''L'India ha perso la fiducia del mondo'' e ''il governo se ne e' accorto in ritardo''. Lo ha detto in un'intervista Ratan Tata, ex presidente dell'omonimo gruppo, a proposito della svalutazione della rupia che ha toccato ieri un nuovo minimo sul dollaro e della ''fuga'' degli investitori stranieri. Il magnate, considerato come 'l'Agnelli indiano', ha duramente criticato il governo dell'economista Manmohan Singh per ''mancanza di leadership'' e per aver ceduto a ''poteri forti'' che spesso hanno influenzato le politiche economiche. ''Il governo ha varato delle manovre che sono state poi spesso manipolate o cambiate da poteri forti'', ha spiegato in una lunga intervista alla televisione Cnn-Ibn, la prima da quando e' andato in pensione alla fine dell'anno. Ha poi aggiunto che ''bisognerebbe agire per il bene del Paese e non per l'interesse di pochi''. Da alcuni anni Tata si e' schierato a fianco del leader della destra nazionalista Narendra Modi, 'chief minister' del Gujarat e indicato come candidato al posto di primo ministro nelle elezioni politiche della prossima primavera.
giovedì 29 agosto 2013
martedì 20 agosto 2013
Pakistan/Pervez Musharraf incriminato per omicidio di Benazir Bhutto
Un tribunale ha incriminato oggi l'ex generale e presidente pachistano Pervez Musharraf per l'assassinio della leader dell'opposizione Benazir Bhutto, riaprendo cosi' una delle tante ferite del Paese che per la maggior parte della sua storia e' stato sotto il giogo della dittatura militare. L'ex ''uomo forte'' di Islamabad, che ha appena compiuto 70 anni e che da aprile si trova agli arresti domiciliari, e' stato incriminato da una corte speciale antiterrorismo insieme ad altri sei imputati, tra cui due poliziotti, per i reati di omicidio, complotto e favoreggiamento nella strage del 27 dicembre 2007 nella quale fu uccisa la leader dell'opposizione. Nell'udienza, che si e' tenuta a porte chiuse, Musharraf ha respinto le accuse definendole ''inventate'' e ''con fini politici''. Il processo e' stato aggiornato al 27 agosto. L'ex generale era salito al potere con un golpe ''bianco'' nel 1999 dopo aver esautorato l'allora premier Nawaz Sharif, ritornato al potere lo scorso maggio dopo aver sconfitto lo storico partito della famiglia Bhutto. I commentatori pachistani sottolineano che e' la prima volta che un capo dell'esercito viene processato in Pakistan e che cio' e' stato possibile con l'uscita di scena di Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir, salito al potere dopo la sua uccisione. Ma altri ricordano che Musharraf si era inimicato il potere giudiziario quando nel 2007 aveva tentato di mettere il bavaglio alla potente Corte Suprema a lui ostile. Secondo la tesi dell'accusa, basata anche sulla testimonianza del giornalista americano Mark Segal, l'ex presidente non avrebbe garantito adeguata protezione alla leader impegnata nella campagna elettorale dopo il ritorno dall'esilio. La Bhutto fu assassinata al termine di un comizio in un parco di Rawalpindi mentre era su una jeep scoperta. Fu colpita da proiettili sparati da un uomo che poi si fece esplodere uccidendo 24 persone. Le indagini avevano portato all'incriminazione di alcuni responsabili della polizia locale e, in seguito, lo stesso Musharraf aveva rivelato che l'assassinio era stato ordinato dai talebani. Ma una commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite, voluta da Zardari nel 2009, aveva accusato l'allora governo di Musharraf di gravi carenze nell'assicurare la sicurezza alla sua rivale politica. Nell'ottobre del 2007, dopo il suo trionfale arrivo a Karachi, macchiato da un sanguinoso attentato che aveva causato oltre 130 morti, la Bhutto, leader del Partito popolare pachistano (Ppp) aveva rivelato ai giornalisti di essere nel mirino dei talebani, Al Qaida e di altri gruppi estremisti e di aver avvertito il governo di queste minacce. Musharraf, a capo di un nuovo partito, era tornato lo scorso marzo dopo quattro anni trascorsi tra Londra e Dubai. Aveva detto di ''voler salvare il Paese''. Ma probabilmente ha fatto male i suoi conti e ben presto sono iniziati i guai giudiziari. Un mese dopo e' stato messo agli arresti domiciliari nella sua villa fuori Islamabad. Si trova attualmente sotto processo per l'esautorazione dei giudici della Corte Suprema durante le leggi di emergenza da lui imposte nel 2007 e per l'assassinio di un leader separatista del Baluchistan nel 2006.
lunedì 19 agosto 2013
Bihar, treno travolge e uccide 35 fedeli indu' in stazione
Un treno in corsa ha travolto e massacrato una folla di pellegrini indù diretta a un tempio dell'India settentrionale causando almeno 35 morti e diverse decine di feriti. La sciagura, avvenuta in una piccola stazione del Bihar, uno degli stati più arretrati del Paese asiatico, ha scatenato la rabbia dei passeggeri che hanno linciato il macchinista, appiccato il fuoco a delle carrozze e danneggiato lo scalo ferroviario. Soltanto dopo diverse ore di violenze e dopo un accorato appello dello stesso premier Manmohan Singh è ritornata la calma e le autorità hanno potuto effettuare un sopralluogo sul posto che dista circa 170 chilometri dal capoluogo di Patna. I corpi delle vittime, tra cui ci sono diverse donne e bambini, sono stati orribilmente dilaniati nell'impatto con il treno a tal punto da non essere più riconoscibili. Molti dei feriti si trovano in fin di vita all'ospedale e si teme che il bilancio possa aumentare con il passare delle ore. Tra l'altro, i soccorsi sono stati difficili a causa delle strade danneggiate dalle recenti inondazioni. La tragedia e' avvenuta dopo le 8 del mattino (4.30 in Italia) nella stazione di Dhamara Ghat, nel distretto di Khagaria. Centinaia di fedeli del dio Krishna, chiamati "kanwarias", erano appena scesi da un treno locale e stavano attraversando in massa i binari, un'abitudine purtroppo frequente in India a causa della mancanza di passerelle pedonali e anche delle più elementari norme di sicurezza. Non si sono accorti che stava per arrivare a forte velocità un treno diretto, il Saharsa-Patna Rajyarani Express, che li ha presi in pieno. In una conferenza stampa a New Delhi, un responsabile delle Ferrovie indiane, una delle più grandi aziende pubbliche del mondo che trasporta circa 20 milioni di passeggeri al giorno, ha detto che il convoglio viaggiava intorno agli 80 all'ora e che aveva il semaforo verde per transitare nella stazione dove non era prevista una fermata. Quando ha visto la gente sui binari, il macchinista ha azionato il freno di emergenza, ma era ormai troppo tardi e il convoglio si è arrestato soltanto dopo qualche centinaia di metri. Subito dopo l'incidente una folla infuriata ha assaltato la locomotiva e ha selvaggiamente picchiato i due macchinisti. Non é ancora chiaro se uno di loro ha perso la vita. L'agenzia di stampa Pti ha riferito che i due uomini sono riusciti a scappare dopo l'aggressione. La folla, imbestialita, ha poi incendiato un paio di vagoni, ma non si registrano altre vittime. E' stata ordinata un'inchiesta interna per accertare le cause dell'accaduto. Sembra che la colpa sia stata dei fedeli che hanno commesso una grave imprudenza attraversando i binari, ma ci potrebbe anche essere una mancanza delle Ferrovie che non ha ordinato al treno di rallentare la corsa pur sapendo che la stazione era affollata per una importante festività religiosa che si tiene nell'ultimo lunedì del mese sacro indù di Shravan
mercoledì 14 agosto 2013
Eplode sottomarino a Mumbai, morti 18 marinai
In un momento in cui sta cercando di rafforzare la presenza nell'oceano Indiano, la Marina indiana ha subito oggi un duro contraccolpo con la perdita di un sommergibile distrutto da un'esplosione che ha causato la morte di 18 marinai e listato a lutto le celebrazioni del Giorno dell'Indipendenza di domani. L'incidente e' avvenuto dopo la mezzanotte in un porto a Mumbai dove si trovava il sottomarino di fabbricazione russa Ins Sindhurakshak acquistato 25 anni fa, ma ammodernato di recente con la dotazione di un nuovo sistema di missili da crociera. Il ministro indiano della Difesa, A.K. Antony, ha parlato di una "scioccante tragedia" e ha offerto le condoglianze alle famiglie delle vittime, tra cui ci sono tre ufficiali. I sommozzatori non hanno però abbandonato le speranze di trovare superstiti e sono ancora al lavoro nel tentativo di entrare nei comparti stagni dove potrebbero essere intrappolati i marinai dopo l'affondamento dell'unita'. Tuttavia il comandante della Marina, l'ammiraglio D.K Joshi, giunto sul posto, ha detto ai giornalisti che "bisogna prepararsi al peggio". Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, ci sarebbero state due esplosioni in rapida successione all'interno dell'unita navale che era carica di armamenti, carburante e ossigeno liquido. Quasi nello stesso momento é scoppiato l'incendio. Le televisioni hanno mostrato le immagini del sottomarino trasformato in una palla di fuoco. Gli scoppi hanno aperto una breccia dello scafo causando l'affondamento. "Non possiamo escludere l'ipotesi del sabotaggio - ha dichiarato l'ammiraglio Joshi - anche se al momento non ci sono elementi a supporto di questa ipotesi". Soltanto quando sarà tirato fuori dall'acqua, si potrà forse risalire alle cause delle misteriose deflagrazioni. Il sommergibile fa parte di una commessa di dieci unità acquistate tra il 1986 e il 2000 dalla Russia, uno dei principali fornitori di armamenti dell'India. Dopo un incendio nel 2010, che aveva provocato la morte di un marinaio, era stato inviato nei cantieri navali Zviezdotchka di Severodvinsk (Russia settentrionale) per interventi di manutenzione e ammodernamento. Secondo i media indiani si tratta di uno dei più gravi incidenti che ha colpito la Marina indiana impegnata a colmare il grande divario militare nei confronti della potenza cinese e a contrastare la crescente influenza di Pechino nell'oceano Indiano, che sta preoccupando anche gli Stati Uniti. Appena due giorni fa era stata messa in acqua la portaerei Ins Vikrant, la prima disegnata e costruita dall'India, con una solenne cerimonia in un cantiere navale di Kochi (in Kerala). La scorsa settimana, la Marina indiana aveva messo a segno un altro importante primato con l'attivazione del sistema di propulsione del primo sottomarino nucleare Arihant, una pedina cruciale nella strategia di espansione nell'oceano Indiano.
martedì 6 agosto 2013
Funzionaria pubblica sfida la ''mafia della sabbia'' di Greater Noida
Una giovane funzionaria pubblica che ha osato sfidare la potente ''mafia della sabbia'' e che per questo e' stata sospesa dal lavoro, e' diventata un'eroina in India, un Paese dove la corruzione e' dilagante. Durga Shakti Nagpal, una coraggiosa ispettrice amministrativa di 28 anni al suo primo impiego, non ha avuto paura a denunciare diverse cave abusive che prelevano sabbia e ghiaia dai fiumi alla periferia di New Delhi, dove il boom edilizio ha creato una forte domanda di materiali da costruzione e dove operano aziende senza scrupolo. Da quando, dieci mesi fa, ha avuto l'incarico di ispettrice amministrativa del distretto di Gautam Buddh Nagar, a Greater Noida (in Uttar Pradesh) ha denunciato una ventina di attivita' di estrazione clandestina nei fiumi Yamuna e Hindon e sequestrato 25 camion sorpresi a rubare di notte la sabbia dal greto dei fiumi. ''Le cave illegali sono un problema enorme e gli interessi in gioco sono enormi perche' ci sono grandi profitti'' aveva dichiarato l'ispettrice un po' di tempo fa avvertendo che ''queste attività causano seri problemi ambientali'' e ''che devono essere fermate''. Il suo zelo non è però stato forse apprezzato dal governo dell'Uttar Pradesh che ha favorito un rapido sviluppo edilizio nell'hinterland della capitale dove stanno sorgendo diverse ''città satellite'' lungo una nuova autostrada privata che collega New Delhi con Agra, la città del Taj Mahal, e che costeggia anche il neo autodromo di Formula Uno. La scorsa settimana Nagpal è stata sospesa per 10 mesi perchè, secondo la motivazione ufficiale, aveva ordinato la demolizione di una moschea creando tensioni interreligiose durante il Ramadan. La rimozione e' irreversibile come ha dichiarato oggi il ''chief minister'' dell'Uttar Pradesh, Akhilesh Yadav. La questione si e' trasformata in un acceso scontro politico tra il partito regionale Samajwadi Party, all'opposizione nel Parlamento nazionale, e il partito di Sonia Gandhi. La stessa Gandhi nei giorni scorsi aveva preso le difese di Nagpal e chiesto al premier Manmohan Singh di intervenire per fare luce nella vicenda. Le polemiche hanno pero' portato a qualche azione a difesa dei fiumi. Proprio oggi, il Tribunale verde nazionale, organismo creato nel 2010 per sveltire i processi ambientali, ha messo al bando tutte le imprese di estrazione di sabbia in India in attesa che richiedano un permesso ''verde'' alle autorità. La ''mafia della sabbia'' è considerata molto potente. Pochi giorni fa, sempre a Greater Noida, un attivista è stato ucciso da tre sicari perchè aveva denunciato l'ennesina cava abusiva sempre a Greater Noida. Il prelievo selvaggio di sabbia dal Gange e dai suoi affluenti preoccupa gli ambientalisti. Da circa 50 giorni un ex ingegnere di 82 anni, G.D. Aggarwal, sta facendo un digiuno di protesta contro le dighe in costruzione e lo sfruttamento del sacro Gange nello stato himalayano dell'Uttarkand, dove a metà giugno sono morte migliaia di persone in uno "tsunami". L'attivista, diventato un monaco con il nome di Swami Gyan Swaroop Sanand, e' stato trasferito a forza in un ospedale di New Delhi dove si trova in stato di arresto per tentato suicidio. Due anni fa, un altro religioso, Swami Nigamanand, che si batteva contro le cave illegali nella città sacra di Haridwar, è morto dopo uno sciopero della fame di diversi mesi, ma secondo i suoi sostenitori sarebbe stato avvelenato dalla "mafia della sabbia".
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