachistano dove continuano bombardamenti dei droni americani nonostante le proteste del governo di Islamabad. Con quello che sembra uno schiaffo in faccia alla Casa Bianca, proprio durante la visita di Holbrooke, il Pakistan ha deciso di permettere il ritorno della shaaria, la legge coranica, nel distretto di Swat, in base a un accordo di pace con i talebani locali che hanno fatto di questa popolare meta turistica un nuovo avamposto.
Non si può però dire che Holbrooke ritorni a mani vuote,. La sua missione ha avuto un successo importante per disinnescare la crisi tra India e Pakistan che rischiava di distogliere l’attenzione dalla lotta ad Al Qaeda e ai talebani. Islamabad ha ammesso che gli attentatori di Mumbai erano affiliati a organizzazioni estremiste pachistane come sospettava New Delhi e che l’attacco era in parte stato pianificato sul suo territorio.

Pakistan, la valle di Swat cade in mano ai talebani

Un'altra porzione di territorio pachistano è caduta nelle mani dei talebani. Nella valle di Swat, fino a un paio di anni fa anni popolare meta turistica, sarà imposta la legge coranica in base ad un accordo con i gruppi estremisti locali che in cambio hanno aderito ad un cessate il fuoco di dieci giorni e liberato un ingegnere cinese rapito cinque mesi fa. Dal novembre del 2007 la scenica vallata himalayana, a nord di Islamabad, è stata al centro di combattimenti tra l’esercito e i militanti talebani che controllano le zone di frontiera del nord ovest al confine afghano. Le violenze hanno causato centinaia di vittime tra i civili e costretto migliaia di famiglie a lasciare le case. I dettagli della tregua tra i talebani di Swat e le autorità provinciali saranno resi noti oggi a Peshawar quando l’accordo sarà siglato. Il governo ha accettato che nel distretto venga imposta la “sharia”, il codice islamico, che prevede tra l’altro la chiusura delle scuole femminili.
In un’intervista alla rete televisiva americana CBS l’altro ieri il presidente pachistano Asif Ali Zardari aveva detto che i talebani stavano avanzando e che il Paese stava lottando per la sopravvivenza.
Un’ammissione che preoccupa di sicuro la Casa Bianca che ha inviato nella regione il mediatore Richard Holbrooke, che oggi si trova a New Delhi per l’ultima tappa di un tour destinato a trovare nuovi alleati e anche nuove idee per la riappacificazione dell’Afghanistan.

domenica 15 febbraio 2009

Polo, Italia batte India in un'amichevole a New Delhi


In uno dei rari incontri di polo, l’Italia ha battuto oggi l’India in un amichevole che si è tenuta a Nuova Delhi. La squadra italiana allenata da Gerardo Mazzini era composta da Oscar Corona, Goffredo Cutinelli Rendina, Miguel Amieva Saravia e Carlos Maria Bertola che si sono aggiudicati il trofeo internazionale “Johnnie Walker Gold Label International Polo Match”. Gli “azzurri” hanno terminato l’incontro in vantaggio di 8,5 gol a 8. Alla premiazione hanno partecipato l’ambasciatore italiano Roberto Toscano e il capo delle forze armate indiane, il generale Deepak Kapoor che è anche presidente dell’Associazione Polo Indiana.

sabato 14 febbraio 2009

Martin Luther King in India, dopo 50 anni ritorna il figlio

Inizia domani la lunga visita di Martin Luther King III in India per commemorare il cinquantenario dello storico pellegrinaggio compiuto dal padre sulle orme del Mahatma Gandhi che tanta influenza esercitò sul reverendo americano. Il primogenito di King sarà accompagnato da una delegazione di parlamentari, di attivisti di diritti umani e anche dall’icona del jazz Herbie Hancock che terrà una serie di concerti insieme a musicisti indiani. La visita, dal 15 al 27 febbraio, è particolarmente significativa dopo l’elezione di Barak Obama, il primo afro-americano alla Casa Bianca ed è il primo contatto ufficiale della nuova amministrazione americana con il governo di Nuova Delhi.
La missione ripercorrerà le tappe compiute dal dottor King lungo il subcontinente indiano nei luoghi simboli della vita e del pensiero del Mahatma. Il reverendo americano conosceva già i valori gandhiani, ma questa visita in India “gli ha ispirato l’uso del principio della non violenza come strumento di cambiamento sociale per combattere la segregazione e la discriminazione razziale in America” è quanto recita una risoluzione approvata dalla Camera dei Rappresentati Usa sul cinquantenario.
Arrivato a Bombay (ora Mumbai) il 9 febbraio del 1959 insieme alla moglie Coretta, King si recò a Delhi dove incontrò il premier Jawaharlal Nehru e poi ad Ahmedabad, in Gujarat, per visitare l’ashram Sabarmati, la casa e laboratorio del Mahatma dove iniziò la storica marcia del sale.
Nel salutare la delegazione prima della partenza, la segretario di stato Hillary Clinton ha detto che il cinquantesimo anniversario del viaggio di King in India “ci ricorda che la battaglia per i diritti civili e per la giustizia è stata e continua a essere una missione mondiale che non conosce confini”. Negli stati Uniti il mese di febbraio è “Black History Month” dove si celebrano le tappe più significative del movimento per i diritti degli afro americani.
Martin Luther King III è accompagnato dall’ex senatore Harris Wofford, allora amico e assistente di King, e da due icone della lotta per i diritti civili, l’ambasciatore Andrew Young e il deputato John Lewis.
A Nuova Delhi incontrerà il ministro degli esteri Pranab Mukeherjee che sostituisce il premier Sing, ancora convalescente e Sonia Gandhi, presidente del partito del Congresso. King III è il fondatore e direttore dell’organizzazione non-profit “Realizing the Dream Inc”, che ha raccolto l’eredità del celebre reverendo.

giovedì 12 febbraio 2009

Attacco di Mumbai, l'ammissione del Pakistan. India: "atteggiamento positivo"

In onda su Radio Svizzera Italiana

Due mesi e mezzo dopo il clamoroso attacco di Mumbai, il governo di Islamabad ha riconosciuto che il piano era stato ideato e organizzato in parte in Pakistan e che gli attentatori erano partiti dalla città portuale di Karachi a bordo di tre imbarcazioni. L’ammissione, giunta in coincidenza con la missione del nuovo inviato americano Richard Holbrooke, riporta il sereno nelle relazioni con l’India che in un comunicato diffuso in serata ha espresso apprezzamento definendo l’atteggiamento come positivo. Il governo di New Delhi aveva presentato agli inizi di gennaio un voluminoso dossier di indizi sull’appartenenza degli attentatori al gruppo estremista Lashkar-e-Taiba e anche sulla presunta complicità dei servizi segreti pachistani, un punto questo che rimane ancora in sospeso.
Nella conferenza stampa di oggi, il ministro degli interni Malik Rehman, ha anche annunciato di aver individuato e in parte catturato i complici e anche la mente dei commando terrorista che ha assalta di Mumbai. Secondo gli investigatori pachistani ci sarebbero anche dei legami internazionali e in particolare con Italia e Spagna, dove sarebbero avvenute delle transazioni finanziarie, con l’Austria per via di una sim card telefonica e anche con un sito internet situato negli Stati Uniti.

mercoledì 11 febbraio 2009

Holbrooke, missione difficile a Kabul dopo attentato

L’inviato americano Richard Holbrooke, l’ex mediatore dei Balcani, sarà da oggi a Kabul, penultima tappa del suo tour esplorativo nella ribollente regione sud asiatica. L’Afghanistan di Hamid Karzai appare sempre più vulnerabile di fronte all’insurrezione dei talebani e dei gruppi estremisti che sarebbero raggruppati in territorio pachistano. Gli attacchi simultanei di ieri mattina a luoghi simbolo del potere costati la vita a oltre 20 persone sono stati il macabro benvenuto alla missione di Holbrooke. In un’azione ben pianificata, alcuni kamikaze hanno assaltato e preso d’assedio il Ministero della giustizia, mentre altri sono stati uccisi mentre tentavano di entrare nel dicastero dell’Istruzione e nella sede dell’amministrazione penitenziaria. L’attacco è stato rivendicato da un portavoce dei talebani.
Il compito di Hoolbroke non è certo facile anche per via dei rapporti tesi con Karzai che vorrebbe un cambio di strategia e l’apertura di negoziati con i militanti. Nei prossimi giorni il presidente Obama annuncerà il nuovo contingente di truppe da inviare in Afghanistan, ma il problema maggiore rimane nelle zone di confine del nord ovest pachistano. Il diplomatico americano si è recato proprio ieri in uno dei distretti tribali pashtun per una visita alle truppe pachistane impegnate nella lunga e impopolare offensiva contro Al Qaeda e gli altri gruppi estremisti islamici.

Kabul, attentato rivendicato dai talebani alla vigilia della visita di Hoolbroke

In onda su Radio Svizzera Italiana

E’ stato un attacco ben coordinato e mirato ai luoghi simbolo del potere di Kabul quello organizzato stamattina da un commando di 7 o 8 attentatori armati e muniti di giubbotti esplosivi. I kamikaze hanno preso d’assalto simultaneamente il palazzo della Giustizia e la sede dell’amministrazione penitenziaria nel nord della capitale vicino al palazzo del presidente Hamid Karzai. Alcuni di loro sono stati uccisi dalla polizia, altri si sono fatti esplodere provocando una carneficina. Secondo notizie ancora frammentarie avrebbero anche preso alcuni ostaggi tra i funzionari, tra cui lo stesso ministro della giustizia Sarwar Danesh. Non è chiaro se guardiasigilli afgano sia ancora barricato nel suo ufficio. Alcuni testimoni hanno paragonato gli attacchi a quelli avvenuti negli hotel di Mumbai lo scorso 26 novembre. Con una telefonata a delle televisioni di Kabul il portavoce dei talebani ha rivendicato l’azione che sarebbe stata in risposta al trattamento riservato ai militanti nelle prigioni afghane.
Potrebbe però essere letto come un chiaro avvertimento agli Stati Uniti alla vigilia della prima visita di Richard Holbrooke, l’inviato di Barak Obama, che si trova oggi a Islamabad per discutere della nuova strategia della Casa Bianca che prevede un aumento delle truppe in Afghanistan oltre che a nuove offensive contro le roccaforti di Al Qaeda e dei talebani nel nord ovest dell’alleato Pakistan.

martedì 10 febbraio 2009

Bangalore, domani apre Aero India 2009, 15 aziende italiane

Su Apcom

Il ministro della difesa indiano A.K. Antony inaugura domani a Bangalore la settima edizione di Aero India, una rassegna biennale che è tra le più importanti in Asia. La recessione mondiale non sembra aver colpito il settore degli armamenti che è rappresentato da un record di 600 industrie, tra cui 302 società straniere provenienti da 25 Paesi. La partecipazione italiana, organizzata dall’Ice (Istituto Commercio Estero che ha allestito uno stand di 600 metri quadrati) è composta da una quindicina di aziende, la maggior parte del gruppo Finmeccanica che vanta una presenza consolidata sul mercato indiano. La delegazione governativa è guidata dal sottosegretario alla difesa Guido Crosetto.
Grazie alla sua crescita sostenuta, negli ultimi cinque anni l’India ha varato un piano di modernizzazione delle forze armate e in particolare della sua aeronautica ma lungaggini burocratiche e complesse procedure hanno rallentato l’assegnazione delle gare di appalto. Solo una minima parte del budget della difesa, che è sceso l’anno scorso sotto il 2 per cento, è stato finora speso. L’attentato di Mumbai del 26 novembre ha evidenziato lo stato di arretratezza e obsolescenza delle forze di sicurezza e di antiterrorismo. La nuova crisi con il Pakistan e l’eventualità di un conflitto armato o di raid contro le presunte basi dei militanti islamici hanno riaperto il dibattito sulla modernizzazione delle forze armate e in particolare dell’Aeronautica Indiana che continua a usare vecchi modelli dei cacciabombardieri russi Mig, soprannominati le “bare volanti”. Il governo guidato dal partito del Congresso, che tra due mesi si avvia alle elezioni, avrebbe deciso di “accelerare” alcune forniture in sospeso da diversi anni, tra cui il maxi contratto da 10 miliardi di dollari per 126 cacciabombardieri a cui partecipa anche il consorzio europeo EADS con l’Eurofighter Typhon, che per la prima volta è stato portato a Bangalore (dalla Germania) per dimostrazioni “dal vivo”. In corsia di preferenza ci sarebbero anche le gare per 125 elicotteri leggeri, di elicotteri per il pattugliamento per la Guardia Costiera e di elicotteri da combattimento a cui è interessata Agusta Westland, una delle aziende di Finmeccanica presenti insieme a Alenia Aeronautica, Selex Communication, Selex Galileo, Wass e DRS Technologies (azienda statunitense acquisita di recente).
Nei 5 giorni di salone potrebbero essere siglate alcune joint venture tra Finmeccanica e aziende indiane. “L’India non rappresenta solo un importante mercato – si legge in un comunicato – ma soprattutto un potenziale partner. Forte di una solida presenza nel Paese e di pluriennali alleanze industriali nei settori degli elicotteri, dei sistemi radar, delle comunicazioni, dei cannoni navali e dei siluri leggeri, Finmeccanica, per poter affrontare al meglio le sue sfide future, è attualmente impegnata a stringere nuove partnership e a rafforzare quelle già attivate con le principali aziende locali”. In particolare “è in corso di definizione una collaborazione strategica con Tata e sono in via di sviluppo alcuni progetti specifici insieme a BEL, HAL, BDL e BHEL”.
E’ invece ad “una fase decisiva” la tanto attesa gara per la fornitura di 12 elicotteri AW101 alle Forze Armate per il trasporto del primo ministro, presidente e alte cariche dello Stato. Uno di questi velivoli era stato scelto dall’ex presidente americano Bush. L’azienda italiana è già stata selezionata, ma non è ancora stato definito il valore commerciale del contratto.

Facebook vietato ai diplomatici indiani

Su Apcom
I diplomatici indiani non potranno usare Facebook e neppure altri programmi di condivisione di foto, musica o video come i popolari Kazaa, Flickr o Picasa. In una circolare interna, il Ministero degli Affari Esteri di Nuova Delhi ha vietato l’iscrizione ai siti internet di “social networking” specificando in particolare Facebook, Orkut e Ibibo. L’obiettivo del divieto, esteso anche alle missioni diplomatiche all’ester,o è di prevenire la diffusione di virus e la pirateria informatica. Lo scorso anno i computer dei diplomatici indiani erano stati attaccati da un gruppo di hackers di Chengdu, in Cina.
E’ stato sconsigliato anche di Yahoo, G-Mail o Hotmail e altra posta elettronica privata per le comunicazioni ufficiali tra i vari uffici. I diplomatici potranno usare per le e-mail solo i loro indirizzi ufficiali dati dal National Informatics Centre, il laboratorio del Ministero delle Comunicazioni che è responsabile dell’intera rete informatica del governo indiano.
Tuttavia alcuni funzionari sarebbero obbligati a usare le loro e-mail private durante le missioni all’estero in quanto il website governativo è bloccato dai fornitori locali del collegamento internet.
Negli ultimi mesi il Ministero degli Affari Esteri avrebbe anche alzato il livello di protezione dei “firewall” per evitare intrusioni degli hackers. Nella sede principale di South Block ci sono circa 600 computer, ma solo la metà è collegata a internet.
Lo scorso anno in un’altra circolare interna, il ministero aveva vietato ai diplomatici di avere dei blog dopo una controversia riguardante una pubblicità di Salman Rushdie apparsa sul website personale del console indiano in Arabia Saudita.

sabato 7 febbraio 2009

India, Paganetto (Enea): "crisi può favorire sviluppo energie pulite"

Su Apcom
“Siamo di fronte a un nuovo ciclo tecnologico dove le energie alternative saranno il processo innovativo dominante e là dovremo esserci”. Luigi Paganetto, presidente dell’Enea, ha presentato oggi all’ultimo giorno dell’India Sustainable Development Summit il progetto di centrale solare termodinamico di Priolo Gargallo, in Sicilia. L’impianto realizzato con l’Enel è all’avanguardia mondiale per efficienza energetica.
Per quattro giorni a Nuova Delhi centinaia di esperti, politici e imprese da tutto il mondo si sono confrontati sulla questione del post Kyoto e su come superare le divisioni tra Nord e Sud in vista del summit di Copenhagen sul cambiamento climatico il prossimo dicembre. L’assenza dell’Italia purtroppo “balza vistosamente agli occhi” dice Paganetto, l’unico delegato italiano tra i numerosi colleghi francesi e tedeschi che hanno affollato anche gli stand della mini fiera sulle energie pulite allestita davanti alla sede del convegno organizzato dal centro Teri (centro studi Tata sulle energie rinnovabili) diretto da R.K Pachauri, che è qui anche in veste di presidente del Comitato Intergovernativo dell’Onu sui cambiamenti climatici. “Ma non sono io a fare queste scelte – aggiunge - Io posso solo dire che sto facendo una timida proiezione delle nostre capacità a livello internazionale”.
La ricetta di Paganetto per una crescita “verde” e soprattutto rispettosa dei bisogni dei Paesi emergenti passa attraverso il trasferimento di innovazione tecnologica che non significa solo “costruire un impianto o vendere la nuova tecnologia e poi andarsene”, ma coinvolgere i Paesi destinatari “come l’Enea sta facendo in Egitto e ora anche in Libia dove sono interessati a sfruttare l’energia solare per la desalinizzazione”. L’idea è di realizzare “laboratori congiunti” in cui “il titolare del brevetto sviluppa il progetto trasferendo le conoscenze alle maestranze del paese emergente, il quale poi entra in possesso dell’impianto e anche delle capacità per gestirlo e riprodurlo”. E’ una soluzione che è vincente per entrambi e che si sta sperimentando in Cina. Un anno fa l’Enea ha firmato a Cantoon una lettera di intenti per la creazione di un laboratorio con centri di ricerca cinesi con particolare attenzione al solare termodinamico e alle biomasse.
“Vorrei usare qui in India lo stesso approccio. La mia visita è solo esplorativa, ma sono già stato contattato da un industriale indiano che era conoscenza del nostro progetto in Libia sviluppato con il partner Tekind”.
Paganetto è convinto che la strada per il trasferimento delle tecnologie nei Paesi emergenti passi attraverso la collaborazione tra pubblico e privato. Il connubio “ricerca-industria” è essenziale perché l’innovazioni diventi disponibile ai paesi che ne hanno bisogno. “Bisogna evitare di creare un “energy divide” tra nord e sud” che come il “digital divide” già esistente rischia di allargare ancora di più la forbice tra Paesi poveri e Paesi ricchi.
Contrariamente a quanto si teme, la recessione mondiale non rallenterà la ricerca di nuove tecnologie pulite. “Sono proprio questi i momenti in cui c’è necessità di inventare qualcosa” spiega Paganetto, che da economista ha studiato questi processi – e in cui c’è una forte spinta all’innovazione”. Barak Obama ha già tracciato la strada con il suo new deal ecologico “in cui, si badi bene, non c’è un solo dollaro dedicato agli altri Paesi” nota Paganetto convinto che non “bastano le dichiarazioni di principio” sulla necessità di salvare il pianeta, “ma bisogna fare in modo che le preoccupazioni diventino di tutti. Intervenendo al forum di Delhi ieri, il giornalista Thomas L.Friedman del New York Times ha detto che “il sogno di ogni popolo è di avere lo stile di vita degli americani” e non viceversa. Quindi bisogna trovare gli strumenti per permettere che certi meccanismi, come il trasferimento di innovazioni tecnologiche, si realizzino a beneficio di tutti quanti”.

giovedì 5 febbraio 2009

Tigri Tamil perdono ultima base navale. Governo propone amnistia per militanti che si arrendono

In onda su Radio Svizzera Italiana
Ignorando gli appelli della comunità internazionale per una tregua che permetta di mettere in salvo la popolazione civile, l’esercito srilankese continua la sua avanzata nell’ultima fascia di territorio controllata dalle Tigri Tamil. In una violenta battaglia ieri l’esercito ha catturato la seconda base navale a Chalai, nel distretto di Mullaitivu, ultima postazione dei ribelli sulla costa nord orientale. Secondo fonti militari sono stati uccisi 15 guerriglieri, tra cui alcuni comandanti. Rimane ancora incerta la sorte del numero uno Velupillai Prabhakaran che potrebbe essere nascosto in un bunker nella foresta oppure aver lasciato l’isola. Rivolgendosi al parlamento, il primo ministro Ratnasiri Wikremayake ha offerto un’amnistia ai militanti a condizione che depongano le armi. Ma il governo ha escluso qualsiasi negoziazione o cessate il fuoco. Preoccupa la sorte dei civili intrappolati nei combattimenti. Negli ultimi 4 giorni circa 1500 sfollati hanno attraversato il fronte di guerra per rifugiarsi nelle zone controllate dal governo. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che ieri si trovava a New Delhi, ha telefonato al presidente Rajapaksa per chiedere il rispetto dei diritti della popolazione civile. Secondo le Nazioni Unite sarebbero decine i civili vittime dei bombardamenti dell’ultima settimana.

Moritz Leuenberger: paesi emergenti devono cedere a compromessi

Intervista al ministro elvetico dell'ambiente e trasporti Moritz Leuenberger, presente all'inaugurazione del Delhi Sustainable Development Forum, organizzato dall centro studi Teri all'hotel Askoha di New Delhi.

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mercoledì 4 febbraio 2009

Poliziotti in borghese per proteggere San Valentino

Su Apcom
Il comune di Nuova Delhi ha deciso di schierare decine di poliziotti in borghese per proteggere gli innamorati a San Valentino dalle “ronde della moralità”. Ogni anno le giovani coppie che si appartano nei giardini e nei parchi della capitale sono aggredite e anche picchiate da gruppi di fanatici indù che considerano la ricorrenza del 14 febbraio “indecente” e “estranea alla cultura indiana”. Il commissario della polizia di Nuova Delhi, Y.S. Dadwal ha promesso che “nessun atto di intolleranza sarà permesso” e ha annunciato il dispiegamento di forze dell’ordine in borghese nei principali centri commerciali e nella centrale Connaught Place, uno dei principali luoghi di ritrovo per i giovani di Delhi.
Più volte in passato la campagna “anti immoralità” dei fanatici indù legati alla destra indiana del Bjp (Partito Popolare Indiano) aveva preso di mira il giorno di San Valentino. Ogni anno si registrano episodi di vandalismo contro i negozi che vendono biglietti di auguri e altri gadget dedicati al giorno degli innamorati. Alcune organizzazioni estremiste hanno già minacciato coloro che decideranno di festeggiare la giornata. “Non permetteremo di celebrare San Valentino in nessun modo – ha detto Pramod Muthalik, capo del Ram Sena (Esercito del dio Rama). Il leader radicale è in libertà dietro cauzione dopo l’assalto degli “squadristi” del Ram Sena avvenuto una settimana fa contro una decina di ragazze sorprese in un disco-pub di Mangalore, città dello stato meridionale del Karnataka (dove l’anno scorso numerose chiese e istituzioni scolastiche erano state vandalizzate e saccheggiate). Le giovani, accusate di “comportamenti osceni”, sono state picchiate e cacciate dal locale dai radicali indù. L’episodio, ripreso dalle telecamere, ha fatto molto scalpore tanto che si è perfino parlato dei “talebani” del Karnataka. Ai microfoni di un canale televisivo privato, Muthalik ha definito la festa di San Valentino “una cospirazione internazionale organizzata dai cristiani”.

martedì 3 febbraio 2009

Su Radio Svizzera Italiana
Di fronte al precipitare della crisi in Sri Lanka, i principali paesi donatori hanno rotto un lungo silenzio ieri con un appello alle Tigri Tamil perché depongano le armi e accettino l’amnistia offerta dal governo di Colombo. In un comunicato congiunto Stati Uniti, Unione Europea, Giappone e Norvegia hanno chiesto a entrambe le parti di dichiarare un cessate il fuoco per permettere i soccorsi a malati e feriti.
In gioco ci sarebbero le vite dei civili tamil intrappolati nei combattimenti che sono in corso in un’area di 300 km quadrati nel distretto nord orientale di Wanni, dove si sono raggruppati i ribelli. La Croce Rossa ha riferito che il principale ospedale è stato bombardato cinque volte in pochi giorni e che le vittime sono una dozzina più decine di ferite. L’offensiva dell’esercito sarebbe nella sua fase finale. Nel suo messaggio oggi in occasione della Festa dell’Indipendenza, il presidente Mahinda Rajapaka ha detto che le ripetute vittorie delle truppe srilankesi da gennaio in poi hanno “reso possibile l’eliminazione dei terroristi dall’isola”. In mancanza di notizie indipendenti è difficile capire se l’esercito stia davvero piegando la resistenza dei ribelli. I militari hanno ritrovato un altro bunker sotterraneo usato come abitazione dal leader Velupillai Prabhakaran, il ricercato numero uno, che secondo fonti militari, potrebbe essere nascosto nelle fitte foreste della zona.

Delhi, giovedì summit sul clima con Ban Ki-Moon

Su Apcom
A partire da giovedì la comunitá internazionale si ritrova a Nuova Delhi per trovare una posizione comune sull’accordo post Kyoto alla conferenza sul clima di Copenhagen di dicembre. La recessione mondiale e la crisi di liquiditá “potrebbero compromettere l’impegno dei governi per ridurre i devastanti effetti del cambiamento climatico” ha detto R.K Pachauri, presidente del Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici dell’Onu (IPCC) che fará gli onori di casa al Delhi Sustainable Development Summit dal 5 al 7 febbraio a cui partecipano anche Ban Ki-moon, secretario dell’Onu e Yvo de Boer, responsabile dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC), i due principali negoziatori del post Kyoto.
"Non bisogna farsi illudere dal calo dei prezzi petroliferi - ha avvertito - perché appena ci sará la ripresa i prezzi saliranno di nuovo. Bisogna agire subito ma su nuove basi rispetto al passato. Per questo la leadership di ogni paese deve agire in modo responsabile".
Il convegno, organizzato per il nono anno consecutivo dal Teri (Istituto Energia e Risorse del gruppo Tata diretto da Pachauri), giunge in un momento cruciale, che “può trasformarsi in un’opportunità per convertire l’industria alle tecnologie pulite e creare nuovi posti di lavoro”. In questo senso il piano ambientale lanciato dal presidente americano Barak Obama “è una grande svolta” anche se “ci vorrà tempo prima che la nuova amministrazione cominci ad agire nella giusta direzione”.
Secondo gli organizzatori, oltre a Ban Ki Moon, al summit parteciperanno alcuni capi di stato, tra cui la presidente finlandese Tarja Halonen e il primo ministro dell’Etiopia Meles Zenawi, oltre al senatore John Kerry, l’ex premier Toni Blair (in videoconferenza), l’economista Jeffry Sacks piú alcuni premi nobel per l’economia.

lunedì 2 febbraio 2009

Dalai Lama ricoverato a Delhi, nulla di grave

Ha destato molta apprensione tra la comunità tibetana il ricovero improvviso del Dalai Lama in un ospedale di New Delhi per dolori ad un braccio. In realtá si è trattata si una semplice distorsione per il settantatreenne leader spirituale che é giá ritornato a Dharamsala dopo aver effettuato alcuni test. Il suo portavoce Tanzin Takla ha detto che partirá come previsto l’8 febbraio per un tour in alcune capitali europee. Nulla di grave quindi, anche se le condizioni di salute del Dalai Lama, reduce da un’operazione chirurgica a dicembre a Delhi e da un altro ricovero a Mumbai lo scorso agosto, sollevano sempre una certo allarmismo.
La questione della successione del capo spirituale tibetano, la cui leadership politica é stata riconfermata nel conclave di Dharamsala a novembre, presenta ancora molte incognite. Intanto cresce la tensione con il governo cinese che di recente ha accusato il Dalai Lama di promuovere la schiavitù e di gestire un sistema feudale quando era al potere a Lhasa mezzo secolo fa prima di fuggire in India. I tibetani si preparano a celebrare durante il mese di marzo con manifestazione pacifiche in tutto il mondo il cinquantenario dell’insurrezione contro l-occupazione cinese che coincide anche con il primo anniversario della sanguinosa rivolta in Tibet contro le Olimpiadi di Pechino.

domenica 1 febbraio 2009

Sri Lanka, bombarbato un ospedale

In onda su Radio Svizzera Italiana
E’ ancora in corso il conteggio delle vittime del bombardamento avvenuto stamattina di un ospedale nel distretto di Vanni, dove è concentrata l’offensiva delle truppe cingalesi contro le ultime postazioni delle Tigri tamil. Colpi di artiglieria avrebbero centrato in particolare il reparto pediatrico. L’attacco, il terzo nelle ultime 24 ore è stato denunciato dai responsabili dell’Onu e dalla Croce Rossa sempre più preoccupati per la sorte di oltre 200 mila tamil intrappolati nelle zone di guerra. Dopo che è scaduto l’ultimatum di 48 ore per permettere ai civili di lasciare l’area, le truppe governative hanno ripreso i bombardamenti. Secondo fonti tamil sarebbero state colpite anche le “aree di sicurezza”, dove sarebbe concentrati gli sfollato. Il governo di Colombo, che accusa i separatisti di usare i civili come scudi umani, non intende concedere alcuna tregua. Ieri il ministro della difesa ha detto di volere distruggere l’Ltte e ha minacciato di espellere dal paese i diplomatici, giornalisti e le organizzazioni non governative che sostengono la causa dei ribelli. In particolare Gotabaya Rajapakse, fratello del presidente nazionalista Mahinda, avrebbe puntato il dito contro l’ambasciatore elvetico e quello tedesco per alcune dichiarazioni rilasciare ai giornali srilankesi e ha accusato di irresponsabilità anche i canali televisivi stranieri, tra cui la BBC, accusati di mostrare filmati tratti dai siti internet tamil.