martedì 31 marzo 2015

New Delhi, stop a tabacco da masticare

Su ANSA

Le autorità di New Delhi hanno deciso di mettere al bando il tabacco di masticare, uno dei passatempi preferiti degli uomini indiani, ma anche causa di cancro orale. Il divieto entrerà in vigore domani e interessa tutti i prodotti a base di tabacco aromatizzato, noto come "gutka"e venduti in colorare bustine monodose nei chioschi lungo le strade e nei mercati. Secondo una stima, circa il 40% degli indiani e' "dipendente" dal tabacco da masticare che si assume "aromatizzato" con altri ingredienti, come noce di betel, cardamomo, crema di lime, cocco e altri aromi dolci. Spesso viene avvolto in foglie a forma di cuore e masticato a lungo fino a che diventa una poltiglia arancione che poi viene sputata al suolo o sulle pareti dove rimane per lungo tempo. A parte gli effetti sgradevoli visibili sui marciapiedi e sui muri, le conseguenze del 'gutka' sono molto gravi per l'incidenza di tumori della bocca e della gola.
"Non penso che riusciranno a vietarlo - dice all'ANSA Raju, un negoziante di New Delhi, dopo aver acquistato due bustine di tabacco - perche' dopo poco tempo le autorità comunali si accorgeranno che perderanno molti introiti derivanti dalla vendita di questi prodotti e quindi faranno marcia indietro". Si dice infatti che grazie a questo 'vizio' e alla passione degli indiani per il whisky le casse comunali abbiano finanziato tutte le infrastrutture della capitale. Il 'gutka', venduto a circa 10 rupie (20 centesimi di euro circa) a dose, ha degli effetti 'stimolanti' come la nicotina. "Ho iniziato a masticare sei anni fa - continua - imitando un amico e da allora sono un abitudinario, ma penso che se domani non lo trovero' più sarà una buona occasione per smettere". Nel chiosco davanti al Khan Market, uno dei posti più popolari per lo shopping nel sud della capitale, le 'bustine' che di solito sono appese in bella vista sono già sparite in un cassetto.

Video femminista dell'attrice Deepika Padukone difende la libertà sessuale delle donne

Su Ansa

Un video della sexy superstar di Bollywood Deepika Padukone, in cui si proclamano diritti delle donne, compreso quello di 'avere relazioni sessuali extramatrimoniali', ha sollevato un acceso dibattito sui social indiani sullo sfondo di quella che appare una sfida a molti in un Paese per molti versi tradizionalista. In poco tempo, il filmato che si intitola 'My Choice' ('La mia scelta') e' stato visto da tre milioni di persone e ha scatenato una marea di reazioni, compreso una 'contro-video' maschile a favore della fedelta' coniugale.
L'iniziativa e' stata promossa dall'edizione indiana del mensile Vogue ed e' dedicata - secondo le intenzioni - a creare una 'coscienza' femminista nel Paese che da alcuni anni e' alla ribalta della cronaca per le violenze contro le donne e le bambine.
Il video del regista Homi Adajania, in bianco e nero e di circa due minuti e mezzo, raffigura 99 donne giovani e meno giovani in diversi atteggiamenti e comportamenti. Le immaginisono intervallate da quelle dell'avvenente attrice che proclama con grande determinazione le loro liberta' di scelta e indipendenza. La 29enne Padukone, che di recente ha ammesso pubblicamente di essere stata in cura per depressione, critica quella che definisce la mentalita' 'ottusa' degli uomini sull'aspetto esteriore e sulle scelte di vita delle donne.
'E' una mia scelta di sposarmi o di non sposarmi - dice in una sorta di manifesto - di avere relazioni sessuali prima del matrimonio o fuori dal matrimonio. Oppure di non averne'. E poi: 'e' una mia scelta di vivere la mia vita come voglio, di indossare gli abiti che mi piacciono, di decidere del mio corpo come voglio, quando devo sposarmi e se voglio essere eterosessuale o lesbica'. Le dichiarazioni, giudicate scioccanti da piu' parti in una societa' come quella indiana ancora molto conservatrice in
materia di sesso, hanno suscitato numerosi commenti negativi sui social.  Alcuni hanno definito il video come un'operazione pubblicitaria 'glamour' della Padukone e di Vogue destinata a un
pubblico elitario. Altri lo hanno criticato, denunciandone in alcuni casi una visione riduttiva e banalizzante dell'emancipazione femminile. (ANSA).