martedì 6 gennaio 2009

India, la Tigre è ritornata ad essere un elefante?

Ma davvero la Tigre e’ ritornata a essere un lento e ingombrante elefante? Dopo 5 anni di crescita record di oltre l’8 per cento, la locomotiva indiana rischia di incepparsi sotto il peso della recessione americana e europea, dell’allarme terrorismo e da ultimo anche dei nuovi venti di guerra con il vecchio nemico del Pakistan. Solo un anno fa sembrava che India e Cina fossero l’ultima ancora di salvezza per la sopravvivenza del capitalismo mondiale alla ricerca di nuovi mercati di sbocco. Il principale indice Sensex della borsa di Mumbai, agli inizi di gennaio del 2008, aveva oltrepassato la soglia dei 20 mila punti, adesso e’ piu’ che dimezzato e sono pochi a scommettere che ritornera’ ai livelli di prima. Il fuggi fuggi di investitori stranieri, il calo delle esportazioni del 12 per cento nel mese di ottobre e l’emorragia di posti di lavoro nel settore informatico, il gioiello dello sviluppo e della speranza indiana, hanno depresso i
consumi di beni durevoli, fatto scoppiare la bolla speculativa dell’edilizia e vanificato le aspettative della nuova classe media che si stava per affacciare per la prima volta sul mercato. L’industria dell’auto e’ quella che ha subito piu’ perdite, anche aveva gia’ incassato un duro colpo con il blocco da parte dei contadini della nuova fabbrica della Tata Nano, la mini car presentata gli inizi di gennaio da un Ratan Tata, che si era presentato dal palco del salone dell’auto di New Delhi come un messia delle quattroruote. Undici mesi dopo, lo stesso Tata era davanti all’hotel Taj Mahal, simbolo di Mumbai e della principale dinastia industriale, semidistrutto dalla battaglia con i terroristi. Il 2008 e’ stato insomma un annus horribilis, e il 2009 non si presenta meglio, anche se secondo molti analisti l’India, grazie al suo enorme mercato interno, sara’ la prima a ripartire.

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