lunedì 30 maggio 2011
India, la cancelliera tedesca Merkel in arrivo con maxi delegazione
La cancelliera tedesca Angela Merkel sara' a domani a New Delhi con una folta delegazione di ministri e di imprenditori. La visita, la prima dopo tre anni, e' tesa a rafforzare i legami tra i due paesi, in particolare nelle tecnologie e difesa, ma anche a discutere i temi di attualita' internazionale, tra cui spicca la successione al Fondo Monetario Internazionale. Accompagnata da sette ministri (il ministro degli esteri Guidio Westerwelle e' gia' arrivato oggi per preparare il terreno), la Merkel incontrera' in mattinata il premier Manmohan Singh per il primo ''dialogo intergovernativo'', una speciale intesa che la Germania ha finora instaurato solo con Israele e Stati Uniti. La Germania e' il primo partner commerciale europeo dell'India con un interscambio di 15,4 miliardi di euro nel 2010. Ma e' un momento delicato per i due paesi che insieme a Giappone e Brasile (il cosiddetto G4) aspirano a un posto permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Tra le priorita' della Merkel c'e' quella di assicurare il supporto al Typhoon Eurofighter, prodotto da quattro paesi europei tra cui l'Italia, nella mega gara da quasi 11 miliardi di dollari per la fornitura di 126 cacciabombardieri multiruolo. La scorsa settimana, il ministro della Difesa francese Gerard Longuet era a New Delhi a perorare la causa del rivale Rafale (Dassault Aviation). Altro compito, non meno arduo, sara' di convincere gli indiani ad accettare alla guida del Fmi il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde, la candidato europeo alla successione di Strauss-Kahn. ''La posizione dell'India e' che per ragioni di equita' il posto deve andare a chi ha il migliore talento'' ha detto all'ANSA il portavoce del governo Vishnu Prakash ribadendo la posizione gia' espressa sabato dal premier Singh durante il viaggio di ritorno dall'Africa. Sempre domani, la Merkel ricevera' anche un prestigioso premio chiamato ''Jawaharlal Nehru Award for International Understanding'' e lancera' l'anno della Germania in India in occasione del 60esimo anniversario dell'avvio delle relazioni diplomatiche.
sabato 28 maggio 2011
Pakistan, nuovo attentato nel nord ovest, 8 morti
Sono salite a otto le vittime di un sospetto attentatore suicida avvenuto stamattina nel distretto tribale di Bajaur, nel nord ovest del Pakistan, al confine con l'Afghanistan. Lo riferisce la tv Express 24/7 aggiungendo che ci sono una decina di feriti. La deflagrazione, molto potente, è avvenuta in un mercato della località di Peshat. Uno dei sopravissuti ha raccontato all'emittente di aver visto un ragazzo sui 16 o 17 anni avvicinarsi a un suo parente e farsi esplodere. Lo scoppio ha ucciso sul colpo almeno due persone, mentre altre sono decedute poco dopo all'ospedale per le gravissime ferite. Un hotel e una decina di negozi sono andati distrutti. Gli investigatori hanno chiuso l'area e sono al lavoro per verificare la natura dell'attentato. Secondo la televisione, l'obiettivo del kamikaze erano dei membri di un Comitato per la pace creato di recente nel distretto di Bajaur. Oltre un mese fa, nella stessa regione, parzialmente controllata dai gruppi estremisti islamici, cinque appartenenti a una milizia tribale filo governativa erano stati uccisi in un attacco suicida. Sempre a Bajaur, lo scorso dicembre, un kamikaze con indosso una burqa aveva fatto strage di 47 persone in coda a un centro di distribuzione viveri del Programma Alimentare Mondiale (Pam). (ANSA).
mercoledì 25 maggio 2011
Pakistan, attacco a base Karachi, ancora confusione
Ci sono ancora diverse contraddizioni sulla ricostruzione dell'assalto alla base aeronavale di Karachi terminato ieri mattina dopo una battaglia di 17 ore e costato la vita ad almeno 15 persone tra militari e attentatori. Da quanto riferito oggi da Geo News, nella denuncia presentata alla polizia dalla Marina militare pachistana, emerge che "10-12 terroristi hanno attaccato la base Pns Mehram", come ha testimoniato un ufficiale in servizio domenica sera al momento dell'intrusione avvenuta da un muro di cinta posteriore. Il ministro dell'Interno Rehman Malik aveva invece parlato ieri di un totale di sei assalitori, di cui quattro uccisi e due fuggiti. Nella denuncia si precisa inoltre che sono stati trovati quattro kalashnikov, un lanciarazzi e due giubbotti esplosivi. Altri dubbi sono stati sollevati sulla matrice dell'azione rivendicata dai talebani del Tehtrik -e-Taleban Pakistan per vendicare la morte di Bin Laden. Un rapporto preliminare sull'accaduto, citato dalla televisione Ary, ipotizza il coinvolgimento del gruppo estremista clandestino Lashkar-e-Janghvi "in collaborazione con altri gruppi terroristi". Si aggiunge inoltre che oltre ai due aerei da ricognizione marittima americani P-3C Orion, è stato distrutto un "piccolo elicottero". Intanto una fonte militare alla tv Express 24/7, sospetta un legame con alcuni attentati a degli autobus della Marina Militare avvenuti in diverse zone di Karachi il 26 e 28 aprile scorso attribuiti ai separatisti del Baluchistan.
India, la strage silenziosa di 12 milioni di bambine
In India mancano all'appello 12 milioni di bambine negli ultimi tre decenni a causa degli aborti ''selettivi'', praticati dalle famiglie che preferiscono avere un figlio maschio, soprattutto quando il primogenito e' femmina. E' la stima contenuta in uno studio della prestigiosa rivista scientifica Lancet dedicata alla ''strage silenziosa'' che sta scavando un solco sempre piu' profondo nella popolazione indiana. Secondo i dati del censimento 2011, lo squilibrio demografico e' di 914 donne su 1000 uomini. Non era mai stato cosi' basso dall'indipendenza. In particolare, nell'ultimo decennio sono ''sparite'' sei milioni di bambine. Nonostante le campagne ''rosa'' del governo, le famiglie indiane, anche quelle benestanti, continuano a privilegiare l'erede maschio e a considerare le figlie femmine ''un peso'' economico per l'usanza della dote necessaria per garantire un buon matrimonio. Il rapporto, basato su un campione di 250 mila nascite, mostra che gli aborti selettivi sono una pratica frequente tra il ceto urbano non solo dei popolosi stati settentrionali come Uttar Pradesh, Rajasthan e Haryana, ma anche nel sud dove lo squilibrio non era cosi' grave in passato. I dati appaiono ancora piu' allarmanti se si considera il ''surplus'' di 7,1 milioni di bambini maschi (nel 2001 era di 6 milioni e nel 1991 4,2 milioni). Per la popolazione adulta, invece, il divario e' di circa 38 milioni (623,7 milioni di maschi e 586,5 milioni di femmine). ''Siccome la famiglia indiana si e' ridotta negli anni, gli aborti selettivi sono sempre piu' praticati nel caso in cui il primo nato sia una femmina'' spiegano gli autori dello studio realizzato dal Centre for Global Health dell'universita' di Toronto, in Canada. Interessante e' notare che, mentre la percentuale delle donne e' salita nell'ultimo decennio grazie all'aumento dell'aspettativa di vita, il divario sessuale per i bambini da zero a sei anni e' sceso a 913 femmine su 100 maschi (da 927 su 1000 nel 2001). Le scioccanti cifre mostrano il fallimento delle politiche del governo e anche la mancanza di controlli sulle ecografie prenatali, vietate da una legge del 1996, ma facilmente effettuabili in diverse strutture clandestine. Preoccupato dalle conseguenze di lungo termine, dopo la pubblicazione dei dati del censimento 2011, un leader politico dello stato mussulmano di Jammu e Kashmir e ora ministro delle Energie Rinnovabili, Faruq Abdullah, aveva ironizzato dicendo ''che non e' lontano il giorno in cui non ci saranno piu' ragazze da sposare e allora diventeremo tutti gay''. Una battuta, non certo politicamente corretta, ma che nasconde le inquietudini della classe dirigente
lunedì 23 maggio 2011
Karachi, talebani assediano per 17 ore una base aeronavale
Un commando di talebani pachistani ha assaltato una importante base aeronavale di Karachi, la più grande metropoli del Pakistan, ingaggiando una durissima battaglia di 17 ore con le forze di sicurezza costata la vita a 10 militari e con danni alla flotta aerea. L'azione, rivendicata dal principale gruppo estremista del Tehreek-e-Taleban Pakistan (Ttp), fa parte dell'escalation seguita all'uccisione di Bin Laden lo scorso 2 maggio e pone nuovi inquietanti interrogativi sulla capacità di Islamabad di proteggere le installazioni militari, compreso l'arsenale nucleare. L'assedio degli estremisti, iniziato ieri alle 22.30 ora locale (le 19 in Italia) coincide con il giallo sul Mullah Omar e con un nuovo attacco di un aereo senza pilota (drone) nel Waziristan settentrionale, dove ci sono le basi del Ttp, con almeno sette morti. La base Pns Mehran, quartier generale dell'aviazione della Marina, sorge vicino alla base aerea di Masroor, la più grande del Pakistan, dove si ritiene siano immagazzinati armamenti nucleari. Da quanto ha spiegato in serata il ministro dell'Interno Rehman Malik, i terroristi sarebbero entrati da un muro di cinta posteriore. "Sono state trovate delle scale e delle cesoie", ha detto in una conferenza stampa. E' un nuovo imbarazzo per il governo, che ha convocato per dopodomani una riunione del comitato della Difesa presieduto dal premier Raza Yousuf Gilani. Secondo la versione fornita da Malik, al termine del blitz organizzato da teste di cuoio, polizia e "rangers", sono stati trovati i corpi di quattro terroristi (tra cui un presunto kamikaze), mentre "altri due sono stati visti fuggire dalla base". Gli assalitori erano pesantemente armati con bombe a mano e lanciarazzi, oltre che con giubbotti esplosivi. Questo ha permesso di distruggere due sofisticati aerei di ricognizione marittima P3C Orion Orion di fabbricazione statunitense e custoditi in un hangar. Al momento dell'assalto c'erano anche 17 tecnici stranieri (11 cinesi e 6 americani) che sono stati recuperati sani e salvi. Malik ha poi aggiunto un dettaglio curioso sull'aspetto degli uomini, di età compresa tra i 22 e 25 anni e "vestiti di nero con uno stile simile a quello di alcuni personaggi di Guerre Stellari". La battaglia ingaggiata dal commando, che in un primo momento si credeva almeno di venti uomini, è stata durissima. Si sono udite 25 forti esplosioni in diversi strutture e continue raffiche di mitragliatrice. Verso fine mattinata, lo scontro era ancora in corso con alcuni dei militanti superstiti asserragliati in un ufficio, sembra, con degli ostaggi, ma non è stato confermato. Sarà una commissione di inchiesta a fare luce sull'accaduto che - ha aggiunto Malik - "non è solo un attacco alla base di Karachi, ma un attacco al cuore del Pakistan"
giovedì 19 maggio 2011
Bin Laden, visita Grossman ricuce strappo
Usa e Pakistan hanno deciso di ricomporre la crisi seguita al blitz di Abbottabad e di ricucire le loro relazioni ''seguendo un approccio passo dopo passo''. E' quanto emerge dall'incontro avvenuto oggi tra il presidente Asif Ali Zardari e l'inviato statunitense per il Pakistan e l'Afghanistan, Marc Grossman, giunto ieri sera a Islamabad per calmare le acque dopo le dure accuse lanciate dal governo e dall'esercito di Islamabad di ''violazione dell'integrita' territoriale''. Da quanto riferisce l'agenzia App, sulla base di un comunicato presidenziale, ''le due parti hanno deciso di riprendere le relazioni'' che dovranno ispirarsi ''al reciproco rispetto, fiducia e interessi comuni''. In alcune dichiarazioni riportate dalla tv Express 24/7, Grossman ha poi ribadito che gli Usa ''rispettano la sovranita' del Pakistan'' e che ''riconoscono i sacrifici fatti da Islamabad'' nella lotta al terrorismo islamico. Il diplomatico, che proseguira' per Kabul, ha poi aggiunto che ''la guerra al terrore finira' quando Al Qaida sospendera' gli attacchi'' riconoscendo poi che ''il terrorismo e' finanziato dal narcotraffico in Afghanistan''. Da quanto si e' appreso, la visita di Grossman, che segue di quattro giorni quella del democratico John Kerry, presidente della Commissione relazioni estere del Senato Usa, e' anche finalizzata a preparare il terreno a una missione, non ancora decisa, della segretario di Stato Hillary Clinton.
India, si fara' il censimento dei ''poveri''
L'India ha deciso di contare i 'poveri' secondo nuovi criteri che escludono dalla soglia dell'indigenza chi ha un veicolo a motore, un frigorifero, una linea telefonica oppure una casa con mura di cemento. La decisione è stata presa oggi in una riunione del consiglio dei ministri presieduta dal premier Manmohan Singh. "Il consiglio di gabinetto ha approvato un nuovo censimento di coloro che sono al di sotto della linea della povertà nelle aree urbane e rurali" ha annunciato il ministro dell'informazione, la signora Ambika Soni all'agenzia Ians. Nello stesso tempo, sarà anche condotto un conteggio in base all'appartenenza castale e alla religione, due classificazioni finora escluse dai censimenti demografici. L'operazione inizierà a giugno e coinvolgerà oltre un milioni di operatori. I risultati saranno utilizzati dal governo per mettere a punto il prossimo piano economico quinquennale 2012-2017 e per rendere più efficaci i programmi di distribuzione di generi alimentari. Secondo stime governative, il 41.8% della popolazione della campagne è classificata povera, ma ci sono molte diversità di vedute sulla definizione della soglia di povertà. A questo proposito, il nuovo censimento stabilisce dei precisi criteri escludendo dalla definizione di indigenza i nuclei famigliari con un impiegato statale o con un membro che ha uno stipendio superiore a 10 mila rupie (156 euro circa). (ANSA).
martedì 17 maggio 2011
India, una rivolta contadina minaccia la Formula Uno
Una rivolta dei contadini contro l'esproprio delle terre e ora anche la denuncia di Rahul Gandhi, figlio della leader del Congresso Sonia Gandhi, di una settantina di dimostranti "bruciati vivi", stanno agitando i sonni degli organizzatori del primo Gran Premio dell'India, previsto per il 30 ottobre. Dalla scorsa settimana, un villaggio a 40 chilometri da New Delhi, davanti al tracciato di Formula Uno, è presidiato dalla polizia dopo le violenti proteste contro la confisca di terre per nuova autostrada. Gli incidenti avevano provocato quattro morti e un duro scontro tra il Congresso e il partito regionale di Mayawati, la potente regina degli "intoccabili" che guida l'Uttar Pradesh, lo stato dove sorge il progetto delle polemiche. C'é chi teme che l'India potrebbe subire lo stesso destino del Bahrein, costretto a cancellare il Gp lo scorso febbraio. Oltre ai disordini, adesso sono arrivate anche le allarmanti accuse di un "massacro" di oltre 70 contadini, con un corollario inquietante di stupri e altre atrocità compiute dalla polizia locale sulla gente del villaggio di Bhatta Parsaul. I fatti sono stati denunciati da Gandhi, che ha anche scattato fotografie dei sospetti "resti umani" tra mucchi di cenere. Il partito di Mayawati ha oggi seccamente smentito le accuse, bollandole come "false e ridicole". Stessa reazione anche dalla polizia, secondo la quale "non c'é stata alcuna denuncia dei crimini o di persone scomparse" e i contadini sono stati regolarmente risarciti. Il figlio di Sonia ha consegnato ieri sera le prove al primo ministro Manmohan Singh. Le accuse sono state confermate anche da alcuni rappresentanti di contadini in una conferenza stampa stamattina a New Delhi. "Nei campo intorno al villaggio ci sono i resti di 74 persone che sono state bruciate vive. Si vedono delle ossa umane sotto la cenere. Alcune donne sono state stuprate, hanno demolito le capanne e bruciato i raccolti" ha detto all'ANSA K.S. Gujjar, del movimento agrario Dehar Morcha, aggiungendo che circa 5 mila polziotti "hanno instaurato un clima di terrore in otto villaggi". Le proteste sono iniziate a gennaio contro il progetto del colosso indiano Jaypee (Jaiprakash Associates) che prevede un'autostrada da New Delhi ad Agra, centri commerciali e una città chiamata Sport City, dove sorge il circuito di F1. Migliaia di ettari di terra sono stati espropriati dal governo locale in base a una legge del 1984 che prevede la confisca per "uso pubblico" e poi rivenduti ai privati agli altissimi prezzi di mercato.
sabato 14 maggio 2011
Pakistan, il Parlamento condanna blitz di Abbottabad
Il Pakistan rincara la dose con gli Stati Uniti condannando duramente il blitz di Abbottabad del 2 maggio scorso. In una risoluzione in 12 punti approvata dopo un dibattito di 10 ore, il parlamento di Islamabad ha chiesto al governo di ''rivedere i termini del suo impegno con gli Stat Uniti'', minacciando, neppure tanto velatamente, di interrompere i rifornimenti della Nato diretti in Afghanistan, che transitano attrraverso la frontiera pachistana. Il Parlamento ha poi chiesto la fine delle controverse operazioni segrete della Cia che contina a utilizzare i droni contro le roccaforti talebane del nord ovest. Proprio ieri un altro velivolo pilotato a distanza, il quarto dalla morte Bin Laden, ha ucciso 4 sospetti in Waziristan.
L'iritazione e' ormai palpabile a Islamabad e anche il crescente imbarazzo di esercito e servizi segreti che in una rarissima occasione si sono presentati ieri davanti all'assemblea legislativa per una seduta a porte chiuse per spiegare l'accaduto. Da quanto e’ trapelato, il capo del potente Isi, il generale Shuja Pasha, ha detto di aver gia’ offerto le proprie dimissioni. L'intelligence e' sotto il fuoco delle polemiche per non aver intercettato gli elicotteri invisibili usati dai Navy Seals e anche per la clamorosa rivelazione che Bib Laden viveva da sei anni nel suo covo in una tranquilla localita' montana a un chilometro da una prestigiosa accademia militare.
L'iritazione e' ormai palpabile a Islamabad e anche il crescente imbarazzo di esercito e servizi segreti che in una rarissima occasione si sono presentati ieri davanti all'assemblea legislativa per una seduta a porte chiuse per spiegare l'accaduto. Da quanto e’ trapelato, il capo del potente Isi, il generale Shuja Pasha, ha detto di aver gia’ offerto le proprie dimissioni. L'intelligence e' sotto il fuoco delle polemiche per non aver intercettato gli elicotteri invisibili usati dai Navy Seals e anche per la clamorosa rivelazione che Bib Laden viveva da sei anni nel suo covo in una tranquilla localita' montana a un chilometro da una prestigiosa accademia militare.
venerdì 13 maggio 2011
Talebani, identik del Tehrik-e-Taliban Pakistan - TTP
Il Tehrik-e-Taliban Pakistan (Ttp, 'Movimento degli studenti del Pakistan'), che ha rivendicato oggi la strage contro una caserma di Charsadda, e' il principale gruppo terroristico in Pakistan. Ha le sue basi nel Waziristan ed e' legato al Qaida da circa quattro anni. Poche ore dopo l'operazione di Abbottabad del 2 maggio, aveva minacciato nuovi attentati contro il Pakistan e gli Stati Uniti. Non e' un gruppo omogeneo, ma un ''alleanza'' tra diversi leader talebani che controllano il confine pachistano-afghano e che hanno comuni obiettivi. Tra questi ci sono: l'applicazione della sharia; unita' d'azione contro le truppe internazionali in Afghanistan; jihad in Pakistan e rifiuto di negoziare con il governo; liberazione di decine di esponenti incarcerati; abolizione dei checkpoint e stop alle operazioni militari nella regione. Tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009 il Ttp ha stretto una alleanza formale con i talebani afghani del Mullah Omar e con al Qaida che ha portato alla formazione di un consiglio unitario. I talebani pachistani sono accusati di innumerevoli stragi con la complicita' di gruppi jihadisti del Punjab pachistano, e anche dell'assassinio di Benazir Bhutto nel dicembre 2007. Si sospetta un coinvolgimento anche nel fallito attentato di Times Square. Il capo del Ttp e' Hakimullah Mehsud, ex vice del fondatore Baitullah Mehsud, ucciso da un drone Usa nel 2009. Dato per morto oltre un anno fa, e' ricomparso in un video sul web nell'aprile 2010 per minacciare attentati contro ''le grandi citta' americane''
Grameen Bank, economista Yunus molla la spugna
Dopo una lunga scia di scandali e battaglie legali, l'economista bengalese Muhammad Yunus ha gettato la spugna e si e' separato dalla sua creatura, la Grameen Bank, la banca del microcredito da lui fondata 30 anni fa e che gli ha fatto guadagnare il premio Nobel per la Pace. Il ''banchiere dei poveri'' ha annunciato oggi le sue dimissioni da direttore esecutivo in un comunicato in cui spiega di aver deciso in tal senso per non ''compromettere il funzionamento dell'istituto finanziario''. Il suo posto sara' ricoperto dalla vice direttrice Nurjahan Begum come prevede il regolamento. La decisione giunge una settimana dopo una sentenza irrevocabile della Corte Suprema che ha confermato il suo esonero per ''raggiunti limiti di eta' ''. Ma per il settantunenne Yunus c'e' ancora una speranza, ovvero una nomina del governo (che possiede il 25%) a presidente onorario della banca. Il braccio di ferro fra Yunus e le istituzioni bengalesi e' cominciato all'inizio di marzo, quando in una lettera la Banca centrale del Bangladesh gli ha comunicato l'immediata decadenza dalle funzioni di principale manager della Grameen Bank, per aver superato i limiti di eta' di 60 anni e per presunte irregolarita' nella conferma della sua nomina, nel 2000. Yunus ha poi percorso tutti i gradi dell'Appello all'Alta Corte prima e alla Corte Suprema. Secondo gli analisti, l'opposizione del governo e' dettata da una inimicizia personale tra Yunus e la premier Sheik Hasina che non gli ha mai perdonato il tentativo nel 2007 di fondare un partito anti corruzione
INDIA-ELEZIONI/ Sinistra perde West Bengala e Kerala
La sinistra e' scomparsa dalla mappa politica dell'India dopo una secca sconfitta nelle due ''fortezze rosse'', il West Bengala e il Kerala, in elezioni locali che hanno visto il trionfo di partiti regionali alleati con il Congresso disperatamente a caccia di consensi dopo i recenti scandali per corruzione che hanno fatto traballare il governo di New Delhi. La maratona elettorale di un mese, che ha coinvolto 4 stati e 140 milioni di elettori, ha incoronato due ''primedonne'' e silurato l'enfant prodige della sinistra indiana, il ''buddha rosso'' Buddhadeb Bhattacharjee che sognava di coniugare il marximo con l'economia di mercato e trasformare Calcutta in una nuova Shangai. Ma ha anche bocciato un potente partito regionale del Tamil Nadu invischiato nella tangentopoli relativa all'assegnazione delle frequenze telefoniche nel 2008. Per la prima volta dopo 34 anni, il partito comunista, che si fregia ancora dell'appellativo di ''marxista'', ha perso il potere nello stato nord orientale del West Bengala, considerato uno dei governi democratici comunisti piu' longevi al mondo. Il declino era iniziato alcuni anni fa quando Mamata Banerjee, una piccola donna di 56 anni, in ciabatte e sari di cotone, aveva guidato la rivolta dei contadini contro la fabbrica della Tata Nato nelle campagne di Singur sfociata in un bagno di sangue per l'intervento di milizie ''squadriste'' appoggiate dal governo locale. La Banerjee, nota come Didi (grande sorella), attuale ministro delle Ferrovie del governo centrale dove il suo partito, il Trinamul Congress, e' nella coalizione, ha conquistato 177 seggi su un totale di 294, lasciando la sinistra a un minino di 63 nel parlamento bengalese. Il riformatore Bhattacharjee, grande ammiratore dell'Italia, trionfante nel voto del 2006, e' stato sconfitto nel suo stesso collegio elettorale e nel pomeriggio ha annunciato le dimissioni da ''chief minister''. ''E una vittoria della gente contro l'oppressione. E' la fine del regime autocratico e di tutte le atrocita''' ha proclamato la Banerjee. Diversi sono invece i motivi della debacle nel bastione ''rosso'', il Kerala, uno degli stati piu' progrediti. Lo storico leader comunista V.S. Achuthanandan, 87 anni, ha perso lo scettro anche se di pochissimo a vantaggio di una coalizione composta da un partito regionale e dal Congresso. L'anziano politico era stato al centro di una polemica per aver definito Rahul Gandhi, il figlio di Sonia, un ''bambinetto viziato''. Il Congresso incassa anche la riconferma, per la terza volta nel piccolo Assam (famoso per il te', ma anche tormentato dalla guerriglia separatista). Ma perde un prezioso alleato nello stato meridionale del Tamil Nadu dove e' ritornata al potere Jayalalithaa Jayaram, ex star del cinema locale, uno dei personaggi politici piu' estrosi, ma anche controversi, rivale di Sonia Gandhi.
mercoledì 11 maggio 2011
Bhopal, Corte Suprema respinge riapertura processo
Le vittime del disastro di Bhopal hanno subito un'ennesimo smacco nella loro lunga battaglia per ottenere giustizia. La Corte Suprema indiana ha respinto stamattina un ricorso per inasprire le pene contro i dirigenti della Union Carbide, la fabbrica dei veleni che nel dicembre 1984 ha ucciso almeno 15 mila persone con conseguenze catastrofiche per la salute della popolazione. I giudici hanno detto che sono ''insufficienti'' i motivi per riaprire il caso .
In una sentenza beffa lo scorso giugno al termine di un processo lungo 14 anni, sette manager indiani che all'epoca guidavano l'impianto chimico americano erano stati condannati a due anni di carcere e subito messi in liberta' su cauzione. Sull'onda dell'indignazione popolare, il governo di New Delhi si era quindi rivolto alla Corte Suprema per ricorrere contro la sentenza del 1996 che diluiva i capi di imputazione per i responsabili della Union Carbide incolpandoli semplicemente per negligenza, un reato che prevede al massimo due anni di prigione.
Il pronunciamento e' stato accolto con rabbia dai cmitati delle vittime che ancora oggi soffrono le conseguenze dell'intossicazione del potente pesticida e che continuano a chiedere adeguati risarcimenti.
In una sentenza beffa lo scorso giugno al termine di un processo lungo 14 anni, sette manager indiani che all'epoca guidavano l'impianto chimico americano erano stati condannati a due anni di carcere e subito messi in liberta' su cauzione. Sull'onda dell'indignazione popolare, il governo di New Delhi si era quindi rivolto alla Corte Suprema per ricorrere contro la sentenza del 1996 che diluiva i capi di imputazione per i responsabili della Union Carbide incolpandoli semplicemente per negligenza, un reato che prevede al massimo due anni di prigione.
Il pronunciamento e' stato accolto con rabbia dai cmitati delle vittime che ancora oggi soffrono le conseguenze dell'intossicazione del potente pesticida e che continuano a chiedere adeguati risarcimenti.
sabato 7 maggio 2011
Tagore, India festeggia i 150 anni della nascita
L'India ha ufficialmente iniziato oggi i festeggiamenti per il 150esimo anniversario della nascita di Rabindranath Tagore, il famoso poeta, scrittore e filosofo bengalese diventato un vate dell'amore, della fratellanza e della libertà. Nato a Calcutta il 7 maggio 1861 da una ricca famiglia bramina è stato insignito del Premio Nobel per la poesia nel 1913. La sua vastissima produzione artistica, raccolta in 50 volumi, è stata tradotta in tutto il mondo, compresa l'Italia dove però commise la gaffe di accettare un invito da Mussolini che in seguito lo bollò come "un tizio unto e insopportabile" quando poi lui condannò pubblicamente il fascismo. Le celebrazioni, che coincidono anche con i 70 anni della morte, sono state inaugurate oggi a New Delhi dal premier Manmohan Singh e dalla leader del partito del Congresso di Sonia Gandhi insieme a una delegazione del Bangladesh, Paese che si è unito alla festa dell'anniversario. Nell'occasione, Singh, ha annunciato un progetto di ristrutturazione dell'Università Visva Bharati, di Santiniketan (a nord di Calcutta), fondata da Tagore con l'obiettivo di saldare la filosofia occidentale con quella orientale e di recente, caduta nell'oblio. Il governo ha stanziato 950 milioni di rupie (circa 14,6 milioni di euro) per l'ateneo che ha avuto tra i suoi studenti Indira Gandhi e l'economista Amartya Sen. In questa università, nel biennio 1925-1926, hanno insegnato letteratura italiana anche l'orientalista Giuseppe Tucci e il sanscritista Carlo Formichi, inviati dal duce insieme a un regalo di 500 libri per la biblioteca. Ammiratore di Gandhi (di cui ha coniato il termine Mahatma 'grande anima'), Tagore è stato uno dei padri del 'risorgimento' indiano e ancora oggi le sue parole riecheggiano nell'inno nazionale indiano e in quello bangladese, da lui scritti. Nel suo discorso, Singh ha fatto appello a seguire i suoi ideali liberali e a "non smarrire la via nell'arida sabbia del deserto delle morte abitudini" citando un verso di una poesia della raccolta Gitanjali. La Gandhi lo ha invece definito "lo Shakespeare del Bengala" e "il più grande genio dei nostri tempi". In suo onore è stato deciso di istituire un premio internazionale dedicato a coloro che "promuovono i valori di fratellanza e solidarietà internazionale". Il messaggio di unità attraverso l'arte è "stato il contributo più importante di Tagore - ha detto all'ANSA Francesca Cassio, cantante ed esperta di musica indiana - Attraverso uno sguardo poetico intuiva lo sviluppo di un mondo multiculturale in cui non vi fossero più divisioni fra religioni ed etnie, ma una sola umanità. Lui la definiva la 'laica religione dell'uomo". I versi tagoriani hanno anche ispirato diversi intellettuali e artisti in Italia. Una famosa canzone di Al Bano 'I Cigni di Balaka' (1981), che secondo lui, Michael Jackson avrebbe plagiato in 'Will you be there' (1991), è dedicata all'intellettuale indiano. Un'altra nota composizione, 'Amra shobai raja', che parla di fratellanza, è stata cantata allo Zecchino d'oro del 1986 con il titolo 'Siamo tutti dei re' con sottofondo dei tipici strumenti musicali indiani.
venerdì 6 maggio 2011
Pakistan, un mussulmano come ministro delle Minoranze Religiose al posto di Shahbaz Bhatti
Il governo pachistano ha nominato un politico mussulmano, Riaaz Hussain Pirzada, come ministro per le Minoranze religiose in sostituzione del cristiano Shahbaz Bhatti, assassinato due mesi fa per le sue critiche alla legge sulla blasfemia. La decisione è avvenuta nell'ultimo rimpasto di governo che ha visto l'ingresso di un partito dell'opposizione nella coalizione di maggioranza. La scelta di un mussulmano è stata duramente contestata dai gruppi cristiani e da associazioni di difesa dei diritti umani. Lo stesso ministro Pirzada ha confidato oggi al quotidiano The News "di essere pronto a dimettersi se le minoranze non vogliono che stia in questo posto". Dopo l'assassinio di Bhatti lo scorso 2 marzo, il posto era rimasto vacante, mentre il fratello Paul, medico che ha vissuto per lungo tempo in Veneto, era stato nominato circa venti giorni dopo Consigliere del primo ministro per le minoranze.
lunedì 2 maggio 2011
Bin Laden, Zardari difende intesa tra Pakistan e Usa
''Il Pakistan non ha preso parte alla missione, ma ha contribuito alla raccolta di intelligence''. E' quanto ha scritto il presidente Asif Ali Zardari, in un editoriale sul Washington Post in cui difende il suo paese dai sospetti di comoplicita' con al Qaeda e dall'imbarazzo creato dal clamoroso blitz di Abbottabad. Il leader aggiunge poi che ''sebbene gli eventi di domenica non siano parte di un'operazione congiunta, e' stata la decennale collaborazione tra Pak e Usa che ha portato all'eliminazione di Bin laden''.
All'indomani del blitz, frutto di una lunga e complessa opera di spionaggio della Cia, non e' ancora del tutto chiaro il ruolo del governo di Islamabad. Ci si chiede come e' possibile che l'uomo piu' ricercato del mondo potesse viveve a 60 km dalla capitale pachistana e a un chilometri da una prestigiosa accademia militare. In questi anni la leadership pachistana, compreso l'ex presidente Pervez Musharraf, ora in esilio, aveva sempre detto di non sapere dove si nascondeva bin Laden, ipotizzando che il suo covo fosse nelle remote regioni tribali al confine afghano
Il raid notturno di ieri ha quindi sollevato molti dubbi sulla lealta' del principale alleato degli Usa nella lotta al terrorismo e probabilmente apre una nuova frattura tra Washington e Islamabad, gia' a i ferri corti per i continui attacchi dei droni nel nord ovest e anche per la misteriosa vicenda dell'arresto e liberazione di un agente della Cia a Lahore.
All'indomani del blitz, frutto di una lunga e complessa opera di spionaggio della Cia, non e' ancora del tutto chiaro il ruolo del governo di Islamabad. Ci si chiede come e' possibile che l'uomo piu' ricercato del mondo potesse viveve a 60 km dalla capitale pachistana e a un chilometri da una prestigiosa accademia militare. In questi anni la leadership pachistana, compreso l'ex presidente Pervez Musharraf, ora in esilio, aveva sempre detto di non sapere dove si nascondeva bin Laden, ipotizzando che il suo covo fosse nelle remote regioni tribali al confine afghano
Il raid notturno di ieri ha quindi sollevato molti dubbi sulla lealta' del principale alleato degli Usa nella lotta al terrorismo e probabilmente apre una nuova frattura tra Washington e Islamabad, gia' a i ferri corti per i continui attacchi dei droni nel nord ovest e anche per la misteriosa vicenda dell'arresto e liberazione di un agente della Cia a Lahore.
Bin Laden, imbarazzo per governo in Pakistan
Il Pakistan ha definito l'uccisione di Osama bin Laden un ''duro colpo'' contro il terrorismo internazionale, ma non e' riuscito a sottrarsi all'imbarazzo causato dalla scoperta del lussuoso nascondiglio in una guarnigione militare a due ore a nord di Islamabad, tra increduli villeggianti e pensionati in cerca di frescura. Il primo ministro Yusuf Raza Gilani ha ammesso che "c'e' stata una coordinazione tra le intelligence dei due Paesi", ma da Islamabad nessuna fonte ufficiale ha specificato le modalita' di tale collaborazione ne' ha dato alcuna spiegazione. In serata l'ambasciatore pachistano a Londra, Wajid Shamsul Hasan, e' stato piu' preciso: "E' stata una operazione congiunta, in cui le forze americane e pachistane hanno collaborato segretamente, che è stata attuata professionalmente ed è finita con esito soddisfacente", ha detto. Poco prima il segretario di Stato Usa Hillary Clinton aveva chiaramente parlato di contributo pachistano per il successo della missione. ''La collaborazione con il Pakistan ha aiutato gli americani a trovare il covo dove si nascondeva bin Laden'', ha assicurato. Il blitz notturno, nella villa-fortezza della cittadina Abbottabad, rischia di creare un nuovo attrito nelle gia' tormentate relazioni tra Islamabad e Washington, ai ferri corti per gli attacchi dei droni e le recenti accuse all'ISI di sostenere la rete talebana di Haqqani in Afghanistan. Ancora una volta sembra emergere con chiarezza il ''ventre molle '' della sicurezza in Pakistan che, mentre da un parte combatte gli estremisti islamici nelle regioni tribali del nord ovest, dall'altra, sembra non aver tagliato i vecchi legami con la jihad, una ''carta preziosa'' da giocare sullo scacchiere afghano quando le truppe Usa si ritireranno. A sua difesa, il ministero degli Esteri ha ribadito oggi in un comunicato ''la volonta' di combattere e sradicare il terrorismo'' e ha ricordato le 30 mila vittime di attacchi terroristici e i 5 mila soldati uccisi sul campo di battaglia contro i militanti di Al Qaida e i talebani. Parole che non spiegano pero' la contraddizione con la teoria finora sostenuta che bin Laden fosse nascosto in una caverna nell'impenetrabile confine afghano-pachistano. Oltre a motivazioni di ordine strategico, c'e' anche il timore di un'opinione pubblica sempre piu' anti americana che considera il governo un ''vassallo'' di Washington e che si sta sempre piu' radicalizzando, come dimostrano le uccisioni di politici liberali critici della legge sulla blasfemia. A Quetta, nella provincia meridionale del Baluchistan, un migliaio di persone hanno manifestato al grido di ''morte all'America''. E' difficile pensare che il blitz di Abbottabad non abbia avuto l'avvallo di Islamabad, dove proprio oggi arriva l'inviato speciale per il Pakistan e l'Afghanistan Marc Grossman proveniente da Kabul. Secondo alcuni analisti, i vertici dell'Isi (in cui sono presenti elementi deviati) avrebbero di recente ''rotto i ponti'' con Al Qaida'' con cui vigeva un cessate il fuoco. ''Al Qaida avrebbe deciso di collaborare con gli estremisti islamici nelle zone tribali del nord ovest'' ha detto un esperto. Questa saldatura avrebbe aperto un nuovo scenario allarmante e difficilmente gestibile per il governo pachistano. Non e' quindi una sorpresa che i leader di Al Qaida, nei loro ''santuari'' del Nord Waziristan, unica regione tribale ''risparmiata'' dall'esercito pachistano, abbiano giurato oggi vendetta, come scrive il quotidiano on line Asia Times. Intanto, ad Abbottabad, c'e' incredulita' tra i ''vicini di casa'' del lussuoso covo costruito nel 2005 e che ospitava Bin Laden insieme a famiglia e alcuni fedelissimi. I residenti del quartiere sono stati svegliati da un boato nel cuore della notte. ''Abbiamo visto delle fiamme e udito spari dall'interno'' hanno raccontato. Secondo le testimonianze, ci sarebbe stato un scambio di arma da fuoco tra alcuni elicotteri e gente a terra. Un velivolo si e' schiantato, a causa di un guasto, come riferito da fonti Usa. Una televisione locale, nel pomeriggio, ha mostrato alcuni camion dell'esercito portare via i relitti del mezzo.
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