venerdì 17 aprile 2009

Frattini spiega agenda del G8 sul Times of India

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Per risolvere temi globali come la recessione economica mondiale, il cambiamento climatico e l’avanzare dell’estremismo islamico in Afghanistan e in Pakistan è necessario creare un “fronte comune” tra i principali attori sulla scena internazionale, compresa l’India. E’ il messaggio contenuto in un editoriale del ministro degli esteri Franco Frattini apparso oggi sul “Times of India”, uno dei principali quotidiani nazionali indiani in lingua inglese, intitolato “Partnership is The Key” e dedicato a delineare l’agenda della Farnesina per la presidenza italiana del G8. “In un mondo multipolare e complesso come quello di oggi, dobbiamo trovare soluzioni comuni a problemi comuni” scrive Frattini sottolineando la necessità di condividere il peso della “governance” mondiale.
“La presidenza italiana del G8 intensificherà il suo impegno a coinvolgere i Paesi del Processo di Heilegendamm, che comprende naturalmente l’India, e anche i Paesi africani” si legge nell’editoriale dove sono elencate quattro priorità in vista del vertice della Maddalena a luglio: il rilancio dell’economia e la riforma delle istituzioni di Bretton Woods, le politiche di sviluppo in Africa, il binomio energia e ambiente e la nuova strategia in Afghanistan.
Su quest’ultimo fronte è importante il coinvolgimento dell’India, che è uno dei Paesi donatori più importanti per Kabul, ma è anche uno dei paesi più vulnerabili dal terrorismo di matrice islamica, come ha mostrato la strage di Mumbai del novembre scorso. A Trieste il 26 giugno si terrà un vertice regionale sull’Afghanistan a cui parteciperanno i paesi del G8, India, Pakistan, Cina, le Repubbliche dell’Asia Centrale, Egitto, Turchia e qualche Paesi del Golfo. “Stiamo pensando anche di invitare l’Iran” scrive Frattini convinto che “se si coinvolgono tutti i maggiori attori nelle diverse aree di competenza, dal controllo dei confini, alla lotta al narco-traffico e al contrabbando di armi, è possibile creare un clima favorevole alla stabilizzazione non solo dell’Afghanistan, ma dell’intera regione”.

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