giovedì 24 giugno 2010

Sri Lanka sfida l'Onu, niente visto per la commissione d'indagine su crimini di guerra

Il governo srilankese non intende rilasciare i visti di ingresso ai tre esperti dell'Onu incaricati di far luce su quanto successo lo scorso anno nell'ultima fase dell'offensiva militare contro le Tigri Tamil. Lo ha detto il ministro degli esteri G.L. Peiris ai media locali. ''Non concederemo alcun permesso di entrata perche' pensiamo che non ne abbiamo bisogno'' ha detto. Il comitato presieduto dall'ex giudice indonesiano Marzuki Darusman, e' stato incaricato dal segretario generale Ban ki-Moon di verificare gli impegni presi dal governo sri lankese in merito alle denuncie di abusi contro i tamil. Ha quindi soltanto un ruolo consultivo e prevede indagini o interviste in loco.
Il governo del presidente Mahinda Rajapaksa si era duramente opposto a un intervento delle Nazioni Unite smentendo le accuse di violazioni dei diritti umani e nominando una propria commissione il mese scorso per verificare eventuali crimini commessi durante gli ultimi sette anni di guerra.
La decisione di Ban ki-Moon ha sucitato vivaci reazioni da parte delle leadership. Il primo ministro D.M. Jayaratna oggi ha detto che il governo non intende sottomettersi alla pressione internazionale specialmente da paesi ''delusi'' dalla fine della guerra in Sri Lanka, come riferito dal Daily Mirror. Parlando a una funzione militare, il premier ha -precisato che mentre il suo paese ha terminato una guerra con Ltte, altre nazioni stanno ancora lottando per sradicare il terrorismo.
Il conflitto etnico tamil-cingalese, durato tre decenni, ha causato circa 100 mila morti e devastato il nord e nord est dell'isola. Ma l'ultimo assalto contro i ribelli delle Tigri, asserragliati in pochi chilometri quadrati, sarebbe stato particolarmente cruento. Stime dell'Onu riferiscono di 7 mila civili morti nella fase finale della battaglia che ha causato un esodo della popolazione tamil ''rinchiusa'' in campi di internamento gestiti dai militari.

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