giovedì 24 settembre 2009
Pakistan, Obama chiede più sostegno e triplica aiuti
Il futuro della democrazia in Pakistan e la lotta agli estremisti islamici continua a essere al centro dell’attenzione della comunità internazionale. A margine dell’assemblea generale delle nazioni Unite a New York si è tenuta ieri una riunione dei cosiddetti Amici del Pakistan democratico, un gruppo di 26 paesi donatori impegnati a salvare dalla bancarotta il governo di Asif Ali Zardari minacciato dall’avanzata dei talebani nelle aree pashtun del nord ovest. Il presidente americano Barak Obama ha chiesto ai paesi donatori, tra cui c’è anche l’Italia, un maggiore e duraturo impegno per sostenere Islamabad nella battaglia conto i militanti, che sarebbe cruciale anche per la stabilizzazione del vicino Afghanistan. Obama ha annunciato che il Senato americano ha deciso di triplicare gli aiuti non militari portandoli a 7,5 miliardi di dollari per i prossimi 5 anni. Intanto, nonostante le proteste del governo di Islamabad, continuano gli attacchi americani con aerei droni contro i militanti islamici. Nell’ennesimo di questi raid nel nord del Waziristan sono state uccise 12 persone, tra cui alcuni leader talebani, secondo le agenzie di stampa. Sempre ieri gli estremisti hanno attaccato nel distretto di Bannu un convoglio di milizie civili antitalebane provocando numerose vittime.
sabato 19 settembre 2009
Sri Lanka, sfollati tamil a casa nei prossimi 4 mesi?
C’è voluta la visita di un inviato di Ban Ki Moon a convincere il governo ad accelerare il ritorno delle decine di migliaia di sfollati tamil che si trovano nei campi di detenzione a Vavunya e in altre zone del nord dell’isola. Secondo quanto promesso dal presidente Rajapaksa entro la fine di gennaio i 280 mila tamil potranno lasciare i cosiddetti welfare centri allestiti dall’esercito durante il conflitto con le Tigri Tamil. Il problema maggiore per le autorità srilankesi è quello di sminare i villaggi e le aree precedentemente occupate dai ribelli ma anche quello di verificare l’identità degli sfollati per paura che tra di loro si possano nascondere superstiti del movimento separatista. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale hanno denunciato in più occasioni le condizioni inumane di sovraffollamento in particolare nella immensa tendopoli di Manik Farm e le restrizioni di movimento degli sfollati, cosa che non farebbe che aumentare il risentimento della minoranza tamil contro le autorità cingalesi, come ha detto il sottosegretario dell’Onu agli affari politici Lynn Pascoe che ha concluso ieri una visita di tre giorni. Preoccupa anche il rischio di inondazioni visto l’imminente arrivo del monsone. E’ probabile che molti sfollati siano semplicemente ridislocati in altri centri di accoglienza più ospitali. Lo sminamento potrebbe richiedere molto più di quattro mesi.
venerdì 18 settembre 2009
Pakistan, attentato suicida contro sciiti, oltre 30 morti
Sarebbe stata un’auto imbottita con 150 kg di tritolo a seminare morte e terrore verso le 11 ora locale in una cittadina a maggioranza sciita a 60 km a sud di Peshawar nelle regioni pashtun. La deflagrazione, fortissima, è avvenuta in un mercato affollato in occasione dell’imminente festività di Eid Al Fitr che segna la fine del Ramadan. Testimoni hanno riferito di decine di corpi sotto le macerie di un albergo distrutto dall’esplosione. L’attentato, rivendicato da un gruppo islamico estremista sunnita pro talebano potrebbe essere in risposta ai recenti bombardamenti dell’esercito pachistano contro i capi tribali che controllano il distretto di Kyber porta di accesso in Afghanistan. Secondo la polizia il kamikaze alla guida dell’autobomba proveniva dalla regione di Orakzai, che è la roccaforte di Hakimullah Mehsud, il nuovo leader dei talebani pachistani che ha preso il posto del suo capo e omonimo Baitullah Mensud ucciso da un attacco aereo americano. Potrebbe essere quindi il segno di un rafforzamento dei militanti dopo un periodo di sbandamento per via delle faide interne e anche dei successi della campagna militare di Islamabad nella valle di Swat e nelle vicine regioni di Dir e Buner. La polizia non esclude però che la carneficina rientri nella ben nota rivalità tra sunniti e la minoranza sciita alimentata dalla presenza di elementi di Al Qaeda sul territorio pachistano.
giovedì 3 settembre 2009
Sri Lanka, allarme per i 280 mila sfollati tamil
Nei cosiddetti “welfare centers”, in realtà centri di detenzione, nelle ex zone di conflitto, ci sono ancora 280 mila tamil in condizioni di sovraffollamento e con il rischio di epidemie soprattutto ora che la stagione monsonica è alle porte. Il governo cingalese ha detto che 15 mila famiglie potranno tornare nelle loro case, ma la situazione rimane allarmante secondo le organizzazioni umanitarie che possono accedere ai campi, ma solo a patto di non rendere pubbliche le informazioni sulle condizioni degli sfollati. Un appello ad alleggerire la pressione dei centri gestiti dai militari nel distretto di Vavunya è arrivato anche dal leader dell’opposizione, l’ex premier Anil Wikremasinghe, secondo il quale due terzi degli sfollati potrebbero essere liberati subito e trasferiti presso amici o parenti in attesa della ricostruzione delle aree distrutte dall’offensiva contro i ribelli tamil terminata a maggio. Ma il governo teme che tra gli sfollati ci siano ancora migliaia di militanti delle Tigri Tamil che una volta ritornati nei propri territori potrebbero riorganizzare il movimento separatista. A preoccupare le Nazioni Unite e, in particolare, il segretario generale Ban Ki Moon sono anche le accuse di esecuzioni arbitrarie di presunti militanti tamil come mostrato da un filmato diffuso da un canale televisivo britannico.
Sri Lanka, allarme per i 280 mila sfollati tamil
Nei cosiddetti “welfare centers”, in realtà centri di detenzione, nelle ex zone di conflitto, ci sono ancora 280 mila tamil in condizioni di sovraffollamento e con il rischio di epidemie soprattutto ora che la stagione monsonica è alle porte. Il governo cingalese ha detto che 15 mila famiglie potranno tornare nelle loro case, ma la situazione rimane allarmante secondo le organizzazioni umanitarie che possono accedere ai campi, ma solo a patto di non rendere pubbliche le informazioni sulle condizioni degli sfollati. Un appello ad alleggerire la pressione dei centri gestiti dai militari nel distretto di Vavunya è arrivato anche dal leader dell’opposizione, l’ex premier Anil Wikremasinghe, secondo il quale due terzi degli sfollati potrebbero essere liberati subito e trasferiti presso amici o parenti in attesa della ricostruzione delle aree distrutte dall’offensiva contro i ribelli tamil terminata a maggio. Ma il governo teme che tra gli sfollati ci siano ancora migliaia di militanti delle Tigri Tamil che una volta ritornati nei propri territori potrebbero riorganizzare il movimento separatista. A preoccupare le Nazioni Unite e, in particolare, il segretario generale Ban Ki Moon sono anche le accuse di esecuzioni arbitrarie di presunti militanti tamil come mostrato da un filmato diffuso da un canale televisivo britannico.
martedì 1 settembre 2009
Singh ottimista sulla ripresa economica
La recessione mondiale non sembra aver colpito duramente l’India dove il tasso di crescita previsto per quest’anno si mantiene al di sopra del 6%. Negli ultimi tre mesi, dopo le elezioni che hanno riconfermato al potere del premier ed economista Manmohan Singh, la ripresa si è messa lentamente in moto soprattutto grazie a una forte domanda proveniente dal mercato interno. Ma a preoccupare ora è la siccità, dovuta alle scarse piogge monsoniche estive, che ha colpito il 40% delle coltivazioni. L’agricoltura è l’unica fonte di sostentamento per il 60% della popolazione indiana. Lo stesso Singh, parlando ieri alla prima riunione della commissione del Piano, ha però rassicurato che il Paese ha immagazzinato sufficienti scorte alimentari e che quindi non ci sarebbe il rischio di carestie. “Non bisogna essere eccessivamente pessimisti” ha detto Singh, secondo il quale “nei prossimi due anni l’India ritornerà ai livelli di crescita prefissati”. Secondo gli economisti indiani, il prossimo anno l’espansione dovrebbe salire all’8%, mentre nell’anno fiscale 2011-2012 si prevede un tasso di crescita del 9%, che è quello che il gigante asiatico ha bisogno per uscire dal sottosviluppo.
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