sabato 11 ottobre 2008

Domani Suor Alphonsa diventa la prima santa indiana

Su Apcom

Migliaia di fedeli della cittadina di Bharananganam, nello stato meridionale del Kerala, seguiranno sui megaschermi la canonizzazione di suor Alphonsa, la prima donna indiana a diventare santa. La cerimonia si terrà domani in Vaticano dove è prevista la partecipazione di migliaia di indiani, tra cui una delegazione governativa guidata dal ministro del lavoro Oscar Fernandes. Secondo un quotidiano indiano “un gruppo di suore di Bharananganam ha anche preso alcune ossa dalla sua tomba per portarle in Vaticano come reliquie sacre”.
Il riconoscimento religioso giunge in un momento estremamente difficile per i rapporti con la minoranza cristiana, che in India rappresenta meno del 3% della popolazione, e che da oltre in mese è vittima di persecuzioni nello stato nord orientale dell’Orissa. Il processo di canonizzazione di suor Alphonsa, appartenente all’ordine francescano delle Clarisse, è iniziato mezzo secolo ed era culminato con la beatificazione avvenuta durante il viaggio apostolico in India di Giovanni Paolo II nel 1986. Domani sarà Papa Benedetto XVI con una solenne cerimonia in San Pietro a elevare agli altari la suora keralese insieme ad un italiano, uno svizzero e un ecuadoregno.
A differenza della Beata Madre Teresa di Calcutta, diventata il simbolo dell’impegno dei cristiani a favore dei poveri e degli oppressi, il percorso di suor Alphonsa è stato di carattere più interiore e spirituale. Secondo i suoi seguaci, la vita della religiosa era “così pura da non avere nessun peccato da rivelare durante la sua prima confessione”. Era rimasta orfana di madre a soli tre anni e aveva scoperto fin da subito una forte inclinazione al misticismo. Nella sua biografia si legge che per non andare in sposa, come avrebbero voluto la famiglia, si sarebbe sfigurata le gambe saltando sul fuoco di braciere. Nata nel 1910 in un piccolo villaggio nei pressi di Kottayam, una delle mete turistiche del Kerala - “The God’s Own Country” (“il paese che appartiene a Dio”) come è battezzato lo stato indiano - è poi entrata nel convento delle Clarisse nel vicino paese di Bharananganam dove ha vissuto fino alla sua morte avvenuta ad appena 36 anni. La sua sarebbe stata una vita piena di sofferenza fisica e spirituale. Le vengono attribuiti molti miracoli da parte di fedeli che sono andati a pregare sulla sua tomba, tra quello riconosciuto dalle gerarchie ecclesiastiche di un bambino, Jinil di 10 anni, disabile dalla nascita che è riuscito a camminare dopo aver pregato la suora. Domani anche lui sarà a Roma ad assistere alla cerimonia di canonizzazione che è particolarmente importante non solo perché si tratta della prima santa indiana, ma anche per la sua provenienza dal Kerala, dove il cristianesimo ha radici profondissime essendo arrivato con san Tommaso nell’anno 52 quando l’apostolo sbarcò sulla costa del Mar Arabico. Nella storia della Chiesa indiana esiste solo il precedente di san Gonsalo Garcia, un gesuita di origine portoghese morto come martire in Giappone e dichiarato santo nel 1862.

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