giovedì 13 gennaio 2011

Pakistan, Asia Bibi, fondamentalisti e legge blasfemia

Le misure di sicurezza intorno ad Asia Bibi, la cristiana condannata a morte per blasfemia, non ''sono sufficienti'' e la donna dovrebbe essere trasferita in un altro carcere piu' grande. Sono le conclusioni di un rapporto compilato dai servizi segreti e reso noto dal quotidiano Express Tribune, in una giornata carica di tensione per il dibattito sulla controversa disposizione legislativa e per la paura di ritorsioni contro esponenti del governo favorevoli a modifiche.
Da quando il suo caso e' salito alla ribalta della cronache mondiali, la Bibi vive sotto la minaccia dai fondamentalisti islamici che si oppongono alla sua liberazione o alla concessione della grazia presidenziale. Dopo l'assassinio del governatore del Punjab, Salman Taseer, che era intervenuto a suo favore, la protezione e' stata rafforzata, ma sarebbe ancora largamente inadeguati secondo un'agenzia di intelligence della provincia del Punjab dove sorge la prigione. La madre di cinque figli si trova nella sezione femminile del piccolo carcere di Sheikhupura insieme ad altre15 o 16 detenute ed e' sorvegliata da una sola guardia all'interno e da cinque poliziotti che fanno la ronda davanti alle mura piu' due pattuglie in motocicletta. Ma gli agenti ''non sono vigili e la maggior parte delle volte sono assenti'' scrive il rapporto. Inoltre non ci sono particolare restrizioni o controlli sulle visite'. ''Il marito Ashiq Masih e' trattato come un normale visitatore e non ci sono speciali misure quando incontra la Bibi'' conclude.
Continuano intanto le polemiche intorno alla legge sulla blasfemia difesa a spada tratta da tutti i partiti religiosi. Sempre secondo l'Express Tribune, il Council of Islamic Ideology (Cii), un organismo consultivo del governo pachistano su affari religiosi islamici, ha suggerito di introdurre la pena di morte per chi sia riconosciuto colpevole di aver usato la legge per altri fini, come spesso accade quando si vogliono colpire le altre minoranze religiose.
Dopo l'omicidio di Taseer lo scorso 4 gennaio, la tensione e' sempre alta. Il ministro delle minoranze, il cristiano Shabhaz Bhatti, ha detto a un'agenzia internazionale di temere per la propria vita e che continua a ricevere minacce di morte. ''Sono l'obiettivo piu' ambito ora'' ha confessato.
Sempre oggi, per allentare la pressione dei partiti islamici, il ministro dell'Interno, Rehman Malik ha ribadito il parere del governo che e' di ''non introdurre alcun emendamento alla legge sulla blasfemia e data la sensibilita' dell'argomento, non si dovrebbe mettere in discussione questa posizione che e' assolutamente chiara''.

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