mercoledì 27 novembre 2013

Pakistan: nominato generale Raheed Sharif a capo esercito


E’ giunta abbastanza a sorpresa la nomina del generale Raheel Sharif a capo dell’esercito pachistano, un’istituzione che ha sempre avuto un ruolo determinante negli oltre 60 anni di storia del Paese. Sharif non e’ considerato un uomo di azione, ma uno interno all’apparato militare. Il suo ultimo incarico e’ stato negli uffici del quartiere generale di Rawalpindi dove si occupava di ispezioni e di addestramento delle truppe. Non sembra avere il carisma del suo predecessore, Ashfaq Kayani, descritto come un amico degli Stati Uniti e vicino alla ex premier Benazir Bhutto assassinata nel 2007.  Anche Kayani, negli ultimi sei anni in cui e’ stato in carica, ha tenuto un basso profilo.  Ma e’ riuscito a prolungare il suo pensionamento nel 2010 quando in via eccezionale ottenne il rinnovo del posto sembra dietro  pressione di Washington.

Il cambio della guardia ai vertici delle forze armate avviene in un periodo delicato per il Pakistan per la tensione con l’India sul Kashmir e la nuova crisi con gli Stati Uniti per via dei droni della Cia. Il governo di Islamabad e’ impegnato a cercare un dialogo con il Tehrik-e-taleban Pakistan, il potente movimento talebano del Waziristan e di sicuro vorrebbe avere un parte anche degli sforzi di riconciliazione in Afghanistan . In questo quadro l’esercito ha sicuramente un ruolo determinante da giocare anche se dopo l’uscita di scena di Pervez Musharraf e le prime elezioni democratiche del 2008 il suo potere si e’ notevolmente  affievolito.

sabato 23 novembre 2013

Pakistan: talebani contro anti polio, rapiti undici insegnanti

Torna a scatenarsi la furia dei talebani contro la campagna anti polio in Pakistan, fondamentale per sradicare questa terribile malattia. A finire nel mirino sono stati oggi 11 insegnanti, sequestrati dai fondamentalisti in una scuola dove si somministravano i vaccini ai bambini. L'episodio, l'ennesimo di una lunga scia di violenze contro gli operatori sanitari, e' avvenuto nel distretto di Khyber, vicino al confine afghano, dove di recente c'e' stata una recrudescenza del contagio con 16 nuovi casi quest'anno. Il Pakistan e' uno dei pochi Paesi al mondo, oltre ad Afghanistan e Nigeria, dove non e' ancora stata sradicata la poliomielite, tornata di recente a far capolino pure in Siria. Le vaccinazioni sono fortemente osteggiate dai gruppi di talebani che controllano il nord ovest e che non hanno mai dimenticato che ad identificare Osama bin Laden nel suo covo di Abbottabad, a nord di Islamabad, fu proprio un team anti poliomielite guidato dal medico Shakeel Afridi sospettato di lavorare per la Cia. Dopo la condanna a 33 anni di prigione del presunto 'delatore', contro il dottor Afridi si e' aggiunta oggi una nuova denuncia presentata alla giustizia pachistana dalla madre di un ragazzo morto sotto i ferri per una operazione di appendicite eseguita nel 2007 nella sua clinica privata della Khyber Agency. Il medico e' stato incriminato per omicidio e truffa, in quanto gli viene negata la qualifica di chirurgo. Ma potrebbe essere una vendetta nei confronti di un uomo bollato in ambienti islamici del Paese come un ''traditore''. Il luogo del rapimento degli insegnanti, impiegati in una scuola privata dove era appena terminata la somministrazione dei vaccini, e' situato nell'area di Bara, una delle piu' turbolente del Pakistan, dove i talebani avevano messo al bando la vaccinazione e minacciato di morte i volontari impegnati nelle campagne sanitarie condotte insieme con l'Onu. Secondo quanto si e' appreso, il sequestro e' avvenuto al termine dei tre giorni di attività mediche, quando gli addetti sanitari e la loro scorta armata erano partiti. Finora non e' giunta alcuna rivendicazione, ma si sospetta che dietro l'incursione ci sia Lashkar-e-Islam, sigla che appoggia i talebani. Potrebbero essere stati portati in una località controllata dai militanti, inaccessibile alle autorità. Da quando e' partita la campagna antipolio nel 2012, ben 22 persone sono state uccise dai jihadisti. L'ultimo caso di violenza e' dello scorso maggio, quando vicino a Peshawar un commando armato aveva aperto il fuoco contro due volontarie che stavano somministrando il vaccino ad alcuni bambini uccidendone una sul colpo e ferendone gravemente la seconda. Secondo dati diffusi il 24 ottobre in occasione del ''World Polio Day 2013'', indetto dall'Onu, da gennaio sono stati segnalati in Pakistan 49 casi di malattia, un numero superiore a quello dello stesso periodo del 2012. Di questi, ben 43 sono censiti nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa e soprattutto nei territori tribali (Fata) dove tradizioni e militanza sono piu' forti. Lo scorso anno il comandante Hafiz Gul Bahadar, che guida una fazione dei talebani del Nord Waziristan, aveva vietato le vaccinazioni per protesta contro i raid dei droni (aerei senza pilota) americani diretti contro i covi di sospetti terroristi, ma che spesso colpiscono accidentalmente bersagli civili.

venerdì 22 novembre 2013

Indagato direttore di Tehelha per molestie sessuali

La polizia indiana ha indagato il giornalista e scrittore Tarun Tejpal, noto per le sue campagne contro la corruzione e per i diritti delle donne, per molestie sessuali nei confronti di una giovane collega. Lo riferisce l'agenzia di stampa Pti. Un team di investigatori della polizia di Goa, dove e' avvenuto il fatto, si rechera' a New Delhi per interrogare Tejpal che ieri si e' ''autosospeso'' dalla direzione del settimanale d'inchiesta Tehelka per ''espiare'' la sua colpa. In una e-mail, rivelata dalla stampa, il giornalista famoso per il romanzo erotico ''L'Alchimia del Desiderio', aveva fatto un ''mea culpa'' per l'incidente successo a una recente conferenza organizzata dal suo magazine nella ex colonia portoghese e a cui hanno partecipato star internazionali, come l'attore Robert De Niro e la giornalista Tina Brown. La vittima, una giovane reporter e amica di famiglia, ha detto che il 50enne Tejpal aveva tentato di abusare sessualmente di lei per ben due volte su un'ascensore dell'hotel dove si teneva l'evento ThinkFest. Aveva poi raccontato nei dettagli l'accaduto in una e-mail alla direttrice manageriale della rivista Shoma Chaudhury, nota per le sue battaglie femministe.

giovedì 21 novembre 2013

Direttore di Tehelka nei guai per molestie sessuali

Uno dei più famosi giornalisti e scrittori indiani, Tarun Tejpal, si è 'autosospeso' per sei mesi dalla direzione del settimanale d'inchiesta Tehelka dopo essere stato accusato di molestie sessuali nei confronti di una collega. In una e-mail di 'mea culpa' resa nota ai media, chiede scusa per l'incidente definendolo "un grave errore di giudizio e un travisamento della situazione" e annuncia di voler "espiare" ritirandosi temporaneamente dal lavoro. Da quanto è trapelato, il 50/enne Tejpal avrebbe tentato di aggredire una sua giovane dipendente in un ascensore di un hotel durante una conferenza organizzata di recente dalla rivista nell'ex colonia portoghese di Goa. La notizia ha suscitato un grande scalpore nel mondo dell'informazione indiano e una valanga di commenti su Twitter in cui si chiede che sia fatta luce sull'episodio. Di recente una giovane avvocato aveva denunciato un giudice della Corte Suprema per un assalto sessuale. La rivista Tehelka, da lui fondata nel 2000, è nota per le sue coraggiose inchieste contro i potenti corrotti e per le battaglie per le libertà civili. Nel 2006 Tejpal aveva debuttato con il romanzo erotico 'L'Alchimia del Desiderio', mentre è di quest'anno la sua ultima opera, 'Il Sospiro lieve dei sensi'.

martedì 12 novembre 2013

Maro': distensione tra italia e India. Ministro Khurshid ''contento dei progressi''

Il superamento dello stallo che da diversi mesi bloccava le indagini sui maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ha portato a un ''disgelo'' nelle relazioni tra India e Italia. L'interrogatorio degli altri quattro fucilieri del team anti pirateria della petroliera Enrica Lexie, avvenuto ieri in videoconferenza da Roma, ha fatto tirare un sospiro di sollievo anche alla diplomazia di New Delhi. ''Sono contento che abbiamo potuto fare dei progressi'' ha dichiarato oggi il ministro indiano degli Esteri, Salman Khurshid, visibilmente soddisfatto ''per aver superato l'impasse''. Il capo della diplomazia indiana, che in passato si era impegnato ad accelerare l'iter processuale, ha detto che polizia investigativa Nia ''può ora concludere le indagini'' in modo che ''si possa arrivare allo stadio in cui il giudice possa disporre della questione". Khurshid ha anche auspicato che si possa ritornare a ''un clima di maggiore fiducia e comprensione''. Il che significa che ora, in tempi ragionevolmente brevi, gli investigatori presenteranno i ''capi di accusa'' al giudice ad hoc gia' nominato che dovra' avviare il processo. L'audizione dei quattro fucilieri Renato Voglino, Antonio Fontana, Massimo Andronico e Alessandro Conte era l'ultimo tassello che mancava alla Nia per ricostruire l'incidente. Nei mesi scorsi gli investigatori avevano sentito il capitano Umberto Vitelli, il suo vice Carlo Noviello, i due ufficiali James Mandley Samson e Sahil Gupta, piu' i marinai Semen Fulbaria Marendra, Kumar Naren e Kantamuich Tirumal Rao. Ulteriori dettagli sulla situazione di Latorre e Girone potranno arrivare anche domani dall'audizione dell'inviato Staffan de Mistura davanti alle Commissioni Affari Esteri e Difesa del Senato. Il diplomatico partira' dopo un paio di giorni alla volta di New Delhi per continuare il ''pressing'' di Roma, piu' che mai necessario ora che si intravede uno spiraglio nella complessa vicenda giudiziaria. E a proposito di pressione diplomatica, la vicenda dei due fucilieri di Marina arrestati in seguito alla morte di due pescatori il 15 febbraio 2012 e' stata portata all'attenzione di un'importante convegno internazionale di Paesi europei e asiatici che si e' concluso oggi a Gurgaon, il polo dei servizi della capitale indiana. Nel suo intervento all'assemblea plenaria della conferenza ministeriale Asia-Europa (Asem), il delegato italiano, il direttore centrale per l'Asia della Farnesina Andrea Perugini, ha sollevato il caso dei due maro' esprimendo ''preoccupazione per i ritardi accumulati nella soluzione dell'incidente'' secondo quanto riferito all'ANSA da una fonte diplomatica. E' stata anche un'occasione per ricordare l'impegno dell'Italia nella lotta alla pirateria. Il tema della sicurezza marittima e' stato infatti uno dei soggetti affrontati nei due giorni di discussioni a porte chiuse tra i 51 membri dell'Asem, tra cui c'erano 34 ministri degli Esteri, compreso il russo Sergei Lavrov e il cinese Wang Yi. Proprio il caso dei maro', secondo Khurshid, ''sara' di grande stimolo per fare chiarezza'' sulla lotta alla pirateria e sull'impiego di militari su navi civili. Rispondendo a una domanda dell'ANSA nella conferenza stampa alla conclusione del forum Asem (che il prossimo anno si terra' a Milano) ha riconosciuto che e' necessario ''trovare una soluzione affinche' dei casi di ambiguita' di questo genere non compromettano il dispiegamento in futuro di navi o di personale di sicurezza per la lotta alla pirateria''. Il riferimento e' all'impiego di militari su mercantili privati che transitano in tratti di mare pericolosi per la presenza di pirati. Di recente, anche l'India aveva deciso di dislocare unita' di polizia sui propri mercantili, ma ha poi fatto marcia indietro per la mancanza di una legislazione adeguata. La questione e' poi salita nuovamente alla ribalta con l'arresto nello stato meridionale del Tamil Nadu di un team anti pirateria di una nave americana con l'accusa di possesso illegale di armi.

domenica 10 novembre 2013

Maldive: ancora un rinvio per le elezioni mentre scade mandato del presidente Waheed

Per la terza volta alle Maldive è stata impedita l'elezione di un nuovo presidente creando un pericoloso vuoto di potere nell'arcipelago, famoso paradiso turistico dell'Oceano Indiano, a maggioranza mussulmana. Il secondo turno del voto previsto per oggi è stato sospeso dalla Corte Suprema a poche ore dall'apertura dei seggi dopo che un partito aveva presentato ricorso perché i tempi tra le due votazioni erano troppo stretti e non consentivano di svolgere una campagna elettorale. I giudici hanno quindi rinviato il ballottaggio a sabato prossimo. Ma alla mezzanotte di oggi scade il mandato del presidente uscente Mohamed Waheed e la Costituzione del 2008 non preveder alcun governo provvisorio. Da domani quindi c'é il rischio che il Paese precipiti in un vero e proprio limbo politico. Circa 240 mila elettori erano stati chiamati oggi a scegliere tra i due candidati: l'ex premier e favorito Mohamed Nasheed, spodestato in un "golpe di velluto" nel 2012 e il rivale Abdulla Yameen, fratellastro dell'ex dittatore Gayoom. Nessuno dei tre candidati in lizza avevano raggiunto la maggioranza nel voto di ieri, anche se Nasheed con quasi il 47% aveva sfiorato la vittoria, come era già successo nel voto del 7 settembre annullato dal massimo organo giudiziario per sospetti brogli, nonostante gli osservatori internazionali avessero detto che le operazioni erano regolari. Un secondo tentativo, il 19 ottobre, era stato fermato dalla polizia che ha fisicamente impedito la distribuzione delle schede. A presentare ricorso è stato oggi il partito del magnate dei resort Gasim Ibrahim, il Jumhoory Party (giunto al terzo posto dopo Yameen), secondo il quale i tempi strettissimi tra primo e secondo turno non permettevano di condurre una campagna elettorale e quindi violavano i diritti dei cittadini. Ancora prima dell'annullamento, quando i rivali di Nasheed già chiedevano di bloccare il ballottaggio, gli Stati Uniti avevano rivolto un appello perché si tenesse il voto oggi come previsto. "E' irragionevole ed inaccettabile - ha dichiarato il Dipartimento di Stato Usa in una nota - che alcune parti continuino a chiedere cambiamenti rispetto ad una data del voto già accettata". Il 46enne Nasheed aveva vinto le prime elezioni democratiche nel 2008 ponendo fine al regime trentennale di Gayoom che da allora ha scelto di vivere in esilio in Thailandia, ma che secondo molti analisti avrebbe ancora una grande influenza sui destini politici dell'arcipelago tropicale.

martedì 5 novembre 2013

Imprese spaziali - India lancia un razzo verso Marte

L'India è entrata oggi ufficialmente nella corsa per la conquista di Marte con il lancio di una sonda spaziale che, se tutto procede bene nei prossimi nove mesi, dovrebbe entrare nell'orbita del Pianeta Rosso a caccia di metano e altre preziose risorse. Il successo della prima fase della missione, cioè la messa nell'orbita terrestre della navicella Mangalayan (in sanscrito 'veicolo per Marte'), è stato accolto con entusiasmo e orgoglio, ma anche qualche perplessità da parte di chi vede l'ambizioso programma spaziale di New Delhi come uno spreco di risorse pubbliche in un Paese dove un terzo della popolazione è al di sotto della soglia della povertà. La leader italo-indiana Sonia Gandhi, che guida il partito di maggioranza, l'ha definita una "straordinaria impresa scientifica" e una "giornata storica" per l'India. Messaggi di giubilo sono arrivati anche dal primo ministro Manmohan Singh, che nell'agosto del 2012 aveva annunciato l'impresa, e dal presidente della Repubblica Pranab Mukherjee. Al coro di congratulazioni si è unito perfino il leader dell'opposizione Narendra Modi, che molti danno per favorito nella elezioni politiche previste la prossima primavera. Non è poi mancata la voce orgogliosa del 'padre' del programma missilistico ed ex presidente, lo scienziato musulmano Abdul Kalam, secondo il quale "oggi è iniziato con successo un viaggio di 400 milioni di chilometri" che metterà l'India sullo stesso piano di Usa, Russia e Europa che hanno esplorato Marte. La messa nell'orbita terrestre della sonda, con un lancio definito 'da manuale' del razzo Polar Satellite Launch Vehicle nel suo venticinquesimo anno di attività, è però solo la prima e più facile fase dell'impresa. Il momento cruciale per gli scienziati indiani sarà il primo dicembre, quando è previsto che Mangalayan attivi dei propulsori per uscire dall'orbita terrestre e iniziare il suo lungo cammino. "La più grande sfida sarà quella di guidare la navicella verso Marte", ha ammesso K Radhakrishnan, presidente del Centro di ricerca spaziale Isro, che è il tempio dell'alta tecnologia indiana. Per il successo della missione lo scienziato e la moglie si sono recati domenica in un famoso tempio a Tirupati, a circa un'ora di auto dalla base spaziale di Sriharikota, per chiedere il "favore" del dio Vishnu', il sovrano dell'universo, a cui hanno "offerto" un razzo in miniatura. Tra l'altro, per una curiosa coincidenza, il via alla missione è avvenuto di martedì, il giorno di Marte ("mangal", in sanscrito). La missione indiana è stata definita la più 'low cost' tra le imprese spaziali per i costi contenuti, circa 55 milioni di dollari, grazie al risparmio sui materiali e sulla manodopera. Un giornale indiano calcolava oggi che la spesa è un sesto di quella che la Nasa ha in programma per il 18 novembre.