lunedì 8 dicembre 2014

Vittoria per le donne, universita' di Aligarh apre biblioteca a studentesse

Su ANSA

Dopo le proteste delle femministe e l'intervento di un tribunale, le studentesse dell'Università Musulmana di Aligarh, uno dei più famosi e prestigiosi atenei in India, hanno finalmente ottenuto il permesso di entrare nella biblioteca e di sedersi a fianco dei loro colleghi maschi. L'istituto, fondato 94 anni fa in epoca coloniale, ha infatti modificato un antiquato regolamento di oltre mezzo secolo fa che vietava alle ragazze non ancora laureate di frequentare la principale biblioteca, la storica Maulana Azad Library, famosa per la sua collezione di antichi manoscritti. "E' un momento storico per le donne di questo campus - ha detto una giovane che ieri è stata tra le prime ad avere varcato la soglia - e anche per il prestigio dell'università". La polemica era scoppiata circa un mese fa quando il vicerettore, Zameeruddin Shah, aveva detto che l'ingresso alle studentesse nella storica biblioteca centrale non era possibile perché le ragazze "avrebbero attirato un numero di ragazzi di quattro volte maggiore" e "non c'erano spazi sufficienti". Aveva poi invitato le ragazze a ordinare i libri online o a frequentare la biblioteca della 'sezione femminile' dell'ateneo. "Ci sono 4 mila ragazze iscritte al corso di laurea - si era difeso Shah - e i posti a sedere sono appena 1.300. Non è una discriminazione, ma solo un semplice problema di capacità". Da diversi anni le associazioni studentesche femminili chiedono di potersi iscrivere alla biblioteca e di usufruire della sala di lettura: domanda sempre respinta. A metà novembre un tribunale locale ha accolto un ricorso di un attivista, l'Alta Corte di Allahabad, nel popoloso stato dell'Uttar Pradesh, aveva criticato il divieto imposto dall' Università di Aligarh e ha chiesto alla direzione di rimuovere la restrizione in quanto "incostituzionale" perché basata su una discriminazione tra i sessi. La controversa presa di posizione aveva sollevato un'ondata di polemiche a livello nazionale e dure critiche anche da parte del governo di New Delhi. Il ministro delle Risorse Umane, la signora Smriti Irani, che è anche leader di un'associazione femminista del partito nazionalista induista Bjp, aveva scritto al vice rettore per denunciare il divieto come una 'violazione dei diritti umani" e un "insulto" alle donne.

venerdì 31 ottobre 2014

INTERVISTA: Raghu Rai ricorda uccisione Indira Gandhi

Questa è la mia intervista a Raghu Rai per il trentesimo anniversario dell'uccisione di Indira Gandhi.
E' andata in onda nel notiziario delle 18.30 del 31-10-14
 
Ecco il link (a 16' e 24'')

martedì 28 ottobre 2014

Indira Gandhi, 30 anni fa l'assassinio della 'dama di ferro' indiana


Su ANSA
Una mattina di 30 anni fa, esattamente il 31 ottobre 1984, la premier indiana Indira Gandhi, figlia ed erede politica dello statista Jawaharlal Nehru, fu uccisa a New Delhi da due guardie del corpo di fede sikh. Poche ore dopo l'assassinio, nella capitale scoppiarono disordini in cui furono massacrati oltre 2 mila innocenti appartenenti alla minoranza religiosa. Per il trentennale non sono previste commemorazioni ufficiali del governo del leader di destra Narendra Modi, che nelle elezioni di maggio ha sconfitto il partito dei Gandhi. Anche se Modi non rinuncerà a celebrare il 125/mo della nascita di Nehru il prossimo mese, ma senza la partecipazione di Sonia, la nuora italiana di Indira, che si è dimessa dal comitato organizzativo.
Quattro mesi prima di quel tragico mattino, la 'dama di ferro' aveva ordinato una sanguinosa operazione militare battezzata 'Blue star' (stella azzurra) per eliminare i militanti separatisti sikh asserragliati nel 'Tempio d'Oro' di Amritsar, il "Vaticano" del sikhismo in Punjab. "Erano circa le dieci e stavo per andare in ufficio - racconta in un'intervista all'ANSA Raghu Rai, il fotografo indiano famoso per gli scatti a Madre Teresa di Calcutta e alle vittime di Bhopal - quando mi dissero di correre all'All Indian Medical Indian Institute dove Indira era stata portata con il corpo crivellato di proiettili". All'epoca Rai lavorava per il magazine 'India Today' e per l'agenzia Magnum Photo. "Anche se l'annuncio ufficiale della morte - continua - arrivò solo nel tardo pomeriggio tutta la città sapeva quello che era successo e una grande folla si era radunata davanti all'ospedale".
Insieme agli altri reporter "abbiamo aspettato che portassero fuori la salma. Eravamo tutti increduli. Come è possibile che una leader così potente e che era sulla breccia da 20 anni potesse essere uccisa? Era uno shock che non avevamo più vissuto dopo l'assassinio del Mahatma Gandhi". Una folla oceanica partecipò alla sua cremazione il 3 novembre, ricorda ancora Rai che scattò una celebre foto del figlio Rajiv mentre accendeva la pira funebre. "Sonia arrivò con gli occhiali scuri e non disse una parola - prosegue - mentre il primogenito Rahul era devastato per la scomparsa nella nonna".
La violenza contro i sikh cominciò quasi subito: "prima con qualche incidente isolato, poi il giorno dopo in maniera sistematica con l'incendio di case e atti vandalici". E' una pagina buia della storia indiana. Ancora oggi le organizzazioni sikh e le associazioni di diritti umani come Amnesty International chiedono di condannare i responsabili del massacro che è finora rimasto impunito.
Nata nel 1917 come unica figlia da Kamala e Jawaharlal Nehru, Indira sposò un politico di nome Feroze Gandhi conosciuto quando era studente nel Regno Unito. Non ci sono legami di parentela con il Mahatma, ma secondo molti il famoso cognome favorì la sua ascesa politica. Il presidente americano Richard Nixon la chiamava la "vecchia strega" perchè nel 1971 - dopo aver animato con Tito e altri leader il Movimento dei Non Allineati - firmò un accordo con l'Urss. Ma per i suoi ammiratori era "l'unico uomo nel partito del Congresso". Tra le centinaia di scatti di Rai, che nel 2004 le ha dedicato un libro ("Indira Gandhi: a Living Legacy"), ce n'è uno che secondo l'autore è emblematica del personaggio: ritrae Indira di spalle seduta alla scrivania che firma delle carte con davanti a lei una ventina di uomini del partito la guardano ossequiosi. Secondo Rai, i Gandhi "sono stati la famiglia reale dell'India", ma dopo la sconfitta elettorale di maggio "il loro regno è terminato".
Per il trentesimo anniversario non sono in effetti previste cerimonie speciali neppure nella casa museo di Safdarjung Road 1. "Organizzeremo una conferenza - ha spiegato all'ANSA il direttore Jaideep Thakur - per il centenario della nascita tra due anni". Ogni giorno circa 7-8 mila visitatori affollano la villetta bianca dove sono esposti oggetti personali, foto di famiglia e ritagli di giornali di lei con leader stranieri, tra cui Aldo Moro e Giovanni Spadolini. Un 'sentiero di cristallo' nel giardino ripercorre gli ultimi suoi passi fino a un cancello dove gli agenti di guardia aprirono il fuoco. Stava andando verso un edificio adiacente per essere intervistata dal regista Peter Ustinov per la Bbc. "Se avesse chiesto scusa pubblicamente ai sikh per l'operazione Blue Star - ipotizza Rai - probabilmente sarebbe sfuggita a questo destino". Invece, dopo quella mattina, cambiò anche il destino dell'India.

giovedì 2 ottobre 2014

Via a campagna India pulita, premier Modi 'spazzino' per un giorno a New Delhi

Su Ansa

Migliaia di indiani, compreso il primo ministro Narendra Modi, si sono improvvisati spazzini per un giorno oggi in coincidenza dell'anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, una ricorrenza che è celebrata come festa nazionale in India. Ispirandosi proprio all'apostolo della non violenza, il leader della destra indiana ha lanciato una campagna nazionale chiamata "Swachh Bharat" (India Pulita) che ha l'obiettivo di migliorare le condizioni igienico sanitarie di un miliardo e 200 milioni di persone nei prossimi cinque anni. Un'impresa che si presenta ambiziosa secondo alcuni, dato che oltre il 60% della popolazione non ha i servizi igienici in casa e in molte città non esiste neppure un sistema di nettezza urbana.
Parlando da un palco sulla spianata di Rajpath, con sullo sfondo il palazzo presidenziale e il Parlamento, Modi ha rivolto un accorato appello ai suoi concittadini facendo leva sull'orgoglio nazionale e sui principi gandhiani. "Bisogna cambiare la nostra mentalità - ha detto davanti a una folla di studenti e persone comuni - e impegnarsi tutti insieme a realizzare il sogno del Mahatma Gandhi di un India più pulita". "Se gli indiani sono in grado di andare su Marte, di sicuro sono anche capaci di ripulire il Paese" ha poi aggiunto ricordando il successo della navicella spaziale Mangalayaan entrata nell'orbita del pianeta rosso il 24 settembre. Come gesto simbolico, Modi ha poi preso una ramazza di saggina, quella che si usa in India, e ha iniziato a spazzare una strada sotto l'obiettivo di decine di fotografi e telecamere. Poco prima, in maniera più discreta, aveva fatto lo stesso davanti a un commissariato di polizia dove si era fermato per una visita a sorpresa per un 'sopralluogo'. Il premier si è impegnato a dedicare almeno 100 ore di volontariato all'anno, ovvero due ore alla settimana, a servizi di nettezza urbana. Ha poi chiesto agli indiani di seguire il suo esempio con un 'giuramento' in cui ci si impegna a eliminare la sporcizia in India e a coinvolgere altre persone in questo compito.
Seguendo una mania in voga in tutto il mondo, la Ice Bucket Challenge (la secchiata di ghiaccio a scopo benefico inventata negli Usa per finanziare la lotta contro la Sla), Modi ha sfidato nove personalità, tra cui un campione di cricket, alcune star di Bollywood e famosi industriali, a diffondere il messaggio di 'India pulita'.
L'iniziativa, che durerà fino al 2019, anno del 150esimo anniversario del Mahatma, ha coinvolto tutti i ministeri, enti pubblici, scuole e amministrazioni comunali. Gli impiegati statali sono stati chiamati in servizio per 'ripulire' uffici, corridoi e cortili da spazzatura e rifiuti accumulati negli anni. Analoghe iniziative sono state organizzate nelle circa 1.700 stazioni ferroviarie del Paese e sui treni, solitamente in pessime condizioni igieniche soprattutto per quanto riguarda i bagni.
La campagna, ampiamente pubblicizzata da giorni su stampa e televisione, costerà moltissimi miliardi di dollari che saranno finanziati in parte dallo Stato e in parte da investitori privati, secondo le intenzioni del governo che punta a incentivare consorzi misti pubblico-privato per creare le infrastrutture di cui il Paese ha bisogno per svilupparsi. Ci sono state però anche voci scettiche sull'efficacia dell'iniziativa che rischia di essere limitata a gesti simbolici come quello di oggi senza creare una 'coscienza ecologica' che permetta di cambiare certe cattive abitudini molto radicate, come gettare la spazzatura in terra o di urinare in strada. A questo proposito, il municipio di New Delhi ha di recente avviato una campagna di sensibilizzazione in cui si invitano gli internauti a scattare foto di uomini sorpresi a urinare in pubblico contro muri o piante e a pubblicarle su Facebook.

venerdì 26 settembre 2014

Intervista/Parla il medico che ha salvato il maro' Massimiliano Latorre

Questo e' il testo originale di un'intervista pubblicata da Ansa con alcuni tagli.

NEW DELHI, 25 SET - "Ho soltanto fatto il mio dovere che era quello di prendere decisioni più in fretta possibile perché quando una persona viene colpita da un ictus profondo ogni secondo è prezioso".
   Lo racconta in un'intervista all'ANSA il dottor Rajeev Ranjan, giovane neurologo dell'ospedale Sir Ganga Ram di New Delhi, che ha salvato Massimiliano Latorre, il fuciliere di Marina trattenuto in India dal febbraio 2012 insieme al collega Salvatore Girone con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati.
   Il medico descrive i drammatici momenti della sera del 31 agosto quando il fuciliere si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale dopo essere stato colpito da un attacco cerebrale mentre si trovava in compagnia della compagna Paola Moschetti nel suo alloggio all'interno dell'ambasciata d'Italia.
   Il nome di Ranjan è stato citato da Latorre in una lunga lettera pubblicata quattro giorni fa su Facebook in cui lo ringrazia per una iniezione che gli ha ha permesso di riprendersi. Inoltre lo chiama un "angelo custode" per come lo ha accudito negli otto giorni di degenza.
   "Ho curato Massimiliano come fosse stato mio fratello - dice il medico - e voglio che torni di nuovo a correre come prima. Sono sicuro che ce la farà".
   Quando è successo l'incidente, il dottor Ranjan era di turno serale al Sir Ganga Ram, uno dei policlinici più rinomati della capitale indiana dove lavora da 13 anni e dove si è specializzato in neurologia.
   "Quando mi hanno chiamato al telefonino per un'urgenza e l'ho visitato - racconta - era in stato confusionale, presentava difficoltà di movimento in una parte del corpo e aveva una diplopia (visione doppia). Per noi è una routine, sono i tipici sintomi di un attacco cerebrale".
   "Dopo aver consultato i colleghi, lo abbiamo quindi sottoposto prima a una Tac e poi alla risonanza magnetica  - continua  - da cui è risultata la presenza di un blocco del flusso di sangue nel cervello. Quando il sangue smette di fluire, il cervello non riceve l'ossigeno necessario e perciò muoiono le cellule cerebrali nella zona colpita".
   In questi casi è determinante la velocità di intervento del medico che in primo luogo pratica un trattamento in endovena che permette di dissolvere il trombo e poi, se non basta, si interviene con la chirurgia a rimuovere meccanicamente il grumo. "Queste decisioni - spiega ancora - devono essere prese subito perché ogni secondo è prezioso" .
    Il medico precisa che il recupero di Latorre è avvenuto dopo un paio di ore in cui ci sono state però delle "fluttuazioni" nella capacità del suo corpo di reagire ai diversi trattamenti.
   Le cure sono state somministrate in via eccezionale in una stanza del pronto soccorso "perché non c'è stato il tempo di trasferire il paziente nella sala di rianimazione".
   In quei momenti di massima agitazione, è stata importante anche la presenza della compagna Paola e di Salvatore Girone, rimasto ora da solo a New Delhi.
   Per il dottor Ranjan "è stato sorprendente vedere come le persone che erano intorno a lui si sono messe subito a disposizione per dare una mano". "Si sa - aggiunge - alla domenica il personale è ridotto, ma tutti quanti si sono prodigati per aiutare, chi a prendere le medicine, chi a trasferire il paziente nel laboratorio per gli esami".
   "E' davvero importante che ora sia con la famiglia - conclude - perché quella è la migliore medicina e mi piacerebbe anche rimanere in contatto con lui attraverso la mail. Tra l'altro a marzo sarò in Italia per una conferenza".
   Dal 13 settembre il fuciliere è tornato in Italia dopo che la Corte Suprema gli ha concesso un permesso di quattro mesi esonerandolo dagli obblighi della libertà provvisoria dietro cauzione.

lunedì 22 settembre 2014

INCHIESTA / Il bazar delle spose in India

Migliaia di ragazze dai 12 ai 21 anni sono vendute come mogli nel nord dell'India con la complicità di intermediari senza scrupoli che le rapiscono o le 'comprano' per pochi soldi da famiglie povere. Il prezzo di una sposa vergine, scrive l'ultimo numero del settimanale 'The Week' in un'inchiesta dal titolo "Il grande bazar delle spose indiane", va dalle 15 alle 50 mila rupie (da circa 200 a 640 euro) a seconda delle esigenze e dell'età del marito. Ma se viene rivenduta, come spesso capita, "il prezzo scende come tutte le altre merci" spiega un mediatore di un villaggio del Rajasthan. La ragione del fenomeno è nello squilibrio demografico tra i sessi che in alcuni stati nord occidentali come Rajasthan e Haryana è molto elevato a causa della pratica del feticidio femminile. Il villaggio di Mewat, a una cinquantina di chilometri da Gurgaon, il polo dell'high tech di New Delhi, è tradizionalmente considerato un fiorente mercato per il commercio di "paro" (come sono chiamate le mogli 'comprate' da fuori). Il settimanale ha raccolto diverse testimonianze scioccanti di donne, provenienti in maggior parte dal nord est dell'India, che sono state cedute a uomini disabili o anziani in cerca di mogli come 'schiave del sesso' oppure semplicemente per svolgere le mansioni domestiche. Jamila, che ora ha 60 anni e che è originaria dell'Assam, ricorda che la prima volta è stata venduta a un 'marito padrone' che l'ha barattata per una mucca. Ora vive con il terzo marito, un guidatore di risciò e ha sette figli. Sanija, 25 anni, era stata condotta a New Delhi da uno 'zio' con la scusa di una gita allo storico Forte Rosso. Ma poi è stata venduta a un padre di sei figli in un villaggio dell'Haryana. "Sono stata stuprata e picchiata - racconta - e poi costretta a duri lavori nei campi e in casa" finché l'uomo non ha recuperato le 30 mila rupie che aveva speso. "L'80% delle donne vittime del traffico - spiega un responsabile dell'ong Empower People - non ha nessun tipo di documento o status sociale. Sono vendute e comprate diverse volte per procreare figli o per lavorare in casa o nei campi". Siccome sono sposate legalmente, continua, "i mediatori non possono essere accusati di traffico o di sfruttamento della prostituzione". In Madya Pradesh, nell'India centrale, ogni giorno scompaiono 15 ragazze soprattutto quelle provenienti dalle aree tribali che sono le più povere e arretrate. Secondo la polizia, il fenomeno della compravendita delle spose è in aumento per via della pressione sociale sui giovani indiani che non trovano un numero sufficiente di ragazze da marito e che non possono sposare donne di caste inferiori. I trafficanti hanno allora escogitato un sistema per soddisfare la domanda di spose da parte delle famiglie appartenenti alla casta dei brahmini o altre classi sociali. Dopo aver "comprato" le ragazze nei villaggi tribali le "istruiscono" in base all'etichetta e alle usanze delle classi benestanti e le "vendono" come spose di casta elevata. Per rendere più credibile l'appartenenza a una famiglia di brahmini o jainista, le costringono a cambiare anche il cognome. "Anche se sono a conoscenza delle origini delle spose, molte famiglie - scrive The Week - non sono interessate a denunciare i trafficanti perché non vogliono far sapere di aver pagato per trovare moglie ai loro figli e anche perché le stesse donne magari sono diventate madri e quindi sono state accettate dalla comunità". 

venerdì 19 settembre 2014

India-Cina, visita di Xi Jinping rilancia cooperazione economica

Su ANSA

 NEW DELHI, 17 SET - Cina e India, le due potenze economiche emergenti dove vive un terzo dell'umanità, si tendono la mano per unire i loro giganteschi mercati in una nuova 'Via della Seta' e anche per risolvere le vecchie dispute sui confini himalayani che ancora oggi creano forti tensioni militari. Il presidente cinese Xi Jinping, accompagnato dalla moglie Peng Liyuan, ha iniziato oggi una visita di tre giorni scegliendo come prima tappa il Gujarat dove è stato accolto con tutti gli onori dal premier indiano Narendra Modi, in veste di padrone di casa, visto che prima di salire al potere nel maggio scorso è stato alla guida dello stato nord occidentale per oltre dieci anni. Le aspettative di questa missione, che giunge a otto anni da quella dell'allora presidente Hu Jintao, sono concentrate in particolare sul lato degli investimenti pubblici e privati. Con circa tremila miliardi di dollari di riserve in valuta estera, Pechino ha le tasche gonfie di denaro che potrebbe essere speso nella costruzione delle infrastrutture di cui l'India ha bisogno nei prossimi anni per sviluppare la sua industria e eliminare la piaga della povertà. Si prevede che durante la visita di Xi, saranno firmati accordi bilaterali per decine di miliardi di dollari in parchi industriali, città 'intelligenti', treni ad alta velocità e nella bonifica dei fiumi, tra cui il Gange. A poche ore dall'arrivo del leader ad Ahmedabad, la principale città del Gujarat, sono già state siglate tre intese, tra cui un gemellaggio con Guangzhou. Oltre 20 contratti di aziende cinesi e indiane per un valore di 3,4 miliardi di dollari sono stati conclusi a New Delhi oggi nel corso di un summit economico. Grazie a un interscambio di 65 miliardi di dollari, la Cina è diventata nel 2011 il primo partner commerciale superando l'Unione Europea e l'obiettivo è arrivare presto al traguardo dei 100 miliardi, nonostante il rallentamento del pil indiano sceso al di sotto del 5%. In un articolo su The Hindu oggi, Xi rilanciava le relazioni tra i due giganti asiatici definendoli come "la fabbrica del mondo" e il 'back-office del mondo', riferendosi alla capacità manifatturiera della Cina e a quella di gestione informatica dell'India. Tuttavia, mentre sul piano economico prevale un approccio pragmatico, su quello politico Pechino e New Delhi continuano a guardarsi con diffidenza. La visita di Xi, che domani proseguirà nella capitale dopo la cena sulle rive del fiume Sabarmati di Ahmedabad offerta da Modi che oggi compie 64 anni, è stata preceduta da una serie di incursioni cinesi in territorio indiano nella remota regione a maggioranza buddista del Ladakh. L'India, che nel 1962 ha combattuto una mini guerra con i cinesi sui confini tuttora non delimitati, ospita inoltre il governo tibetano in esilio e il suo leader spirituale, il Dalai Lama. Proprio oggi, a New Delhi, la polizia ha arrestato una decina di dimostranti tibetani davanti all'ambasciata della Cina, che gridavano slogan contro il presidente Xi. E domani le autorità indiane hanno dispiegato un massiccio cordone di protezione lungo il percorso della delegazione cinese che toccherà almeno dieci località della capitale a partire dal mausoleo del Mahatma Gandhi. (ANSA)
YGC/

martedì 16 settembre 2014

Italiani n prigione a Varanasi, Corte Suprema rinvia appello di un mese

Su ANSA
NEW DELHI, 16 SET - Ennesimo rinvio per il ricorso di terzo grado presentato da Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, i due italiani condannati in India all'ergastolo per aver ucciso un amico nel 2010 durante una vacanza a Varanasi, la città sacra sul fiume Gange. La Corte Suprema, il massimo organo giudiziario di New Delhi, aveva fissato per oggi una nuova seduta dopo lo slittamento di una settimana fa quando il caso non era stato discusso per mancanza di tempo. Ma quando è arrivato il turno della causa, in agenda con il numero 12, il legale Haren Rawal non si è presentato perché impegnato in un'altra arringa. Il disguido ha quindi causato l'aggiornamento del processo tra quattro settimane. Tuttavia, come si è appreso dopo la seduta, i legali di Bruno e Boncompagni, tenteranno mercoledì mattina, con una richiesta orale al "chief justice" R.M. Lodha, di anticipare la discussione. Il ricorso contro la sentenza di secondo grado emessa da un tribunale di Allahabad (Uttar Pradesh) è pendente presso la Corte Suprema da oltre un anno. Nonostante sia stato regolarmente calendarizzato dalla Corte, il caso non era mai stato discusso nel merito per mancanza di tempo. Il rinvio è stato una vera e propria doccia fredda per i genitori dei due giovani, Euro Bruno e Romano Boncompagni, che si trovavano fuori dai cancelli della Corte in attesa di notizie da parte dei legali. I due genitori erano assistiti dall'ambasciatore d'Italia a New Delhi Daniele Mancini. "Non ho parole per commentare la mia amarezza e il mio sgomento per lo stato della giustizia indiana" ha detto all'ANSA il padre della torinese Elisabetta trattenendo le lacrime e la rabbia per il nulla di fatto. "Speravamo davvero che questa fosse la volta buona - ha aggiunto - e invece sono di fronte all'ennesimo rinvio dopo un lungo anno di attesa. Non so come dirlo a Elisabetta". Stessi sentimenti di delusione anche per Bruno, che ha lasciato la moglie Marina a Varanasi. In quattro anni di battaglie giudiziarie, i coniugi Bruno si sono recati in India oltre 20 volte per fare visita ai due giovani in carcere (che non possono ricevere telefonate) e per seguire le varie fasi processuali. "Se il caso non viene discusso in fretta - ha spiegato Bruno - nei prossimi mesi ci saranno importanti festività in India che potrebbero allungare ancora di più i tempi di questa odissea giudiziaria". I due italiani erano partiti da Londra all'inizio del 2010 per un viaggio insieme a Francesco Montis, compagno di Elisabetta che nella notte del 4 febbraio si sentì male in un albergo di Varanasi. Gli amici lo portarono subito all'ospedale dove però fu dichiarato morto. Tomaso, che all'epoca 27 anni, e Elisabetta, 36 anni, vengono arrestati con l'accusa di aver strangolato l'amico per motivi passionali. Ma le prove, a partire dall'autopsia, sono molto lacunose e contraddittorie. Secondo i due giovani, condannati all'ergastolo un anno dopo e la cui pena è stata riconfermata nel 2012 dall'Alta Corte di Allahabad, Montis è morto per asfissia a causa di un attacco asmatico. 

domenica 3 agosto 2014

Gujarat, ogni giorno cento bambini nuotano per andare a scuola

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Ogni giorno oltre cento bambini di un povero distretto del Gujarat, lo stato del premier Narendra Modi nell'India nord occidentale, sono costretti ad attraversare un fiume infestato da coccodrilli e percorrere circa 5 chilometri a piedi per andare a scuola, in mancanza di un ponte che aspettano da ormai sette anni. Alle sette del mattino, racconta il quotidiano The Indian Express dopo la storia è rimbalzata in prima pagina, 125 piccoli alunni che vivono nei 16 villaggi del distretto tribale di Chhota Udepur sono costretti a guadare il fiume, con l'aiuto di giare di plastica dove stipano libri e vestiti asciutti, nuotando per circa 600 metri in un tratto infestato dai coccodrilli, per raggiungere l'altra sponda. Poi da lì proseguono a piedi per cinque chilometri per arrivare finalmente nell'unico centro abitato della zona dove sorge la loro scuola. E ogni pomeriggio, finite le lezioni, fanno il percorso al contrario, per tornare a casa. Un genitore li accompagna nella traversata che dura circa 30 minuti e che adesso, con le piogge monsoniche, richiede buone capacità natatorie. "Qualche volta dei bambini sono stati trascinati via dalla forte corrente - racconta Nagin Baria, il padre di una bambina - ma per fortuna siamo sempre riusciti a recuperarli in tempo". Schiere di genitori sulle sponde seguono ogni giorno con ansia l'attraversamento. Quell'area del fiume - come se non bastassero le insidie elle correnti - è anche popolata da coccodrilli, che rappresentano un pericolo costante. Da circa sette anni la gente del posto chiede la costruzione di un ponte per collegare i villaggi, ma nonostante le promesse e un progetto già approvato, non sono mai stati iniziati i lavori. Nel 2009, un responsabile locale ha anche rivolto un appello a Modi: che per oltre dieci anni ha governato il Gujarat, uno stato definito un 'modello' per lo sviluppo industriale, ma dove ci sono ancora vaste aree di povertà soprattutto nelle zone popolate da comunità tribali.

sabato 2 agosto 2014

LIBRI/ Ex ministro Natwar Singh, °Sonia Gandhi ambiziosa e autoritaria"

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Sonia Gandhi è una leader "ambiziosa, autoritaria e implacabile". Così l'ex ministro degli Esteri Natwar Singh ha definito la famosa donna politica italo-indiana in una autobiografia appena pubblicata e che ha destato molto scalpore. Nel libro di memorie che si intitola 'One life is not enough' (Una vita non è abbastanza), l'83enne Singh, che di Sonia è stato in passato il braccio destro, lancia un durissimo attacco alla Gandhi svelando oltre due decenni di retroscena sulla vita politica e privata della potente presidente del Congresso e vedova dell'ex premier Rajiv Gandhi assassinato nel 1991. "Fin da quando ha messo piede in India - scrive - è stata trattata come una regina e si è comportata come una prima donna. Si è trasformata con gli anni da donna timida, insicura e diffidente in una leader ambiziosa, autoritaria e implacabile". Singh, esautorato nel 2005 dopo lo scandalo 'Oil for food' in Iraq, rivela che il potere di Sonia nel partito è indiscusso. "Nessuno è stato presidente del Congresso per 15 anni e il suo controllo è totale - continua - perfino più rigido e più stabile di quello di Nehru", che fu leader storico del Paese. E poi "non c'è nessuno che ha il coraggio di biasimarla o criticarla per i fallimento o le sconfitte del suo partito". In un poscritto, l'ex ministro rivela inoltre che la Gandhi e la figlia Priyanka lo scorso 7 maggio gli fecero visita per chiedergli di non pubblicare le memorie.

venerdì 1 agosto 2014

New Delhi/ Tribunale blocca i risciò elettrici, sono 'illegali'

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Un tribunale di New Delhi ha sospeso la circolazione dei risciò elettrici nella capitale dopo un incidente che ha causato la morte di un bambino di tre anni. Lo riferisce oggi The Times of India. Secondo l'Alta Corte di Delhi, che si è pronunciata ieri su un ricorso, questi veicoli a tre ruote alimentati da batterie elettriche sono 'illegali' perché non sono considerati alla stregua degli altri mezzi a motore e quindi non sono regolamentati. Dopo la loro introduzione nel 2008 per ridurre l'inquinamento atmosferico, gli eco-risciò hanno invaso le strade delle capitale e secondo le stime sono dai 100 ai 200 mila. "Fino a quando non ci sarà una legge specifica - hanno detto i giudici - questi mezzi non possono circolare". La sospensione è stata decisa fino al 14 agosto quando il tribunale ha fissato una nuova udienza. Ieri un bambino di tre anni è caduto in un pentolone di olio bollente dopo essere stato urtato da un eco-risciò in una strada nell'est di New Delhi. La madre, che ha tentato di salvarlo, ha riportato gravi ustioni a mani e braccia.

sabato 19 luglio 2014

Arundhati Roy: Mahatma Gandhi "accettava sistema caste", è polemica

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La scrittrice Arundhati Roy, una delle intellettuali più famose e anticonformiste in India, ha attaccato questa volta il Mahatma Gandhi, il padre della nazione e simbolo del pacifismo mondiale. Secondo l'autrice del romanzo 'Il Dio delle Piccole cose', l'apostolo della non violenza "accettava l'odioso sistema delle caste" che ancora oggi domina la vita sociale del gigante asiatico e che per molti è un argomento tabù. "Su Gandhi ci hanno raccontato un sacco di bugie - ha detto ad una conferenza in Kerala - se si pensa che la sua dottrina della non violenza era basata sull'accettazione di una delle più brutali forme di gerarchia sociale, le caste". E poi ha anche criticato la prassi, molto usata in India, di dedicare le istituzioni scolastiche al Mahatma. "Dobbiamo davvero - si è chiesta - dedicargli le nostre università?". Come era previsto, la denuncia della 52enne Roy - pur già sollevata in passato da biografi fuori dal coro - ha scatenato le ire dei seguaci di Gandhi, di storici ortodossi e anche dell'ultrasecolare partito del Congresso, che ha raccolto la sua eredità politica. Un dirigente, Ghulam Nabi Azad, ha invocato "seri provvedimenti contro chi manca di rispetto" all'eroe dell'indipendenza indiana, celebrato in tutto il mondo. Tra l'altro una statua del leader indipendentista comparirà presto perfino davanti al palazzo di Westminster. Per giustificare la sua tesi, la Roy ha citato uno libro del Mahatma sugli 'intoccabili' in cui si legge che "uno che pulisce le latrine dovrebbe sempre rimanere tale". L'intellettuale, che vive a New Delhi, si riferisce al saggio "The Ideal Banghi" (1935) in cui l'apostolo della non violenza sostiene che "il compito di un bramino è di occuparsi della pulizia dell'anima, mentre il banghi ('intoccabile') si occupa dei corpi della società". A questa casta infatti è affidato il contatto con gli escrementi e con i cadaveri. Contro di lei sono insorti studiosi gandhiani che l'hanno invece accusata di 'ignoranza' e l'hanno invitata a leggere l'autobiografia 'Storia dei miei esperimenti con la verità' dove Mohandas Karamchand Gandhi racconta di aver pulito lui stesso i bagni del suo ashram dopo che la moglie Kasturba (che apparteneva come lui a una casta alta) si era rifiutata di farlo perchè era un compito che spettava ai 'paria'. In realtà la questione delle caste nel pensiero gandhiano è abbastanza controversa, come lo sono altri aspetti, tra cui i suoi "esperimenti" con l'astinenza sessuale e la sua presunta omosessualità rivelata di recente in uno scambio epistolare con un culturista tedesco. Va ricordato, inoltre, che i 'dalit', gli 'intoccabili', non hanno mai riconosciuto il Mahatma come un leader per la garanzia dei loro diritti. Di recente, la Roy ha 'riscoperto' il personaggio di B.R. Ambedkar, costituzionalista e contemporaneo di Gandhi, ma 'intoccabile' e per questo vero' eroe di milioni di dalit indiani. L'ultima sua pubblicazione è un saggio introduttivo - "Il Dottore e il Santo" - a una nuova edizione di un famoso discorso di Ambedkar in cui si mettono in luce alcuni aspetti contraddittori della personalità del Mahatma proprio sulle discriminazioni castali. Qualche anno fa la scrittrice pacifista aveva 'osato' toccare un altro tema sensibile per New Delhi sostenendo il diritto all'indipendenza del Kashmir, la regione himalayana a maggioranza mussulmana divisa tra India e Pakistan. Era stata denunciata per "sedizione" contro lo Stato.

giovedì 10 luglio 2014

Modieconomics, Budget 2014-15 punta a crescita e contenimento deficit

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Ad un mese e mezzo dall'insediamento, il governo di Narendra Modi ha presentato la sua ricetta per rilanciare la crescita dell'India e portare quei "bei giorni" promessi dopo il trionfo elettorale della destra sul partito laico di Sonia Gandhi. La 'Modieconomics" è contenuta nella Finanziaria 2014-15 illustrata oggi dal ministro delle Finanze Arun Jaitley nel suo esordio in Parlamento e approvata dall'assemblea legislativa. L'obiettivo da inseguire "senza esitazione", come ha detto, è la ripresa economica dopo due anni di stagnazione, ma con un occhio attento al contenimento del deficit. E' quindi una manovra espansiva, ma non spendacciona che alla fine è riuscita ad accontentare tutti, dagli industriali fino ai pensionati che si ritrovano più soldi in tasca grazie all'innalzamento del livello di esenzione fiscale. In altre parole, il compito del neo governo del Bjp è di rimettere in piedi l'elefante indiano che, dopo una stagione in cui sembrava aver messo le ali, si era schiantato al suolo, tra il fuggi fuggi degli investitori stranieri. Il ministro delle Finanze si è posto come obiettivo nei prossimi tre anni di risalire a un pil del 7-8% con l'aiuto probabilmente della ripresa globale e, nello stesso periodo, di arrivare a una riduzione del deficit al 3% del Pil. Si tratta di un piano ambizioso come ha ammesso lo stesso ministro nel suo intervento durato due ore e un quarto. "E' una grande sfida quella che ho davanti - ha detto - perché dobbiamo rilanciare la produzione manifatturiera e i piani di opere pubbliche. Ma dobbiamo nello stesso tempo osservare una prudenza fiscale perché non possiamo spendere oltre i nostri mezzi". E' la classica quadratura del cerchio che l'India cerca con un miscela equilibrata di misure sul lato della spesa e su quello delle entrate. Alla vigilia, la stampa indiana aveva scritto che sarebbe stata una "medicina amara", ma in realtà poi l'austerity è molto annacquata. Jaitley ha annunciato stanziamenti per aiutare le start up, per costruire 100 "smart city", per la rete autostradale e per una miriade di progetti, dalla pulizia dei fiumi sacri fino a una televisione dedicata ai contadini. A questo proposito, l'attenzione all'agricoltura, la "Cenerentola" indiana, è doverosa quest'anno a causa dello scarso monsone che sta mettendo a rischio i raccolti. Lo Stato si è mostrato generoso anche con le Forze armate che avranno a disposizione un budget più ricco del 12% per la modernizzazione degli armamenti. Sempre per quando riguarda la Difesa è stato aumentata al 49% la quota massima di capitali stranieri ammessi nelle joint venture per la produzione di materiale bellico. La liberalizzazione ha anche toccato il settore delle assicurazioni, rimasto finora un 'intoccabile', dove la partecipazione di investimenti diretti dall'estero (Fdi) è salita al 49% anche in questo caso. Sul fronte delle entrate, la "Modieconomics" è un po' carente perché, come alcuni hanno fatto notare, non è ben chiara la strada per rimettere in sesto i conti. La riforma delle tasse e dei sussidi statali, che era una delle grandi incognite di questa Finanziaria, è stata rimandata. Il ministro delle Finanze ha invece preferito fare un regalo alla classe media aumentando la soglia di reddito imponibile e quindi dando una mano ai consumi. Una grossa somma arriverà da un maxi piano di privatizzazioni, che comprende anche quote delle banche pubbliche. Per concludere, l'esordio di Modi non ha convinto per nulla Standard & Poor's che lo scorso anno aveva minacciato di declassare a 'spazzatura' il debito indiano. L'agenzia di rating ha detto che il budget è "troppo cauto per quanto riguarda le riforme strutturali" e che quindi il giudizio per ora non cambia. Delusione anche alla Borsa di Mumbai che dopo un momento di esaltazione dopo il discorso di Jaitley ha chiuso in rosso.

venerdì 18 aprile 2014

Nepal: valanga su Everest, morti 13 sherpa, diversi dispersi

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Nell'ennesima tragedia sull'Everest, sempre più affollato, almeno 13 alpinisti nepalesi hanno perso la vita e altri quattro sono dispersi sotto una valanga che all'alba ha colpito una delle 'vie' per la conquista del tetto del modo. La maggior parte delle vittime appartengono alla comunità degli 'sherpa', le guide alpine che sono al servizio delle spedizioni internazionali e che al momento della sciagura erano impegnati ad attrezzare una 'pista' di salita in una zona chiamata 'Icefall' (cascata di ghiaccio) appena sopra il campo base a una quota di circa 5.800 metri. Si tratta di un punto di passaggio obbligato per salire al campo 1 e 2. Da quanto si è appreso, fin dalla notte circa 50 uomini stavano fissando corde e altro materiale per facilitare l'attraversamento dei profondi crepacci quando da una parete chiamata 'west shoulder' si sono improvvisamente staccati dei grossi blocchi di ghiaccio e neve. La zona è una delle più pericolose per la caduta di valanghe, secondo gli esperti. Diversi "sherpa" sono stati trovati ancora vivi e salvati dai soccorritori. Tre di loro, tuttavia, sono rimasti gravemente feriti e sono stati trasportati con l'elicottero prima al campo base e poi a Kathmandu. Domani continueranno le ricerche per individuare i dispersi, ma è difficile che si possano trovare dei sopravissuti sotto la spessa coltre di detriti. La sciagura è una delle più gravi mai successe sull'Everest e riapre di nuovo pesanti interrogativi sullo sfruttamento della montagna considerata 'sacra' per i buddisti. Quest'anno, oltre 300 alpinisti stranieri hanno chiesto il costoso permesso per la scalata che è possibile solo in alcune 'finestre' di beltempo tra aprile e maggio. Ad assisterli ci sono circa 600 sherpa e altro personale. In questi giorni molti di loro hanno già raggiunto il campo base, dove sorge anche la Piramide-laboratorio del Cnr, per l'acclimatamento. Commentando l'incidente, il re degli Ottomila, Reinhold Messner ha riaperto la vecchia polemica del 'turismo alpinistico' sull'Everest. Le guide nepalesi uccise sono vittime di "un incidente sul lavoro - ha detto - e non di un incidente alpinistico". "Erano lavoratori stradali - ha aggiunto - che preparano le piste per gli operatori turistici". Messner ha poi ricordato che la tragedia ha colpito soprattutto giovani padri di famiglia che vivono di questo" e "pertanto dovremmo chiederci se il turismo alpinistico in queste circostanze sia giustificabile". Tra l'altro, molti degli sherpa colpiti dalla sciagura erano impegnati nell'assistenza all'impresa sportiva dell'americano Joby Ogwyn, amante degli sport estremi, che prevede di salire sulla vetta l'11 maggio e poi di lanciarsi in volo libero con una speciale tuta alare per un programma televisivo di Nbc e Discovery Channel

mercoledì 16 aprile 2014

Corte Suprema indiana riconosce gli 'eunuchi' come 'terzo sesso'

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http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/un-insolito-trans-trans-in-india-la-corte-suprema-riconosce-i-diritti-civili-dei-75649.htm

martedì 15 aprile 2014

Corte Suprema riconosce il terzo sesso, vittoria per gli hijra

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Con una rivoluzionaria sentenza, la Corte Suprema indiana ha riconosciuto oggi il diritto dei transessuali a essere considerati come "terzo sesso" sui documenti legali, come passaporto o patente, e a godere degli stessi diritti degli altri cittadini sanciti dalla Costituzione. Accogliendo un ricorso collettivo presentato due anni fa, i giudici hanno affermato che "è diritto di ogni essere umano scegliere il proprio genere sessuale". I transessuali, o 'hijra' come sono chiamati in hindi, saranno quindi liberi di identificarsi in una terza categoria che non è quella di maschio o femmina. Con questo verdetto, l'India diventa uno dei pochi Paesi al mondo che prevede il "terzo genere". Il Nepal, il Bangladesh e il Pakistan, dove ci sono delle grandi comunità di 'hijra', hanno già seguito la stessa strada in passato. Una sezione del massimo organo giudiziario, composta dai giudici K.S.Radhakrishnan e A.K.Sikri, ha stabilito che i transessuali devono avere gli stessi diritti degli altri cittadini e che devono essere considerati come minoranza da tutelare. Il che significa che possono accedere alle 'quote riservate' ad alcune minoranze e caste inferiori nelle scuole e nella pubblica amministrazione nell'ambito delle politiche di discriminazione positiva. E' previsto che abbiano accesso al sistema sanitario e anche il diritto a usufruire di bagni pubblici separati. La Corte, inoltre, ha chiesto al governo e agli Stati di avviare programmi di 'welfare' e campagne di sensibilizzazione. Secondo diverse stime ci sono dai 3 ai 5 milioni di 'hijra' in India, una ampia categoria che comprende dai travestiti fino ai castrati, una brutale pratica che è rimasta fino ai nostri tempi. Molti sono coinvolti nella prostituzione o vivono di elemosine che raccolgono durante feste di matrimonio e varie celebrazioni dove sono considerati di 'buon auspicio'. Come ha riconosciuto la Corte, sono però largamente discriminati e anche spesso vittime di abusi nella società indiana che ha ancora molti pregiudizi su omosessuali e transessuali. Il loro ostracismo risale a una legge del 1871, nel periodo coloniale britannico, che li considerava come 'criminali'. La comunità di transessuali e i difensori di diritti umani hanno accolto oggi con soddisfazione la sentenza della Corte Suprema che li riconosce "terzo genere sessuale", ma sono convinti che ci vorrà ancora tempo per essere accettati dalla società. "Questo verdetto è giusto perché ci riconosce come terzo genere - ha detto Shaila Jaan, un transessuale intervistato dall'agenzia di stampa Ians - ma temo che ci sarà sempre discriminazione. Le cose possono migliorare solo se la gente cambierà la sua mentalità verso di noi. C'è bisogno di sensibilizzare l'opinione pubblica e di una modifica del sistema scolastico". La sentenza ridà speranza alla battaglia della comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) diretta a ottenere l'abolizione del vecchio e obsoleto articolo 377 del Codice penale indiano che vieta il 'sesso contro natura' come la sodomia e la fellatio. Rovesciando una precedente decisione di una corte inferiore del 2009, lo scorso dicembre la Corte Suprema aveva reintrodotto la disposizione in base alla quale i rapporti tra omosessuali sono illegali.

martedì 8 aprile 2014

Elezioni 2014/ Domani seconda tappa in quattro stati del Nord Est

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Domani la gigantesca macchina elettorale indiana si rimette in modo nel Nord-Est per la seconda tappa delle legislative, mentre in Kerala, che va al voto giovedì, il leader della destra Narendra Modi è tornato a battere il chiodo dei marò nell'ennesimo attacco al partito rivale del Congresso. In un comizio nella città costiera di Kasargod, dove c'è una prevalenza di pescatori, il governatore del Gujarat si è di nuovo chiesto perché i due Fucilieri di Marina "non sono in prigione" chiamando in causa questa volta il premier Manmohan Sigh, il ministro della difesa A.K. Antony e il "chief minister" del Kerala Oommen Chandy. Per il Kerala oggi era l'ultimo giorno della campagna elettorale e ovviamente Modi non ha perso l'occasione di assestare un'ultima staffilata al Congresso che è al potere nello stato meridionale dove è avvenuto l'incidente del 15 febbraio 2012. La seconda delle nove giornate elettorali coinvolgerà domani oltre 11 milioni di aventi diritto al voto in sei circoscrizioni nei quattro Stati nord orientali dell'Arunachal Pradesh, Nagaland, Manipur e Meghalaya. Si tratta di regioni isolate popolate da gruppi tribali al confine con Bangladesh, Cina, Bhutan e Myammar, dove sono attivi diversi gruppi guerriglieri separatisti e per questo le operazioni si terranno con la protezione di un massiccio cordone di sicurezza. Il voto di un quinto stato, il piccolo Mizoram, era previsto domani, ma è slittato a venerdì a causa di uno sciopero di tre giorni di alcune associazioni che si battono per i diritti di una comunità di indigeni rifugiati nel vicino stato di Tripura. Intanto a New Delhi, dove stasera si è chiusa la campagna con gli ultimi appelli, è salita la tensione dopo che il leader del Partito dell'Uomo Comune (Aam Admi Party o Aap), Arvind Kejriwal, considerato un "Beppe Grillo indiano" per le sue battaglie contro la classe politica corrotta e i potentati economici, è stato schiaffeggiato a New Delhi da un conducente di un risciò a motore che si è sentito 'tradito' perché dopo appena 49 giorni l'Aap ha fatto cadere il governo a New Delhi dove aveva trionfato nelle amministrative di dicembre. Kejriwal, che era già stato aggredito in strada da un altro ex sostenitore quattro giorni fa, ha definito l'attacco "un complotto degli avversari". La giornata di giovedì, terza tappa, sarà un 'Super Thursday' con 91 circoscrizioni in lizza (sui 543 seggi della Camera bassa o Lok Sabha) tra cui le sette di New Delhi e le 20 del Kerala. Lo scontro si sposterà poi a Varanasi, la città santa sul Gange nota anche come Benares, che il 12 maggio chiuderà la maratona elettorale e che vede lo scontro "epico" tra Keriwal e Modi, entrambi candidati. Proprio oggi il Congresso ha scelto di schierare l'attivista Ayay Rai contro le due star politiche che hanno promesso una battaglia all'ultimo sangue. La battaglia elettorale per la conquista del 16esimo Parlamento indiano entra quindi nel vivo e il leader Modi, favorito nei sondaggi, non risparmierà certo altri colpi bassi contro il duo Sonia-Rahul Gandhi usando come argomento la questione dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. In Kerala l'attacco è stato molto prevedibile dato che la vicenda dell'Enrica Lexie è un tema ancora molto sensibile nello stato meridionale e facile da "cavalcare" per il politico indù nazionalista. Parlando dalla città di Kasargod, il leader del Bharatya janata party (Bjp) ha accusato il premier Manmohan Singh, il ministro della Difesa A.K. Antony (che è un keralese) e il governatore Oommen Chandy di "aver permesso ai due marines italiani che hanno ucciso due pescatori del Kerala e del Tamil Nadu di lasciare il Paese" riferendosi ai due permessi concessi dalla Corte Suprema nel dicembre 2012 e nel febbraio 2013. Ripetendo quanto aveva già detto in un precedente comizio, Modi si è chiesto: "possono dirmi questi tre leader in quale prigione indiana sono tenuti gli italiani?". Secondo il candidato della destra, il Congresso avrebbe riservato un trattamento privilegiato ai due italiani che dal 18 gennaio 2013 si trovano in libertà provvisoria dietro cauzione nell'ambasciata d'Italia a New Delhi su ordine della stessa Corte Suprema. Rispondendo agli strali del governatore del Gujarat, il ministro Antony aveva detto che Modi stava facendo "accuse prive di fondamento e questo prova che non ha le qualità per diventare primo ministro".

giovedì 20 marzo 2014

Reportage/Marò, il mare sta inghiottendo il villaggio del pescatore Ajeesh

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POOTHURAI (TAMIL NADU), 20 MAR - Il villaggio di uno dei due pescatori indiani morti nell'incidente con la petroliera Enrica Lexie che ha coinvolto i due maro' italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Giorne rischia di scomparire a causa della massiccia erosione della costa nello stato meridionale del Tamil Nadu. Circa 80 famiglie sono senza rimaste senza tetto dopo le alluvioni che hanno colpito l'India meridionale l'estate scorsa. Centinaia di altre case sul litorale sono minacciate dall'avanzamento del mare. Tra queste c'e' anche l'abitazione della famiglia di Ajeesh Pinku, la piu' giovane delle due vittime, dove vive una delle sorelle insieme a una zia e ad altri parenti. "Ogni anno, durante il monsone, il mare inghiotte una fila di case - dice all'ANSA padre Nicholas, parroco di Poothurai, un villaggio cristiano a circa 50 km a nord di Kanyakumari, la "punta dell'India", che lancia anche un appello perche' qualcuno si occupi degli sfollati che si trovano ora in un centro di accoglienza. "Questa gente vive esclusivamente di pesca - aggiunge - e se perdono l'unico mezzo di sostentamento che hanno sono ridotti alla fame". La spiaggia e' completamente sparita e l'attivita' di pesca e' impraticabile. Per questo, gli uomini, come Pinku e gli altri compagni del peschereccio St. Antony, vanno a lavorare nel vicino Kerala dove il pesce e' piu' abbondante e si guadagna di piu'. Per proteggere le case dalla furia del mare, il governo del Tamil Nadu un anno fa ha deciso di creare una scogliera frangiflutti di alcuni chilometri. Ogni giorno arrivano dei camion che scaricano grossi massi in mare. Secondo il parroco, la colpa del disastro e' da ricercare nella costruzione in corso di un mega porto a Kolachel, un centro qualche chilometro piu' a sud, che "ha spostato la direzione delle correnti marine". Ma non si esclude anche l'effetto del cambiamento climatico che sta provocando un progressivo innalzamento del mare Arabico. L'erosione interessa anche anche la costa orientale del Tamil Nadu, pesantemente colpita dallo tsunami del 2004, ma e' un fenomeno poco studiato e anche poco noto al grande pubblico. "Questa e' una zona di 'frontiera' lontano dal capoluogo di Chennai - spiega ancora padre Nicholas - che e' trascurata dal governo locale e anche dalle organizzazioni non governative". La casa del pescatore Ajeesh, l'unica imbiancata di fresco, e' nell'adiacente villaggio di Erayumanthurai dove 4 mila famiglie vivono tra quello che rimane della spiaggia e un fiume circondato da palmeti e bananeti in un paesaggio idilliaco, se non fosse per il contrasto con i danni visibili dell'erosione costiera'. La maggiore delle due sorelle, Abhinaya Xavier, 19 anni, si e' sposata con un pescatore di Poothurai, nel giugno dello scorso anno. La dote e' stata pagata con una parte della donazione di 10 milioni di rupie (all'epoca 150 mila euro) dell'Italia. "E' stato un buon matrimonio - ci dice la zia Jenet che e' quella che si e' presa cura di Ajeesh e delle due sorelline dopo la morte dei genitori, circa dieci anni fa. Aguna Xavier, 17 anni, e' invece a casa e vorrebbe studiare informatica. Dalla finestra dell'abitazione si vede il mare che e' a una decina di metri dietro alla scogliera di protezione costruita dopo lo tsunami. Di fianco si scorge una costruzione sventrata in una mareggiata che non e' mai stata riparata. Su una parete rosa ci sono i ritratti laminati di due coppie di sposi abbracciati sullo sfondo di finti paesaggi bucolici, mentre su un altro lato ci sono quelli dei cari estinti con le ghirlande di fiori di plastica. Oltre ad Ajeesh, ci sono l'unico figlio della zia Jenet, travolto da un camion nel 2003 mentre andava a vendere il pesce e un altro parente scomparso in mare. Una cugina di Aguna mostra un quaderno con i ritagli delle cronache dell'incidente con la petroliera. C'e' una foto della Enrica Lexie e una della salma del fratello mentre sta per essere benedetto dal parroco. Spunta anche una copia del settimanale Oggi dove c'e' un servizio sui maro' con una foto di lei e della sorella. Nella "tsunami colony" di Pootharai, abita anche Freddy Bosco (il nome deriva da don Giovanni Bosco), che pero' e' a Kochi a pescare. Sono in Kerala anche gli altri colleghi di Ajeesh e del timoniere Jelastine Valentine, la seconda vittima dell'incidente avvenuto il 15 febbraio 2012 davanti alla costa di Kollam. Soltanto uno dei nove membri dell'equipaggio sopravissuti, Martin, 35 anni, non e' mai piu' tornato in mare perche' ha ancora paura. Tre mesi fa ha comprato un riscio' con un prestito e ha cambiato mestiere. Vive con moglie (ora incinta) e tre figli in una capanna dal tetto di paglia assegnata dal governo locale ai senza tetto. Dice di essere ancora sotto shock. "Ho visto Jelastine morire davanti a me - dice - ma ringrazio il Signore ogni giorno perche' mi sento molto fortunato".

martedì 11 marzo 2014

Reportage/ Peschereccio St Antony sta marcendo, polizia lo impacchetta

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NEENDAKARA (KERALA), 10 MAR - Il peschereccio St.Antony, teatro dell'incidente che ha coinvolto i due marò e in cui sono morti due pescatori indiani, e' ancora in stato di sequestro nel porto di Neendakara, nello stato meridionale del Kerala, ma a distanza di due anni e' in avanzato stato di degrado a causa delle intemperie e dell'incuria in cui e' tenuto. Per proteggerlo dalle imminenti piogge monsoniche, la polizia locale lo ha interamente avvolto con teli di plastica blu. "Dato che il legno stava marcendo e la struttura si stava rapidamente deteriorando - ha detto all'ANSA un poliziotto del commissariato che si trova all'interno del porto - e' stato deciso di coprire la barca con la plastica". L'imbarcazione si trova sulla sabbia, poco fuori dall'acqua. Dal telone traspare un pezzo dello scafo ormai molto deteriorato. E' circondata da altre barche piu' piccole usate saltuariamente dai pescatori. Nell'estate del 2012, il peschereccio, attraccato a una banchina, era quasi affondato ed e' stato salvato in extremis dal proprietario, Freddy Bosco, giunto apposta dal Tamil Nadu, suo Stato di origine, dove era tornato subito dopo l'incidente. In un'intervista all'ANSA, Freddy aveva detto che non aveva piu' voluto usare il peschereccio perche' temeva che la polizia lo accusasse di cancellare le prove, cioe' i fori dei proiettili. Secondo gli agenti, la protezione e' stata aggiunta dopo che la barca e' stata ispezionata dalla National Investigation Authority (Nia), la polizia speciale che ha condotto la nuova inchiesta sul caso e che e' ora contestata dai due fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone con una nuova petizione alla Corte Suprema. Lo scorso dicembre, la polizia del Kerala aveva anche deciso di rafforzare la sicurezza intorno alla barca dopo un allarme dei servizi segreti preoccupati di un presunto "attacco dal mare". "Da allora - spiega ancora il poliziotto mostrando un registro dei turni - abbiamo incaricato un agente di sorvegliare la barca 24 ore su 24 e piazzato una telecamera sul tetto del commissariato in modo da controllare ogni movimento sospetto". Gli uffici del commissariato sorgono a circa 50 metri dal peschereccio sequestrato. Nel porto di Neendakara, a circa dieci chilometri dalla cittadina di Kollam, operano circa 3 mila pescherecci e ogni giorno si tiene un importante mercato del pesce. Anche se sono passati oltre due anni, quasi tutti ricordano l'incidente della Enrica Lexie e le vicende giudiziarie a New Delhi. Appena ne parlano indicano con il dito la grande sagoma blu del St. Antony, circondato da alte erbacce e nugoli di cani randagi. 

mercoledì 5 marzo 2014

India, maratona elettorale dal 7 aprile al 12 maggio

Dopo cinque anni l'India, la piu' grande democrazia del mondo, si rimette in cammino con una maratona elettorale che partira' il 7 aprile e terminera' il 12 maggio. Oltre 814 milioni di indiani, dai piu' sperduti villaggi dell'HImalaya fino alle tribu' delle isole Andamane, sono chiamati a rinnovare i 543 seggi della Camera bassa (Lok Sabha). 
Per permettere questo gigantesco esercizio elettorale, il voto nei 29 Stati e cinque territori dell'Unione si terra' a tappe in nove diverse giornate. Il calendario, annunciato dalla Commissione elettorale  in una conferenza stampa oggi a New Delhi, e' stato messo a punto tenendo conto delle condizioni climatiche, della stagione dei raccolti e degli esami scolastici.
Ufficialmente da oggi l'India entra quindi in una fase di "paralisi" elettorale. Come previsto dai regolamenti, entra in vigore un rigido codice di condotta per il governo e per i partiti che impedisce qualsiasi iniziativa politica che possa influenzare l'elettorato.  E questo varra' molto probabilmente anche per eventuali decisioni di New Delhi in merito al ricorso dell'Italia alla Corte Suprema sulla vicenda dei maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
I risultati delle elezioni, che sono le sedicesime nella storia della nazione asiatica, si conosceranno il 16 maggio.  La legislatura scade il 31 maggio e quindi dal primo giugno si insediera' il nuovo Lok Sabha che dovra' a sua volta eleggere un primo ministro.
Il favorito e' il leader della destra  Narendra Modi, 'chief minister' del Gujarat e beniamino degli industriali, che appartiene al Bharatya Janata Party (Bjp), il partito dell'Opposizione indu nazionalista. Secondo tutti i sondaggi, lo storico partito del Congresso che e' al potere da dieci anni, sarebbe destinato a una secca sconfitta e con esso anche Rahul Gandhi, il figlio e delfino politico della leader Sonia Gandhi, che guida la campagna elettorale, ma che non si e' ufficialmente candidato al posto attualmente coperto dall'anziano economista Manmohan Singh.
Va pero' ricordato che anche nel 2004 il Bjp era dato per vincente negli 'opinion polls' e invece l'italo-indiana Sonia ha trionfato grazie all'appoggio delle masse delle campagne.
Oltre a due partiti maggiori, c'e' anche l'outsider Arvind Kejriwal, il "Beppe Grillo indiano" che guida un partito anti corruzione e che scalzato il Congresso nelle  amministrative di New Delhi a dicembre. Di recente e' anche nato un "terzo polo" formato da 11 partiti regionali. 
Circa 100 milioni di giovani voteranno per la prima volta e, secondo molti analisti, saranno determinanti per la futura maggioranza. Ma tutto dipendera' dalla loro partecipazione.
Il voto sara' elettronico e si terra' in 930 mila seggi elettorali, il 12% in piu' del 2009.  Per la prima volta, per quanto riguarda le legislative, gli elettori avranno la possibilita' di dichiarare la propria astensione pigiando sul tasto "None of the above" (nessuno di quelli sopra).
In alcuni stati, per ragioni logistiche, il voto si terra' in piu' giornate. Per esempio, nel popoloso Uttar Pradesh, che ha circa 200 milioni di abitanti e che esprime 80 seggi , l'esercizio si terra' in sei fasi.
Per la prima volta, andra' al voto anche il neonato Telangana, lo stato del polo informatico e farmaceutico di Hyderabad, nato quest'anno da una costola dell'Andhra Pradesh. 

  

giovedì 6 febbraio 2014

Marò/ Morte pescatori "ci dispiace, ma non siamo responsabili"

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NEW DELHI, 6 FEB - L'accusa di terrorismo "ci fa male, come militari professionisti e come italiani". Un po' imbarazzati davanti alla sfilza di telecamere e sfoggiando le divise di sottufficiali di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone oggi hanno raccontato per la prima volta la loro odissea in India respingendo le accuse di un crimine "di cui non siamo assolutamente responsabili", ma del quale "siamo dispiaciuti molto come uomini di mare". Seduti sotto la veranda dell'ambasciata d'Italia a New Delhi, con i berretti in fila su un tavolo di marmo intarsiato, i due marò hanno parlato del loro ruolo di "agenti di polizia giudiziaria" a bordo della Enrica Lexie, dell'"incontenibile" sostegno degli italiani e di quello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del ministro della Difesa Mario Mauro, che insiste sulla loro innocenza. E si sono anche sfogati per le accuse di terrorismo che pendono sulla loro testa e che sono al centro della crisi tra Italia e India. L'incontro con i giornalisti italiani, arrivati a New Delhi per seguire il ricorso presso la Corte Suprema, coincide con un momento cruciale della vicenda giudiziaria finita in un vicolo cieco a causa di quello che anche New Delhi riconosce essere stato "un errore", cioè aver affidato il caso alla polizia anti-terrorismo National Investigation Agency (Nia), obbligata ad applicare leggi draconiane come il Sua Act che prevede la pena di morte. Lunedì sarà "il giorno della verità", secondo l'inviato Staffan de Mistura, che oggi ha di nuovo ribadito le due "linee rosse" dell'esclusione del Sua Act dai capi di accusa e del rifiuto ad accettare altri rinvii, a meno che i due Fucilieri non siano rimandati in Italia in attesa del processo. Sul tema si è anche espressa in maniera chiara il ministro degli Esteri Emma Bonino. "I marò non sono terroristi né pirati", ha detto da Gibuti. Sulla vicenda giudiziaria i due fucilieri non si sono pronunciati, se non per respingere le accuse di aver ucciso i pescatori Jelastine Valentine e Ajesh Binki. "Siamo stati accusati di qualcosa che non abbiamo mai commesso - ha detto Latorre - ma prendiamo atto della perdita di due uomini di mare come lo siamo anche noi". "Anche noi viviamo sul mare - ha aggiunto - siamo cresciuti in città come Taranto e Bari che si affacciano sul mare, siamo anche pescatori, padri di famiglia e uomini, per questo ci dispiace molto. Ma non ci sentiamo assolutamente responsabili, siamo innocenti". I due militari pugliesi hanno poi descritto la loro funzione di "ufficiali e agenti di polizia giudiziaria a bordo delle navi mercantili", un ruolo a cui sono stati addestrati "a lungo" e che è importante per la sicurezza dei civili. Mentre la vita in Kerala era "quasi priva di contatti esterni", a New Delhi i due marò hanno avuto occasione di interagire con gli indiani. "Siamo stati sorpresi dal loro calore e dalla loro comprensione, anche quando non abbiamo chiesto nulla", ha detto Latorre, raccontando di quando sono stati loro offerti tè e pasticcini mentre erano in coda in un ufficio per il rinnovo del permesso di residenza che "sostituisce" temporaneamente il loro passaporto sequestrato dalla polizia. Girone ha invece ricordato il suo "professore" e "tutto un istituto scolastico" che lo stanno aiutando a conseguire il diploma di perito meccanico. I due Fucilieri, affiancati dall'ambasciatore Daniele Mancini e dall'addetto militare, contrammiraglio Franco Favre, hanno poi ribadito il loro apprezzamento per la visita della delegazione bicamerale ("quando vogliamo, sappiamo essere uniti") e "del sostegno degli italiani che c'è sempre stato fin dall'inizio", ma che ora "sembra incontenibile", secondo le parole di Latorre. In questi due anni (lo saranno il 15 febbraio) di detenzione "abbiamo scoperto nuove amicizie", "siamo cresciuti" e "abbiamo anche rafforzato il nostro rapporto", hanno confidato entrambi. E qui Latorre, emozionato, ha voluto ringraziare il compagno, il secondo capo Girone. "Sono passati due anni e abbiamo vissuto tanti momenti brutti. Lo voglio ringraziare davanti a tutti perché mi ha insegnato tante cose". Sorridendo, Girone, a sua volta, ha ricambiato e concluso con tocco di saggezza: "Ognuno di noi ha cercato di trarre insegnamento l'uno dall'altro".

Marò- Intervista per il telegiornale dell'ANSA

http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/italia/2014/02/06/Maro-siamo-India-ingiustamente_10024421.html?what=maro&from=0&nentries=24

martedì 7 gennaio 2014

Reportage/Goa: dai figli dei fiori agli yuppy indiani e russi

Pubblicato su La Stampa

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Da paradiso psichedelico degli hippy, seguaci della new age e sognatori in fuga dall'Occidente a nuova Las Vegas per ricchi indiani. Il mito di Goa, l'ex colonia portoghese nel sud dell'India famosa negli Anni 70 per i figli dei fiori è definitivamente tramontato.
Niente più spinelli e chitarre sulle spiagge, ma champagne e escort di alto bordo. Per gli yuppies di New Delhi, Mumbai o Bangalore Goa è il tempio del peccato, città del divertimento sfrenato e di piaceri proibiti nel resto del Paese.
TURISTA SULLA SPIAGGIA DI PALOLEM GOATURISTA SULLA SPIAGGIA DI PALOLEM GOA
Nella settimana tra Natale e Capodanno sono arrivati 300 mila indiani, soprattutto nelle spiagge del Nord, da Calangute ad Anjuna, che sono quelle più famose per le droghe e la vita notturna. Hanno fatto schizzare i prezzi degli hotel alle stelle e mandato in tilt il traffico.
Al mega festival di musica elettronica Sunburn, l'effigie di una dea indù dorata sormontava il palcoscenico dove per tre giorni si sono esibiti deejay da tutto il mondo, l'ingresso costava oltre 5 mila rupie, ovvero 58 euro, uno stipendio di un operaio, ma c'era il pienone.
«Quest'anno c'è stato un calo netto di turisti dall'Europa - dice Claudia, un'italiana che gestisce un ristorante a Palolem, nell'estremità sud, più incontaminata - ma è stato compensato dall'aumento di indiani e russi che sono una clientela molto diversa da quella a cui eravamo abituati».
Se si vuole vedere ancora qualche sopravvissuto della «beat generation» degli Anni 60, che arrivavano in India passando dall'Afghanistan, bisogna andare a Chapora, un villaggio di pescatori ai piedi di uno dei tanti forti costruiti dai portoghesi che sbarcarono su queste spiagge circa 500 anni fa con cannoni e crocifissi.
RE MAGI GOARE MAGI GOA
Al Sai Ganesh, un baretto che vende spremute di fianco a un albero sacro, si possono ancora incontrare degli «irriducibili» della beat generation, ormai di una certa età, con la barba bianca e le borse di tela a tracolla. Vengono a «svernare» qui, approfittando degli affitti a buon prezzo e di tre mesi di sole tropicale garantito.
Li si vede anche al mercatino delle pulci di Anjuna del mercoledì, altro luogo simbolo dei nostalgici di una Goa che non c'è più: gli ex capanni di paglia sono stati rimpiazzati da ristoranti lussuosi e le case dei pescatori sono diventati resort con aria condizionata.
Nel capoluogo di Panjm, la «Cannes dell'India» per via del festival del cinema che si tiene a novembre, si sono moltiplicati i casinò galleggianti che per 100 euro offrono cena, serata danzante e fiche per la roulette.
Il gioco d'azzardo non viene visto con favore dal centro-destra del Bharatya Janata Party (Bjp) che da un anno governa l'ex colonia. C'è chi vorrebbe chiudere i casinò, per evitare che la città si trasformi in una capitale del vizio. Lo scorso aprile è stata negata la licenza a un Playboy Club perché «trasmetteva volgarità».
MERCATO A GOAMERCATO A GOA
Dal 1961, quando le truppe indiane hanno «invaso» Goa con i bombardamenti, l'identità portoghese del milione e mezzo di abitanti si è andata sempre più affievolendo. Secondo le statistiche della Commissione Elettorale negli ultimi cinque anni, in media sei cittadini di Goa al giorno hanno chiesto il passaporto portoghese (a cui hanno diritto se nati prima del 1961) e restituito quello indiano in quanto non è prevista la doppia nazionalità.
«Se ne vanno perché qui non c'è lavoro e pensano di poter trovare fortuna in Europa, ma non hanno ancora capito che non è più così», afferma con amarezza Rex Fernandes, proprietario di un bar nel vecchio quartiere di Fontainhas. Qui si sente ancora parlare portoghese e ci sono le osterie dove si beve il porto dietro la chiesa di Nostra Signora dell'Immacolata Concezione, su una collinetta che era il punto di approdo dei mercanti prima di risalire il fiume Mandovi, dove era situata la vecchia Goa, la «Roma d'Oriente», per i suoi monumentali edifici sacri. «Il problema - spiega ancora - è che il business ce lo hanno portato via quelli di Mumbai e di New Delhi che vengono qui a comprare terreni e case».
MEGA FESTIVAL DI MUSICA ELETTRONICA SUNBURN GOAMEGA FESTIVAL DI MUSICA ELETTRONICA SUNBURN GOA
Da qualche anno, inoltre, i russi hanno letteralmente «colonizzato» alcuni centri turistici del nord scatenando la rabbia dei locali. Goa è diventata una delle destinazioni più gettonate per le loro vacanze. A dicembre ne sono arrivati 30 mila. Ogni giorno al piccolo aeroporto di Dabolim, che presto sarà trasferito in un nuovo scalo, arrivano cinque charter dalla Russia.
HIPPIES GOAHIPPIES GOA
«Hanno la forza dei muscoli e a noi non resta che subire - dice Fernandes -. Abbiamo sempre accolto tutti quanti, dagli hippies agli israeliani dopo il servizio militare, e sopportato ogni eccesso, ma non possiamo permettere che i russi ci levino il lavoro». Sono stati accusati di aver creato un servizio di taxi per trasportare i propri connazionali sulle spiagge di Morjim, battezzata la «piccola Russia» e dove i menù e le tastiere degli internet cafè sono in cirillico. Da diversi anni, inoltre, si parla di una mafia russa che controlla droga e prostituzione, ma Mosca ha sempre negato.
«C'è troppa corruzione ed è impossibile lavorare qui a Goa», taglia corto Pascal, emigrato da anni a Dubai, ma come molti rimasto fedele alle sue tradizioni religiose. A Chandor, paesino nell'entroterra, nel giorno dell'Epifania sfilano tre re Magi a cavallo scelti dalla parrocchia tra gli adolescenti del posto. «Quest'anno hanno selezionato mio nipote Marlon - spiega orgoglioso - e per la mia famiglia è davvero una benedizione».
La sospensione dello sfruttamento, decisa dalla Corte Suprema, delle abbondanti miniere di ferro, ha costretto Goa a ripiegare sul turismo. Lo sviluppo edilizio è selvaggio con conseguenze devastanti per l'ambiente e non solo. Tre giorni fa è crollato un palazzo di cinque piani in costruzione a Canacona, dove sorge Palolem, uccidendo 17 operai. Il residence con piscina, costruito da una società di Mumbai, era destinato ai nuovi ricchi di questa Las Vegas indiana.
FOTO DEL UN FRANCESE E UNAUSTRALIANA SI LAVANO SULLA SPIAGGIA DI BABAFOTO DEL UN FRANCESE E UNAUSTRALIANA SI LAVANO SULLA SPIAGGIA DI BABAHIPPIES A GOAHIPPIES A GOA


GOA SPIAGGIAGOA SPIAGGIAGOA SUNBURN FESTIVALGOA SUNBURN FESTIVAL