lunedì 28 maggio 2012

Birmania e India rafforzano relazioni, missione di Sigh

L'India e la Birmania hanno deciso di rafforzare le relazioni politiche e economiche in occasione di una visita del primo ministro Manmohan Singh che è stata definita storica in quanto giunge dopo 25 anni di assenza di un capo del governo indiano e ad un anno dalla fine della giunta militare. Il premier indiano Singh, giunto domenica con una folta delegazione di uomini d'affari, ha assistito alla firma di 12 accordi durante il suo incontro con il presidente riformista Thein Sein nella nuova capitale di Naypyitaw. Tra questi c'é anche una linea di credito per un totale di 500 milioni di dollari, come riferisce un comunicato ufficiale di New Delhi. L'India ha sempre mantenuto buone relazioni con la Birmania con cui condivide un confine di 1.600 chilometri attraverso quattro stati nord orientali, anche dopo la repressione del 1988 e nei periodi oscuri della dittatura militare. La preoccupazione costante di New Delhi è sempre stata quella di contrastare la forte presenza della Cina e degli investimenti cinesi nel Paese confinante. Tra le relazioni commerciali avviate in questa occasione, c'é anche un quella di Tata Motors che ha firmato un accordo di distribuzione delle sue auto, tra cui la mini car Nano. L'India è inoltre interessata alle vaste risorse energetiche del paese e allo sviluppo delle comunicazioni che permetteranno di aumentare l'interscambio. In quest'ultimo settore, le due delegazioni hanno deciso di introdurre un collegamento di autobus da Imphal (capitale del Manipur) a Mandalay. Domani Singh si recherà a Yangoon per vedere la leader dell'opposizione e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi.

mercoledì 23 maggio 2012

PAKISTAN, CONDANNATO 'MEDICO' DI BIN LADEN

Il medico pachistano che, con lo stratagemma di una vaccinazione, aiutò la Cia a identificare Osama Bin Laden nel suo covo di Abbottabad, è stato condannato oggi a 33 anni d carcere per "alto tradimento". La sentenza contro Shakil Afridi, pronunciata da un tribunale del distretto tribale di Khyber in base al severo codice penale in vigore nelle aree pashtun, giunge come un'ennesima doccia fredda per gli Stati Uniti, che avevano chiesto il rilascio del chirurgo, ingaggiato dalla Cia per verificare la sospetta presenza del leader di Al Qaida nella cittadella militare a 100 chilometri da Islamabad, dove un anno fa è scattato il raid dei Navy Seals. Lo scorso gennaio era stato lo stesso segretario americano alla Difesa ed ex capo della Cia, Leon Panetta, ad ammettere che Afridi aveva aiutato l'intelligence americana e contribuito alla causa comune di sconfiggere il terrorismo. Ma per Islamabad, che lo aveva incarcerato subito dopo il blitz e sottoposto a un duro interrogatorio, il medico è un "traditore", e come tale è stato giudicato oggi dai giudici, che gli hanno anche inflitto una multa di 320 mila rupie (circa 3.500 dollari). Lo scorso anno la commissione speciale che indaga sull'uccisione di Bin Laden aveva già raccomandato la condanna di Afridi per spionaggio. Dopo diversi anni di carriera nel servizio sanitario nel distretto di Khyber, è stato esonerato un paio di mesi fa insieme a 17 collaboratori che avevano partecipato alla falsa campagna di vaccinazione. Subito dopo il verdetto, pronunciato in sua assenza, Afridi é stato trasferito nella prigione principale di Peshawar. Oltre all'imputazione di alto tradimento, è stato incriminato per cospirazione contro lo Stato e di attentato alla sovranità nazionale. La condanna potrà essere impugnata presso una corte di grado superiore. Da quanto era emerso da indiscrezioni di stampa, il medico aveva organizzato una falsa campagna di vaccinazione per l'epatite B nell'area dove viveva la famiglia di Bin Laden, composta da tre mogli e oltre una decina di figli di tutte le età. Una infermiera del suo team era entrata nella villa-bunker per somministrare i vaccini a bambini e ad adulti. Ma non è mai stato chiaro se in quella occasione è stato effettivamente prelevato il Dna dello sceicco saudita, utile per il suo riconoscimento. Sembra che la casa Bianca non fosse del tutto sicura che ci fosse il capo di Al Qaida nel complesso quando il presidente Barack Obama decise di condurre il raid, lo scorso 2 maggio. Nel corso di una intervista alla rete tv Cbs, Panetta aveva rivelato che Afridi aveva "aiutato a fornire informazioni che sono state molto utili all'operazione di eliminazione del capo di Al Qaida" e proprio per questo "non ha mai e in nessun caso tradito il Pakistan".

mercoledì 2 maggio 2012

Bin Laden un anno dopo tra misteri e crisi con Usa

La presenza inosservata di Bin Laden nella villa bunker di Abbottadab, vicino a una prestigiosa accademia militare e in altre cinque case dove ha abitato per diverso tempo dopo la fuga dall'Afghanistan, rimangono ancora un mistero. Una commissione speciale, formata dal governo pachistano lo scorso giugno per fare luce sul caso, non e' ancora arrivata ad alcuna conclusione. Dopo aver interrogato diversi leader politici, vertici militari e le stesse vedove del capo di Al Qaida, non c'e' ancora un indicazione chiara su quando sara' pubblicato un rapporto finale.


Il blizt di un anno fa anche aperto una profonda frattura nelle relazioni con gli Stati Uniti che non si e' ancora ricucita, anzi si e' aggravata dopo un raid della Nato lo scorso novembre e l'intenzione di Washington di proseguire con i lanci di droni.

Mentre tra i pachistani c'e' ancora chi crede che Bin Laden sia vivo, la paura di attentati continua a tenere d'assedio il Paese. Oggi e' allerta generale per l'anniversario.

Al Qaida non sembra essersi indebolita , ma semplicemente si e' saldata con i gruppi estremisti che controllano le zone di frontiera. E' di pochi giorni la notizia, filtrata sulla stampa pachistana che al Qaida ha nominato un nuovo leader, Farman Shinwari, un pashtun originario della regione di Khyber.

Intanto di Bin laden non rimangono piu' tracce. La grande casa, dove la famiglia ha vissuto indisturbata per 5 anni , e' stata rasa al suolo e le macerie sono state portate via. Le tre vedove e oltre dieci figli di diversa eta' sono state deportati in Arabia Saudita dopo quasi un anno di reclusione in una localita' segreta.