sabato 30 gennaio 2010

Incontro segreto tra Onu e talebani

Si moltiplicano i segnali che mostrano l’esistenza di un piano per coinvolgere i talebani, o almeno una parte di essi, in un eventuale accordo di pace in Afghanistan. Dopo che il presidente Hamid Karzai ha invitato i capi talebani moderati a sedersi intorno a un tavolo, si è venuto a sapere di un incontro segreto che si e tenuto a Dubai l'8 gennaio scorso. Alla conferenza in corso a Londra un funzionario delle Nazioni Unite ha confermato di un meeting tra l’inviato speciale per l’Afghanistan Kai Eide e i comandanti locali della Quetta Shura, una corrente reagionale dei talebani L'incontro sarebbe avvenuto grazie alla mediazione dell”Arabia Saudita e potrebbe essere il segno di un cambiamento radicale nella cosidetta strategia afgana pachistana di Obama. Una strategia che continua nei suoi piani di eliminare militanti al confine afghano pachistano. Cinque persone sarebbero state uccise ieri da missili lanciati da un aereo drone nella Cia nel
Waziristan del Nord, l’insidioso territorio tribale nord occidentale pachistano dove sorgono alcune basi degli estremisti islamici.

martedì 26 gennaio 2010

Sri Lanka, testa a testa tra Rajapaksa e Fonseka

E’ iniziato lo spoglio delle schede nelle elezioni presidenziali anticipate che si sono tenute oggi in Sri Lanka e che sono le prime dopo la vittoria militare sui ribelli delle Tigri Tamil. Particolarmente alta l’affluenza, oltre il 60% dei voti, e relativamente calma la giornata, a parte alcune esplosioni nella città settentrionale di Jaffna, senza conseguenze e a Vavunya, dove sono concentrati gli sfollati tamil. Secondo alcuni analisti, potrebbe essere proprio la minoranza tamil, il 12 per cento della popolazione, a fare da ago della bilancia in queste elezioni caratterizzate da un testa a testa tra l’attuale presidente, il nazionalista Mahinda Rajapaksa e l’ex capo di stato maggiore, il generale Sarath Fonseka, artefice della sconfitta dei ribelli e dell’unificazione dell’isola dopo 25 anni di guerra civile. I due candidati, rivali sul piano personale più che sui programmi politici, hanno spaccato a meta l’elettorato cingalese buddista. Ma stando ai primi risultati, l’affluenza nei territori tamil è stata particolarmente bassa. Il generale Fonseka, schierato con le forze progressiste del paese, aveva accusato Rajapaksa di intimidire gli elettori e di abuso di potere. L’ex capo dell’esercito non ha potuto votare perche il suo nome non era nel registro elettorale. Per domani, quando saranno annunciati i risultati ufficiali, qualcuno teme nuove violenze come quelle che hanno insanguinato questi due mesi di campagna elettorale,

giovedì 21 gennaio 2010

Usa-Pakistan, Robert Gates arriva a Islamabad

Nel giorno in cui Barak Obama traccia un bilancio in chiaro scuro del suo primo anno di presidenza, Robert Gates arriva a Islamabad per trattare una delle questioni più spinose lasciate in eredità al nuovo inquilino della Casa Bianca. La lotta ai talebani e ad Al Qaeda, condotta sul duplice fronte afghano e pachistano, non sembra dare i frutti sperati. In Afghanistan stanno per arrivare le nuove truppe di rinforzo, ma prima gli Stati Uniti vogliono essere sicuro che anche l’alleato Pakistan faccia la sua parte. Il messaggio che Gates nei prossimi due giorni rivolgerà alla leadership di Islamabad è quindi abbastanza chiaro. E’ necessario aprire nuovi fronti di guerra al confine afgano-pachistano e in particolare nel Nord del Waziristan. Secondo le parole di Gates, “è controproducente separare talebani afghani e pachistani” e da New Delhi dove si trovava ieri ha di nuovo agitato lo spauracchio di una guerra tra India e Pakistan nel caso di un nuovo attentato terroristico come quello di Mumbai. Il grosso problema è che il governo di Asif Ali Zardari, indebolito da vicende giudiziarie, ha parecchie rimostranze contro gli Stati Uniti. La prima è l’annosa questione dell’uso dei droni della Cia che continuano a bombardare le zone di frontiera a caccia di militanti islamici causando decine di vittime tra i civili. Secondo punto di attrito il blocco del rilascio dei visti a decine di funzionari statunitensi e altre restrizioni che denotano un certo sentimento antiamericani nonostante il maxi piano di aiuti approvato l’anno scorso da Washington.