venerdì 18 aprile 2014

Nepal: valanga su Everest, morti 13 sherpa, diversi dispersi

Su Ansa
Nell'ennesima tragedia sull'Everest, sempre più affollato, almeno 13 alpinisti nepalesi hanno perso la vita e altri quattro sono dispersi sotto una valanga che all'alba ha colpito una delle 'vie' per la conquista del tetto del modo. La maggior parte delle vittime appartengono alla comunità degli 'sherpa', le guide alpine che sono al servizio delle spedizioni internazionali e che al momento della sciagura erano impegnati ad attrezzare una 'pista' di salita in una zona chiamata 'Icefall' (cascata di ghiaccio) appena sopra il campo base a una quota di circa 5.800 metri. Si tratta di un punto di passaggio obbligato per salire al campo 1 e 2. Da quanto si è appreso, fin dalla notte circa 50 uomini stavano fissando corde e altro materiale per facilitare l'attraversamento dei profondi crepacci quando da una parete chiamata 'west shoulder' si sono improvvisamente staccati dei grossi blocchi di ghiaccio e neve. La zona è una delle più pericolose per la caduta di valanghe, secondo gli esperti. Diversi "sherpa" sono stati trovati ancora vivi e salvati dai soccorritori. Tre di loro, tuttavia, sono rimasti gravemente feriti e sono stati trasportati con l'elicottero prima al campo base e poi a Kathmandu. Domani continueranno le ricerche per individuare i dispersi, ma è difficile che si possano trovare dei sopravissuti sotto la spessa coltre di detriti. La sciagura è una delle più gravi mai successe sull'Everest e riapre di nuovo pesanti interrogativi sullo sfruttamento della montagna considerata 'sacra' per i buddisti. Quest'anno, oltre 300 alpinisti stranieri hanno chiesto il costoso permesso per la scalata che è possibile solo in alcune 'finestre' di beltempo tra aprile e maggio. Ad assisterli ci sono circa 600 sherpa e altro personale. In questi giorni molti di loro hanno già raggiunto il campo base, dove sorge anche la Piramide-laboratorio del Cnr, per l'acclimatamento. Commentando l'incidente, il re degli Ottomila, Reinhold Messner ha riaperto la vecchia polemica del 'turismo alpinistico' sull'Everest. Le guide nepalesi uccise sono vittime di "un incidente sul lavoro - ha detto - e non di un incidente alpinistico". "Erano lavoratori stradali - ha aggiunto - che preparano le piste per gli operatori turistici". Messner ha poi ricordato che la tragedia ha colpito soprattutto giovani padri di famiglia che vivono di questo" e "pertanto dovremmo chiederci se il turismo alpinistico in queste circostanze sia giustificabile". Tra l'altro, molti degli sherpa colpiti dalla sciagura erano impegnati nell'assistenza all'impresa sportiva dell'americano Joby Ogwyn, amante degli sport estremi, che prevede di salire sulla vetta l'11 maggio e poi di lanciarsi in volo libero con una speciale tuta alare per un programma televisivo di Nbc e Discovery Channel

mercoledì 16 aprile 2014

Corte Suprema indiana riconosce gli 'eunuchi' come 'terzo sesso'

Su La Stampa


http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/un-insolito-trans-trans-in-india-la-corte-suprema-riconosce-i-diritti-civili-dei-75649.htm

martedì 15 aprile 2014

Corte Suprema riconosce il terzo sesso, vittoria per gli hijra

Su Ansa

Con una rivoluzionaria sentenza, la Corte Suprema indiana ha riconosciuto oggi il diritto dei transessuali a essere considerati come "terzo sesso" sui documenti legali, come passaporto o patente, e a godere degli stessi diritti degli altri cittadini sanciti dalla Costituzione. Accogliendo un ricorso collettivo presentato due anni fa, i giudici hanno affermato che "è diritto di ogni essere umano scegliere il proprio genere sessuale". I transessuali, o 'hijra' come sono chiamati in hindi, saranno quindi liberi di identificarsi in una terza categoria che non è quella di maschio o femmina. Con questo verdetto, l'India diventa uno dei pochi Paesi al mondo che prevede il "terzo genere". Il Nepal, il Bangladesh e il Pakistan, dove ci sono delle grandi comunità di 'hijra', hanno già seguito la stessa strada in passato. Una sezione del massimo organo giudiziario, composta dai giudici K.S.Radhakrishnan e A.K.Sikri, ha stabilito che i transessuali devono avere gli stessi diritti degli altri cittadini e che devono essere considerati come minoranza da tutelare. Il che significa che possono accedere alle 'quote riservate' ad alcune minoranze e caste inferiori nelle scuole e nella pubblica amministrazione nell'ambito delle politiche di discriminazione positiva. E' previsto che abbiano accesso al sistema sanitario e anche il diritto a usufruire di bagni pubblici separati. La Corte, inoltre, ha chiesto al governo e agli Stati di avviare programmi di 'welfare' e campagne di sensibilizzazione. Secondo diverse stime ci sono dai 3 ai 5 milioni di 'hijra' in India, una ampia categoria che comprende dai travestiti fino ai castrati, una brutale pratica che è rimasta fino ai nostri tempi. Molti sono coinvolti nella prostituzione o vivono di elemosine che raccolgono durante feste di matrimonio e varie celebrazioni dove sono considerati di 'buon auspicio'. Come ha riconosciuto la Corte, sono però largamente discriminati e anche spesso vittime di abusi nella società indiana che ha ancora molti pregiudizi su omosessuali e transessuali. Il loro ostracismo risale a una legge del 1871, nel periodo coloniale britannico, che li considerava come 'criminali'. La comunità di transessuali e i difensori di diritti umani hanno accolto oggi con soddisfazione la sentenza della Corte Suprema che li riconosce "terzo genere sessuale", ma sono convinti che ci vorrà ancora tempo per essere accettati dalla società. "Questo verdetto è giusto perché ci riconosce come terzo genere - ha detto Shaila Jaan, un transessuale intervistato dall'agenzia di stampa Ians - ma temo che ci sarà sempre discriminazione. Le cose possono migliorare solo se la gente cambierà la sua mentalità verso di noi. C'è bisogno di sensibilizzare l'opinione pubblica e di una modifica del sistema scolastico". La sentenza ridà speranza alla battaglia della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) diretta a ottenere l'abolizione del vecchio e obsoleto articolo 377 del Codice penale indiano che vieta il 'sesso contro natura' come la sodomia e la fellatio. Rovesciando una precedente decisione di una corte inferiore del 2009, lo scorso dicembre la Corte Suprema aveva reintrodotto la disposizione in base alla quale i rapporti tra omosessuali sono illegali.

martedì 8 aprile 2014

Elezioni 2014/ Domani seconda tappa in quattro stati del Nord Est

Su Ansa

Domani la gigantesca macchina elettorale indiana si rimette in modo nel Nord-Est per la seconda tappa delle legislative, mentre in Kerala, che va al voto giovedì, il leader della destra Narendra Modi è tornato a battere il chiodo dei marò nell'ennesimo attacco al partito rivale del Congresso. In un comizio nella città costiera di Kasargod, dove c'è una prevalenza di pescatori, il governatore del Gujarat si è di nuovo chiesto perché i due Fucilieri di Marina "non sono in prigione" chiamando in causa questa volta il premier Manmohan Sigh, il ministro della difesa A.K. Antony e il "chief minister" del Kerala Oommen Chandy. Per il Kerala oggi era l'ultimo giorno della campagna elettorale e ovviamente Modi non ha perso l'occasione di assestare un'ultima staffilata al Congresso che è al potere nello stato meridionale dove è avvenuto l'incidente del 15 febbraio 2012. La seconda delle nove giornate elettorali coinvolgerà domani oltre 11 milioni di aventi diritto al voto in sei circoscrizioni nei quattro Stati nord orientali dell'Arunachal Pradesh, Nagaland, Manipur e Meghalaya. Si tratta di regioni isolate popolate da gruppi tribali al confine con Bangladesh, Cina, Bhutan e Myammar, dove sono attivi diversi gruppi guerriglieri separatisti e per questo le operazioni si terranno con la protezione di un massiccio cordone di sicurezza. Il voto di un quinto stato, il piccolo Mizoram, era previsto domani, ma è slittato a venerdì a causa di uno sciopero di tre giorni di alcune associazioni che si battono per i diritti di una comunità di indigeni rifugiati nel vicino stato di Tripura. Intanto a New Delhi, dove stasera si è chiusa la campagna con gli ultimi appelli, è salita la tensione dopo che il leader del Partito dell'Uomo Comune (Aam Admi Party o Aap), Arvind Kejriwal, considerato un "Beppe Grillo indiano" per le sue battaglie contro la classe politica corrotta e i potentati economici, è stato schiaffeggiato a New Delhi da un conducente di un risciò a motore che si è sentito 'tradito' perché dopo appena 49 giorni l'Aap ha fatto cadere il governo a New Delhi dove aveva trionfato nelle amministrative di dicembre. Kejriwal, che era già stato aggredito in strada da un altro ex sostenitore quattro giorni fa, ha definito l'attacco "un complotto degli avversari". La giornata di giovedì, terza tappa, sarà un 'Super Thursday' con 91 circoscrizioni in lizza (sui 543 seggi della Camera bassa o Lok Sabha) tra cui le sette di New Delhi e le 20 del Kerala. Lo scontro si sposterà poi a Varanasi, la città santa sul Gange nota anche come Benares, che il 12 maggio chiuderà la maratona elettorale e che vede lo scontro "epico" tra Keriwal e Modi, entrambi candidati. Proprio oggi il Congresso ha scelto di schierare l'attivista Ayay Rai contro le due star politiche che hanno promesso una battaglia all'ultimo sangue. La battaglia elettorale per la conquista del 16esimo Parlamento indiano entra quindi nel vivo e il leader Modi, favorito nei sondaggi, non risparmierà certo altri colpi bassi contro il duo Sonia-Rahul Gandhi usando come argomento la questione dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. In Kerala l'attacco è stato molto prevedibile dato che la vicenda dell'Enrica Lexie è un tema ancora molto sensibile nello stato meridionale e facile da "cavalcare" per il politico indù nazionalista. Parlando dalla città di Kasargod, il leader del Bharatya janata party (Bjp) ha accusato il premier Manmohan Singh, il ministro della Difesa A.K. Antony (che è un keralese) e il governatore Oommen Chandy di "aver permesso ai due marines italiani che hanno ucciso due pescatori del Kerala e del Tamil Nadu di lasciare il Paese" riferendosi ai due permessi concessi dalla Corte Suprema nel dicembre 2012 e nel febbraio 2013. Ripetendo quanto aveva già detto in un precedente comizio, Modi si è chiesto: "possono dirmi questi tre leader in quale prigione indiana sono tenuti gli italiani?". Secondo il candidato della destra, il Congresso avrebbe riservato un trattamento privilegiato ai due italiani che dal 18 gennaio 2013 si trovano in libertà provvisoria dietro cauzione nell'ambasciata d'Italia a New Delhi su ordine della stessa Corte Suprema. Rispondendo agli strali del governatore del Gujarat, il ministro Antony aveva detto che Modi stava facendo "accuse prive di fondamento e questo prova che non ha le qualità per diventare primo ministro".