giovedì 4 novembre 2010

INDIA-USA, VISITA DI OBAMA TRA LUCI E OMBRE

L'India considera la visita del presidente Obama come ''un'opportunita' per consolidare le relazioni bilaterali'' e per ''innalzare l' alleanza strategica con gli Usa a un nuovo livello''. E' quanto ha detto oggi il segretario agli esteri Nirupama Rao in una conferenza stampa a New Delhi convocata per presentare il programma della visita del presidente americano che si terra' dal 6 al 9 novembre. La diplomatica ha invitato i giornalisti a non tratte ''conclusioni affrettate'' dalle parole di Obama che in un'intervista ha definito come ''difficili e complicate'' alcune questioni centrali come la candidatura dell'India al seggio permanente dell'Onu e lo sblocco delle esportazioni di tecnologia nucleare ''dual use''.
Nonostante la condivisione di valori democratici e di liberta', le relazioni tra Usa e India sono state adombrate di recente dalla recessione mondiale. In diverse occasioni Obama ha criticato l'outsourcing e la delocalizzazione delle imprese americane. Di recente, inoltre, sono state imposte nuovi restrizioni sulle societa' e lavoratori indiani in materia di visti di ingresso. Sul fronte del terrorismo ci sono i timori di New Delhi sul ''riarmo' del Pakistan favorito dai generosi finanziamenti Usa e sulla eventuale presenza di talebani nella futura sistemazione dell'Afghanistan. Di fronte a queste spinose questioni e considerato anche la recente sconfitta politica dei Democratici, e' probabile che la visita di Obama non riservi grosse sorprese a differenza delle ''storiche'' visite di Clinton (che ha avviato il disgelo nel 2000) e di quella di Bush nel 2006 che ha sancito le pretese dell'India di entrare nel club delle potenze nucleare.
Non ci sono grosse aspettative anche da parte della comunita' degli affari che avra' due incontri con Obama, prima a Mumbai e poi a New Delhi. Gli Stati Uniti sono al terzo posto tra i piu' grandi investitori in India. Ma gli investimenti indiani negli Usa sono quelli con piu' forte crescita. ''Le nostre aziende hanno creato, salvato o contribuito a creare decine di migliaia di posti di lavoro negli Usa. Le acquisizioni dell'India nel campo dell'energia e dell'aeronautica stanno contribuendo alla ripresa economica'' ha detto la Rao.
Secondo il calendario, Obama arrivera' sabato a Mumbai con la fist lady Michelle e come primo appuntamento remdera' omaggia alle vittime dell'attacco terroristico del 2008 all'hotel Taj Mahal, dove alloggera'. Quindi visitera' un museo dedicato al Mahatma Gandhi, di cui e' un grande ammiratore. Nel tardo pomeriggio e' prevista la partecioazione al business summit Usa-India organizzato dalla confindustria indiana Cii e dalle camere di commercio Ficci. Il 7 novembre parlera' agli studenti del St Xavier College e poi celebrera' la festa del Diwali con i bambini di una scuola elementare. Nel pomeriggio si spostera' a New Delhi dove visitera'la tomba dell'imperatore mughal Humayum e sara' opsite a cena del primo ministro Manmohan Singh. L'incontro ufficiale tra le due delegazioni e' fissato per la mattina dell'8 che iniziera' con la cerimonia di benvenuto al palazzo presidenziale e l'omaggio al mausoleo del Mahatma. Nel pomeriggio ci sara' la conferenza stampa, la visita alla presidente del Congresso Sonia Gandhi, il discorso ai due rami del Parlamento e il banchetto ufficiale offerto dalla presidente Pratibha Patil. Obama partira' il giorno dopo alla volta dell'Indonesia.

lunedì 4 ottobre 2010

Giochi Commonwealth, l'India ce l'ha fatta

NEW DELHI – La stazione della metropolitana dello stadio Jawaharlal Nehru e’ stata aperta appena poche ora prima dell’inaugurazione dei Giochi del Commonwealth, le mini olimpiadi delle ex colonie britanniche che iniziano oggi a New Delhi. I corrimano delle scale sono ancora incellofanati e sporchi di calcestruzzo, ma sono avvolti da ghirlande di garofani arancioni. Sulla riuscita di questo evento sportivo internazionale, l’India si gioca la faccia e anche la reputazione di seconda potenza emergente dopo la Cina. Come per Pechino nel 2008, questa e’ per New Delhi l’occasione di mostrare al mondo la ‘’nuova India’’. Dopo tanti scandali, polemiche e emergenze per il terrorismo e per la febbre dengue (che c’e’ ancora), l’India ce l’ha fatta. Il megaspettacolo di ieri sera, realizzato in parte grazie a una coreografia made in Italy, ha messo a tacere ogni diatriba. ‘’Il sogno dell’India si e’ realizzato, e’ arrivato il nostro momento’’ ha detto il reponsabile dell’organizzazione Suresh Kalmadi, politico del partito del Congresso di Sonia Gandhi, che nei giorni scorsi era diventato il parafulmine di tutte le contestazioni.
Fino a due settimane fa, questi erano i ‘’giochi della vergogna’’ e sembrava addirittura che venissero sospesi causando una irrimediabile figuraccia per una nazione che ambisce a diventare una ‘’superpower’’. Alcune delle 71 nazioni partecipanti, tra cui Canada e Australia, avevano definito ‘’inabitabile’’ il villaggio dei 6.700 atleti costruito nei pressi dell’inquinatissimo fiume Yamuna. Erano circolate immagini di bagni ricoperti di sputi arancioni causati dal ‘’paan’’, di impronte di zampe di cani sui letti e di scantinati imputriditi dalle piogge monsoniche. Insomma un disastro. Come se non bastasse nello stesso giorno era crollata una passerella pedonale destinata a trasportare il pubblico dal parcheggio ferendo oltre 20 operai. E 24 ore dopo, era venuto giu’ parte del controsoffitto del centro dove si tengono le gare di sollevamento pesi. La stampa aveva accusato gli organizzatori di aver affidato i lavori a imprese corrotte e incapaci. Il mega maquillage della citta’, l’ammodernamento di strutture decrepite e le nuove strade e cavalcavia per decongestionare la metropoli di 16 milioni di abitanti, sono costate all’erario ben 17 miliardi di dollari, parecchie volte quanto preventivato. Negli ultimi due anni New Delhi e’ stata rivoltata come un calzino con enormi disagi per la popolazione e soprattutto per i poveracci spesso cacciati in malo modo insieme ai cani randagi, scimmie e vacche sacre ormai quasi scomparse, almeno nei quartieri abbienti. Tutto in nome dei Giochi del Commonwealth, diventati per il governo come una sorta di banco di prova per mostrare al mondo che l’India non era piu’ Terzo Mondo. Per questo, le ultime due settimane sono state insonni per molti, a partire dal primo ministro, l’anziano economista dal turbante blu Manmohan Singh, fino alla governatrice della citta’ Sheila Dikshit che ha reclutato un esercito di 1.500 addetti alle pulizie dagli hotel al cinque stelle per lustrare le stanze degli atleti. Come se non bastasse, all’elenco delle disgrazie si era aggiunta anche la febbre dengue, una malattia causata dalle zanzare e abbastanza frequente in India durante la stagione monsonica. Con le piogge eccezionali di quest’anno che hanno allagato parte della metropoli e’ scoppiata una vera e propria epidemia che e’ ancora in corso nonostante l’arrivo del bel tempo. Proprio ieri si e’ verificato il primo caso tra gli atleti del villaggio. Un giocatore della nazionale Indiana di bocce, Ruptu Gogoi, e’ stato contagiato e si teme che anche altri possano subire la stessa sorte. Evidentemente le frequenti disinfestazioni della zona non sono servite. Nei giorni scorsi diversi sportivi avevano annullato la propria partecipazione proprio per paura di malattie e anche di attentati. Lo scorso 17 settembre, due cittadini taiwanesi erano stati feriti in una sparatoria davanti alla moschea Jamaa Masjid, nel centro storico. L’azione era stata rivendicata da un gruppo estremista islamico legato ai jihadisti pachistani che minacciava attacchi contro gli stranieri durante i Giochi. Dopo le stragi di Mumbai del 2008, l’incubo del terrorismo non e’ mai svanito in India, anzi sembra essersi ingigantito dopo i disordini estivi nella regione del Kashmir indiano, eterno nodo irrisolto della tensione tra India e Pakistan. Il ministro P.K. Chidambaram non ha voluto correre rischi. A protezione di stadi e palazzetti dello sport, trasformati in fortezze con filo spinato, sono stati dispiegati circa 100 mila tra poliziotti e forze paramilitari. Da ieri fino alla fine delle gare, il 14 ottobre, New Delhi sara’ blindata.

sabato 2 ottobre 2010

Giochi Commonwealth, domani cerimonia con un tocco italiano

Dopo le polemiche sulla sporcizia, il crollo di una passerella pedonale, l'emergenza della febbre dengue e perfino quella dei serpenti cobra, i Giochi del Commonwealth si aprono domani a New Delhi tra un imponente e isterico servizio di sicurezza mobilitato per la paura di attentati terroristici. La capitale indiana, tirata a lucido e ''ripulita'' di mendicanti, cani randagi e perfino vacche sacre, e' pronta a dare il via alle gare che vedono coinvolti fino al 14 ottobre circa 6.700 atleti da 71 ex colonie britanniche in 17 discipline sportive. La cerimonia di inaugurazione di domani sera sara' coprodotta dalla societa' italiana K-Event con una coreografia da 6 milioni di euro, parte di un costo globale di 48 milioni di euro, che prevede un gigantesco pallone aerostatico sospeso sopra l'avveniristico stadio Jawaharlal Nehru. La spesa era stata contestata per essere un inutile spreco di denaro pubblico.
E ' la terza volta nella sua storia che l'India ospita un evento sportivo internazionale, dopo gli Asian Games del 1951 e del 1982, e questa 19esima edizione sara' ''la piu' imponente mai realizzata'' ha affermato oggi il segretario generale del Comitato organizzativo, Lalit Bhanot. Era stato proprio lui, la scorsa settimana, a essere al centro di una bufera mediatica per aver detto che ''gli standard d'igiene in India erano differenti da quelli richiesti dagli ospiti stranieri''. Diverse delegazioni straniere, tra cui australiani, canadesi, neozelandesi e britannici, avevano definito ''inabitabile'' il villaggio degli atleti costruito sulle rive dell'inquinatissimo fiume Yamuna e, come tutte le altre strutture sportive, consegnato con forte ritardo agli organizzatori. Le accuse di sporcizia e incuria sono pero' svanite dopo l'intervento di centinaia di addetti alle pulizie reclutati dagli alberghi a 5 stelle della capitale. Gli stessi atleti che minacciavano di non mettere piede a New Delhi adesso dicono di ''essere impressionati'' dalla struttura e anche dal cordone di protezione imposto dopo l'allarme scoppiato in seguito all'attacco a due taiwanesi lo scorso 19 settembre davanti alla moschea Jamaa Masjid. Perfino il direttore della Cia, Leon Panetta, che oggi si trova a New Delhi, ha discusso di sicurezza dei Giochi negli incontri con i responsabili indiani.
In coincidenza con l'arrivo del sole, dopo una interminabile stagione di piogge monsoniche, sono evaporate tutte le polemiche, oltre che le pozzanghere e gli acquitrini dove proliferavano le zanzare veicolo del dengue. Perfino la passerella pedonale, che collega un parcheggio allo stadio principale, crollata per un cedimento strutturale, e' stata ricostruita in soli cinque giorni grazie all'intervento dell'esercito.
Ad aprire la cerimonia nel nuovo stadio Jawaharlal Nehru, che non e' il ''nido di uccelli'' di Pechino, ma una replica di quello esistente a Foshan, Guangdong, sara' il principe Carlo gia' arrivato a New Delhi con la moglie Camilla, reduce da una cura di ringiovanimento in un centro salute di Bangalore. Sostituira' la regina a cui spettava il compito di aprire i Giochi ma che, a causa di altri impegni, aveva dato forfait. Saranno assenti anche molti campioni olimpici che hanno rinunciato alle gare perche', come hanno detto alcuni di loro, ''non volevano rischiare la vita''. Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e altri paesi occidentali avevano avvertito i propri connazionali su ''un alto rischio'' di attentati. L'avvertimento ha scoraggiato l'arrivo di turisti, da una parte, ma anche la partenza di molti abitanti della capitale che, approfittando delle scuole chiuse in anticipo, hanno scelto uno dei tanti ''pacchetti Giochi Commonwealth'' per andarsene in vacanza.
Le defezioni eccellenti potranno forse permettere all'India, un paese che non brilla per risultati sportivi ma che gareggia con un maxi contingente di 619 atleti, di raggiungere l'obiettivo prefissato di un terzo posto nel medagliere.

venerdì 1 ottobre 2010

Sri Lanka, Fonseka condannato a 2 anni e mezzo di carcere

Il presidente cingalese Mahinda Rajapaksa ha confermato la condanna a 30 mesi di carcere inflitta all'ex generale Sarath Fonseka, da una corte marziale. Lo riferiscono oggi i media locali precisando che l'ex capo di stato maggiore potrebbe perdere il posto da deputato nel parlamento di Colombo.
Fonseka, uno dei principali oppositori del governo nazionalista di Rajapaksa, era stato accusato di quattro casi di corruzione nell'ambito di forniture militare avvenute quando era capo di stato maggiore della difesa. Uno dei due tribunali militari che lo stanno giudicando lo aveva condannato lo scorso 17 settembre a tre anni di prigione, ma la sentenza doveva essere approvata da Rajapaksa, che e' comandante delle forze armate.
Secondo quanto riporta il quotidiano 'The Island'', il verdetto potrebbe essere ''rivisto'' qualora Fonseka ''presenti una richiesta di grazia direttamente al presidente''.

L'ex generale era stato arrestato lo scorso gennaio dopo la sua sconfitta nelle elezioni presidenziali e da allora era detenuto in una base militare a Colombo. Da ieri e' stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Welikada.

Ayodhya, bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Dopo 60 anni di battaglie legali e una lunga scia di violenze, un tribunale indiano ha scritto oggi, con una sentenza salomonica, l'ultimo capitolo della storia di Ayodhya, la citta' dello stato settentrionale dell'Uttar Pradesh, simbolo del nazionalismo indu' e fonte di sanguinosissimi scontri con la minoranza dei 130 milioni mussulmani. Per tutto il pomeriggio l'India ha aspettato con il fiato sospeso il verdetto dell'alta corte di Allahabad che si doveva pronunciare sulla proprieta' del luogo sacro dove i ''saffron'', i radicali indu', demolirono a mani nude una moschea del XVI secolo. C'era la paura che nel nome di Ayodhya di nuovo potessero scoppiare i pogrom come quelli del Gujarat nel 2005. Spesso nella storia dell'India e' bastata una scintilla per far esplodere tensioni interreligiose che covano sotto la cenere e che improvvisamente diventano incontrollabili.
La sentenza della corte (che non si e' pronunciata all'unanimita', ma con una maggioranza di due giudici su tre) prevede una formula di compromesso. Il terreno conteso, nel centro di Ayodhya, ''la citta' costruita dagli dei'' come recitano i libri vedici, sara' diviso in tre parti uguali: tra gli indu' che vogliono costruire un grande tempio dedicato al dio Rama, un'associazione induista e l'ente mussulmano che rivendicava la proprieta' del sito dove c'era la moschea del 1528 costruita dall'imperatore mughal Babar. In attesa di tracciare le divisioni, il tribunale ha ordinato una moratoria di tre mesi in cui dovra' essere mantenuto lo status quo. La soluzione riconosce quindi il diritto degli indu' a pregare nello storico luogo sacro e, nello stesso tempo, non ''estromette'' del tutto i mussulmani, che sono i legittimi proprietari. Reagendo al verdetto, il ''falco'' del partito indu nazionalista del Bjp (Partito popolare indiano), L.K. Advani, che partecipo' alla demolizione della moschea, ha espresso soddisfazione e ha anche proposto una riconciliazione tra le comunita' religiose. ''Si apre un nuovo capitolo per l'integrazione nazionale e una nuova era per pacifiche relazioni tra le comunita' religiose'' ha detto in un comunicato letto stasera davanti alle telecamere delle tv indiane. Advani ha poi sottolineato che la corte ''ha riconosciuto chiaramente l'esistenza di rovine induiste'' preislamiche, che era quello su cui si battevano gli estremisti della destra indu' dell'Rss (Rashtriya Swayamsevak Sangh), considerato un movimento con tendenze fasciste.
Meno contenti, ma non del tutto delusi, i responsabili dell'autorita' mussulmana sunnita Wafq, che probabilmente presenteranno ricorso presso la Corte Suprema. C'e' quindi ancora la possibilita' che il massimo organo giudiziario riapra l'annosa controversia.
Fin dalla scorsa settimana, quando la Corte Suprema ha dato il via libera alla sentenza di oggi, il governo ha cercato di giocare in anticipo con ripetuti appelli alla calma, detenzioni preventive di sospetti facinorosi, dispiegamento di truppe nei luoghi ''caldi'' dell'Uttar Pradesh e perfino con il blocco degli sms collettivi sui telefonini. In diverse citta', scuole e uffici sono stati chiusi in anticipo e molti mercati sono rimasti deserti. Tensione palpabile anche a New Delhi, dove domenica si aprono i Giochi dei Commonwealth e dove c'e' massima allerta per la paura di attentati terroristici

mercoledì 29 settembre 2010

Carte identita' elettroniche, Sonia e Singh consegnano le prime dieci

Il premier Manmohan Singh e la leader del Congresso Sonia Gandhi hanno consegnato oggi le prime carte di identita' elettroniche a dieci contadini dello stato centrale del Maharashtra inaugurando un progetto che nei prossimi anni permettera' di costruire la piu' grande anagrafe nella storia dell'umanita'. Circa un miliardo e 200 milioni di indiani saranno ''schedati'' in base a un codice di identificazione a 12 cifre, impronte digitali e scansione dell'iride. ''Ogni cittadino indiano avra' un'identita' e cio' permettera' ai ceti piu' poveri di far valere per la prima volta i loro diritti'' ha affermato Singh in una cerimonia trasmessa in diretta dalle televisioni indiane, davanti a una comunita' tribale di un remoto villaggio nel distretto di Nandurbar, scelto per lanciare l'iniziativa battezzata Unique Identification Number (Uid). Il progetto e' stato concepito dalla mente di Nandan Nilekani, il milionario e cofondatore della societa' di informatica Infosys, chiamato dal governo 14 mesi a realizzare la mega banca dati.
La ''card'' biometrica, simile a una carta di credito, e' dotata di un chip e consentira' di usufruire di servizi pubblici, di votare e, anche per esempio, di aprire un conto in banca o richiedere una connessione telefonica. Se si esclude una ristretta fascia di persone che hanno un codice fiscale, la stragrande maggioranza della popolazione indiana non e' oggi censita in alcuna banca dati.
L'anagrafe sara' costruita grazie ai dati raccolti dal censimento demografico 2011, che e' in corso e che sara' realizzato casa per casa da 2,5 milioni di volontari e funzionari .
Nilekani prevede di fornire i codici di identificazione ad almeno il 60% della popolazione nei prossimi tre anni.

lunedì 27 settembre 2010

Kashmir, riaprono le scuole dopo tre mesi

In onda su Radio Vaticana
Nonostante le misure di distensione varate dal governo continua a rimanere alta la tensione nel Kashmir indiano. Oggi sono state riaperte le scuole, che per ben tre mesi erano state chiuse a causa dei disordini, ma sono pochi gli studenti che si sono seduti dietro i banchi. Il governo locale ha organizzato speciali trasporti per insegnanti e alunni, ma l'affluenza e' rimasta bassa a causa di un nuovo appello dei separatisti. Il leader dell'ala radicale Said Ali Shah Geelani ha infatti chiesto ai genitori di non inviare i loro figli a scuola e di boicottare le misure distensive decise da New Delhi.
Dopo aver inviato nella regione una delegazione di 38 parlamentari la scorsa settimana , il governo del premier Manmohan Singh ha deciso di allentare la sicurezza nella vallata himalayana dove negli ultimi tre mesi sono stati uccisi dalla polizia oltre cento giovani dimostranti . Ieri e' stato deciso di revocare il coprifuoco in alcune citta', ma rimangono restrizioni nel capoluogo di Srinagar.

domenica 22 agosto 2010

Madre Teresa, missionarie sperano di andare in Cina

Le Missionarie della Carita'sperano di aprire presto un ospizio in Cina, uno dei pochi paesi al mondo rimasto insensibile al carisma di Madre Teresa, il cui
centenario della nascita si celebra il prossimo 26 agosto. La
suora albanese ha commosso dittatori africani e irriducibili
marxisti come Fidel Castro, ma non e' mai riuscita a fare
breccia nel regime di Pechino. ''Le cose stanno cambiando per
quanto riguarda i rapporti con il Vaticano e quindi spero che
presto avremo la possibilita' di andare. Aspettiamo un nuovo
invito'' confida suor Nirmala, braccio destro di Madre Teresa e
a capo della congregazione per 12 anni fino all'anno scorso
quando ha lasciato il posto alla tedesca suor Mary Prema. ''Era
il piu' grande desiderio di Madre Teresa – ricorda all’Ansa che
l’ha incontrata nella Casa Madre dove e’ tornata dopo un ritiro
negli Stati Uniti – .Pur avendo visitato diverse volte la Cina
su invito della chiesa locale, il governo non le ha mai concesso
l'autorizzazione ad aprire un centro. Per due volte e' stata
bloccata senza alcuna giustificazione. L’ultima volta, nel 1994,
eravamo gia' in partenza all'aeroporto di Hong Kong. Il vescovo
locale ci aveva gia' assegnato un posto nella provincia dello
Jiangsu. Poi e' arrivato un ordine dall'alto...''. La stessa
Nirmala ha riprovato circa 5 anni fa dietro invito della chiesa
locale, ma di nuovo Pechino si e' opposta.
La ''speranza cinese'' e' condivisa anche da suor Adriana, una
delle due italiane attualmente presenti alla Casa Madre e lo
scorso anno eletta tra le quattro consigliere generali
dell'ordine. ''In Cina hanno cosi' tanta sete di Dio e per noi
c'e un enorme lavoro da fare'' spiega. Pechino non ha mai
motivato ufficialmente il diniego, ma e' evidente che considera
le missionarie una longa manus del Vaticano.

Dopo la morte di Madre Teresa, c'e' stato un periodo di
grande sviluppo. Secondo dati aggiornati, le missionarie sono
ora in totale 5.029 in 766 case sparse in 138 paesi (in Cina
sono a Hong Kong e Macau, oltre che in Tibet). L'ultimo a
aggiungersi e' l'Indonesia, dove a ottobre sara' aperto un
centro a Atambua, nell'isola di Timor. Ne hanno appena
inaugurato uno a Sofia, in Bulgaria, e un altro in Guinea
Bissau. ''Capita anche di chiuderne - precisa suor Adriana -
quando non c'e' piu' bisogno di noi perche' non ci sono piu'
poveri. Un ospizio in Australia, per esempio e' stato chiuso
perche' ora il governo si prende cura degli aborigeni''.

Proveniente da una famiglia bresciana, ultima di 11 figli,
suor Adriana, 54 anni, ha pero' qualche dubbio sulla politica di
espansione. ''Abbiamo problemi di ricambio generazionale adesso
che la prima ondata di suore, arrivate con la Madre, stanno
invecchiando. Non abbiamo abbastanza giovani per sostituirle e
quindi dovremo rallentare''. Mentre non sono un problema i
finanziamenti: ''Anche in piena crisi economica abbiamo sempre
ricevuto tanta generosita'. Ci dispiace solo che molti sfruttano
il nostro nome per raccogliere denaro. Il ''fund raising'' e'
vietato nel nostro ordine. Tutto quello che ci arriva e' dalla
Provvidenza divina che non ci ha mai fatto mancare nulla''.

sabato 21 agosto 2010

CALCUTTA CELEBRA MADRE TERESA IN SOTTOTONO

Su Ansa

In una Calcutta putrida e fangosa per le piogge monsoniche è difficile trovare qualche traccia del centenario della nascita di madre Teresa, la suora albanese
diventata un simbolo universale di carità e morta nel 1997 a 87
anni. Gonxha Agnes Bojaxhiu, nata a Skopje, ora Macedonia, il 26
agosto 1910, è la testimonial principale della metropoli del
Bengala Occidentale, la capitale indiana della cultura, ma anche
della miseria.
Il boom della nuova India qui non è ancora arrivato, dicono,
per via dei comunisti al potere da 32 anni. Qualche
miglioramento però c'é stato. I senzacasa bivaccano su moderni
marciapiedi a blocchetti colorati e sotto le nuove sopraelevate.
Perfino gli "uomini cavallo", che trainano scalzi i risciò,
si sono diradati, dopo che il comune ha deciso di eliminarli
perché "disumani". La fama di Calcutta, la città della gioia
di Dominique La Pierre, è legata alle Missionarie della
Carità, l'ordine fondato 60 anni fa dalla suora beatificata nel
2003. Ma a una settimana dall'evento, c'é solo uno striscione
commemorativo che sovrasta la viuzza che porta alla Casa Madre,
dove c'e la sua tomba e un piccolo museo. Non si trovano esposte
le medaglie e le onorificenze ricevute in tutto il mondo tra cui
il Nobel per la Pace del 1979, ma solo lettere, foto, ritagli di
giornale e alcuni oggetti personali, come l'ultimo sari, i
sandali di cuoio e perfino lo spazzolino da denti. A parte le
novene e i seminari, il 'clou' delle celebrazioni sarà una
rassegna cinematografica che ha già fatto polemica. La Bbc ha
rifiutato il permesso di proiettare un documentario del 1969,
che ha "lanciato" la suora per via di una vecchia diatriba sui
diritti di autore. Dopo una polemica sulla stampa indiana,
l'emittente britannica ha però cambiato idea, ma ormai i
cartelloni erano già stampati. Anche se posseggono un website,
motherteresa.org, gestito dagli Stati Uniti, le missionarie
continuano a usare il fax e la posta per comunicare tra di loro.
Niente televisione e neppure lavatrice. Nel capitolo generale
del 2009 hanno votato (non all'unanimità) il divieto di usare i
cellulari, eccetto nelle zone dove non c'e un telefono fisso
come in Africa.
Alla messa alle sei del mattino, nella cappella al primo
piano c'é il pienone di suore, novizie, volontari e turisti.
Enrico, 50 anni, impiegato di Trento, è uno di quelli che ha
preferito passare un Ferragosto "alternativo". Per due
settimane ha lavorato a Prem Dan, uno dei sette ospizi delle
missionarie a Calcutta e ha ancora negli occhi quello che ha
visto il giorno prima: "E' arrivato un uomo sui 35 anni con le
gambe in cancrena. La suora lo ha medicato e quando ha finito ho
visto che aveva tirato fuori dalle ferite un piatto pieno di
vermi. E' stato impressionante". Anche se nascosti dalla vista
della classe emergente che viaggia con i suv e fa shopping nei
centri commerciali, i "più poveri tra i poveri" sono ancora
molto numerosi a Calcutta. Nel "primo amore" di Madre Teresa,
la Casa dei Morenti di Narmal Hriday, nel tempio induista di
Kalighat, i letti sono sempre pieni. Dopo il pranzo, le novizie
sono occupate a somministrare le medicine, a cambiare flebo,
fasciature e a dare dignità a chi sta per morire. Si sentono
pianti improvvisi, scoppia una lite tra due donne, una suora
rimprovera la pigrizia di un'anziana perché non vuole alzarsi
per andare a prendere da bere. Negli stanzoni c'é un odore di
feci e disinfettante. "Ogni giorno ne arrivano due o tre
nuovi" spiega sister Aurora, polacca, che una volta alla
settimana presta servizio in questo lazzaretto aperto ai
visitatori. "La madre portava qui i giornalisti quando voleva
essere intervistata" rivela lo studioso salesiano, C.M.Paul ,
che sta facendo una ricerca su articoli apparsi su Madre Teresa
nei settimanali in lingua inglese dal 1948 al 1962. "A un certo
punto la madre ha deciso di usare i media, ma da loro è stata
poi usata" spiega all'ANSA. A creare il 'brand' è stato, in
particolare il giornalissta inglese Malcolm Muggeridge, che per
primo ha raccontato al mondo di queste "strane" suore dal
sari bordato di blù che frequentavano le bidonville di Calcutta
e che sarebbero andate 'anche sulla luna' a raccogliere i
miserabili. Da allora Madre Teresa continua a essere una
attrazione. A dicembre, Giosmary, 29 anni, della Basilicata,
prenderà i voti perpetui. Racconta all'Ansa: "Avevo 16 anni e
mi aveva colpito una frase, "Dio attende chi non è atteso".
Io però ho dovuto aspettare di essere maggiorenne perché mi
prendessero". Nel registro dei visitatori, accanto alla tomba
ornata di garofani arancioni, qualcuno ha lasciato questa dedica
in italiano: "Ciao madre, sono Willy, sono passato a salutarti
e a dirti che ti tengo nel cuore. TVB".

mercoledì 30 giugno 2010

INDIA: EMERGENZA PER DOPPIA CRISI, KASHMIR E MAOISTI

In questi giorni l'India si trova a dover combattere su due fronti: la guerriglia maoista sul versante orientale e l'insurrezione nel Kashmir sul fronte occidentale. I ribelli ''naxaliti'', nome col quale sono conosciuti i maoisti, hanno di nuovo sfidato il governo oggi con la proclamazione di uno sciopero generale dopo il massacro di ieri di 26 agenti paramilitari.
Nella vallata himalayana contesa tra India e Pakistan e' di nuovo esplosa la rabbia contro il governo di New Delhi e la repressione militare. Nell'ultimo mese, 11 giovani, tra cui un bambino di nove anni, sono stati uccisi dalle forze dell'ordine
che hanno risposto alle sassaiole con i fucili. Il coprifuoco e'
in vigore in sette citta', mentre rimane bloccato l'invio di sms. Proprio oggi, nei pressi della capitale estiva di Srinagar, e' iniziato un pellegrinaggio religioso hindu' a una grotta dove si venera il dio Shiva.
Secondo alcuni, le violenze sono state organizzare per ''scoraggiare'' le migliaia di fedeli induisti che nei prossimi due mesi arriveranno nella vallata musulmana scortati da un imponente sistema di sicurezza. Secondo il ministro degli
interni, Palaniappan Chidambaram, l'uomo ''forte'' del governo
di Manmohan Singh, la nuova rivolta kashmira e' stata ''fomentata da forze anti nazionali legate alla Lashkar-e-Taiba'' (Let) come ha detto stasera a giornalisti. A
sostegno della sua tesi ha anche aggiunto che la Let (organizzazione clandestina pachistana accusata dell'attentato di Mumbai del 2008) e' ''attiva'' in particolare nella citta' di Sopore, a nord di Srinagar, dove venerdi' scorso sono iniziate
le proteste in seguito all'uccisione di due sospetti militanti.
Sempre stasera il premier Singh ha tenuto un vertice dei responsabili della sicurezza per discutere dell'emergenza in Kashmir, da cui e' emerso un richiamo alle forze dell'ordine sull'uso eccessivo della forza contro i dimostranti.
Sul fronte dei maoisti, considerati dallo stesso Singh ''una
delle piu' gravi minacce alla sicurezza'', e' in atto un ''ripensamento'' dell'offensiva militare lanciata l'anno scorso con il pomposo nome di ''caccia verde'' (Green Hunt). Da allora centinaia di soldati sono caduti in imboscate tese dai ribelli, in particolare nello stato centrale del Chhattisgarh, popolato
da comunita' tribali e ricoperto da insidiose giungle. L'agguato di lunedi' contro un plotone che stava tornando da un pattugliamento nel distretto di Narayampur e' costato la vita a 26 agenti. Nello scontro sono morti anche 15 maoisti, secondo la
polizia. E' il terzo attacco in pochi mesi dopo il massacro lo scorso aprile di 76 soldati uccisi ''di sorpresa'' da centinaia di guerriglieri usciti dalle foreste. La facilita' di questi recenti attacchi ha sollevato molte polemiche
sull'impreparazione delle forze paramilitari e sulle strategie di lotta contro i maoisti che godono del pieno sostegno della popolazione locale risentita per lo sfruttamento delle ricche risorse minerarie da parte della grande industria.

giovedì 24 giugno 2010

INDIA-PAKISTAN: INTESA SU ANTI TERRORISMO, RIPARTE DIALOGO

India e Pakistan hanno deciso di rafforzare la cooperazione in materia di anti terrorismo e di "impedire" che altri attentati possano bloccare di nuovo il
processo di pace come successo dopo le stragi di Mumbai del 2008. E' questo il principale risultato del colloquio avvenuto oggi a Islamabad tra il sottosegretario agli esteri indiano Nirupama Rao e il suo omologo pachistano Salman Bashir.

Si è trattato del primo round positivo di negoziati dopo l'ultimo tentativo di 4 mesi fa che non aveva portato nessun passo in avanti. I due diplomatici hanno anche preparato il terreno per l'incontro tra i due ministri degli esteri, S.M. Krishna e Shah Mehmud Qureshi previsto il prossimo 15 luglio e che dovrebbe segnare la ripresa dell'intero processo di pace. In una conferenza stampa congiunta, la prima dopo l'attacco di Mumbai, la Rao ha detto che "sono state discusse le modalità per ristabilire un clima di fiducia reciproca al fine di proseguire un serio e fruttuoso dialogo". Per il governo di New Delhi, che aveva congelato ogni rapporto chiedendo più severità contro i gruppi terroristi, si tratta di una svolta significativa che era già stata anticipata dal breve incontro tra i premier Manmohan Singh e Yousuf Raza Gilani a margine di un vertice regionale in Bhutan lo scorso aprile.

Sullo scottante argomento dell'integralismo islamico, Bashir ha detto "che non daremo ai terroristi l'occasione di dividere i nostri Paesi" e ha aggiunto di essere ottimista sui risultati positivi che potranno derivare dal vertice di luglio tra i due capi delle diplomazie.

Sri Lanka sfida l'Onu, niente visto per la commissione d'indagine su crimini di guerra

Il governo srilankese non intende rilasciare i visti di ingresso ai tre esperti dell'Onu incaricati di far luce su quanto successo lo scorso anno nell'ultima fase dell'offensiva militare contro le Tigri Tamil. Lo ha detto il ministro degli esteri G.L. Peiris ai media locali. ''Non concederemo alcun permesso di entrata perche' pensiamo che non ne abbiamo bisogno'' ha detto. Il comitato presieduto dall'ex giudice indonesiano Marzuki Darusman, e' stato incaricato dal segretario generale Ban ki-Moon di verificare gli impegni presi dal governo sri lankese in merito alle denuncie di abusi contro i tamil. Ha quindi soltanto un ruolo consultivo e prevede indagini o interviste in loco.
Il governo del presidente Mahinda Rajapaksa si era duramente opposto a un intervento delle Nazioni Unite smentendo le accuse di violazioni dei diritti umani e nominando una propria commissione il mese scorso per verificare eventuali crimini commessi durante gli ultimi sette anni di guerra.
La decisione di Ban ki-Moon ha sucitato vivaci reazioni da parte delle leadership. Il primo ministro D.M. Jayaratna oggi ha detto che il governo non intende sottomettersi alla pressione internazionale specialmente da paesi ''delusi'' dalla fine della guerra in Sri Lanka, come riferito dal Daily Mirror. Parlando a una funzione militare, il premier ha -precisato che mentre il suo paese ha terminato una guerra con Ltte, altre nazioni stanno ancora lottando per sradicare il terrorismo.
Il conflitto etnico tamil-cingalese, durato tre decenni, ha causato circa 100 mila morti e devastato il nord e nord est dell'isola. Ma l'ultimo assalto contro i ribelli delle Tigri, asserragliati in pochi chilometri quadrati, sarebbe stato particolarmente cruento. Stime dell'Onu riferiscono di 7 mila civili morti nella fase finale della battaglia che ha causato un esodo della popolazione tamil ''rinchiusa'' in campi di internamento gestiti dai militari.

martedì 22 giugno 2010

BANGLADESH: SCIOPERO DEL TESSILE, FABBRICHE RIAPRONO

Riapriranno domani 700 fabbriche tessili del distretto di Ashulia, alla periferia di Dacca, chiuse in seguito a una massiccia protesta organizzata ieri dai lavoratori per chiedere aumenti salariali.
La produzione, destinata alle grandi catene d'abbigliamento occidentali, era stata sospesa dopo uno sciopero sfociato ieri in atti vandalici e in violenti scontri con la polizia.
Secondo quanto riferisce 'The Daily Star' sulla sua edizione on line, la decisione di riaprire i cancelli e' stata presa dopo un incontro risolutore tra industriali, governo, sindacati e forze dell'ordine. ''Abbiamo deciso di riprendere la produzione dopo che il governo ci ha promesso di garantirci la sicurezza'' ha detto ai giornalisti Abdul Salam Murshedy, presidente della Associazione dei produttori e esportatori di abbigliamento del Bangladesh (Bgmea).
Gli industriali avevano minacciato la chiusura a tempo indeterminato delle fabbriche sollevando una rivolta da parte degli operai. Il distretto di Ashulia impiega centinaia di migliaia di lavoratori, soprattutto donne.
I rappresentanti della Bgmea hanno chiesto alle autorita' di identificare i capi della protesta e di espellere dai sindacati coloro che hanno saccheggiato gli impianti e vandalizzato diverse auto. Negli scontri di ieri circa 200 persone sono rimaste ferite.
Gli operai chiedono un aumento dello stipendio mensile minimo a 5000 taka (circa 70 dollari). Il ministro del lavoro Khandaker Mosharraf Hossain ha promesso di rivedere il tetto minimo garantito entro la fine di luglio.
Il polo industriale di Ashulia, a una trentina di chilometri a nord dalla capitale, e' uno dei principali centri della produzione tessile, un settore che impiega 3,5 milioni di addetti e che e' largamente dedicato all'esportazione.

martedì 8 giugno 2010

SRI LANKA: TIGRI TAMIL ANCORA ATTIVE, PREMIER

Il primo ministro srilankese D.M. Jayaratne ha detto oggi che il movimento separatista delle Tigri Tamil potrebbe rinascere grazie all'aiuto di sostenitori che vivono all'estero. E' quanto riportano i media locali citando alcune dichiarazioni del premier al parlamento di Colombo. ''Le associazioni estere dell'Esercito di liberazione delle Tigri tamil (Ltte) non hanno mai rinunciato al loro sogno di avere uno stato separato'' ha detto Jayaratne. Dopo la sconfitta militare dello scorso i ribelli ''si stanno di nuovo raggruppando'' ha continuato aggiungendo che ''nel mese di maggio 77 sospetti militanti Ltte sono stati catturati''. In particolare, i separatisti sarebbero attivi nel nord e nord est dell'isola dove migliaia di sfollati stanno ritornando nelle loro case dopo mesi di ''detenzione'' nei campi di accoglienza organizzati dai militari.
Le preoccupazioni del governo relative a una recrudescenza della guerriglia, ha indotto il parlamento a votare l'estensione di un altro mese dello stato di emergenza e delle leggi speciali antiterrorismo.
Intanto da stasera e' atteso in India il presidente Mahinda Rajapaksa per una visita ufficiale che sara' dedicata soprattutto a discutere della ricostruzione e dei diritti della minoranza tamil. Il suo arrivo e' stato preceduto da proteste di massa nello stato meridionale del Tamil Nadu dove la polizia ha arrestato centinaia di attivisti pro-tamil, tra cui il dirigente di un partito locale.

martedì 11 maggio 2010

Ecologista italo-inglese vuole fare il giro del mondo con motore a olio vegetale usato


''Voglio essere il primo a fare il giro del mondo con un motore che funziona con residui di olio per friggere ''. E' il chiodo fisso di Andrea Pagnacco, giramondo ambientalista italo-inglese, che riparte oggi dall'India con il suo ''Biotruck'' dopo una disavventura giudiziaria kafkiana che lo ha costretto a una sosta forzata di 4 mesi.
A gennaio era stato fermato e messo in prigione in Rajasthan con l'accusa di terrorismo perche' aveva un telefonino satellitare non autorizzato.
''Avevo speso tutti miei soldi in spese legali e non avevo piu' voglia di continuare la mia avventura''- ci racconta dal suo furgone interamente realizzato con materiali riciclati - poi per fortuna sono riuscito a trovare degli sponsor indiani e adesso riparto''. Prima tappa sara' il Nepal e poi via nave in Indonesia per un tour del sud est asiatico.
In un paese come l'India, che sta cercando di trovare soluzioni al problema dell'inquinamento, la sua spedizione ha suscitato molta curiosita' e anche incredulita'. ''Quando vado nei ristoranti a chiedere che mi diano l'olio che buttano via, mi prendono per pazzo. Molti non capiscono cosa faccio, ma quando spiego che sono arrivato dall'Inghilterra senza usare una sola goccia di benzina, allora mi trattano come un santo''.
Il suo arresto a causa di un telefonino satellitare, che ora ha riavuto con la promessa di non usarlo, venderlo o distruggerlo, ha suscitato un grande clamore sulla stampa che ne ha fatto un personaggio. Grazie alla pubblicita' involontaria e' riuscito a raccogliere finanziamenti per continuare la spedizione. ''Sono ora sponsorizzato da una societá di Agra che intende sviluppare edifici eco-sostenibili e da una ong, Integreater.org, che si occupa di lotta alla poverta' ma in modo veramente innovativo''.
Dopo alcune esperienze giornalistiche, Pagnacco, 35 anni, milanese di origine ma da oltre trent'anni emigrato in Gran Bretagna (dove e' conosciuto come Andy Pag), ha deciso di dedicarsi allo studio dei combustibili alternativi.
Nel 2007 e' stato il primo ad andare a Timbuktu con un camion alimentato a cioccolata e l'anno successivo ha organizzato un rally europeo con auto alimentate a scarti di olio vegetale usato. ''So che non e' una soluzione praticabile a livello globale, ma voglio dimostrare che ci sono dei modi per ridurre la nostra quota di emissioni di CO2 senza per forza abbassare il nostro livello di vita'' conclude.

domenica 9 maggio 2010

Rabindranath Tagore, India celebra il 150esimo anniversario

NEW DELHI, 9 MAG - L'India ha iniziato le celebrazioni per i 150 anni della nascita di Rabindranath Tagore, il poeta e premio nobel per la letteratura. Diversi eventi sono stati organizzati per commemorare il celebre intellettuale bengalese che e' uno dei simboli dell'India moderna.
Inaugurando a New Delhi una mostra, il primo ministro Manmohan Singh ha definito l'arte di Tagore come un ''ponte che collega l'individuo con l'universo'', secondo quanto riportano i media indiani.
Molte commemorazioni si sono tenute anche nello stato orientale del Bengala Occidentale, dove il poeta e' nato e vissuto e, in particolare, a Santiniketan, dove sorge l'universita' internazionale fondata nel 1901 come luogo di insegnamento del pensiero occidentale e orientale. Purtroppo il ''sogno'' di Tagore di un ateneo dove insegnati e allievi si incontravano all'aperto e discutevano di filosofia e' rimasto irrealizzato. L'universita' di Visva Bharati e' vittima dell'incuria e della corruzione come scrive oggi il quotidiano ''Times of India''.
Tagore fu insignito del Nobel per la letteratura nel 1913 diventando il primo autore non europeo a ricevere il riconoscimento. Le sue raccolte di poesie, scritte fin dall'eta' di 8 anni, sono note a un pubblico mondiale. Fu lui a coniare il termine ''Mahatma'' (Grande Anima) per l'apostolo della non violenza Gandhi di cui fu un ammiratore, pur non interessandosi di politica. E' di Tagore anche la definizione del celebre mausoleo del Taj Mahal come ''una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo''.
Il poeta era un conoscitore dell'Italia. L'orientalista Giuseppe Tucci insegno' letteratura italiana all'universita di Santiniketan. Tagore fece anche un viaggio in Italia dove fu ospite di Mussolini, un incontro di cui pero' si penti' quando in seguito ripudio' il fascismo.

lunedì 3 maggio 2010

HAKIMULLAH MEHSUD ''RISORTO'' PER LA SECONDA VOLTA

Non e' la prima volta che il capo talebani pachistani Hakimullah Mehsud smentisce la notizia della sua uccisione. Il leader integralista del Waziristan settentrionale aveva gia' messo a tacere le voci di una sua presunta morte lo scorso anno quando fu eletto a capo del Tehrik-e-Taliban Pakistan (Movimento dei talebani pachistani, Ttp) che raggruppa diverse fazioni dei fondamentalisti attivi nella regione confinante con l'Afghanistan. In quella occasione si riteneva che Mehsud fosse stato ucciso in un regolamento di conti tra i diversi gruppi tribali nella lotta alla successione dell'ex comandante Baitullah Mehsud ucciso da un drone statunitente nellagosto del 2009. Il giovane Mehsud, 31 anni, era il portavoce e ambizioso braccio destro di Baitullah, oltre che suo autista. Tra i due non ci sono legami di parentela, ma solo di appartenenza a una delle piu' gramdi tribu' pastun dell'area. Nel suo lavoro di ''addetto stampa'' Hakimullah era noto per convocare i giornalisti in zone remote a cui si presentava con barba e capelli curati affiancato da uomini con il volto coperto e il mitragliatore spianato.
Nato nella regione di Koktai (Sud Waziristan), nel nord-ovest del Pakistan, il suo vero nome e' Zulfiqar Mehsud, mentre Hakimullah e' il nome di battaglia. Secondo un estratto della sua biografia pubblicata sul sito internet Rediff , ha frequentato la scuola coranica fino all'eta' di 13 anni. ''Poi ho lasciato per proseguire la formazione religiosa'' spiega. Ha quattro fratelli e quattro sorelle, oltre a due mogli. La sua militanza jihadista comincia pochi anni dopo la caduta dei talebani a Kabul. Grazie alla sua fedelta' gli viene affidata in un primo momento l'incarico di accogliere nella regione del Waziristan i militanti di Al Qaida e i combattenti Uzbeki in fuga dall'Afghanistan. ''Nel 2005 quando Baitullah Mehsud firma gli accordi di pace di Sararogha con il governo, sono di nuovo andato a combattere gli americani in Afghanistan'' racconta. Quando ritorna, viene nominato responsabile delle aree di Orakzai, Khyber, Mehman e Bajaur. Si tratta delle regioni in cui l'esercito pachistano e' ora impegnato in una massiccia offensiva contro gli integralisti.
In seguito a una serie di azioni, tra cui la cattura di 300 soldati pachistani nel 2007, Mehsud diventa noto negli ambienti integralisti come un fiero e strenuo combattente. Secondo fonti dei servizi segreti, sarebbe stato tra l'altro la mente di una serie di attacchi terroristici contro l'esercito di Islamabad e contro convogli della Nato a Peshawar e nella regione tribale di Khyber.
Secondo la Cia e anche il ministro dell'interno pachistano Rehman Malik, e' stato ucciso da un drone americano il 14 gennaio in Waziristan. Gli americani lo avevano nel mirino dopo che il leader talebano era apparso in un video che ritraeva un kamikaze di Al Qaida responsabile dell'uccisione di sette agenti dell'intelligence americana in dicembre nell'Afghanistan meridionale.
Nella seconda meta' di gennaio i talebani pakistani avevano ripetutamente smentito il suo decesso, senza pero' provocare particolari reazioni a Washington o a Islamabad. Il 29 aprile scorso un ufficiale dell'intelligence pachistana rivelava a un quotidiano britannico che Mehsud era stato ferito nel raid, ma che era vivo e vegeto.

Mumbai, tribunale condanna terrorista pachistano Kasab

Era molto attesa la sentenza a carico di Ajmal Kasab, il terrorista pachistano che da 17 mesi si trova in carcere e che e’ l’unico sopravissuto del commando che nel 2008 ha seminato il terrore a Mumbai. Come era prevedibile, vista la quantita’ di prove, testimoni oculari e anche un filmato, un tribunale speciale ha giudicato Kasab colpevole per la strage. Ma per sapere se sara’ comminata la pena di morte, occorre aspettare la lettura delle motivazioni della sentenza prevista per domani. Kasab e’ stato condannato sulla base di 86 capi di imputazione, tra cui insurrezione armata, cospirazione contro lo stato e sette omicidi. Ma quello che ‘e piu’ rilevante e’ che i giudici hanno detto che lui e i suoi nove complici uccisi nell’attacco sono stati addestrati e finanziati dal gruppo estremista Lashkar-e-Taiba che ha sede in Pakistan. Islamabad aveva riconosciuto la matrice dell’attacco e aveva di recente chiesto di interrogare il giovane militante. Non e’ chiaro quale sara’ la conseguenza sul disgelo tra i due paesi deciso la scorsa settimana dopo un vertice in Bhutan. Il ministro indiano degli interni Chidambaram ha usato parole dure. ‘’Questa sentenza – ha detto – e’ un messaggio al Pakistan perche’ non esporti il terrorismo’’.

domenica 2 maggio 2010

New Delhi, panico per un allarme terrorismo degli Usa

E' stato un finesettimana di tensione e nervosismo a New Delhi blindata per il rischio di attacchi terroristici. Migliaia di poliziotti e militari sono stati dispiegati per sorvegliare piazze, mercati, centri commerciali dopo un allarme per ''attentati imminenti'' lanciato da Stati Uniti e ripreso da altri tre paesi. La paura delle bombe ha indotto molti a non uscire di casa.
Oltre a Usa, Australia, Regno Unito e Canada, anche la polizia indiana aveva rivelato di avere avuto indicazioni di un attentato nel finesettimana, in particolare a seguito di intercettazioni telefoniche di alcuni capi dell'organizzazione estremista islamica pachistana Lashkar-e-Taiba. Nel mirino ci sono una serie di popolari mercati, tra cui la centrale Connaught Place, gia' obiettivo di un attacco terroristico due anni fa e lo storico bazar di Chandni Chowk.
In seguito all'allerta, diramata ieri, la polizia ha rafforzato la sicurezza all'ingresso dei mercati e potenziato le pattuglie nell'area diplomatica della capitale, nella metropolitana e nei luoghi turistici. Nei mercati sono stati moltiplicati i controlli e le perquisizioni con l'impiego di metal detector e di cani anti esplosivo. Utilizzata anche la sorveglianza con le telecamere a circuito chiuso installate dopo gli attentati a catena del settembre 2008. Le forze dell'ordine hanno anche usato altoparlanti per invitare il pubblico a segnalare pacchi abbandonati o borse sospette.
L'allarme terrore ha seminato il panico nella capitale. Nonostante la giornata festiva, molti hanno preferito non recarsi nei ritrovi abituali come centri commerciali e cinema che sono una delle destinazie preferite durante i weekend. Alcuni commercianti si sono lamentati per un calo fino al 50% delle vendite. Deserti anche i ristoranti. E' stata aumentata anche l'attenzione nelle citta' satelliti di Gurgaon e Noida dove sorgono moderni complessi per divertimento e per lo shopping.
E' la seconda volta in appena due settimane che l'ambasciata americana avverte del rischio di attentati sulla base di ''informazioni credibili''. Anche nel comunicato emesso il 21 aprile si elencavano una serie di mercati come obiettivi potenziali.
Secondo l'intelligence indiana, l'organizzazione islamica estremista Lashkar-e-Taiba (l'Esercito dei Puri, LeT), che ha base in Pakistan, ha intenzione di compiere attentati a New Delhi prima dei Giochi del Commonwealth.
In particolare, ci sono indicazioni che LeT intenda servirsi di elementi appartenenti a gruppi radicali indiani come Indian Mujahiddin, il movimento separatista sikh del Khalistan e altri cellule operative nel Kashmir indiano, per ''un attacco spettacolare'' in luoghi affollati in occasione dell'evento sportivo di ottobre a cui partecipano circa 8 mila atleti.
Lo scorso febbraio un altro gruppo, l'Harkat-ul-Jihad (HuJi, Movimento di lotta islamico) aveva diramato un comuniocato in cui minacciava i paesi stranieri a non inviare i propri cittadini a New Delhi in occasione di alcuni eventi sportivi.

giovedì 29 aprile 2010

Gujarat, yogi digiuna da oltre 70, la scienza indaga

Oltre 30 luminari della scienza sono impegnati in questi giorni a studiare lo straordinario caso di Prahlad Jani, lo yogi indiano che sostiene di sopravvivere da oltre 70 anni senza mangiare e bere. L'eremita di 82 anni, che vive in una grotta nello stato settentrionale del Gujarat, si trova da una settimana in isolamento in un ospedale di Ahmedabad dove e' sottoposto a un completo check up che comprende la risonanza magnetica, controllo del cuore e elettroencefalogramma, altre a regolari analisi del sangue. I suoi movimenti sono sorvegliati da due telecamere fisse e una mobile. In un servizio trasmesso oggi, il canale televisivo Cnn-Ibn lo ha mostrato seduto sul letto nella classica posizione del loto, con una tunica rossa e un grosso anello d'oro al naso. Jani sostiene di non avere mai fame o sete, di non andare mai in bagno e di nutrirsi con le ''energie'' provenienti dalla meditazione e da un’antica pratica yoga.
L'esperimento e' stato organizzato da un centro medico del ministero della difesa con l'obiettivo di capire come e' possibile per un essere umano vivere senza alcuna alimentazione. ''Se riusciamo a comprendere il fenomeno, possiamo studiare delle tecniche per aiutare le persone a resistere a fame e sete'' ha spiegato il direttore del Defence Institute of Physiologist and Allied Science (Dipas), un'unita' dell'Organizzazione della difesa per la ricerca e sviluppo (Drdo). Ha poi aggiunto che la tecnica potrebbe essere utile a militari e anche astronauti in missioni spaziali. Gli scienziati della difesa, insieme ad alcuni esperti della Nasa, avevano gia' cercato una spiegazione scientifica nel 2003 quando Jani fu esaminato per una decina di giorni, sempre in una camera di ospedale controllata 24 ore su 24.
I medici furono sorpresi dalle capacita' dello yoghi di controllare a proprio piacimento il livello delle urine. Secondo il neurologo Sudhir Shah, che ha gia' studiato diversi casi di digiuno prolungato tra i santoni indiani, sembra che l'ultraottantenne ''sia capace di produrre urina nella sua vescica e poi, a suo piacimento, rimandarla in circolo''.
Il test durera' ancora una settimana. I medici sono sorpresi di come l'asceta, nonostante la magrezza, si trovi in ottime condizioni di salute e abbia ''il cervello di un venticinquenne''.
Originario di un povero villaggio del Gujarat, Jani dice di aver ottenuto i suoi poteri dalla dea indu' Durga. Tra la popolazione locale e' considerato un ''santo'' e chiamato rispettosamente ''mataji''.
Secondo gli esperti di yoga e filosofie orientali, c'e' una tecnica nota come ''breatarianismo'' che consiste nell'assorbire tutte le sostanze vitali di cui ha bisogno un essere umano dalle ''energie'' dell'universo. Il digiuno, in particolare, e' visto come un dominio della mente sul corpo.
Tuttavia ci sono molti scettici, e non solo negli ambienti medico-scientifici. Il caso di Jani e' stato infatti denunciato come una ‘bufala’’ dall'Indian Rationalist Association, famosa per ''smascherare'' falsi guru e santoni. ‘’E’ scioccante che il governo e anche i medici si siano mostrati cosi’ ingenui da credere che un uomo possa vivere cosi' a lungo senza bere e mangiare’’ aveva scritto il presidente Sanal Edamaruku in una lettera al ministero della difesa.

mercoledì 28 aprile 2010

Cricketopoli, lo scandalo investe sport, politica e cinema

Pubblicato da Il Giornale

L’India è finita nel pallone o meglio sotto i colpi di una mazza da cricket. Da alcune settimane una gigantesca tangentopoli ha investito il mondo del cricket, un gioco che noi è incomprensibile, ma che per un miliardo e passa di indiani e fonte di quotidiana ossessione. Lo scandalo, iniziato con un innocente messaggio su Twitter, ha raggiunto proporzioni gigantesche ed è arrivato dritto dritto sul tavolo della leader Sonia Gandhi, alle prese con non pochi altri grattacapi in questi giorni per via dell’inflazione galoppante e di una mini Watergate in parlamento.
Gli ingredienti di questa “cricketopoli” sono i soliti, di quelli che fanno pensare che tutto il mondo è paese. Ci sono le bellissime star di Bollywood, strapagati giocatori stranieri, i paperoni della nuova India come il re della birra e della formula uno Vijay Mallya, rampolli della Mumbai bene e naturalmente anche politici altolocati. Una miscela maleodorante di gelosie, lotte di potere, mazzette, favoritismi e evasione fiscale ha sommerso l’intero paese dal Rajasthan fino alla pacifica città meridionale di Cochin. Si sono scoperchiate pentole che da anni bollivano e adesso che il latte e’ versato nessuno sa come pulire il fornello.
Il principale imputato è la Indian Premier League (IPL), un super torneo a eliminazione che coinvolge otto squadre, una per ogni metropoli indiana, e che prevede partite più corte e più eccitanti per il pubblico maschile grazie alla presenza di ragazze pon pon occidentali e di star dello spettacolo che tifano dalle tribune di onore. E’ una formula creata soprattutto per la televisione. La Premier league, nata tre anni fa, ha un giro d’affari da capogiro valutato da alcuni in oltre 4 miliardi di dollari, di cui metà in diritti televisivi accaparrati dal colosso giapponese Sony e il resto in mega sponsorizzazioni tra cui Google. E’ forse uno dei campionati più ricchi del mondo, ancor di più del calcio e da ciò si capisce anche la rapacità di coloro che lo gestiscono. L’inventore di questa macchina da soldi è Lalit Modi, erede di una famiglia industriale, che figura nella lista dei 30 uomini più potenti, amante del lusso, proprietario di un aereo privato e di uno yacht. Il fisco indiano, in un raid nel suo ufficio di Mumbai, lo ha accusato di evasione fiscale, riciclaggio di denaro sporco e di avere incassato diverse mazzette nelle aste di assegnazione delle squadre partecipanti. Gli ispettori si sono trovati di fronte a un complesso giro di soldi attraverso paradisi fiscali e società fittizie. Nonostante lui si proclami innocente, la Federazione nazionale indiana di cricket (Board of Control for Cricket in India o BCCI) lo quindi ha sospeso “per aver infangato il nome del cricket” e già rimpiazzato con un altro manager. La cacciata è avvenuta proprio dopo la finale del torneo due giorni fa a Mumbai. Contro di lui pesano 20 casi sospetti di tangenti tra cui una di 80 milioni di dollari per i diritti televisivi, irregolarità e favoritismi, come quello relativo alla squadra dei Rajasthan Royals, appartenente al cognato.
Modi è inoltre considerato vicino a un partito regionale presente nella coalizione di centro sinistra del governo guidata da Manmoha Singh e a cui appartengono i due ministeri chiave dell’agricoltura e dell’aviazione. Entrambi i ministri hanno parenti coinvolti a diverso titolo nel torneo.
Oltre a Modi, l’atra testa a rotolare finora è stata quella del viceministro degli esteri Shashi Tharoor, ex diplomatico Onu e braccio destro di Kofi Annan. Dopo aver perso la corsa come segretario generale al Palazzo di Vetro, Tharoor è tornato alle radici in Kerala, stato del sud dell’India, dove gli è stato offerto dal partito del Congresso la candidatura a un seggio, poi vinto nelle elezioni dello scorso anno. Considerato come il “volto nuovo’” del vecchio partito dei Nehru Gandhi e dato come futuro ministro degli esteri, Tharoor ha pagato cara la sua loquacità su Twitter e le sue frequentazioni intime con un’avvenente donna d’affari che abita a Dubai. Su internet è stato accusato da Modi di aver aiutato la sua bella ad avere una quota gratis del valore di 15 milioni di dollari della futura squadra del Cochin, che giocherà nella prossima edizione quando le squadre della Ipl saranno portate a dieci. Non è chiaro, e molto probabilmente non lo sarà mai, il suo ruolo nella vicenda, ma da allora il suo destino è stato segnato. Dopo alcuni giorni di clamore sui media e di costante pressing dell’opposizione indu nazionalista, il viceministro è stato bacchettato dalla Gandhi e poi convocato per ben due volte in un giorno a casa del premier Singh. Dopo una convulsa giornata, il recalcitrante Tharoor, ormai con le spalle al muro, ha dovuto rassegnare le dimissioni dall’incarico. “Spero solo che il mio gesto possa portare a una pulizia nel mondo del cricket” ha scritto su Twitter dove ha ricevuto il sostegno di migliaia di internauti.
Da quando e’ rotolata la sua testa, il marcio e’ cominciato ad affiorare e riversarsi negli stadi pieni di tifosi dove, per una curiosa coincidenza, si e’ conclusa domenica la Premier League con la vittoria dei Chennai Super Kings. Ma erano in pochi a festeggiare.

Vertice Saarc, leader riconoscono fallimento integrazione

I leader dell'Asia meridionale riuniti in Bhutan hanno riconosciuto il fallimento della loro cooperazione e integrazione politica e economica a causa di profonde differenze che dividono India e Pakistan, i due stati dominanti nella regione. Nel vertice annuale dell'Associazione dell'Asia meridionale per la cooperazione regionale (Saarc), che si e' aperto oggi nella capitale Thimphu, sono prevalsi i toni pessimistici. A 25 anni dalla sua nascita la Saarc, composta da otto nazioni con una popolazione totale di 1,5 miliardi di persone, ''possiamo notare che il bicchiere e' mezzo pieno e rallegrarci oppure possiamo ammettere che e' mezzo vuoto e quindi fare un esame di coscienza'' ha detto il primo ministro indiano Manmohan Singh nel suo discorso introduttivo. Il premier, che domani incontrera' il suo omologo pachistano Yufuf Raza Gilani in un nuovo tentativo di riprendere il dialogo, ha ammesso che ''la quota di scambi interni e di investimenti nell'area e' ancora molto al di sotto di quella registrata nell'Est e nel Sud Est asiatico''. Della stessa opinione anche Lyonchhen Jigmi Thinly, il primo ministro del piccolo regno del Bhutan che ha ospitato il vertice per la prima volta all'insegna dello slogan ''Towards a Green and Happy South Asia'' (verso un'Asia meridionale verde e felice). Il Bhutan e' famoso per aver introdotto la ''felicita'' nel calcolo del prodotto lordo nazionale.
Sul fronte ambientale, e' da segnalare l'iniziativa lanciata dall'India di un fondo per l'ambiente con lo scopo di aiutare i paesi piu' vulnerabili al cambiamento climatico come le Maldive, rappresentate al vertice dal presidente Mohamed Nasheed. Secondo il leader dell'arcipelago del Pacifico la rivalita' indo-pachistana ha impedito ogni progresso verso una maggiore cooperazione regionale.
Anche in questo vertice l'attenzione e' infatti concentrata sull'incontro bilaterale tra Singh e Gilani, pervisto per domani pomeriggio e organizzato all'ultimo minuto tra le due diplomazie dopo la decisione domenica scorsa di Islamabad di collaborare nelle indagini sull'attentato di Mumbai del 2006 che ha congelato le relazioni tra le due potenze nucleari. Le prospettive di una ripresa del dialogo sono pero' offuscate da uno scandalo di spionaggio, emerso ieri proprio alla vigilia del vertice Saarc, che ha coinvolto una diplomatica indiana accusata di aver passato informazioni riservate ai servizi segreti pachistani.

lunedì 26 aprile 2010

India, scoppia la ''Cricketopoli''

Da oltre due settimane l'India e' sconvolta da un mega scandalo che ha travolto il cricket, lo sport nazionale e autentica passione di milioni di telespettatori. La ''cricketopoli'' ha creato gia' due vittime: il presidente della Premier League (Ipl), Lalit Modi, sospeso ieri sera dalla Federazione nazionale di cricket (Bcci) proprio dopo la finale del torneo, e il politico emergente Shashi Tharoor, viceministro degli esteri e pupillo di Sonia Gandhi. Ma la polemica, che ha monopolizzato l'attenzione di tutti i media, rischia ora di far scricchiolare anche la coalizione di governo guidata da Manmohan Singh, gia' sotto pressione per il rincaro dei generi alimentari e benzina. L'opposizione indu nazionalista promette di scatenare un terremoto in parlamento dove gia' infuria una polemica per le intercettazioni telefoniche di alcuni leader politici.
Nell'occhio del ciclone e' proprio la Premier League, un campionato che tra giocatori stranieri, sponsorizzazioni, diritti televisivi ha un giro d'affari da capogiro stimato in oltre 4 miliardi di dollari. Il torneo a eliminazione e' composto da 8 squadre che rappresentano le principali citta' indiane ''assegnate'' con un'asta alle piu' famose star di Bollywood e ricchi industriali. A gestire questa enorme macchina da soldi e' da tre anni Lalit Modi, 46 anni, un controverso personaggio frequentatore dei salotti bene di Mumbai, considerato ''vicino'' a un piccolo partito che fa parte della coalizione di governo. E' lui il personaggio chiave della ''mazzettopoli'' ed e' attualmente sotto inchiesta per riciclaggio di denaro sporco e evasione fiscale. Secondo la stampa indiana, il presidente della Ipl era al centro di un vasto giro di denaro veicolato attraverso societa' fittizie nei principali paradisi fiscali del mondo.
Nonostante la sospensione e la sua sostituzione avvenuta oggi con l'industriale farmaceutico Chirayu Amin, Modi continua a proclamarsi innocente e promette battaglie legali contro i suoi ex protettori della Federazione. In una riunione oggi lo hanno accusato di aver truccato alcune partite, commesso irregolarita' nelle aste e nella vendita dei diritti televisivi.
A svelare lo scandalo era stato due settimane fa con un messaggio su Twitter l'ex viceministro degli esteri e ex diplomatico Onu, Shashi Tharoor, coinvolto in una vicenda di favoritismi politici. Tharoor era stato costretto a dimettersi su pressione del partito del Congresso che pensava di arginare lo scandalo, ma che invece ha scoperchiato un enorme ''tangentopoli'' che nei prossimi giorni riservera' molto probabilmente altre sorprese.

venerdì 23 aprile 2010

SRI LANKA: NEL NUOVO GOVERNO FRATELLO E CUGINA DI RAJAPAKSE

Il nuovo governo dello Sri Lanka, nominato dal presidente Mahinda Rajapakse, ha prestato giuramento oggi a Colombo e si presenta come un rafforzamento della dinastia familiare del capo dello stato. La compagine governativa e' formata da 37 ministri e 39 vice, un numero ridotto rispetto al precedente esecutivo.
In totale i dicasteri sono 41, di cui quattro sono stati assunti da Rajapakse. Il presidente ha infatti mantenuto i portafogli della difesa e delle finanze, a cui ha aggiunto la gestione di altri due dicasteri, quello dei porti e aviazione e quello delle autostrade.
Forte della sua vittoria nelle elezioni parlamentari dell'8 aprile dove il suo partito nazionalista ha ottenuto quasi il 60% dei consensi, Rajapakse ha rafforzato la sua influenza con l'inclusione di alcuni familiari. Ha affidato al fratello minore, Basil, il ministero dello sviluppo economico, creato per gestire la ricostruzione dell'isola dopo tre decenni di conflitto tamil-cingalese, mentre la cugina, Nirupama, e' stata nominata viceministro per le risorse idriche. Il fratello maggiore, Chamal Rajapakse, era stato eletto ieri alla carica di presidente del parlamento riunito a Colombo per la seduta inaugurale. Un terzo fratello e suo braccio destro, Gotabhaya Rajapakse, ricopre attualmente la carica di segretario della difesa, un ruolo chiave per la vittoria militare sulle Tigri Tamil di un anno fa. Per finire, il figlio e erede politico, Namal, 24 anni, e' entrato in parlamento dove e' il piu' giovane deputato. Lavorera' nell'ufficio della presidenza.
Per quanto riguarda gli altri dicasteri importanti, gli affari esteri saranno di competenza di Gamini Laksham Peiris, politico proveniente dall'opposizione e capo negoziatore durante il fallito processo di pace con separatisti tamil gestito dai norvegesi. Mentre gli interni sono andati a John Seneviratne, ex ministro dell'energia.
La cerimonia di giuramento si e' tenuta nel palazzo della presidenza ad un'ora specifica considerata di buon auspicio secondo le tradizioni zodiacali cingalesi.

Arrestato il ''guru del sesso'' Nityananda

Un santone indu' e' al centro di uno scandalo per le sue lezioni di ''sesso tantrico'' a cui i suoi fedeli, in particolare donne, si sottoponevano dopo aver firmato una dichiarazione liberatoria che li vincolava alla segretezza.
Il guru Swami Nityananda, chiamato dalla stampa indiana ''il guru del sesso'', e' stato arrestato in un villaggio dell'Himalaya dove si era rifugiato da oltre un mese con alcuni discepoli dopo la diffusione di un video che lo mostrava in posizioni compromettenti con due giovani attrici. Dovra' comparire davanti a un tribunale di Bangalore, dove sorge il suo ashram, per atti osceni, stupro, intimidazioni e offesa dei sentimenti religiosi.
Durante l'incursione nella casa del guru, la polizia criminale ha trovato dei ''contratti'' riservati ai fedeli con alcune clausole abbastanza esplicite su pratiche sessuali e su uso di materiale pornografico. A rivelare i dettagli e' il ''Times of India'' che e' entrato in possesso di uno di questi formulari per l'iscrizione a un corso chiamato ''Learning from the Master Programme'' (Imparare dal programma del maestro). Coloro che sottoscrivevano il ciclo di lezioni dovevano essere a conoscenza che ''il programma poteva comprendere l'apprendimento e la pratica di antichi segreti tantrici relativi all'orgasmo femminile e maschile, incluso l'uso dell'energia sessuale''. Inoltre, accettavano ''che le attivita' potevano includere nudita', visioni di immagini e video pornografici, contatti intimi e descrizioni di natura erotica''.
Nell'ultima condizione, i fedeli dichiaravano di scaricare da ogni resposabilita' il titolare dell'ashram e ogni altra persona coinvolta nel programma e di non rivelare a nessuno il contenuto del corso.
Secondo il quotidiano, ''la maggior parte dei seguaci erano donne divorziate o donne che si separavano dopo aver seguito il programma''. In possesso del guru sono stati trovati piu' di 30 video che lo riprendono in pose erotiche con varie donne. Erano parte del materiale usato nelle lezioni.
Il guru Nityananda, 32 anni e un viso attraente incorniciato da lunghi capelli corvini, e' popolare nel sud dell'India e anche in Europa e Stati Uniti dove sorgono alcune filiali del suo centro chiamato Dhyanapeetam (centro della conoscenza). In India ha aperto 11 ashram e secondo i suoi sostenitori ha oltre 2 milioni di seguaci nel mondo.
Il filmato trasmesso da una tv agli inizi di marzo aveva sollevato la rabbia dei suoi fedeli che avevano inscenato violente dimostrazioni di protesta davanti al suo ashram di Bangalore, nel sud dell'India.
In un'intervista, mentre si trovava al Kumbh Mela nella citta' sacra di Haridwar, Nityananda, si era difeso dicendo che il video era stata una ''fabbricazione'' e aveva annunciato di dedicarsi all'eremitaggio. Ma poi aveva fatto perdere le sue tracce. ''Non si era nascosto, ma si era solo allontanato dal suo ashram in attesa che gli venisse data la liberta' su cauzione'' ha precisato il suo legale a un'agenzia di stampa.
Dopo la cattura avvenuta nel villaggio di Solan, nello stato settentrionale dell'Himachal Pradesh, il santone e' stato trasferito in prigione. Lungo la strada, precisa la fonte, e' stato attaccato da un insegnante che gli ha tirato contro una ciabatta di plastica.

India, bufera nel mondo del cricket

Una bufera sta travolgendo il mondo del cricket indiano, le star di Bollywood e anche alcuni componenti del governo di Manmohans Singh. Nell'occhio del ciclone e' la premier league indiana (Ipl), un torneo che tra strapagati campioni stranieri, sponsorizzazioni e diritti televisivi vale oltre 4 miliardi di dollari, piu' che un torneo di calcio.
Da due giorni gli ispettori del fisco indiano stanno setacciando gli uffici delle 8 squadre a caccia di documenti su societa' fantasma e di presunti fondi neri finiti in paradisi fiscali. Tra i proprietari del ''franchising'' delle squadre ci sono alcuni famosi attori e attrici oltre a industriali, come Vijay Mallya, il re della birra e degli aerei. La formula della ''premier league'', con partite brevi e con la presenza di ragazze ''pon-pon'' negli stadi, era stata creata tre anni fa. L'ideatore e' Lalit Modi, un controverso uomo d'affari che oggi e' al centro dello scandalo per la sua frequentazione con l'establishment politico e per la sua richezza, che comprende un jet privato e uno yacht.
Lo scandalo era scoppiato la scorsa settimana in seguito a un messaggio su Twitter in cui Modi accusava il viceministro degli esteri Shashi Tharoor, ex diplomatico Onu e saggista, di aver aiutato un'amica intima di Dubai a ottenere un contratto di franchising per una squadra del Kochi (nello stato meridionale del Kerala) per il prossimo anno. Dopo alcuni giorni di polemiche al vetriolo alimentate dall'opposizione indu nazionalista, il partito del Congresso di Sonia Gandhi era stato costretto a silurare Tharoor, una promessa politica in vista del cambio generazionale guidato dal figlio Rahul nel secolare partito dei Nehru-Gandhi.
Intanto il torneo, minacciato anche da attentati terroristici, va avanti con la semifinale che si tiene oggi a Mumbai.

TRE CONDANNE A MORTE PER ATTENTATO A MERCATO DI DELHI

Tre militanti separatisti kashmiri sono stati condannati a morte per una strage avvenuta 14 anni fa in un mercato di New Delhi e costata la vita a 13 persone. Lo riportano fonti di stampa indiane riferendo della sentenza pronunciata oggi da un tribunale della capitale.
Dopo il massacro, compiuto con un'autobomba nel mercato di Lajpat Nagar, la polizia aveva arrestato dieci militanti del Fronte Islamico Jammu and Kashmir (Jkif), un gruppo clandestino attivo nella regione contesa himalayana da India e Pakistan. Quattro di loro sono stati stati prosciolti per mancanza di prove.
I giudici hanno inflitto la pena capitale per Mohammad Naushad, Mirza Khan e Ali Bhat e l'ergastolo per un quarto complice. Altri due imputati, tra cui l'unica donna coinvolta nella strage, sono stati condannati a pene minori per il possesso di esplosivi.

lunedì 12 aprile 2010

SAGGIO - Le ossessioni sessuali del Mahatma

Il Mahatma Gandhi era un uomo tormentato dal sesso e dalle donne. Lo rivela un nuovo libro dello storico britannico Jad Adams che descrive nei dettagli la maniacale ossessione del leader dell'indipendenza indiana per la propria vita sessuale e le ''prove'' di astinenza a cui si sottoponeva, tra cui quella di dormire nudo a fianco di giovani adolescenti.
Il libro ''Gandhi: Naked Ambition'' e' recensito oggi nelle pagine centrali del quotidiano indiano ''Mail Today'' dove compare anche un'intervista all'autore noto per aver gia' esplorato la vita sessuale di personaggi famosi, tra cui il ''misogeno'' Rudyard Kipling.
L'argomento non e' nuovo, ma e' gia' stato trattato in molti saggi ed era gia' stato oggetto di scandalo durante gli ultimi anni di vita dell'apostolo per la pace ucciso nel 1948. Ma e' la prima volta che questo controverso aspetto del ''fachiro seminudo'', secondo la sprezzante definizione di Winton Churchill, e' analizzato nell'intero arco della sua vita, dal matrimonio precoce a 13 anni con la quattordicenne Kasturba fino all'ultimo ritratto che lo raffigura sostenuto da due ragazze da lui definite ''le stampelle della mia vecchiaia''.
Ne emerge un ritratto sorprendente e inedito del Mahatma che va oltre l'iconografica immagine di protettore dei diritti degli oppressi e dei piu' deboli. Nei suoi scritti autobiografici si ritrova in modo costante il tema della castita' e della difficolta' di sopprimere l'istinto sessuale nonostante la ferrea dieta vegetariana a base di verdura non cotta e frutta secca.
Il libro ricorda, in particolare, quando Gandhi all'eta' di 16 anni abbandono' il capezzale del padre malato per andare a soddisfare un ''urgente bisogno sessuale'' con la moglie. Quando torno' lo trovo' morto e questo episodio ''lo tormento' per tutta la vita'' scrive il giornale.
Nel 1906, quando era ancora in Sudafrica all'eta' di 36 anni decide di fare voto di castita' (''brahmacharya''), ma erano gia' molti anni che aveva iniziato i suoi ''esperimenti'', per esempio costringendo i ragazzi e le ragazze del suo ''ashram'' a fare la doccia insieme per metterli in tentazione e poi punirli personalmente se cedevano al ''richiamo della natura''. Di ritorno in India, nella sua nuova casa-monastero nello stato settentrionale del Gujarat, adotta un regime di vita ancora piu' ascetico predicando che i rapporti sessuali non erano permessi neppure a scopo di procreazione.
Il saggio elenca anche le ''donne'' della sua vita, che si innamorarono di lui, a partire dalla bengalese Saraladevi Choudurani, alla missionaria danese Esther Faering e la devota Mirabehn, figlia di un ammiraglio inglese.
Nel 1936, quando la sua salute era diventata precaria a causa dei digiuni e privazioni, ''adotta'' due ragazze Abha e Sushila che lo assistono giorno e notte. E' lui stesso a rivelare di entrare nel bagno dove Sushila si sta lavando, ma ''di tenere gli occhi chiusi''.
''Sorprendentemente Kasturba conosce le bizzarre abitudini del marito e le approva'' scrive il quotidiano. Dopo la morte della moglie nel 1944, i test di autocontrollo diventano piu' radicali fino a chiedere a sua nipote adolescente, Manu, di dormire nuda insieme a lui. ''Dobbiamo mettere alla prova la nostra purezza'' le scrive in una lettera. E cosi' fece insieme a lei e all’altra ragazza Abha fino all'ultimo giorno della sua vita.

SAGGIO - Le ossessioni sessuali del Mahatma

Il Mahatma Gandhi era un uomo tormentato dal sesso e dalle donne. Lo rivela un nuovo libro dello storico britannico Jad Adams che descrive nei dettagli la maniacale ossessione del leader dell'indipendenza indiana per la propria vita sessuale e le ''prove'' di astinenza a cui si sottoponeva, tra cui quella di dormire nudo a fianco di giovani adolescenti.
Il libro ''Gandhi: Naked Ambition'' e' recensito oggi nelle pagine centrali del quotidiano indiano ''Mail Today'' dove compare anche un'intervista all'autore noto per aver gia' esplorato la vita sessuale di personaggi famosi, tra cui il ''misogeno'' Rudyard Kipling.
L'argomento non e' nuovo, ma e' gia' stato trattato in molti saggi ed era gia' stato oggetto di scandalo durante gli ultimi anni di vita dell'apostolo per la pace ucciso nel 1948. Ma e' la prima volta che questo controverso aspetto del ''fachiro seminudo'', secondo la sprezzante definizione di Winton Churchill, e' analizzato nell'intero arco della sua vita, dal matrimonio precoce a 13 anni con la quattordicenne Kasturba fino all'ultimo ritratto che lo raffigura sostenuto da due ragazze da lui definite ''le stampelle della mia vecchiaia''.
Ne emerge un ritratto sorprendente e inedito del Mahatma che va oltre l'iconografica immagine di protettore dei diritti degli oppressi e dei piu' deboli. Nei suoi scritti autobiografici si ritrova in modo costante il tema della castita' e della difficolta' di sopprimere l'istinto sessuale nonostante la ferrea dieta vegetariana a base di verdura non cotta e frutta secca.
Il libro ricorda, in particolare, quando Gandhi all'eta' di 16 anni abbandono' il capezzale del padre malato per andare a soddisfare un ''urgente bisogno sessuale'' con la moglie. Quando torno' lo trovo' morto e questo episodio ''lo tormento' per tutta la vita'' scrive il giornale.
Nel 1906, quando era ancora in Sudafrica all'eta' di 36 anni decide di fare voto di castita' (''brahmacharya''), ma erano gia' molti anni che aveva iniziato i suoi ''esperimenti'', per esempio costringendo i ragazzi e le ragazze del suo ''ashram'' a fare la doccia insieme per metterli in tentazione e poi punirli personalmente se cedevano al ''richiamo della natura''. Di ritorno in India, nella sua nuova casa-monastero nello stato settentrionale del Gujarat, adotta un regime di vita ancora piu' ascetico predicando che i rapporti sessuali non erano permessi neppure a scopo di procreazione.
Il saggio elenca anche le ''donne'' della sua vita, che si innamorarono di lui, a partire dalla bengalese Saraladevi Choudurani, alla missionaria danese Esther Faering e la devota Mirabehn, figlia di un ammiraglio inglese.
Nel 1936, quando la sua salute era diventata precaria a causa dei digiuni e privazioni, ''adotta'' due ragazze Abha e Sushila che lo assistono giorno e notte. E' lui stesso a rivelare di entrare nel bagno dove Sushila si sta lavando, ma ''di tenere gli occhi chiusi''.
''Sorprendentemente Kasturba conosce le bizzarre abitudini del marito e le approva'' scrive il quotidiano. Dopo la morte della moglie nel 1944, i test di autocontrollo diventano piu' radicali fino a chiedere a sua nipote adolescente, Manu, di dormire nuda insieme a lui. ''Dobbiamo mettere alla prova la nostra purezza'' le scrive in una lettera. E cosi' fece insieme a lei e all’altra ragazza Abha fino all'ultimo giorno della sua vita.

Kumbh Mela, niente bagno nel gange per Sonia Gandhi

Sonia Gandhi ha rinunciato al bagno sacro nelle acque del Gange per ''non creare inconvenienti'' alla folla di pellegrini radunati per celebrare il Kumbh Mela. La leader italo indiana del Congresso avrebbe voluto partecipare al grande evento religioso induista in corso ad Haridwar, nel nord dell'India, ma ha preferito cancellare la sua partecipazione per paura di creare dei disordini. Lo riferiscono i quotidiani indiani. ''Nonostante fossi molto interessata ad andare, ho cambiato idea perche' ritengo che la mia visita avrebbe causato disturbo agli altri fedeli'' scrive la Gandhi in un comunicato diffuso ieri.
Il Kumbh Mela, uno dei piu' grandi raduni religiosi al mondo, si conclude mercoledi con il ''bagno reale''. Centinaia di migliaia di pellegrini sono gia' presenti sui ''ghat'' del Gange per compiere il rito purificatorio. La Gandhi era stata invitata dagli organizzatori del pellegrinaggio. Nel suo messaggio la leader ha sottolineato l'importanza della tradizione secolare del Kumbh Mela e ha elogiato gli ''asceti e santoni che diffondono valori di giustizia e tolleranza a cui si ispira societa' indiana''.
La Gandhi si era immersa nella acque del Gange durante nel 2001 durante un Kumbh Mela per rispondere alle polemiche del partito rivale indu nazionalista che l'aveva attaccata per le origini straniere e per la fede cristiana

giovedì 8 aprile 2010

Sri Lanka, bassa affluenza alle elezioni parlamentari

E’ stata particolarmente bassa l’affluenza al voto nello Sri Lanka che oggi ha votato per rinnovare i 255 seggi del parlamento. Secondo i primi dati si parla del 40%. Alle urne sono stati chiamati oltre 14 milioni di elettori che sono ritornati ai seggi dopo circa tre mesi dal voto che ha riconfermato al potere il presidente Mahinda Rajapaksa. La giornata elettorale e’ stata caratterizzata da diversi incidenti e violenze nonostante il dispiegamento di decine di migliaia di militari. Uno dei primi a votare e’ stato lo stesso Rajapaksa. Secondo i sondaggi, il suo partito nazionalista sarebbe il favorito e potrebbe ripetere il successo ottenuto il 26 gennaio quando sconfisse il rivale Sarath Fonseka, l’ex capo di stato maggiore detenuto in un carcere di Colombo in attesa di essere processato davanti alla corte marziale. L’arresto del generale ha indebolito il fronte dell’opposizione che ora si trova divisa e disorientato. Rajapaksa punta ad ottenere una forte maggioranza di due terzi dei seggi per poter modificare la costituzione e rafforzare il suo potere.
Questo voto e’ anche importante per la minoranza tamil che vive negli ex territori ribelli riunificati un anno fa dopo l’eliminazione delle Tigri tamil. Ma proprio in queste aree l’affluenza e’ stata bassa. Alcuni bus che trasportavano nei seggi gli sfollati di guerra che ancora vivono nei campi dei militari sono stati ritardati, secondo quanto riferisce un giornale srilankese.

mercoledì 7 aprile 2010

INDIA: GIOCATORE SHOAIB MALIK DIVORZIA

A sorpresa il giocatore di cricket pachistano Shoaib Malik ha deciso di divorziare da Ayesha Siddiqui, la ragazza indiana che aveva detto di essere sua moglie e che stava per mandare in fumo il suo matrimonio con la star indiana del tennis Sania Mirza. E' l'ultimo colpo di scena in questo triangolo amoroso che da giorni domina le cronache rosa di India e Pakistan.
Ad annunciare la decisione, raggiunta ieri sera attraverso un compromesso tra le famiglie, e' stato un ministro dello stato dell'Andhra Pradesh ai giornalisti che da un paio di giorni si sono radunati nella citta' di Hiderabad per seguire lo scandalo che ha rischiato di provocare anche un incidente diplomatico tra le due paesi asiatici.
Il divorzio e' stato consensuale e conforme alla legge mussulmana. In seguito all'accordo, la famiglia di Ayesha ha ritirato la denuncia per truffa e adulterio che aveva presentato contro Malik lunedi' scorso quando il campione sportivo era arrivato in India per il matrimonio con la famosa tennista.
La madre di Ayesha, comparsa davanti alla televisione CNN IBN si e' detta ''soddisfatta''. Secondo alcune fonti di stampa non ci sarebbe stato versamento di denaro.
La decisione di concedere il divorzio contraddice la versione sostenuta da Malik che ha contestato la validita' del matrimonio contratto per procura con una ragazza indiana che in realta' non corrispondeva ad Ayesha ma a un'altra misteriosa giovane di cui esiste solo una fotografia.
Sembra che a contribuire alla clamorosa ammissione sia stata una prova ''inconfutabile'' in possesso di Ayesha. Secondo quanto scrive oggi il quotidiano indiano ''Mail Today'', la giovane ha consegnato alla polizia di Hyderabad un vestito indossato la prima notte di nozze e macchiato del liquidio seminale di Shoaib. Secondo la tradizione, le donne mussulmane conservano gli indumenti che indossano la prima notte di matrimonio. Al giornale Ayesha ha rivelato di aver trascorso due notti con il neo sposo Malik in due diversi hotel a cinque stelle di Hyderabad.
In seguito e' stata abbandonata dal campione di cricket che non ha voluto piu' vederla perche' era diventata troppo grassa.''Ho anche fatto un'operazione di chirurgia estetica, ma non e' servito a nulla'', ha spiegato sconsolata la donna che a differenza della coppia Malik-Mirza non ha voluto apparire davanti alle telecamere.
Nei giorni scorsi i giornali indiani hanno pubblicato una sua foto in cui appare con spessi occhiali da vista e sovrappeso accanto a un giovane Malik.
In una conferenza stampa lunedi' ad Hyderabad dove si trova per i preparativi del matrimonio previsto per il 15 aprile, il campione di cricket aveva detto di non avere mai incontrato Ayesha e che non corrispondeva alla ragazza che aveva sposato per procura nel 2001 con un rito mussulmano sulla base di una fotografia che poi si e' rivelata falsa.

SRI LANKA: DOMANI ALLE URNE PER PARLAMENTO, RAJAPAKSA FAVORITO

A oltre due mesi dalle elezioni presidenziali, lo Sri Lanka ritorna alle urne domani per eleggere un nuovo parlamento che sara' il primo da quando l'isola e' stata riunificata dopo la sconfitta delle Tigri Tamil un anno fa. Oltre 14 milioni di elettori sono chiamati a eleggere 255 parlamentari scegliendoli tra 7620 candidati provenienti da 36 partiti politici e 306 gruppi indipendenti. Il presidente Mahinda Rajapaksa, del partito nazionalista United People's Freedom Alliance (UPFA) e' dato come favorito sul suo oppositore Sarath Fonseka, l'ex capo di stato maggiore, accusato di golpe, incarcerato lo scorso 8 febbraio e ora in attesa di processo davanti alla corte marziale.

Fonseka, che ha lasciato l'uniforme per guidare l'opposizione contro Rajapaksa, cerca un riscatto dopo la sconfitta nel voto di gennaio che secondo lui sarebbe stato caratterizzato da brogli da parte della maggioranza. Per sorvegliare la correttezza del processo elettorale sono stati chiamati 16 osservatori internazionali che hanno gia' cominciato a monitorare le operazioni nei seggi in otto distretti, compreso quello di Jaffna, dove e' concentrata la minoranza tamil.

Il principale partito dell'opposizione, il United National Party (UNP) guidato dall'ex premier Ranil Wikremasinghe, ha accusato Rajapaksa di usare l'apparato di governo per la sua campagna elettorale e di aver imbavagliato la stampa con intimidazioni ai giornalisti e la soppressione dei media indipendenti.

A garantire la sicurezza davanti ai seggi sono stati schierati 20 mila militari.

Intanto, in occasione del voto, le autorita' hanno deciso di riaprire al pubblico il collegamento stradale tra Colombo e Jaffna, nell'estremita' settentrionale dell'isola, interrotto da 15 anni in quanto attraversava i territori controllati dai ribelli tamil.

Un elemento importante sara' la partecipazione al voto dei tamil che nelle elezioni del 26 gennaio era stata solo del 20 per cento a causa delle restrizioni di movimento e della mancanza di documenti di molti sfollati di guerra che si trovano ancora nei campi di detenzione allestiti dai militari.

martedì 6 aprile 2010

Usa-India, segretario al tesoro Geithner lancia partnership economica

La missione di Timothy Geithner in India, che si conclude oggi a Mumbai con un incontro con la comunita’ degli affari, ha avuto due obiettivi. Il primo e’ di rassicurare New Delhi sulle intenzioni di Obama di non trascurare l’India a vantaggio della Cina. La partnership economica, avviata ieri con il ministro delle finanze Mukerjee, prevede un salto di qualita’ nelle relazioni tra i due paesi e istituisce contatti regolari sul modello di un’analoga intesa sino americana. La Casa Bianca ha anche riconosciuto il ruolo dell’India nel mantenere la stabilita’ finanziaria mondiale. Geithner ha elogiato il governo Singh per aver gestito con destrezza la recessione mondiale e ha chiesto il suo appoggio nell’ambito G20 per disegnare un nuovo ordine economico.
Il secondo scopo della visita del segretario al tesoro americano, che ha trascorso parte della sua infanzia proprio in India, e’ invece stato quello di assicurare agli Stati Uniti uno canale preferenziale per gli investimenti in infrastrutture e nel sistema creditizio. Nei prossimi 5 anni l’India intende spendere in strade, porti, aeroporti e altre opere pubbliche oltre 600 miliardi di dollari. Alcuni settori, come quello delle banche e assicurazioni si stanno lentamente aprendo ai capitali privati necessari per mantenere l’ambizioso obiettivo di crescita dell’8 o 9 per cento all’anno. E gli Stati Uniti non intendono rimanere indietro in questa corsa che ha scatenato gli appetiti delle industrie di tutto il mondo.

India, reazione dura contro i maoisti dopo massacro di 76 militari

“Una guerra contro l’India’’. Cosi’ i quotidiani hanno definito il massacro di ieri di 76 soldati caduti in un‘imboscata in una giungla dello stato del Chhattisgarh, una delle roccaforti della guerriglia maoista. I militari che erano impegnati in un’operazione anti guerriglia, sono stati accerchiati e uccisi da circa 700 ribelli piombati da una collina secondo le testimonianze dei sei sopravissuti che si sono finti morti per sfuggire alla strage. Il ministro degli interni Chidambaram, che stamattina si e’ recato nello stato, ha detto che si e’ trattato di un fallimento dell’intelligence e ha chiesto una risposta determinata da parte del governo.
L’attacco e’ il piu’ sanguinoso da quando e’ iniziata l’insurrezione maoista attiva in una sorta di corridoio rosso che parte dall’Andhra Pradesh fino a Bengala Occidentale al confine con il Nepal. Alla fine dello scorso anno il governo aveva lanciato un’offensiva militare contro i maoisti che trovano supporto tra la popolazione piu’ arretrata e tra le comunita’ tribali minacciate dall’avidita’ della grande industria che sfrutta le ricchezze minerarie nascoste nelle foreste nel nord est indiano.

lunedì 5 aprile 2010

INDIA: MAOISTI MASSACRANO OLTRE 70 MILITARI

Oltre 70 militari sono stati uccisi in un'imboscata tesa dai ribelli maoisti in una giungla dello stato centrale del Chhattisgarh. Il massacro e' uno dei piu' gravi per le forze indiane che dall'anno scorso sono impegnate in una campagna militare contro i guerriglieri comunisti che controllano una vasta area del centro e nord est dell'India.
Dopo l'attacco avvenuto nel distretto di Dantewada, considerato una delle roccaforti maoiste, il premier Manmohan Singh ha convocato una riunione del consiglio ristretto di cabinetto per discutere di eventuali misure repressive, tra cui l'intervento dell'aviazione militare. ''Risponderemo con fermezza'' ha detto il sottosegretario agli interni Gopal Pillai.
Il ''martedi nero'' per l'esercito indiano ha anche sollevato dure reazioni dell'opposizione indu’ nazionalista del Bjp che ha definito l'attacco una "guerra contro l'India''.
Secondo la ricostruzione di agenzie di stampa indiane, l'attacco e' iniziato all'alba con un'imboscata a una pattuglia di uomini del Central Reserve Police Force, una forza paramilitare impegnata nella lotta ai maoisti che si trovava nella zona di ritorno da un'operazione di ''bonifica'' . Dopo che e' scattato l'allarme sono stati inviate delle truppe di rinforzo. I militari sono stati quindi accerchiati e uccisi da circa 700 guerriglieri nascosti dietro una collina e entrati in azione con fucili e bombe. ''Sono caduti in una trappola'' ha ammesso scioccato il ministro degli interni P.K. Chidambaram che ha anche ammesso un errore da parte dell'intelligence. Due giorni fa il ministro in visita a una ex base ribelle nel Bengala Occidentale aveva definito i maoisti dei ''codardi''. Chidambaram aveva rifiutato di recente una tregua proposta dal leder ribelle Kishanji.
Il bilancio delle vittime, fissato a 75 potrebbe allungarsi. Diversi militari del battaglione inviato come rinforzo e caduto nell'imboscata sono dispersi. Due elicotteri sono stati inviati sul posto per prelevare i feriti e i sopravissuti, ma anche i soccorritori sono finiti sotto il fuoco dei ribelli.
In base alle statistiche si e' trattato dell'attacco piu' sanguinoso, ancora di piu’ di quello del marzo 2007 quando i maoisti uccisero 55 poliziotti in una caserma sperduta del distretto di Bijapur, sempre in Chhattisgarh, uno stato famoso per le sue risorse minerarie.
Da quando il governo un anno fa ha deciso di intervenire con la forza, i ribelli comunisti hanno intensificato gli attacchi. L'ultimo in ordine di tempo e' dello scorso 4 aprile nello stato orientale dell'Orissa costato la vita a 11 soldati di un reparto d'elite. Lo scorso 15 febbraio, invece, nel distretto di West Midnapore, in Bengala Occidentale, 24 soldati di una forza regolare paramilitare sono stati colti di sorpresa e massacrati in un campo base.

India, polizia indaga su matrimonio Shoaib Malik e Sania Mirza

Il giocatore di cricket pachistano Shoaib Malik, promesso sposo della tennista indiana Sania Mirza, non potra' lasciare l'India senza permesso della polizia che sta investigando sulla validita' di un suo precedente matrimonio con una donna indiana. A dare la notizia e' l'agenzia di stampa IANS, secondo la quale il commissario della polizia di Hyderabad, capitale dello stato meridionale dell'Andhra Pradesh, ha ''dato ordine a tutti gli uffici dell'immigrazione di non permettere a Shoaib di lasciare il Paese''. Le autorita' hanno anche confiscato il suo passaporto.
Il campione della nazionale di cricket pachistana si trova in India per i preparativi del matrimonio previsto per il 15 aprile con la popolare star indiana del tennis Mirza. Ma l'unione tra le due celebrita' sportive, che ha sollevato gia' molte polemiche in India e Pakistan, rischia di naufragare a causa di una battaglia legale ingaggiata dalla famiglia di Ayesha Siddiqui, la giovane di Hyderabad che Malik ha detto di aver sposato nel 2001 ''per telefono'' sulla base di una fotografia che secondo lui non era quella della sua sposa.
In una dichiarazione ai giornalisti ieri, il giocatore ha respinto le accuse dicendo che il ''nikah'' (il matrimonio secondo il rito mussulmano) non e' valido perche' e' stato truffato dalla falsa fotografia.
Nel frattempo pero' la famiglia di Ayesha lo ha denunciato per molestie, adulterio e per minacce in base a tre articoli del Codice Penale Indiano. La donna lo ha anche accusato di aver cercato di comprare il suo silenzio in cambio di una grossa somma di denaro.
Il caso e' ora all'attenzione della polizia di Hyderabad che stamattina ha cominciato a interrogare Shoaib, che si trova a casa della fidanzata, e la presunta moglie Ayesha che in un'intervista ha anche ammesso di aver avuto ''rapporti intimi'' con lui e di aver avuto un aborto naturale dopo essere stata incinta. Se venisse riconosciuto colpevole il pachistano potrebbe essere arrestato.
Intanto la vicenda si sta trasformando in un caso diplomatico tra le due potenze asiatiche nucleari che dopo l'attentato di Mumbai di due anni fa hanno congelato il loro processo di pace. Il portavoce del ministero degli esteri pachistano, Abdul Basit, intervistato telefonicamente dal canale televisivo CNN-IBN, ha chiesto all'India maggiori informazioni sull'inchiesta in corso e ha aggiunto che il ''governo pachistano e' pronto a intervenire in aiuto di Shoaib''.

mercoledì 24 marzo 2010

Usa raffredda le aspettative del Pakistan

Iniziati ieri i negoziati a Washington

La decisione degli Stati Uniti di rafforzare l’alleanza con il Pakistan rischia di alterare gli equilibri politici e militari del subcontinente indiano. I negoziati avviati ieri a Washington hanno aperto una ‘‘nuova era’’, ‘‘superando anni di incomprensioni’’ come ha detto la segretaria di stato americana Hillary Clinton nella conferenza stampa con il ministro degli esteri pachistano Shah Mahmood Kureshi, Ma hanno creato non poche apprensioni a New Delhi gia’ a I ferri corti con Islamabad per le nuove rivelazioni sulle responsabilita’ delle strage di Mumbai del 2008.
Qureshi, accompagnato dai generali dell’esercito e dei servizi segreti, ha presentato una lunga lista di bisogni per nuove armi necessarie nella guerra agli integralisti islamici e per centrali nucleari. Inoltre ha risollevato il nodo Kashmir chiedendo un eventuale coinvolgimento di Washington, ruolo che New Delhi ha da sempre escluso.
Attenti a non irritare l’India, gli Stati Uniti hanno pero’ gia’ respinto al mittente la maggior parte delle richieste. La stessa Clinton ha detto in un’intervista che un patto sul nucleare civile, come quello a lungo negoziato con New Delhi, non e’all’orizzonte almeno nell’immediato.
Ci sono ancora delle incognite sulla condotta dei pachistani, in particolare sulla vicenda di AQ Khan, lo scienziato che gestiva un traffico di tecnologia nucleare con Corea del Nord e Iran e che ancora non ha rivelato tutti i suoi segreti

venerdì 12 marzo 2010

India e Russia, Putin rilancia l'intesa

India e Russia rilanciano la loro intesa che risale ai tempi della Guerra Fredda. In una visita lampo, di neppure 24 ore, a New Delhi, il premier russo Vladimir Putin ha firmato una serie di importanti accordi nel settore dell’energia nucleare e della difesa. Nella conferenza stampa conclusiva della visita, il primo ministro indiano Manmohan Singh ha definito Putin un “Grande amco dell’india “ sottolineando come le relazioni con la Russia siano un pilastro della politica estera indiana. In serata le due delegazioni hanno firmato cinque intese, tra cui il patto di cooperazione sul’energia atomica che era da qualche tempo nel cassetto pii una road map per la costruzione di centrali nucleari in India. Secondo il capo della compagnia pubblica Rosatom, Sergei Kiriyenko, la Russia intende costruire 12 nuovi reattori, di cui sei entro il 2017. Mosca entra cosi nella gara per il ricco mercato indiano del nucleare civile, una gara che si e’ aperta due anni fa con l’intesa con gli Stati Uniti sulla cooperazione nucleare che ha rotto l’ isolamento internazionale di New Delhi.
Putin ritorna a casa con il carniere pieno anche in materia di armamenti grazie a un mega contratto per la fornitura di 29 caccia Mig e a un altro sulla vendita della vecchia ex portaerei Admiral Gorshkov, vendita bloccata da alcuni anni per una disputa sul prezzo.

Nuovo attacco a Lahore, bilancio di 30 morti in crescita

Per la seconda volta in una settimana, un altro attentato suicida ha insanguinato la città di Lahore. Due esplosioni a distanza di 15 secondi l’una dall’altra hanno ucciso decine di persone, tra cui diversi soldati. Il duplice attacco è avvenuto in una zona ad alta sicurezza della città dove sorgono caserme e edifici militari. Secondo le prime indagini si tratta di due attentatori suicidi al volante di motociclette. Non è ancora chiaro quale fosse l’obiettivo, probabilmente un convoglio militare di passaggio. Il primo kamikaze si è fatto esplodere poco dopo mezzogiorno, ora locale, nei pressi di mercato rionale, il secondo invece in una zona vicino a un popolare incrocio dove sorge anche una moschea che era affollata per la preghiera mussulmana del venerdì. Non sono giunte rivendicazioni almeno per ora. Gli investigatori stanno esaminando il tipo di esplosivo usato per trovare similarità con altri attentati. Lunedì scorso a Lahore un’autobomba contro un ufficio della polizia segreta aveva ucciso la vita a 13 persone.
Il massacro è l’ultimo di una nuova ondata di stragi in Pakistan, dove continua l’offensiva nelle zone tribali del nord ovest a ridosso del confine afghano con il supporto degli attacchi lanciati dai droni statunitensi. Il governo ritiene di aver indebolito rete dei talebani e di aver ucciso il leader Hakimullah Mehsud nella turbolenta area tribale del Waziristan, ma rimane la minaccia dei numerosi gruppi integralisti che trovano supporto e terreno fertile nelle principali città pachistane.

giovedì 25 febbraio 2010

India-Pakistan, prove di disgelo

Non è l’avvio del processo di pace, ma un primo tentativo di ripristinare il clima di fiducia dopo l’assalto di Mumbai del novembre 2008. I colloqui tra le due delegazioni ministeriali conclusi a New Delhi non hanno portato a nessun risultato immediato come previsto alla vigilia. Secondo quanto detto dalla sottosegretaria agli esteri Nirupama Rao in una conferenza stampa, il Pakistan non ha ancora fatto abbastanza per assicurare alla giustizia i responsabili delle stragi di Mumbai. Nonostante le richieste dei pachistani di riprendere i negoziati su Kashmir, i colloqui sono stati concentrati sulla necessità di una cooperazione maggiore per affrontare la minaccia comune del terrorismo islamico. In particolare la delegazione indiana ha fornito alla controparte pachistana tre nuovi dossier contenenti indizi su presunti sospetti di attacchi terroristici, incluso quello alla German Bakery di Pune dello scorso 13 febbraio. L’India ha poi chiesto informazioni sul ruolo di David Hadley Coleman, l’americano-pachistano arrestato dall’FBI e sospettato di aver pianificato alcuni attentati in India, tra cui quello di Mumbai. New Delhi ha anche reiterato la richiesta di arrestare Hafiz Said, l’ideologo della Lashkar-e-Toiba. Non è ancora chiaro quali sono state le reazioni dei pachistani che hanno organizzato una conferenza stampa per il tardo pomeriggio, ma l’impressione è che ci siano ancora molti ostacoli sulla strada di un vero e proprio disgelo.