venerdì 28 dicembre 2012

Ratan Tata compie 75 anni, da oggi e' in pensione


Ha passato il giorno del suo 75 esimo compleanno nella sua villa di Pune, nei pressi di Mumbai, ‘’l’Agnelli indiano’’, come e’ stato definito Ratan Tata, il piu famoso industriale del Paese a capo di un impero che va dall’informatica al te’.  Come previsto da tempo, il conglomerato fondato da suo nonno, passa da oggi nelle mani di Cyrus Mistry, figlio del principale azionista e anche parente. Nei 21 anni alla presidenza del gruppo, Tata, rimasto scapolo e senza figli, e’ riuscito ad accrescere la dimensione della sua azienda di ben 51 volte fino a portarla ai 100 miliardi di dollari  di valore. La stampa indiana dedica oggi numerose pagine all’evento che segna una svolta nella storia industriale indiana.
Tra i maggiori successi imprenditoriali di Tata c’e’ l’acquisizione delle acciaierie Chorus  e del gruppo Jaguar-Land Rover.  Ma probabilmente la sua piu’ grande impresa e’ quella di aver prodotto l’auto piu’ economica del mondo, la Tata Nano, lanciata alcuni anni fa come l’auto del popolo, ma che  non ha avuto il successo sperato. Dopo il pensionamento Tata ha detto di volersi dedicare ad attivita’ filantropiche e  poi anche alla cura dei suoi amatissimi cane lupo.

REPORTAGE/Stop a lettini e sdraio a Goa, disturbano tartarughe

Goa - Niente sedie a sdraio, falo' sulla spiaggia o feste a base di droga e alcol per questo Capodanno a Goa, il paradiso tropicale nel sud dell'India e meta dei ''figli dei fiori'' degli anni Settanta. Le autorita' locali hanno deciso di dare un giro di vite per salvare dall'estinzione le tartarughe marine che proprio nella stagione invernale, che coincide con il picco del turismo, depongono le uova sul litorale nelle ore notturne. Dopo la denuncia degli ambientalisti allarmati per un drastico calo delle nidificazioni, l'amministrazione dell'ex colonia portoghese e' passata all'azione. Pochi giorni prima di Natale sono stati sequestrati centinaia di lettini prendisole che erano spuntati come funghi sulle spiagge protette trasformandole in una sorta di 'Rimini'' tropicale. Stop anche ai tavolini dei ristoranti sul bagnasciuga destinate alle cenette a lume di candela e poi soprattutto alle mega feste in spiaggia che in passato hanno lanciato Goa nel circuito delle capitali mondiali del divertimento sfrenato. L'operazione ''pro tartarughe'' e' scattata nelle spiagge di Morjim e Mandren, nel nord, quelle preferite dagli hippy ma anche dalle rarissime Olive Ridley, una varieta' di tartaruga marina diffusa nell'Oceano Indiano, che viene a deporre le uova proprio in queste due localita'. I blitz contro i lettini prendisole si sono poi estesi anche agli altri 105 chilometri di litorale dove proprio in questi giorni stanno per arrivare decine di migliaia di vacanzieri da tutto il mondo. Per prendere la tintarella i turisti si dovranno accontentare di un materassino o di un asciugamano steso sulla sabbia. L'Associazione alberghiera di Goa si aspetta circa 500 mila visitatori quest'anno, oltre il 10% di piu' rispetto al 2011. Mentre sono calati drasticamente gli arrivi dall'Europa, e in particolare dall'Italia, per via della crisi economica di Eurolandia, continua il boom di turisti dalla Russia e dall'Est Europa attirati dai prezzi convenienti dell'India. Poi c'e' anche l'effetto delle rivoluzioni arabe. L'arrivo al potere dei Fratelli Musulmani in Egitto ha infatti scoraggiato molti vacanzieri a passare la fine dell'anno nelle tradizionali mete sul mar Rosso e a preferire le dorate spiagge dell'ex colonia portoghese e le placide lagune del Kerala. A Palolem, nell'estremita' sud, considerata la piu' bella spiaggia per la cornice di palme da cocco che si allungano fin sull'arenile, le discoteche hanno aggirato i divieti introducendo ''le notti silenziose'' dove si balla con le cuffiette sintonizzate su diversi canali a seconda delle preferenze musicali. Il recente caso del brutale stupro di gruppo di una studentessa di 23 anni a New Delhi ha poi fatto scattare un allarme generale e misure di prevenzione. Per proteggere la privacy delle bagnanti, soprattutto quelle indiane che raramente indossano il bikini, sono stati creati spazi ''riservati alle donne'' e sorvegliati da un bagnino. (ANSA)

lunedì 3 dicembre 2012

ANNIVERSARI/Bhopal 28 anni dopo, ancora proteste a New Delhi

Diversi gruppi di vittime della fuga di gas di Bhopal, nell'India centrale, hanno protestato oggi a New Delhi in occasione del 28esimo anniversario della tragedia che uccise 15 mila persone sul colpo e che è considerata come il più grave incidente industriale della storia umana. I dimostranti hanno tenuto diversi cortei nei pressi delle sedi del governo per richiamare l'attenzione sulla mancanza di risarcimenti adeguati e di un piano di bonifica dell'area, dove sorge ancora l'impianto abbandonato della fabbrica di pesticidi americana Union Carbide da cui, nella notte del 3 dicembre 1984, si sprigionò la nube mortale di gas. Lo scorso luglio, il governo indiano aveva chiesto a un'azienda tedesca di smaltire i rifiuti tossici che sono ancora sul sito, ma l'operazione non si è poi concretizzata. In particolare, i superstiti criticano il governo centrale e quello locale del Madhya Pradesh per non aver garantito la punizione del responsabili, tra cui il Ceo della societa' statunitense, Warren Anderson, che fuggì negli Usa dopo la sciagura.

mercoledì 21 novembre 2012

L’Indro: India, giustiziato il terrorista pachistano delle stragi di Mumbai

India, Human Rights Watch critica esecuzione terrorista pachistano

L'associazione per i diritti umani, Human Rights Watch, ha criticato oggi l'India per aver rotto la moratoria volontaria sulle esecuzioni delle condanne a morte con l'impiccagione del terrorista pachistano Ajmal Amir Kasab avvenuta ieri mattina in un carcere di Pune. In un comunicato l'associazione chiede a New Delhi di ristabilire la sospensione delle condanne al patibolo che durava dal 2004, data dell'ultima esecuzione. "L'impiccagione di Ajmal Kasab è un passo indietro per la giustizia indiana", ha detto Meenakshi Ganguly, responsabile per il sud dell'Asia aggiungendo che il governo dovrebbe "prendere azioni per abolire definitivamente la pena di morte". Human Rights Watch ha ricordato che l'esecuzione di Kasab, l'unico militante superstite del commando terroristico responsabile degli attentati di Mumbai nel 2008, giunge due giorni dopo che New Delhi si è espressa contro un progetto di risoluzione delle Nazioni Unite sulla moratoria delle pene capitali. Il documento è stato adottato con il voto di 110 Paesi a favore e 39 contrari, tra cui l'India.

sabato 3 novembre 2012

Farmaci low cost, India revoca brevetto medicinale Roche

E' ormai scontro aperto tra ''Big pharma'' e l'India dopo la decisione di oggi di revocare il brevetto di un costoso medicinale anti epatite prodotto dalla svizzera Roche e quindi di rompere il monopolio detenuto dal colosso farmaceutico su questa importante cura. Seguendo una linea gia' sostenuta in passato, il gigante asiatico intende cosi' ribadire il suo ruolo di ''farmacia mondiale dei poveri'' grazie alla produzione di generici low cost, tra cui ci sono diversi prodotti salva vita e anti Aids. E' la seconda volta in appena due mesi che la Roche subisce una debacle in India, uno dei mercati piu' appetitosi al mondo con un giro d'affari stimato di 12 miliardi di dollari, ma anche con una legislazione in materia di proprieta' intellettuale che si presta a molte interpretazioni, come si lamentano le case farmaceutiche. Il prossimo round di questo braccio di ferro sara' con l'altro gigante svizzero, Novartis, che a settembre si e' rivolta alla Corte Suprema di New Delhi per reclamare i diritti su un proprio farmaco anti cancro, il Glivec, in un estremo tentativo di vincere una battaglia legale che dura da ben sei anni. Il verdetto e' atteso nei prossimi mesi. La decisione di oggi e' stata presa dalla Corte di appello indiana per i brevetti (Ipab) che ha ritenuto il farmaco Pegasys, usato per curare l'epatite C, non come ''un invenzione'', tale quindi da essere protetta da un brevetto secondo il regime sulla tutela della proprieta' intellettuale noto come Trips e introdotto nel 2005. La cura, che dura sei mesi costa oltre 8.700 dollari, una cifra enorme per larga parte dei malati cronici di epatite che sono in maggioranza tossicodipendenti. L'azienda elvetica, che probabilmente fara' ricorso, non ha per ora reagito ufficialmente. Vale la pena di ricordare che il Pegasys e' stato il primo farmaco brevettato in India dove oltre il 90% dei medicinali sono generici, ovvero ''copiati'' da prodotti che sono frutto di anni di ricerca delle aziende occidentali. Si tratta di un annosa disputa ma che di recente, con la crisi economica globale, e' diventata di primaria importanza per i rapporti tra l'India e le aziende occidentali. Quest'anno e' stato un ''annus horribilis'' per Big Pharma in India. Il marzo scorso l'ufficio dei brevetti obbligo' la tedesca Bayer a cedere la patente di un farmaco anti cancro all'indiana Natco che e' ora disponibile a un prezzo di trenta volte inferiore. A settembre invece un tribunale ha dato ragione ad un'altra industria indiana dei low cost, la Cipla, autorizzandola a riprodurre l'antitumorale Tarceva della Roche. A sfidare il brevetto del Pegasys e' stata la fondazione indiana Sankalp Rehabilitation Trust che si occupa di diritti dei malati. Ovviamente soddisfatte le organizzazioni umanitarie come ''Medici Senza Frontiere'' che si riforniscono dall'India per le loro campagne mondiali sulla sanita' e anti Aids. La decisione di rompere il monopolio sul Pegasys e' particolarmente benvenuta perche' l'epatite C e' una malattia in aumento in Asia e colpisce coloro che sono piu' vulnerabili.

sabato 27 ottobre 2012

Formula Uno/ Tricolore su Ferrari per maro', disinnescata la crisi

Nel secondo giorno di prove al circuito Buddh di Greater Noida alla periferia di New Delhi, è evaporata la polemica sulla bandiera della Marina Militare disegnata sul telaio delle Ferrari in omaggio ai marò detenuti nel sud dell'India. La tensione, che rischiava di creare un nuovo incidente diplomatico tra Italia e India, è stata disinnescata da dichiarazioni distensive della Federazione automobilistica indiana e dello stesso patron della F1 Bernie Ecclestone. Il tricolore impresso sulle monoposto di Fernando Alonso e Felipe Massa non "costituisce una violazione del nostro regolamento" ha detto il presidente della Federation of Motor Sports Club of India (Fmsci) Vicky Chandhok. In un comunicato, il dirigente, che è uno degli artefici della pista dove domani si corre il secondo Gran Premio dell'India, ha rassicurato che la sua Federazione non permetterà una "politicizzazione dell'evento" o "tentativi che possano interferire con il corso della giustizia" riferendosi alla vicenda giudiziaria dei militari Massimiliano Latorre e Salvatore Girone accusati dell'omicidio di due pescatori scambiati per pirati somali. Dopo aver alimentato la polemica ieri, anche Ecclestone, che domani compie 82 anni e che sta passando dei seri guai finanziari, ha smorzato i toni. Incontrato dall'ANSA nel paddock, il patron del Circus si è perfino stupito di tanto clamore. "E' una bella bandiera... - ha detto - Non penso ci sia nulla di male a esporre dei simboli nazionali, non hanno nessuna valenza politica". Insomma, alla fine, è prevalso il buon senso nell'interpretare correttamente il gesto della scuderia di Maranello che come è stato ripetuto fino alla nausea dal team principal Stefano Domenicali, è solo "un omaggio a una delle eccellenze italiane" e "non ha implicazioni politiche". Anche sulla stampa indiana la querelle ha trovato poca eco. In un editoriale oggi il quotidiano Times of India, uno dei più letti, critica l'intervento del governo indiano che ieri aveva denunciato come "non coerente con lo spirito sportivo" la decisione della Ferrari di correre con il simbolo della Marina Militare italiana. "La Ferrari non rappresenta l'Italia" e il governo indiano "farebbe meglio a tenersi fuori da queste polemiche".

domenica 21 ottobre 2012

Conferenza ONU su Biodiversita', raddoppiati i fondi nel 2015

Dopo una maratona notturna di negoziati, i Paesi partecipanti alla Conferenza dell'Onu sulla Biodiversità di Hyderabad, nell'India centrale, hanno deciso di raddoppiare i finanziamenti, portandoli a circa 12 miliardi di dollari l'anno entro il 2015, per proteggere gli animali e le piante del pianeta. Lo annuncia un comunicato ufficiale pubblicato sul sito della Convenzione sulla Diversità Biologica (Cbd). "I Paesi sviluppati si sono impegnati a raddoppiare i fondi per sostenere gli sforzi dei Paesi in via di Sviluppo nel raggiungere gli obiettivi stabiliti a livello internazionale" si legge. Si tratta degli obiettivi decisi nell'ultima conferenza di Nagoya, in Giappone, in cui è stato tracciato un piano strategico 2011-2020 che però doveva ancora essere finanziato. Secondo fonti di stampa, la decisione significa appunto mettere a disposizione una somma di circa 12 miliardi di dollari all'anno per la tutela di habitat naturali, contro i 6 miliardi di dollari annui spesi tra il 2006 e il 2010. In particolare, ad Hyderabad è stato deciso di concentrare l'attenzione sulla biodiversità marina e tutelare quindi aree come il Mar dei Sargassi, l'arcipelago di Tonga e alcuni siti corallini al largo della costa brasiliane. Negli ultimi due giorni di discussioni tra i delegati di circa 170 Paesi della conferenza, cominciata lo scorso 8 ottobre, erano emerse profonde divergenze sulla mobilitazione di risorse finanziarie da parte delle nazioni sviluppate, alle prese con la crisi globale e sembrava che l'undicesima Conferenza si concludesse con un fallimento. Secondo il Wwf, tuttavia, l'impegno finanziario promesso è ancora insufficiente ad attuare entro il 2020 i cosiddetti 20 "obiettivi di Aichi" fissati in Giappone due anni fa.

India, ministro Ramesh: ''niente gabinetto, niente sposa''

Deciso ad eliminare la diffusa pratica delle deiezioni all'aperto, il governo indiano ha consigliato alle aspiranti mogli del Paese di non sposarsi se nell'abitazione del futuro consorte mancano i servizi igienici. ''Non sposatevi se nella casa del vostro futuro marito non c'e' un gabinetto'', ha detto il ministro indiano dello Sviluppo Rurale Jairam Ramesh. E poi, davanti a una platea prevalentemente femminile, si e' spinto oltre, dicendo che ''chi fa i bisogni all'aperto dovrebbe essere arrestato''. ''Non dovete soltanto consultare la posizione dei pianeti per decidere il vostro matrimonio, ma anche verificare la presenza di servizi igienici nella casa del vostro sposo'', ha aggiunto il ministro, secondo quanto riferisce il Times of India. Il quale ha poi ricordato l'esempio di una giovane, Anita Narre, dello Stato centrale del Maharashtra, che e' scappata dal marito dopo la prima notte di nozze perche' non c'era un bagno in casa. La scorsa settimana Ramesh aveva gia' lanciato un'altra provocazione su questo tema dicendo che in ''India ci sono piu' templi che gabinetti'', con gravi conseguenze per la sanita' pubblica, l'igiene e anche la condizione delle donne. Il ministro e' impegnato in una campagna per costruire gabinetti in ogni casa entro i prossimi 10 anni. La sua missione e' iniziata un anno fa quando aveva detto che la ''open defecation'' (defecazione all'aperto) ''e' la piu' grave vergogna nello sviluppo dell'India'', ricordando che ben il 58% della popolazione mondiale che non ha un gabinetto vive in India.

giovedì 18 ottobre 2012

L’Indro: I senzaterra indiani sulle orme di Gandhi

Ambiente, veleni cangerogeni nelle acque del Gange

Decine di milioni di indiani che vivono lungo il fiume Gange sono più vulnerabili ai tumori rispetto al resto della popolazione a causa dell'alto tasso di sostanze cancerogene presenti nel corso d'acqua. Lo sostiene uno studio del National Cancer Registry Programme (Ncrp), un programma nazionale governativo nato una ventina di anni fa con lo scopo di fornire statistiche sui casi di tumore nel Paese, come riportato oggi dal Times of India in prima pagina. Il fiume, che è sacro per gli induisti, presenta un livello di metalli pesanti e sostanze chimiche che sono altamente tossiche per la salute. "Abbiamo notato che l'incidenza dei casi di tumore è maggiore lungo il bacino del Gange", ha detto al giornale il responsabile del Ncrp, A. Nandkumar aggiungendo che "il rapporto sarà presentato al ministero della sanità di New Delhi nel prossimi mesi". I tumori più frequenti sono quelli a vescica, prostata, fegato e apparato digerente. In particolare, l'inquinamento è concentrato a valle nei popolosi stati dell'Uttar Pradesh, Bihar e West Bengala. I veleni, come arsenico, cloruro, fluoruro, provengono da scarichi industriali non trattati. Sono molte le aziende, come le concerie, che riversano direttamente nel Gange o nei suoi affluenti senza alcun controllo da parte delle autorità locali.

martedì 16 ottobre 2012

martedì 9 ottobre 2012

Bangladesh, la bomba ecologica delle concerie di Hazaribagh. Italia tra i maggiori importatori

Migliaia di lavoratori bengalesi, tra cui bambini, lavorano quotidianamente a mani nude con potenti veleni nelle concerie di Dacca, con una produzione in forte aumento che alimenta l'industria europea della moda e in particolare quella italiana. Lo ha denunciato oggi Human Rights Watch in un rapporto che insiste sull'allarmante inquinamento del quartiere di Hazaribagh, polo conciario del Bangladesh e popolosa area residenziale a ovest della capitale. A causa del contatto con i prodotti chimici usati nella concia delle pelli, come cromo e arsenico, i lavoratori delle concerie soffrono di malattie respiratorie e della pelle, mentre gli abitanti delle baraccopoli confinanti subiscono la contaminazione del suolo e dell'acqua. Tonnellate di liquami reflui tossici sono infatti scaricati direttamente nel vicino fiume Buriganga. "L'associazione no profit The Blacksmith Institute ha classificato Hazaribagh come uno dei 30 posti più inquinati del pianeta", spiega all'ANSA Richard Pearshouse, autore del rapporto 'Toxic Tanneries: The Health Repercussions of Bangladesh’s Hazaribagh Leather'. "Per stessa ammissione del governo del Bangladesh - aggiunge - non c'é alcun rispetto delle normative che in Europa invece sono molto severe. Così vige la completa anarchia e le conseguenze sono le malattie croniche tra i lavoratori e danni enormi all'ambiente". Dalle concerie di Hazaribagh, che occupano 15.000 persone con un salario mensile medio di 3-5.000 taka (dai 28 ai 47 euro), proviene il 90% del pellame esportato dal Bangladesh. "Dopo la Cina, l'Europa è il maggior importatore, mentre l'Italia è grande acquirente, impegnata con un giro d'affari di 81 milioni di dollari solo nell'anno 2011-2012", sottolinea Pearshouse che lo scorso maggio ha visitato otto concerie e intervistato 134 lavoratori. Lo studio, però, non fa nomi di clienti stranieri. "Per prodotti finiti come borse, cinture o scarpe è difficile rintracciare le aziende importatrici perché si servono di un distributore locale - continua - ma nel caso del pellame, questo é ordinato direttamente dall'azienda che lo importa, lo lavora e ci mette l'etichetta del proprio Paese". A questo proposito, Human Rights Watch rivolge un appello alle aziende straniere "le quali devono assicurarsi che i loro fornitori in Bangladesh non violino le norme di sicurezza per i lavoratori e le leggi ambientali". Per quanto riguarda il governo di Dacca, c'é dal 2005 il progetto di dislocare le concerie in un'area fuori dal centro abitato che però finora è rimasto sulla carta per ritardi burocratici, nonostante una sentenza della Corte Suprema del 2009. Esiste un altro "orrore" proveniente dalla bomba ecologica di Hazaribagh e riguarda quello che è stato soprannominato dalla stampa il "pollo al cromo". "Le concerie - conferma lo studioso - vendono scarti della lavorazione della pelle a dei laboratori artigianali dove sono cotti, essiccati e venduti come mangime per polli o pesci di allevamento. Anche in questo caso è intervenuta la Corte Suprema per vietare l'utilizzo di questi residui pieni di sostanze chimiche, ma nessuno fa rispettare l'ordine dei giudici".

giovedì 4 ottobre 2012

Nepal, trekking sui sentieri di guerra maoisti

Dopo aver rovesciato la monarchia con una rivoluzione pacifica sei anni fa, i maoisti nepalesi intendono ora trasformare i loro sentieri di guerra in trekking turistici. Il leader maoista Pushpa Kamal Dahal, noto come compagno Prachanda, ha presentato a Kathmandu una guida di viaggio chiamata 'Guerrilla Trek' destinata a coloro che voglio scoprire i percorsi dei ribelli e le loro ex roccaforti. Si tratta di un'iniziativa dell'ente di promozione del turismo nepalese, il Nepal Tourism Board e dell'Associazione delle Agenzie di Trekking del Nepal.
   Secondo quanto riportano i media locali, l'obiettivo è di offrire mete alternative ai popolari e ormai sovraffollati circuiti dell'Everest o dell'Annapurna. Il turismo è una delle principali risorse dell'ex regno induista himalayano. Negli oltre 10 anni di sanguinoso conflitto, una vasta area del nordovest era sotto il controllo dell'armata ribelle di Prachanda, un ex insegnante che ispirandosi ai peruviani di Sendero Luminoso, ha fondato il movimento rivoluzionario pro contadini e anti monarchico. I sentieri erano quindi off limits per i turisti e considerati estremamente pericolosi. La guida, scritta dal viaggiatore americano Alonzo Lyons, propone diversi trekking a partire da una settimana fino a 27 giorni in una vasta area a ovest di Pokhara attraverso la riserva di caccia di Dhorpatan e il distretto di Rolpa, base principale della milizia e ricco di straordinarie bellezze paesaggistiche finora inesplorate. Il percorso si snoda attraverso montagne, grotte, villaggi e risaie dove i ribelli tendevano imboscate contro l'esercito nepalese..

giovedì 27 settembre 2012

Assam, bracconieri scatenati attaccano tre rinoceronti nel parco di Kaziranga

Almeno tre rinoceronti sono stati attaccati dai bracconieri nel nord est dell'India negli ultimi due giorni per prelevare il famoso corno ricercato per i presunti poteri afrodisiaci. Lo riferisce oggi l'agenzia Pti. Due animali sono morti, mentre un terzo è in gravi condizioni per le profonde ferite. Gli incidenti sono avvenuti nel parco nazionale di Kaziranga, nello stato dell'Assam, dove vivono protetti gli ultimi esemplari di rinoceronte unicorno indiano, una specie in via di estinzione in tutta l'Asia. Da diversi giorni, la riserva è allagata a causa delle inondazioni che hanno devastato gran parte dell'Assam e che hanno costretto gli animali a uscire dal loro habitat e trovare scampo sulle alture. Il direttore del parco, Sanjiv Bora ha detto che una femmina é stata trovata morta stamattina nell'area di Dolomara. Il corno e altre parti del corpo considerate preziose dai bracconieri erano stato rimosse. Ieri, i guardiaparco avevano trovato un'altra femmina in fin di vita a causa del dissanguamento causato dal taglio del corno e di parte di un orecchio. Poche ore prima un'altra carcassa era stata trovata in una zona diversa della vasta riserva, anche questa priva del prezioso corno. Dall'inizio di quest'anno almeno 15 rinoceronti sono già stati uccisi dai bracconieri nel parco di Kaziranga. Dopo gli incidenti, diversi dimostranti di associazioni studentesche e partiti politici hanno inscenato un sit-in di protesta bloccando un'autostrada. Accusano il governo dell'Assam di non essere in grado di proteggere il patrimonio faunistico. Qualche giorno fa, i bracconieri erano entrati in azione anche in un zoo dell'Uttar Pradesh uccidendo un esemplare di tigre del Bengala di sei anni approfittando dell'assenza dei guardiani durante la pausa pranzo. Come per i rinoceronti, anche le tigri sono molto ricercate in alcuni Paesi asiatici, tra cui la Cina, per i loro poteri terapeutici, in particolare per quanto riguarda l'impotenza

sabato 22 settembre 2012

Pakistan, ministro pachistano offre 100 mila dollari per chi uccider autore film blasfemo in Usa

Dopo il venerdi' di sangue, il mondo islamico ha vissuto un'altra giornata di proteste e tensione culminata con la scioccante proposta di un ministro del Pakistan di piazzare una taglia di 100 mila dollari sulla testa dell'autore del film anti-Islam diffuso su YouTube. E se anche i killer provenissero dalle file dei talebani o di Al Qaida, e' stato il suo appello, sarebbero i benvenuti. Nonostante il coro di denunce contro la pellicola blasfema, non si calma la rabbia dei musulmani, che anche oggi sono scesi in piazza in Nigeria, Pakistan, Gerusalemme est, Francia, Germania e Svizzera, ma per fortuna senza la violenza che ha caratterizzato la giornata festiva di ieri. E' rimasta ovunque la massima allerta per le ambasciate e sedi diplomatiche statunitensi e francesi. In particolare, nella citta' nigeriana settentrionale di Kano, a maggioranza musulmana, migliaia di manifestanti hanno marciato scandendo slogan del tipo ''Morte all'America, a Israele e ai nemici dell'Islam''. Cortei anche nella citta' pachistana di Lahore e nella capitale Islamabad, dove per il terzo giorno consecutivo i dimostranti hanno cercato di entrare nella ''zona rossa''. Proprio dal Pakistan, dove ieri sono morte 26 persone negli scontri, e' arrivato oggi l'annuncio shock del ministro delle Ferrovie, il controverso politico pashtun Ghulam Ahmed Bilour, pronto a dare una ricca ricompensa (soprattutto per gli standard di vita pachistani) a chi uccidera' il produttore del film amatoriale ''L'innocenza dei musulmani''. Da quanto si e' capito, ma il caso e' ancora avvolto dal mistero, uno dei produttori sarebbe un copto cristiano, Nakoula Basseley Nakoula, che vive in California. Il ministro, da tempo al centro delle polemiche per la disastrosa gestione della rete ferroviaria pachistana, ha annunciato la taglia durante una conferenza stampa a Peshawar. ''Voglio mostrare che non siamo disposti a tollerare queste cose'', ha tuonato, aggiungendo che ''puo' servire anche da monito per coloro che commettono blasfemie''. ''E chiedo anche ai talebani o ai fratelli di Al Qaida di partecipare a questa nobile azione'', sono state le farneticanti parole del ministro, che ha assicurato che se solo ne avesse l'occasione ucciderebbe con le sue stesse mani il responsabile di una tale blasfemia. La dichiarazione ha creato scompiglio nel suo partito, il secolare Awami National Party (ANP) al potere nella provincia pashtun di Khyber-Pakhtunkhwa, e che e' di solito nel mirino di quegli stessi talebani ai quali si e' appellato Bilour. Subito dopo la scoperta del video blasfemo, due comunita' tribali in Afghanistan avevano annunciato una taglia sulla testa del produttore di cinque milioni di afghani, ovvero 72 mila euro.

giovedì 20 settembre 2012

India, sciopero nazionale commercianti contro supermercati stranieri

I piccoli commercianti indiani sono scesi oggi sul sentiero di guerra contro la decisione del governo di autorizzare l'ingresso dei supermercati stranieri come l'americana Wal-Mart, considerati una minaccia per la sopravvivenza di milioni di negozi a gestione familiare e ambulanti. I partiti dell'opposizione insieme alle associazioni di categoria hanno organizzato una serrata nazionale e diverse manifestazioni contro il piano di liberalizzazione e l'aumento del 12% del prezzo del gasolio. L'adesione e' stata piu' forte nelle roccaforti della sinistra, come a Calcutta e nello stato del Gujarat guidato dagli indu-nazionalista del Bharatya Janata Party (Bjp), partito corteggiato dal gotha dell'industria indiana. Mentre e' stata piu' ''a macchia di leopardo'' nel resto del Paese. A New Delhi gli uffici e i trasporti pubblici sono rimasti aperti. Scarsissima la partecipazione popolare ai comizi. Molto piu' accese sono state invece le manifestazioni a Bangalore e Chennai dove la paralisi e stata completa con scuole e uffici chiusi. Sono stati bruciati anche dei pupazzi raffiguranti gli 'Fdi', gli Investimenti Esteri Diretti che il governo ha autorizzato fino a un tetto del 51% nella proprieta' di negozi multimarca. L'associazione nazionale dei commercianti Cait, la principale sigla della categoria, ha detto di aver raggiunto l'obiettivo di 50 milioni di negozianti in sciopero. Il piccolo commercio in India e' ancora composto per la stragrande maggioranza da ''kirana'', piccoli negozi di quartiere in cui si vende di tutto e che sono gestiti da una famiglia. Nonostante la presenza di grandi magazzini indiani, come quelli di Future Group o Reliance, non c'e' ancora una presenza diffusa di supermercati, soprattutto alimentari. Da diversi anni i colossi come l'americana Wal-Mart o la francese Carrefour bussano con insistenza alle porte del mercato indiano e dalla sua quota crescente di consumatori benestanti. Wal-Mart, in societa' con il re dei telefonini Bharti, ha gia' messo un piede ma solo nell'ingrosso. Finora il governo, guidato dal Congresso di Sonia Gandhi, un partito tradizionalmente pro- poveri ha resistito alle pressioni. Lo scorso dicembre aveva gia' introdotto la riforma per poi ritirarla dopo una settimana dopo un fuoco di critiche e la minaccia di un partito regionale di abbandonare la maggioranza, come e' avvenuto invece ora. ''Se arrivano le grandi catene straniere per noi e' la rovina, chiuderemo tutti come e' successo in altri Paesi dove sono arrivati i supermercati'' ha detto all'ANSA un commerciante di artigianato del Kashmir in Janpath, popolare strada dove si comprano i souvenir, ma oggi deserta. ''Non e' vero che la merce costera' meno, perche' gia' oggi i prezzi sono piu' alti negli shopping malls'' ha aggiunto. Il neo ministro delle Finanze P.Chidambaram ha escluso una marcia indietro e anche una crisi di governo (''abbiamo molti amici''). Ha poi accusato i sindacati di creare un danno economico. La Confindustria indiana (Cii) ha calcolato che la serrata abbia causato perdite per 2,25 miliardi di dollari, mentre la Borsa di Mumbai ha chiuso in ribasso dello 0,79%.

lunedì 10 settembre 2012

Protesta anti diga, contadini piegano governo del Madhya Pradesh

Un gruppo di contadini indiani dello stato centrale del Madhya Pradesh, da 17 giorni immersi con l'acqua fino al collo, per protestare contro una diga sono riusciti a piegare il governo. I coraggiosi manifestanti hanno infatti ottenuto oggi dal ''chief minister'' Shivraji Singh Chouhan la promessa di risarcimenti per le loro terre sommerse e anche la rassicurazione che il livello del bacino artificiale non sara' ulteriormente alzato.
L'annuncio e' stato dato in diretta dalle televisioni indiane che da diversi giorni stanno seguendo l'originale sit-in pacifico chiamato ''Jal Satyagraha'' nel distretto di Khandwa.
'Tenendo presente la situazione attuale abbiamo deciso di ridurre il livello a 189 metri dal precedente 190.5 metri - ha detto Chouhan in una conferenza stampa in cui ha anche sottolineato le conseguenze della decisione. Secondo lui, 20 mila ettari di campi non potranno essere irrigati, mentre per la produzione di energia elettrica si tratta di una perdita di 120 megawatt.
La diga Omkareshwar, al centro delle proteste, e' stata costruita sul fiume Narmada interessato da circa 10 anni da un mega progetto idrico che ha comportato la scomparsa di decine di villaggi e sollevato l'opposizione degli ambientalisti e difensori dei diritti delle popolazioni indigene.

Arrestato all'aeroporto di New Delhi con una scimmietta nelle mutande

 
 Un turista straniero e' stato sorpreso all'aeroporto internazionale di New Delhi con una rara specie di scimmietta nascosta nelle mutande. L'uomo e' stato immediatamente arrestato dalla polizia indiana insieme a due complici. Lo riporta l'agenzia di stampa Pti.
Il caso e' emerso quando gli agenti hanno sottoposto ai controlli di routine tre passeggeri diretti a Dubai con un volo della compagnia indiana Jet Airways.
Con loro grande sorpresa, durante la perquisizione corporale, si sono accorti della presenza piccola scimmia, lunga circa 15 centimetri, celata abilmente nella biancheria intima. Si tratta di una mini scimmia notturna della famiglia ''Slender loris'', diffusa in Asia ma in via di estinzione e quindi nella lista delle specie protette dalle leggi internazionali contro il contrabbando della fauna e flora.
Nel frattempo, il personale dello scalo ha trovato un'altra scimmia dello stesso tipo in un cestino nei pressi del posto di controllo, probabilmente abbandonata dai tre dopo essere stati sorpresi.
Le autorita' aeroportuali hanno quindi allertato un team di esperti di contrabbando di fauna selvatica che ha avviato un'indagine per verificare la provenienza degli animali.

sabato 8 settembre 2012

India e Pakistan aprono frontiera, liberalizzati visti per turismo

India e Pakistan hanno deciso per la prima volta di aprire le frontiere ai turisti dei loro Paesi in una mossa che è vista come una "pietra miliare" nel processo di pace tra le due nazioni rivali. La concessione, per ora ristretta ai gruppi di 10-15 persone, é frutto di un accordo più ampio sulla liberalizzazione dei visti raggiunto oggi a Islamabad tra il ministro degli Esteri indiano S.N. Krishna e la sua controparte Hina Rabbani Khar, secondo quanto riportano i media locali. In base alla nuova intesa, i cittadini indiani e pachistani di oltre 65 anni potranno ottenere un visto all'ingresso nell'unico valico di frontiera di Wagah/Attari. Le nuove norme sulla libertà di circolazione, già annunciate qualche mese fa, permetteranno a milioni di persone di tornare nei Paesi da cui erano fuggiti nella tragica Spartizione del subcontinente indiano nel 1947 dopo la dissoluzione dell'impero coloniale britannico. La distensione tra Islamabad e New Delhi, che hanno combattuto tre guerre sulla questione del Kashmir, è iniziata lo scorso anno dopo un lungo stallo nelle relazioni diplomatiche causato dall'attacco terroristico di Mumbai nel novembre 2008.

martedì 4 settembre 2012

Uttar pradesh vuole vendere diritti Tv del Khumbh Mela

Lo stato settentrionale dell'Uttar Pradesh, uno dei più poveri dell'India e in crisi finanziaria, ha deciso di vendere i diritti televisivi del Kumbh Mela, il famoso pellegrinaggio induista che si terrà a partire dal 2013, per recuperare parte dei costi di organizzazione del gigantesco evento a cui partecipano milioni di fedeli. L'insolita iniziativa ha però creato un'infuocata polemica in India e ha mandato su tutte le furie i gruppi religiosi che si oppongono alla "commercializzaione" della cerimonia sacra considerata una delle più grandi del mondo. "Come è possibile che il governo pensi di fare soldi sfruttando gli eventi religiosi?" si è chiesto scandalizzato il responsabile di Ganga Sena, una delle numerose associazioni religiose coinvolte, citato dai media indiani. "E' come se si vendessero i diritti della Messa di Natale in Vaticano o della festa mussulmana dell'Id alla Mecca. Il governo dell'Uttar Pradesh non possiede il Kumbh Mela e non ha quindi alcun diritto di sfruttarlo economicamente", ha aggiunto. Il mega pellegrinaggio, che si tiene ogni 12 anni, si svolgerà dal 27 gennaio al 13 febbraio nella città di Allahabad sulle rive dei fiumi sacri Gange e Yamuna (e del mitologico Saraswati). Nell'ultima edizione del 2001, circa 40 milioni di persone avevano partecipato ai bagni rituali con enormi costi per l'organizzazione in termini di logistica e sicurezza.

mercoledì 8 agosto 2012

Shiva Keshavan, il re italiano dello slittino

Pubblicato su ANSA

Lo chiamano ''il piu' veloce
indiano sul ghiaccio'' perche' con il suo slittino sfreccia a
150 chilometri all'ora sull'Himalaya, ma per molti e' lo ''Shiva
italiano''. Il re olimpico di slittino in India, dove non esiste
neppure una pista per allenarsi, e' un indo-italiano di 31 anni
di nome Shiva Keshavan, laureato a Firenze e con una madre
toscana di Bibbiena emigrata in India.
In un Paese prevalentemente tropicale e per di piu' dominato
dal cricket, le sue imprese sportive sono pressoche' sconosciute
se non completamente ignorate dai media. Eppure detiene il
record di velocita' in Asia e ha partecipato a ben quattro
Olimpiadi invernali con i colori dell'India nonostante le
lusinghe offerte dall'Italia che lo voleva nel suo team. Adesso
si sta preparando per i Giochi di Sochi 2014.
L'incredibile storia della sua passione e della difficolta'
di allenarsi da solo su uno slittino con le rotelle sui tornanti
della valle di Manali (stato indiano dell'Himachal Pradesh) dove
risiede, e' raccontata in un documentario realizzato dal
giornalista indiano Jasvinder Sidhu, al suo debutto come
produttore indipendente, e visionato dall'ANSA in anteprima.
''An Unsung Shiva from Himalaya'' (Un oscuro Shiva
dall'Himalaya), che sara' presentato in alcuni festival
internazionali, ripercorre le tappe della carriera di Shiva
attraverso diverse interviste, tra cui compare anche la madre
Rosalba Lucioli che gestisce un ristorante insieme al marito
indiano in un piccolo villaggio himalayano.

giovedì 26 luglio 2012

Pranab Mukherjee e' il nuovo presidente Repubblica

Un veterano del partito del Congresso noto per le sue capacita' di mediazione, fedele alla leader Sonia Gandhi e - fino a un mese fa - nel ruolo chiave di ministro delle Finanze. Il 76enne Pranab Mukherjee e' il primo vero politico di professione a occupare la poltrona di Presidente della Repubblica, una carica senza poteri, ma con un forte valore simbolico per l'unita' indiana.

Eletto domenica da un collegio di parlamentari nazionali e locali, sostituisce la signora Prathiba Patil, la prima donna presidente, che non ha lasciato un segno particolare nei suoi cinque anni di mandato, secondo l'opinione della stampa. Nel discorso di investitura, Mukherjee ha citato in particolare la lotta alla poverta' e la corruzione, le due principali piaghe per l'India e per la sua ambizione di potenza mondiale.
Il Paese si trova in un momento delicato della sua storia. La forte crescita di questi anni, trainata dal boom informatico, ha perso slancio a causa dei ritardi del governo nell'applicare le riforme economiche. Inoltre sono riemerse pericolose tensioni interne come quelle nello stato nord orientale dell'Assam dove violentissimi scontri etnici hanno causato negli ultimi cique giorni oltre 40 morti e decine di migliaia di sfollati.

mercoledì 25 luglio 2012

Corruzione, Anna Hazare annuncia digiuno a New Delhi

Il pacifista indiano Anna Hazare, il 'nuovo Gandhi' diventato famoso per la sua crociata contro la corruzione, ha annunciato oggi un nuovo sciopero della fame a oltranza dopo aver dato un nuovo ultimatum al governo per prendere azioni contro una lista di ministri sospettati di aver intascato bustarelle. Un gruppo di suoi fedeli sostenitori, noto come ''team Anna'' ha gia' iniziato un digiuno oggi nei pressi del Parlamento di New Delhi. Il battagliero Hazare ha detto ai giornalisti che rifiutera' il cibo a partire da domenica se il governo non accogliera' le sue richieste per avviare una ''Manipulite''. L'attivista di 75 anni, seguace del Mahatma Gandhi e salito alla ribalta lo scorso anno grazie a un enorme sostegno popolare, ha inviato al premier Manmohan Singh una lista di 15 rappresentanti del governo che sarebbero da indagare per diversi scandali e sperpero di denaro pubblico. Tra questi c'e' anche l'ex ministro delle Finanze, Pranab Mukherjee, che proprio oggi ha prestato giuramento come presidente della Repubblica indiana. Diverse centinaia di persone, tra cui molti studenti, hanno assistito oggi al comizio di Hazare dal podio dove si trovano i suoi collaboratori impegnati nello sciopero della fame.

lunedì 23 luglio 2012

Karnataka ordina preghiere nei templi contro siccita'

Uno Stato dell'India centrale colpito dalla siccità ha stanziato 175 milioni di rupie (circa 2,6 milioni di euro) in offerte alle divinità della pioggia. Lo riporta il Times of India. In una circolare, il dipartimento per gli affari religiosi del Karnataka ha infatti "ordinato" a tutti i templi di tenere speciali preghiere per invocare i numi della pioggia. Lo Stato con capoluogo Mumbai, prevalentemente agricolo, sta infatti attraversando la più grave siccità degli ultimi 42 anni. Preoccupati dalla carenza di precipitazioni, le autorità locali sono corse ai ripari e non hanno badato a spese. E' una vera emergenza non solo per l'agricoltura ma per la sussistenza della maggior parte della popolazione indiana che dipende dal monsone estivo. Anche nel resto del Paese si sta registrando un allarme siccità. Le speciali "puja" (offerte religiose) dovranno tenersi tra il 27 luglio e il 2 agosto e saranno accompagnate dalla recita di specifici mantra in sanscrito dedicati a diverse divinità del pantheon induista. "Abbiamo destinato circa 5.000 mila rupie (circa 75 euro) a ognuno dei 35 mila tempi del Karnataka" ha detto il ministro Kota Srinivas Poojary, che fa parte di un governo retto dal partito indu nazionalista del Bharatiya Janata Party (Partito Popolare Indiano). Ai giornalisti che lo hanno accusato di essere superstizioso il politico ha replicato che "le divinità possono aiutarci contro la furia della natura" aggiungendo di essere convinto che le speciali preghiere "porteranno prosperità a tutto lo stato". Ha poi aggiunto di avere fatto un analogo appello anche alle moschee e alle chiese cristiane perché preghino per il monsone.

sabato 21 luglio 2012

Outlook ribatte a Time: ''Obama The Underachiever''

Un settimanale indiano ha dedicato la sua copertina al presidente americano Barak Obama definendolo "The Underachiever" (colui che non riesce a raggiungere risultati o incapace) due settimane dopo che la rivista Time aveva definito allo stesso modo il primo ministro Manmohan Singh. Sulla falsariga del famoso magazine americano, nel suo ultimo numero in edicola il settimanale "The Outlook" riprende anche il sottotitolo: "America needed a reboot" (c'é bisogno di un riavvio per l'America) usando le stesse parole rivolte all'India. E poi aggiunge che "ha promesso speranza e cambiamento. Quattro anni dopo, lo smalto del presidente Barak Obama è svanito". Anche se non lo ammette esplicitamente, l'inchiesta di Outlook rende "pan per focaccia" a Time che aveva accusato l'anziano premier e economista di scarsi risultati per quanto riguarda la politica economica del governo. La coalizione di maggioranza, guidata dal Congresso, è stata criticata da più parti per il brusco rallentamento del Pil e per l'ondata di scandali per corruzione.

giovedì 19 luglio 2012

Maro', la battaglia sulla giusdizione alla Corte Suprema

Anche se con i tempi solitamente lunghi della giustizia, la Corte Suprema indiana ha mostrato di voler considerare seriamente il ricorso dell'Italia che contesta l'applicazione delle leggi indiane al caso dei due marò e chiede la sospensione del processo penale in corso a Kollam, nello stato meridionale del Kerala. Nell'udienza di oggi, una giuria di due membri del massimo organo giudiziario di New Delhi, ha ordinato allo stato indiano e al governo del Kerala di presentare la propria posizione in merito alla petizione italiana. E poi ha rimandato al prossimo 8 agosto la valutazione su un eventuale congelamento del procedimento contro Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per l'accusa di duplice omicidio. La tesi sostenuta dagli italiani è che non è possibile lo svolgimento di un regolare processo come quello istruito dal tribunale di Kollam finché non si definisce la "madre di tutte le cause" e cioé quella sulla giurisdizione da applicare al caso. I marò contestano l'applicazione del codice penale indiano perché il reato è avvenuto in acque internazionali, su nave italiana e ha coinvolto personale militare in servizio anti pirateria previsto da convenzioni internazionali, d'altra parte però, si trovano a comparire davanti a un tribunale (la prossima udienza è il 25 luglio) dovendo sottostare alle stesse leggi che contestano. Il ricorso discusso oggi, il secondo pendente alla Corte Suprema, è diretto a ribaltare il giudizio dell'Alta Corte del Kerala che lo scorso 29 maggio con una sentenza di 60 pagine aveva respinto tutti gli argomenti del team legale italiano che chiedeva l'annullamento della prima denuncia della polizia del porto di Neendakara contro i marò per "mancanza di giurisdizione". A sostegno delle tesi italiane - almeno simbolicamente - ci sarà ora anche il tragico incidente di lunedì dove al largo di Dubai è morto un pescatore indiano scambiato per un assalitore da una nave militare Usa e dove - almeno finora - non è stata messa in dubbio la giurisdizione americana. Nel frattempo, gli avvocati dei marò in Kerala stanno preparando il ricorso contro il rifiuto di tradurre gli atti processuali dall'inglese all'italiano. Una fonte legale ha detto all'ANSA che lunedì sarà presentato un appello all'Alta Corte del Kerala contro la decisione pronunciata due giorni fa dal tribunale di primo grado di Kollam di negare ai due marò il diritto - essenziale per un giusto processo - a leggere nella propria lingua le accuse a loro carico .

martedì 17 luglio 2012

Bodhgaya, l'albero dell'illuminazione del Buddha e' vivo e vegeto

L'albero dove il Buddha ha raggiunto 'l'illuminazioné, famosa meta di pellegrinaggio religioso nel nord dell'India, è 'guarito' da una misteriosa malattia che lo aveva colpito cinque anni fa e che ne aveva fatto seccare alcuni rami. Lo ha annunciato uno speciale team scientifico dopo un'ispezione al tempio di Bodhgaya (Stato del Bihar), dove sorge il luogo venerato dai buddisti di tutto il mondo. Secondo l'esperto Subash Nautiyal, del Forest Research Institute, citato dall'agenzia Ians, "l'albero è ritornato in piena salute grazie alla rimozione del cemento che era stato messo alla sua base e che impediva alle radici di ricevere abbastanza acqua e nutrimento". La salute dell'albero sempreverde, della famiglia dei 'baniani' (o fico religioso), aveva creato un allarme generale nel 2007 quando erano cominciate a cadere improvvisamente le foglie. I responsabili del tempio di Bodhgaya avevano chiesto aiuto al centro di ricerca forestale. Secondo la tradizione religiosa, Siddharta Gauthama, diventato poi Buddha, oltre 2.500 anni fa raggiunse il 'Nirvana' dopo diverse settimane trascorse a meditare seduto sotto questo albero.

lunedì 16 luglio 2012

Maro', tribunale rifiuta traduzione in Italiano degli atti processuali

Un tribunale del Kerala, nel sud dell'India, dove e' in corso il processo a carico dei due maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha respinto la richiesta della difesa di tradurre gli atti processuali dall'inglese all'italiano. La decisione e' stata comunicata nella seduta di oggi del dibattimento dove sono comparsi i due fucilieri giunti dalla citta' portuale di Kochi dove si trovano in liberta' vigilata. Per il team italiano e' stata una doccia fredda. In un duro comunicato il ministero della Difesa esprime disappunto per la scelta che ''va contro il diritto universalmente riconosciuto di poter aver accesso agli atti processuali tradotti nella lingua degli imputati. Viene così impedito il legittimo esercizio alla difesa da parte di Latorre e Girone: principio base di ogni Stato di diritto''. La richiesta era stata reiterata una settimana fa dal legale Rajendran Nair dopo che il giudice del tribunale di Kollam non si era pronunciato sull'argomento nonostante la lista di quattro interpreti-traduttori presentata nell'udienza preliminare del 18 giugno. I giudici hanno giustificato il diniego precisando che i legali di Latorre e Girone (che sanno solo l'italiano) conoscono l'inglese, lingua usata dalla giustizia indiana, e anche il malayalam, l'idioma del Kerala. Hanno inoltre citato a loro favore una precedenza sentenza di un altro tribunale del Tamil Nadu. La seduta e' stata quindi aggiornata di una settimana al 25 luglio. Tuttavia, secondo quanto annunciato dallo stesso ministero della Difesa, la richiesta di traduzione sara' avanzata alla Corte Suprema di New Delhi, il massimo organo giudiziario indiano, dove tra due giorni e' prevista una audizione in merito al ricorso sull'applicabilita' delle leggi indiane al caso dei due maro'. A questo proposito, il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura ha ribadito oggi che l'incidente della Enrica Lexie rientra nell'ambito del diritto internazionale e che i due maro' devono essere processati in Italia. Lo ha fatto commentando l'uccisione di un pescatore del Tamil Nadu e il ferimento di altri tre ieri al largo di Dubai da parte di militari Usa a bordo di una nave cisterna della Quinta Flotta in servizio nel Golfo Persico. Il governo indiano ha subito attivato tutti i canali diplomatici e ha chiesto oggi di fare piena luce sull'accaduto sia agli Usa che gli Emirati Arabi Uniti. ''Come abbiamo sempre sostenuto, incidenti come questo - ha detto de Mistura - possono capitare a chiunque. Questa e' una triste occasione per ricordare a New Delhi che deve essere applicato il diritto internazionale e che i militari italiani vanno giudicati a casa loro''.

India-pakistan: riprenderanno partite cricket dopo 4 anni

L'India riprendera' gli incontri di cricket con il Pakistan sospesi dopo l'attacco terroristico agli hotel di Mumbai nel 2008. Lo si apprende da un comunicato diffuso dalla Federazione nazionale cricket (Bcci). ''E' stato deciso di ricucire le relazioni con il Pakistan invitando la squadra per un breve torneo tra dicembre e gennaio'', si legge nella nota. La Federazione ha aggiunto che saranno presto messi a punto i dettagli degli incontri. L'ultima trasferta dei giocatori pachistani in India risale a una serie di match nel 2007/08. Le due Nazionali si erano poi affrontate nella semifinale del Campionato Mondiale all'inizio del 2011 e di recente in un torneo asiatico in Bangladesh. La ripresa delle trasferte per il cricket, uno sport popolarissimo in entrambi i Paesi, rientra nell'ambito del processo di pace tra le due potenze nucleari, ripartito lo scorso anno. Nell'ultima serie di negoziati bilaterali a New Delhi, le due delegazioni diplomatiche avevano deciso di rafforzare gli scambi nel settore sportivo come ulteriore misura di distensione.

venerdì 13 luglio 2012

Villaggio ''talebano''' dell'Uttar Pradesh vieta i matrimoni d'amore

Allarmati dal ''declino della moralita' '' tra i giovani, gli anziani di un villaggio dell'India del Nord hanno vietato i matrimoni d'amore minacciando di ostracizzare dalla comunita' le coppie che si ribellano alle unioni combinate dalle famiglie. Con uno stile che ricorda i talebani, hanno poi imposto un rigido codice di condotta per le donne con meno di 40 anni che prevede il divieto di uscire da sole per andare al mercato e l'uso del telefonino in pubblico. Inoltre saranno obbligate a coprirsi il capo con il velo. La decisione e' stata presa dal panchayat (il consiglio del villaggio) del centro agricolo di Asara, nel distretto di Baghpat, nello stato dell'Uttar Pradesh, ad appena una quarantina di chilometri da New Delhi. Il villaggio e' a maggioranza musulmana, ma l'ordine e' stato dagli indu' che appartengono alla comunita' agricola dei Jat. La notizia ha creato grande scalpore sulla stampa indiana che ha ribattezzato i leader del villaggio come ''i talebani'' dell'Uttar Pradesh per la repressione delle liberta' femminili. Il clamore mediatico ha anche costretto la polizia a intervenire e ad arrestare due leader locali del ''panchayat''. E' scoppiata pero' una sollevazione popolare. Gli abitanti hanno bloccato un'autostrada di collegamento con New Delhi e preso a sassate alcuni autobus pubblici. I dimostranti hanno anche aggredito un agente della polizia. Le forze dell'ordine sono quindi state costrette a rilasciare i due uomini per far ritornare la calma. Sembra che la lista dei divieti fosse gia' stata emanata lo scorso febbraio, ma ''non era stata presa sul serio'' secondo Mohammed Mohkan, 50 anni, uno dei componenti del consiglio comunale intervistato da un quotidiano. Il principale cruccio per ''l'onore'' del villaggio sono le coppie ribelli che sfuggono alla radicata tradizione indiana dei matrimoni combinati secondo casta, religione e reddito. ''I matrimoni d'amore sono una vergogna per la nostra societa' - spiegato - e per questo abbiamo deciso di non permettere a costoro di risiedere nel nostro villaggio''. Il divieto imposto alle donne di uscire per fare la spesa e l'obbligo di coprirsi il capo sono invece 'giustificati' dall'aumento dei casi di aggressione e molestie sessuali. Mentre nei telefonini si nasconde ''il rischio che sia usato da cattivi soggetti'' per fare fotografie o video clip da diffondere su internet. Il nuovo codice morale ha incontrato i favori della maggioranza dei residenti, ma non delle femministe indiane che lo hanno definito ''feudale'' e ''talebano''. Non e' la prima volta che le decisioni dei retrogradi ''panchayat'' dell'Uttar Pradesh (uno degli Stati piu' poveri e arretrati dell'India) suscitano polemiche per le loro discriminazioni nei confronti delle donne. Lo scorso anno aveva fatto discutere il divieto per le ragazze di indossare i jeans emanato in un villaggio del distretto di Muzaffarnagar.

martedì 10 luglio 2012

India, governo compra carteggio tra Mahatma Gandhi e architetto tedesco

Dopo una lunga trattativa e a poche ore dalla messa all'asta a Londra, l'India si è aggiudicata un prezioso carteggio tra il Mahatma Gandhi e un architetto tedesco dove emergerebbe una tendenza omosessuale dell'apostolo della non violenza. L'archivio, composto da fotografie, lettere e qualche oggetto personale, è stato comprato per 60 milioni di rupie (oltre 800 mila euro) dal governo di New Delhi che lo ha così sottratto al martelletto di Sotheby's. La casa d'aste londinese ha infatti annunciato la sospensione della vendita in seguito all'accordo raggiunto con gli eredi di Hermann Kallenbach, culturista di origine ebraica con cui Gandhi ha avuto un appassionato scambio epistolare per diversi anni. Confermando la notizia, il ministro della Cultura Kumari Selja ha detto che "il materiale sarà conservato negli Archivi Nazionali dell'India". Di recente, il carteggio era stato esaminato da esperti indiani che lo avevano definito "in ottimo stato e di straordinario interesse" per far luce su uno degli aspetti più misteriosi e anche controversi della figura di Gandhi. Le lettere inedite si riferiscono alla vita privata e attività pubblica del Mahatma dal 1905, quando conobbe Kallenback in Sudafrica, fino al 1945 poco prima dell'indipendenza dal dominio coloniale britannico. Il carteggio era stato scoperto dallo storico indiano Ramchandra Guha nella soffitta di una delle pronipoti dell'architetto tedesco in Israele. Tra migliaia di lettere dei familiari e amici del Mahatma, ce ne sono 13 scritte da Gandhi al suo amico "del cuore" in cui fa riferimento alle sue lotte politiche e anche alla malattia della moglie Kasturba. Alcune lettere (ma non è chiaro se sono le stesso dell'archivio di Sotheby's) sono state rivelate in una biografia pubblicata lo scorso anno dal giornalista americano Joseph Lelyveld, ex reporter del New York Times e Premio Pulitzer. Le scioccanti rivelazioni contenute nel libro "Great Soul: Mahatma Gandhi and his struggles with India" (Anima Grande: Mahatma Gandhi e le sue battaglie con l'India) che aveva creato un grande clamore sulla stampa e sulle televisioni indiane. In particolare, Lelyveld citava una lettera in cui traspare una forte passione e anche un rapporto fisico tra i due. "Ormai possiedi completamente il mio corpo...é una schiavitù mista a vendetta", scrive il Mahatma che, una volta tornato in India, confida all'amico di avere il suo ritratto nella camera da letto. Non è la prima volta che la sessualità del Mahatma crea polemiche e costringe il governo indiano alla censura o a intervenire per evitare la diffusione di materiale considerato imbarazzante. In un'altra biografia, "Gandhi: Naked Ambition", lo storico britannico Jad Adam descriveva il Mahatma come tormentato dal sesso e dalle donne citando le "prove" di astinenza a cui si sottoponeva, tra cui quella di dormire nudo a fianco di giovani donne.

sabato 9 giugno 2012

Veleni di Bhopal saranno smaltiti in Germania

Il governo indiano ha dato il via libera allo smaltimento dei ''veleni'' di Bhopal a 27 anni di distanza dal piu' grande incidente industriale della storia. Lo riporta l'agenzia Pti. Circa 350 tonnellate di residui chimici della fabbrica di pesticidi americana Union Carbide, esplosa nella notte tra il 2 e 3 dicembre 1984, saranno portati via aerea in Germania dove saranno trattati in un apposito impianto. L'operazione durera' circa un anno e sara' gestita dall'agenzia governativa tedesca Giz Is. La decisione e' stata presa da un Comitato ministeriale che ha autorizzato lo stato centrale del Madya Pradesh a concludere l'accordo e che si e' anche accollato i costi del trasporto aereo. La rimozione dei detriti ''via cielo'' direttamente dallo stabilimento abbandonato alla periferia di Bhopal costera' all'erario 250 milioni di rupie (circa 3,6 milioni di euro). In tutti questi anni, la bonifica del sito era rimasta bloccata da vicende giudiziarie e anche dalla resistenza di altri stati indiani di prendersi carico del trattamento dei rifiuti velenosi. Lo scorso mese era anche intervenuta la Corte Suprema per sollecitare il governo a trovare una soluzione. La tragedia causo' circa 5 mila morti sul colpo e decine di migliaia di malati che ancora ora oggi patiscono le conseguenze del contatto con il potentissimo pesticida prodotto dalla Unione Carbide, entrata poi a far parte del colosso chimico Dow Chemicals.

giovedì 7 giugno 2012

Sri Lanka, espulsi due giornalisti di Channel 4

Lo Sri Lanka ha espulso dal Paese un dirigente del canale televisivo britannico Channel 4 e la moglie giornalista di origine tamil. Lo riferisce oggi il quotidiano The Daily Mirror. Il produttore scozzese Stuart Cosgrove è stato fermato in un hotel a Colombo mentre la reporter, Shirani Sabaratnam, è stata bloccata all'arrivo all'aeroporto e subito rimandata indietro. I nomi dei due sono stati aggiunti dalle autorità alla lista di persone non grate. L'emittente per la quale lavorano aveva realizzato lo scorso anno un'inchiesta a puntate chiamata 'The Killing Fields' sugli abusi commessi dall'esercito di Colombo nelle ultime fasi dell'offensiva contro i ribelli delle Tigri Tamil avvenuta nel maggio 2009 nel nord est dell'isola. Le scioccanti immagini e testimonianze avevano creato un forte imbarazzo per il governo guidato dal presidente nazionalista Mahinda Rajapaksa che invece ha sempre negato l'esistenza di abusi contro i civili tamil. Il giornale riporta che la Sabaratnam sarebbe un'ex militante del defunto gruppo separatista dell'Ltte e che era entrata nel Paese con un falso passaporto durante la guerra e dopo la fine del conflitto per realizzare la trasmissione. Da parte sua, Channel 4 ha confermato che le autorità cingalesi hanno negato il visto ai due dipendenti, ma ha precisato che Cosgrove non ha alcun ruolo nella produzione del documentario.

lunedì 28 maggio 2012

Birmania e India rafforzano relazioni, missione di Sigh

L'India e la Birmania hanno deciso di rafforzare le relazioni politiche e economiche in occasione di una visita del primo ministro Manmohan Singh che è stata definita storica in quanto giunge dopo 25 anni di assenza di un capo del governo indiano e ad un anno dalla fine della giunta militare. Il premier indiano Singh, giunto domenica con una folta delegazione di uomini d'affari, ha assistito alla firma di 12 accordi durante il suo incontro con il presidente riformista Thein Sein nella nuova capitale di Naypyitaw. Tra questi c'é anche una linea di credito per un totale di 500 milioni di dollari, come riferisce un comunicato ufficiale di New Delhi. L'India ha sempre mantenuto buone relazioni con la Birmania con cui condivide un confine di 1.600 chilometri attraverso quattro stati nord orientali, anche dopo la repressione del 1988 e nei periodi oscuri della dittatura militare. La preoccupazione costante di New Delhi è sempre stata quella di contrastare la forte presenza della Cina e degli investimenti cinesi nel Paese confinante. Tra le relazioni commerciali avviate in questa occasione, c'é anche un quella di Tata Motors che ha firmato un accordo di distribuzione delle sue auto, tra cui la mini car Nano. L'India è inoltre interessata alle vaste risorse energetiche del paese e allo sviluppo delle comunicazioni che permetteranno di aumentare l'interscambio. In quest'ultimo settore, le due delegazioni hanno deciso di introdurre un collegamento di autobus da Imphal (capitale del Manipur) a Mandalay. Domani Singh si recherà a Yangoon per vedere la leader dell'opposizione e Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi.

mercoledì 23 maggio 2012

PAKISTAN, CONDANNATO 'MEDICO' DI BIN LADEN

Il medico pachistano che, con lo stratagemma di una vaccinazione, aiutò la Cia a identificare Osama Bin Laden nel suo covo di Abbottabad, è stato condannato oggi a 33 anni d carcere per "alto tradimento". La sentenza contro Shakil Afridi, pronunciata da un tribunale del distretto tribale di Khyber in base al severo codice penale in vigore nelle aree pashtun, giunge come un'ennesima doccia fredda per gli Stati Uniti, che avevano chiesto il rilascio del chirurgo, ingaggiato dalla Cia per verificare la sospetta presenza del leader di Al Qaida nella cittadella militare a 100 chilometri da Islamabad, dove un anno fa è scattato il raid dei Navy Seals. Lo scorso gennaio era stato lo stesso segretario americano alla Difesa ed ex capo della Cia, Leon Panetta, ad ammettere che Afridi aveva aiutato l'intelligence americana e contribuito alla causa comune di sconfiggere il terrorismo. Ma per Islamabad, che lo aveva incarcerato subito dopo il blitz e sottoposto a un duro interrogatorio, il medico è un "traditore", e come tale è stato giudicato oggi dai giudici, che gli hanno anche inflitto una multa di 320 mila rupie (circa 3.500 dollari). Lo scorso anno la commissione speciale che indaga sull'uccisione di Bin Laden aveva già raccomandato la condanna di Afridi per spionaggio. Dopo diversi anni di carriera nel servizio sanitario nel distretto di Khyber, è stato esonerato un paio di mesi fa insieme a 17 collaboratori che avevano partecipato alla falsa campagna di vaccinazione. Subito dopo il verdetto, pronunciato in sua assenza, Afridi é stato trasferito nella prigione principale di Peshawar. Oltre all'imputazione di alto tradimento, è stato incriminato per cospirazione contro lo Stato e di attentato alla sovranità nazionale. La condanna potrà essere impugnata presso una corte di grado superiore. Da quanto era emerso da indiscrezioni di stampa, il medico aveva organizzato una falsa campagna di vaccinazione per l'epatite B nell'area dove viveva la famiglia di Bin Laden, composta da tre mogli e oltre una decina di figli di tutte le età. Una infermiera del suo team era entrata nella villa-bunker per somministrare i vaccini a bambini e ad adulti. Ma non è mai stato chiaro se in quella occasione è stato effettivamente prelevato il Dna dello sceicco saudita, utile per il suo riconoscimento. Sembra che la casa Bianca non fosse del tutto sicura che ci fosse il capo di Al Qaida nel complesso quando il presidente Barack Obama decise di condurre il raid, lo scorso 2 maggio. Nel corso di una intervista alla rete tv Cbs, Panetta aveva rivelato che Afridi aveva "aiutato a fornire informazioni che sono state molto utili all'operazione di eliminazione del capo di Al Qaida" e proprio per questo "non ha mai e in nessun caso tradito il Pakistan".

mercoledì 2 maggio 2012

Bin Laden un anno dopo tra misteri e crisi con Usa

La presenza inosservata di Bin Laden nella villa bunker di Abbottadab, vicino a una prestigiosa accademia militare e in altre cinque case dove ha abitato per diverso tempo dopo la fuga dall'Afghanistan, rimangono ancora un mistero. Una commissione speciale, formata dal governo pachistano lo scorso giugno per fare luce sul caso, non e' ancora arrivata ad alcuna conclusione. Dopo aver interrogato diversi leader politici, vertici militari e le stesse vedove del capo di Al Qaida, non c'e' ancora un indicazione chiara su quando sara' pubblicato un rapporto finale.


Il blizt di un anno fa anche aperto una profonda frattura nelle relazioni con gli Stati Uniti che non si e' ancora ricucita, anzi si e' aggravata dopo un raid della Nato lo scorso novembre e l'intenzione di Washington di proseguire con i lanci di droni.

Mentre tra i pachistani c'e' ancora chi crede che Bin Laden sia vivo, la paura di attentati continua a tenere d'assedio il Paese. Oggi e' allerta generale per l'anniversario.

Al Qaida non sembra essersi indebolita , ma semplicemente si e' saldata con i gruppi estremisti che controllano le zone di frontiera. E' di pochi giorni la notizia, filtrata sulla stampa pachistana che al Qaida ha nominato un nuovo leader, Farman Shinwari, un pashtun originario della regione di Khyber.

Intanto di Bin laden non rimangono piu' tracce. La grande casa, dove la famiglia ha vissuto indisturbata per 5 anni , e' stata rasa al suolo e le macerie sono state portate via. Le tre vedove e oltre dieci figli di diversa eta' sono state deportati in Arabia Saudita dopo quasi un anno di reclusione in una localita' segreta.

sabato 28 aprile 2012

Enrica Lexie, chiuse le cause civili dopo conciliazione

Con la ratifica dell'accordo di conciliazione con il proprietario del peschereccio St.Antony all'Alta Corte del Kerala, si chiude l'aspetto civile della vicenda dei marò, dopo il risarcimento dei giorni scorsi alle famiglie dei pescatori uccisi. E già lunedì prossimo l'Enrica Lexie potrebbe ripartire per l'Italia. Si sono infatti ritirate tutte le persone che si erano costituite parte civile nei vari procedimenti in corso contro Massimiliano Latorre e Salvatore Girone e contro il rilascio della petroliera. "Le complesse procedure per il deposito degli accordi e la consegna degli assegni agli eredi dei due pescatori uccisi e al proprietario del peschereccio sono state concluse in diverse tappe questa settimana davanti al giudice di pace e all'Alta Corte del Kerala" ha detto una fonte che segue la vicenda. Si chiude quindi un'importante fase per quanto riguarda i processi per cause civili - mentre va avanti il procedimento penale - e soprattutto per il via libera della nave bloccata al largo di Kochi. "Si spera che lunedì prossimo la Corte Suprema a New Delhi dia il suo parere favorevole alla partenza visto che non c'é più un'opposizione da parte delle famiglie delle vittime" ha aggiunto. In base ai tre accordi di conciliazione, i familiari dei due pescatori e il proprietario del peschereccio Freddy hanno accettato delle somme di denaro come "un gesto di buona volontà". Al pescatore le autorità italiane hanno consegnato la somma di 1,7 milioni di rupie (circa 25 mila euro) come risarcimento per i danni subiti alla sua attività di pescatore e all'imbarcazione. Mentre ai familiari dei pescatori uccisi sono andati di 10 milioni di rupie (circa 150 mila euro) ciascuna come "donazione ex gratia". "Il governo italiano - ha proseguito la fonte - ha mantenuto fede alla promessa di mostrare la sua solidarietà a chi ha sofferto così tanto in questa vicenda". Ma ciò non vuol dire che "ci sia stata un'ammissione di responsabilità da parte nostra" oppure "che ci sarà un'influenza positiva sul processo penale che va comunque avanti" ha detto ancora. E' tuttavia importante sottolineare che nel caso di Freddy c'é anche una diretta conseguenza sulla denuncia che lui stesso, come testimone oculare, aveva presentato alla polizia di Neendakara quando è giunto in porto con i cadaveri dei due colleghi a bordo. Davanti al giudice, Freddy ha fornito una versione dei fatti leggermente diversa in cui risulta che non è più un "diretto accusatore", anche se nella denuncia iniziale del 15 febbraio si era soltanto limitato a dire di aver visto una nave "di colore rosso e nero" non specificando se fosse la Enrica Lexie.

India, polemiche per spot su crema schiarente per ''parti intime''

Una pubblicità di una crema schiarente per "parti intime" femminili ha scatenato una vivace polemica in India tra femministe che la considerano "l'ennesimo insulto alle donne" e le giovani della nuova classe emergente che la vedono come una nuova arma di seduzione. Lo spot televisivo di 25 secondi, diventato un successo su YouTube, mostra una bella e giovane donna dalla pelle chiarissima sorseggiare un caffé nero mentre il suo uomo legge il giornale evidentemente disinteressato dalla sua presenza. La scena cambia improvvisamente quando compare in scena un prodotto per l'igiene intima, chiamato "Clear and Dry" e che, come si vede da una grafica, ha l'effetto immediato di schiarire una zona d'ombra sul pube. In seguito, si vedono i due scherzare felici, mentre lui prende in braccio la sua compagna. Una voce in hindi spiega poi che "la speciale formula basata su pH bilanciato garantisce l'igiene e la protezione della parte da trattare e anche schiarisce la pelle. Nel numero in edicola, il settimanale India Today si unisce al coro di indignazione per questa "ultima frontiera" dell'ossessione indiana per la pelle chiara. "Prima era soltanto il tuo viso - si legge - poi si è aggiunto il collo, le gambe e le braccia. E ora, l'industria cosmetica ha deciso che c'é ancora una parte che non è chiara abbastanza per il tuo uomo, la tua vagina". Quasi la metà dei prodotti di bellezza venduti in India sono creme per schiarire la pelle, un requisito essenziale nel concetto di bellezza femminile e anche una condizione per trovare un "buon partito" come dimostrano gli annunci matrimoniali dove immancabilmente si precisa la "pelle chiara" dell'aspirante sposa. Di recente, la mania anche contagiato gli uomini. Diverse star di Bollywood, tra cui alcune icone del "machismo", sono infatti protagonisti di spot commerciali per prodotti schiarenti in cui si inculca il messaggio che "con la pelle bianca la vita è più bella" conclude il settimanale

venerdì 27 aprile 2012

Bin Laden, le tre vedove e i bambini in Arabia Saudita con i loro segreti

A un anno dal raid nella villa bunker di Abbottabad, la numerosa famiglia di Osama Bin Laden ha lasciato il Pakistan dove era sotto la sorveglianza speciale dei servizi segreti portandosi con se' i misteri ancora irrisolti della cattura del leader di Al Qaida e dei lunghi anni di permanenza nel Paese alleato degli Usa nella lotta al terrorismo islamico.

Le tre vedove, due saudite e una yemenica, e una nidiata di figli di ogni eta' sono partiti nella nottata da Islamabad con un aereo speciale saudita e sono gia' arrivati a destinazione. Il governo saudita, che inizialmente si era opposto ad accogliere le mogli, ha mantenuto il piu' stretto riserbo sul trasferimento. Ad accompagnare i familiari c'era solo il fratello della giovane moglie yemenita, la ''favorita'' dello sceicco del terrore, che sara' presto rimpatriata in Yemen, con i suoi cinque figli, di cui quattro nati durante la ''clandestinita'' in Pakistan.

La partenza delle tre donne era stata ritardata da un vero e proprio giallo sulla mancanza di un nulla osta da parte delle autorita' pachistane che avevano ordinato la deportazione al termine di 45 giorni di reclusione per mancanza di permessi di soggiorno. In quell'occasione, la famiglia era stata trasferita dalla localita' segreta dei servizi segreti in un alloggio di Islamabad.

Da un verbale della polizia sull'interrogatorio della yemenita Amal Ahmed Abdul Fateh, avvenuto lo scorso 19 gennaio a Islamabda, emergono nuovi particolari sulla vita della famiglia. La donna di 30 anni racconta di essere arrivata a Karachi nel 2000 con un visto per cure mediche che e' scaduto dopo tre mesi. Si e' quindi recata a Kandahar, attraverso il confine del Baluchistan, dove qui ha sposato Bin Laden (che gia' viveva con due mogli) e ha avuto la prima figlia, Sania. ''Il mio desiderio era di sposare un mujahiddin'' di legge.

Dopo quello che viene definito ''l'incidente'' dell'11 settembre 2001, la famiglia si disperde. Amal e la neonata tornano a Karachi dove cambiano diverse case nel giro di 8 o 9 mesi grazie all'aiuto di una famiglia pachistana e al figlio maggiore dello sceicco, Saad. Ma dopo poco tempo, incontra di nuovo il marito a Peshawar, nel nord ovest, e da qui inizia un periodo di continui spostamenti. Prima nella valle di Swat, a nord di Islamabad, che all'epoca era controllata dai talebani del Mullah Fazlullah, e poi per due anni a Haripur, cittadina ad appena 65 chilometri da Islamabad. In questo tempo, nascono Aasia (2003) e Ibrahim (2004) in un ospedale governativo. ''In entrambe i casi sono stata soltanto due o tre ore per il parto'' racconta la vedova. Nel 2005 quindi traslocano a poca distanza nella grande villa di Abbottabad (ora demolita), con le due famiglie di ''corrieri'' che, anche in precedenza li avevano assistiti. Qui nasce nel 2006 un'altra figlia, Zainab e poi nel 2008 l'ultimo bambino, Hussein. La vedova fa sapere inoltre che durante il raid, gli americani hanno ucciso i due ''corrieri'' Ibrahim e Abrar, la moglie di quest'ultimo Busha e il figlio 20 enne di Bib Laden che si chiamava Khalid.

giovedì 26 aprile 2012

Pakistan, premier Gilani condannato da Corte Suprema

‘’Non sono necessarie le dimissioni’’. Cosi’ e’ stato deciso nel vertice di maggioranza convocato oggi dal presidente Zardari subito dopo il verdetto della Corte Suprema, una sentenza prevedibile per molti, ma decisamente ammorbidita perche’ non prevede l’esonero automatico dalla carica di primo ministro.


Subito dopo la condanna, l’opposizione aveva chiesto le dimissioni di Gilani e le elezioni anticipato. Il suo rivale politico,l’ex premier Nawaz Shari, ha detto che il verdetto e’ basato un su fatto incontrovertibile, cioe’ il rifiuto del premier di eseguire un ordine dei giudici. Il massimo organo giudiziario aveva chiesto due anni fa a Gilani - come capo del governo di scrivere alle autorita’ elvetiche per la riapertura dei vecchi cassi di corruzione contro il presidente Asif Al Zardari. Ma il premier non ha mai obbedito alla richiesta in quanto – come ha detto lui stesso in aula quando e’ iniziato il processo, - il vedovo di Benazir Bhutto e’ protetto da immunita’ presidenziale e quindi non puo’ essere sottoposto a un inchiesta giudiziaria da parte di Berna.

Da qui l’accusa per oltraggio alla Corte Suprema che pero’ ha avuto un occhio di riguardo per Gilani condannandolo soltanto a una detenzione simbolica, invece che alla pena massima di sei mesi di carcere come prevede la legge in questi casi.

Ovviamente sara’ pero’ difficile per Gilani gestire il grave colpo alal sua imagine e la carica dell’opposizione. Piu’ indebolita appare anche la condizione di Zardari gia’ nella bufera per uno scandalo su un presunto memorandum segreto in cui chiedeva aiuto agli Stati uniti nell’eventualita’ di un golpe militare dopo il raid contro la villa bunker di Osama Bin Laden.

mercoledì 25 aprile 2012

Riarmo, Pakistan risponde a test missilistico dell'India

Il lancio di prova di un missile balistico a capacita' nucleare pachistano, a meno di una settimana dal test di un simile ordigno condotto dall'India, e' l'ultimo segnale della corsa al riarmo in Asia che si e' fatta piu' allarmante dopo il fallito tentativo della Corea del Nord di mettere in orbita un satellite. Il missile intermedio Shaheen-1A, testato oggi da una base militare segreta, e' una versione ''potenziata'' di un precedente vettore a corto raggio del ricco arsenale missilistico pachistano sviluppato con il supporto cinese. Non e' stato dichiarato, ma gli esperti sostengono che abbia una gittata di 4.500 chilometri, sufficiente quindi a raggiungere New Delhi o Mumbai.
Un comunicato dell'esercito ha riferito che il test e' stato positivo e che il razzo ha centrato un obiettivo prefissato nell'oceano Indiano. Come e' prassi, alcuni giorni prima, Islamabad aveva avvertito gli indiani dell'esperimento e chiesto di modificare le rotte degli aerei di linea. La prova di forza di Islamabad, partner degli Usa nella lotta al terrorismo islamico ma alleato per necessita' della Cina, va vista nell'ottica della vecchia rivalita' con New Delhi che continua a tenere in scacco l'intera regione sud-asiatica sotto lo spettro di un confronto nucleare, anche se di recente si sono visti segnali di distensione.
Dopo quattro guerre scatenate dall'annosa disputa sul Kashmir, il premier Yousuf Gilani ha detto di recente ''che l'era dei conflitti e' terminata e che siamo pronti a sederci intorno a un tavolo e a risolvere tutte le nostre contese come il Kashmir, Sir Creek, Siachen, risorse idriche o terrorismo''. Ma l'incubo di una guerra nucleare fa sempre paura. Uno studio di un think-tank scientifico americano, l'International Physicians for the Prevention of Nuclear War, rivela oggi che un conflitto atomico nel sud dell'Asia causerebbe la fame per un miliardo di persone.
Il lancio di prova non ha provocato alcuna reazione da parte della leadership indiana che lo ha definito la ''risposta all'Agni-V'', il primo missile intercontinentale da 5 mila chilometri lanciato con successo la scorsa settimana da una base spaziale militare al largo delle coste dell'Orissa e definito il 'China Killer'' perche', quando sara' pronto, ridurra' la netta superiorita' militare di Pechino. La notizia ha provocato molta irritazione tra i cinesi che hanno accusato New Delhi di ''mentire sulla reale gittata di 8 mila chilometri per non creare allarmismo tra gli altri Paesi''.
A differenza del programma missilistico nordcoreano, anche questo sponsorizzato dalla Cina, il botta e risposta tra India e Pakistan, entrambi ''pariah nucleari'' in quanto fuori dal Trattato di Non Proliferazione (Tnp), non ha destato troppa attenzione in Occidente. Non e' un segreto che gli Stati Uniti vedano con favore l'emergere di una potenza militare nell'area in grado di contenere l'aggressivita' cinese nell'Oceano Indiano. Ma temono il rischio di proliferazione nucleare in Pakistan per la presenza dei gruppi integralisti islamici e di al Qaida, soprattutto ora che si stanno preparando a lasciare l'Afghanistan

lunedì 23 aprile 2012

Enrica Lexie, appello dei due maro' a Corte Suprema

Si è sciolto un altro nodo nell'intricata matassa della vicenda dell'Enrica Lexie: oggi la Corte Suprema di New Delhi ha ammesso un ricorso per incostituzionalità dell'arresto dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori al largo dello Stato indiano del Kerala. I giudici del massimo organo giudiziario hanno mostrato di voler prendere "sul serio" le obiezioni dell'Italia sull'illegalità della detenzione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: i due, sostiene da sempre Roma, sono militari in servizio anti pirateria e l'incidente è avvenuto in acque internazionali. La Corte ha chiesto al governo indiano e allo stato del Kerala di comparire nella prossima udienza dell'8 maggio per esporre le loro tesi. Dopo l'accordo sull'indennizzo ai familiari delle due vittime e l'eventualità della partenza a breve tempo della petroliera ancorata al largo di Kochi, questo nuovo spiraglio potrebbe forse far sperare in un possibile rilascio dei due militari e nella loro consegna alla giustizia italiana. Parallelamente si intensifica anche l'azione della diplomazia italiana. Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, oggi a Giacarta, ha incassato il sostegno del collega indonesiano Marty Natalegawa. "Capisco le ragioni di entrambe le parti. Ho ascoltato la prospettiva italiana e auspico di poterla comunicare in modo appropriato, se può essere utile all'altra parte", ha detto dopo l'incontro con il capo della Farnesina. Lunedì prossimo, tra l'altro, si prevede che il giudice istruttore di Kollam estenda di altre due settimane la carcerazione preventiva dei due marò. Sarà l'ultima volta perché il 14 maggio si esauriscono i tre mesi di fermo di polizia. A proposito dei due fucilieri, sabato scorso Latorre è stato protagonista di un "gesto eroico" all'esterno del carcere di Trivandrum quando ha soccorso un fotoreporter indiano che era caduto e stava per finire sotto un veicolo. Una foto pubblicata sui media indiani immortala il balzo del marò tarantino che si lancia contro un autorisciò bloccandolo con le mani prima che investisse Aijaz Rahi, che lavora per Associated Press e che ha poi ringraziato Latorre attraverso i familiari presenti nel penitenziario per la visita quotidiana. La decisione della Corte Suprema di oggi è stata accolta con "soddisfazione" dal team legale guidato oggi dall'avvocato Harish Salve, uno dei più famosi legali indiani classificato dal settimanale India Today "al 18esimo posto tra le persone più influenti dell'India". "Ci trovavamo davanti a tre possibilità - ha detto all'ANSA una fonte italiana -: che i giudici respingessero 'ad limina' la richiesta; che dicessero che era legittima ma che bisognava comunque attendere la fine dell'iter dell'Alta Corte del Kerala; o ancora, come è successo, che riconoscessero che la sostanza del ricorso meritava un immediato esame". L'appello è stato presentato in base all'articolo 31 della Costituzione indiana che riconosce il potere della Corte Suprema di intervenire contro violazioni fondamentali sancite dalla Carta costituzionale. Nella sua esposizione, l'avvocato Salve ha sottolineato che il governo del Kerala non è competente nel caso della Lexie perché rientra nell'ambito del diritto internazionale e delle convenzioni dell'Onu. Il legale ha poi ricordato che il reato è avvenuto in acque internazionali come, tra l'altro, ricordato a sorpresa la scorsa settimana da un Avvocato dello Stato in un'altra udienza davanti alla Corte Suprema.

giovedì 12 aprile 2012

ANALISI/ Governo di Manmohan Singh sotto pressione per scandali e sconfitte elettorali

Mancano ancora diverse settimane all'arrivo del monsone in India, ma il governo di Manmohan Singh sembra annaspare sempre piu' sotto una pioggia di scandali, malcontento popolare e il progressivo declino della dinastia dei Gandhi. La coalizione guidata dal Congresso, detta United Progressive Alliance (Upa) e salita al potere otto anni fa, e' sempre piu' fragile e incapace di portare avanti le riforme di cui il Paese ha bisogno per soddisfare le sue ambizioni di potenza mondiale emergente. La crescita e' in frenata al 7,6% per il 2012-2013 a causa della crisi in Usa e Ue, ma anche di croniche strozzature, come i ritardi nello sviluppo di opere pubbliche, l'arretratezza dell'agricoltura e la corruzione dilagante. Il vento degli ''indignados'' e dell'antipolitica che spira in tutto il mondo, e' arrivato anche nel Paese del Mahatma Gandhi, il pioniere delle rivoluzioni non violente. Non a caso, uno dei picconatori del governo bis di Singh sarebbe il pacifista Anna Hazare, detto il 'nuovo Gandhi', a capo di un movimento nazionale anti corrotti ora sfruttato dall'opposizione di destra per la sua riscossa nelle elezioni del 2014.

Dagli scranni del Parlamento di New Delhi, paralizzato da continue proteste dei partiti di minoranza, gli indu' nazionalisti del Bharatya Janata Party (Bjp) chiedono le elezioni anticipate. Mentre gli alleati di Sonia, come la bengalese Mamata Banerjee, sono sempre piu' insofferenti .

La situazione e' precipitata dopo la debacle elettorale di febbraio-marzo in quattro stati, tra cui il popoloso Uttar Pradesh, dove si sono infranti i sogni del delfino Rahul Gandhi di ereditare il bastone di comando dal 79enne Singh, un ''tecnico'' di fede sikh. Il partito ha perso il 7% dei consensi nello stato e non e' riuscito a sfondare nel ricco Punjab, dove si concentra la minoranza dei sikh. Neppure l'intervento di Priyanka Vadra, sorella di Rahul, con marito e bambini, nella campagna elettorale e' riuscita a evitare l'umiliazione di una sconfitta negli stessi collegi elettorali della famiglia a Amethi e Rae Bareli.

Curiosamente la parabola discendente dell'Upa sarebbe coincisa con la malattia di Sonia Gandhi, rimasta top secret, anche se per molti di tratta di un tumore, che l'ha tenuta per molto tempo al di fuori della scena e confinata ancora di piu' nella privacy della sua residenza al numero 10 di Janpath. Anche se la Gandhi continua a tenere le redini del partito, sembra apparire sempre piu' fragile come si e' visto dall'assenza a un pranzo con il presidente pachistano Asif Ali Zardari e il figlio Bilawal Bhutto, esponenti di un'altra prestigiosa e influente dinastia asiatica.

Dopo la riconferma nel 2009, la coalizione Upa e' stata travolta da continui scandali per corruzione. Prima la tangentopoli e i flop dei Giochi del Commnwealth di New Delhi dell'ottobre 2010 e poi il colossale ''affaire'' della svendita delle licenze di telefonia mobile di seconda generazione che ha portato in carcere un ministro di un partito alleato del Tamil Nadu. L'ultimo caso riguarda la denuncia del capo dell'esercito generale V.K. Singh di presunte mazzette per una fornitura di camion militari.

Il prossimo banco di prova sara' a luglio quando scade il settennato della presidente della Repubblica Pratibha Patil, una fedelissima di Sonia e non e' sicuro che il Congresso riuscira' a imporre una propria scelta.

Intanto c'e' chi guarda gia' a un'alternativa: il controverso leader Narendra Modi, falco del Bjp, dal passato macchiato da pogrom anti mussulmani, ma con un pedigree perfetto in tema di sviluppo economico dello stato settentrionale del Gujarat che guida da dieci anni. Coccolato dagli industriali, tra cui lo stesso Ratan Tata, Modi e' finito su una recente copertina del settimanale Time con il titolo emblematico ''Modi significa business, ma puo' guidare l'India?''.

Orissa, maoisti rilasciano Paolo Bosusco

Apparso sorridente da un balcone di una casa di Bhubaneswar insieme all'ambasciatore italiano Giacomo Sanfelice e alla polizia indiana, Paolo Bosusco sara' presto in Italia per riabbracciare il padre e i familiari. La sua odissea come ostaggio dei ribelli maoisti, che controllano parte dell'India orientale, e' finita stamattina quando e' stato consegnato a dei giornalisti locali fuori dalla foresta di Kandkamal dove lui stesso si era addentrato il 14 marzo scorso in compagnia del turista e cliente Claudio Colangelo poi liberato dopo una decina di giorni.


La notizia del rilascio e' stata accolta con sollievo sia dalla Farnesina che da New Delhi e in particolare dal governo del'Orissa che ha condotto il delicato negoziato con i guerriglieri. Per la liberazione della guida turistica piemontese sono state fatte numerose concessioni tra cui la scarcerazione di 27 detenuti maoisti e la promessa da parte del governo locale di migliorare le condizioni delle popolazioni tribali.

''In questo mese ho imparato molto dai maoisti, ma sono contento di aver riguadagnato la mia liberta' - sono state le sue prime parole mentre lo portavano in auto nel capoluogo dell'Orissa dove si trova attualmete per esami medici. Gia' stasera e previsto l'arrivo a New Delhi e da qui il rimpatrio.

Sulla liberazione c'era stato stamattina un piccolo giallo, in quanto il leader ribelle Sabyasachi Panda aveva messo come condizione la concessione della liberta' provvisioria per una donna incarcerata da due anni.

Va ricordato che nelle mani dei maoisti, ma di un'altra fazione rispetto a quella di Panda, rimane il deputato dell'Oriossa, Jhina Hikaka, sequestrato dieci giorni dopo il rapimento di Bosusco e di cui non si sa piu' nulla.

mercoledì 11 aprile 2012

Enrica Lexie, attesa per verdetto su ricorso giurisdizione

Si prolunga l'attesa per la sentenza sul ricorso italiano in cui si contesta la giurisdizione indiana e per l'accesso agli esiti della perizia balistica, i due elementi cruciali per la sorte dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone detenuti in India per l'uccisione di due pescatori scambiati per pirati avvenuti lo scorso 15 febbraio. L'Alta Corte del Kerala, il massimo organo giudiziario dello stato indiano meridionale che ha sede a Kochi, non ha ancora fissato una data per pronunciarsi sull'"eccezione di giurisdizione" sollevata dagli italiani dopo la denuncia per omicidio. Venerdì sarà l'ultimo giorno utile prima che scattino le ferie giudiziarie. "La nostra speranza è che il giudice convochi la seduta per dopodomani", ha detto una fonte che segue l'inchiesta. Il calendario dell'Alta Corte prevede infatti la chiusura del Palazzo di Giustizia fino al 21 maggio. "Uno slittamento a dopo la pausa estiva sarebbe un irragionevole ritardo per la pronuncia sul ricorso", ha commentato un legale del foro di Kochi. La decisione a cui è chiamato il giudice P.S. Gopinathan è estremamente complessa e, secondo gli esperti, rappresenterà un importante precedente nel diritto internazionale marittimo. La tesi italiana è che il reato è stato commesso in acque internazionali al largo della costa del Kerala su una nave battente bandiera italiana e quindi tocca alla procura militare di Roma processare i due marò. Mentre gli indiani sostengono che il crimine è avvenuto a bordo di un peschereccio indiano e che quindi si applica la legge del luogo. Intanto c'é ancora suspense sul fronte della perizia balistica sulle armi dei due fucilieri del San Marco, conclusa la scorsa settimana e già consegnata al giudice istruttore di Kollam. I test condotti nel laboratorio della polizia scientifica di Trivandrum avrebbero identificato due fucili di marca Beretta - tra i sei in dotazione al team anti pirateria del mercantile - che hanno sparato ai pescatori sulla base della compatibilità tra le rigature delle canne e i proiettili recuperati dai cadaveri dei pescatori dopo l'autopsia. Ma i risultati dei test non sono stati ancora visionati dal team legale italiano o dagli esperti del ROS in quanto le indagini della polizia sono ancora in corso. Saranno disponibili, insieme alle altre prove, tra cui l'autopsia, solo quando si aprirà il processo a carico di Latorre e Girone. I due fucilieri dovranno comparire lunedì davanti al magistrato di Kollam per la scadenza dei 14 giorni di carcerazione preventiva ed è probabile che siano rinviati ad altre due settimane di detenzione.

martedì 10 aprile 2012

ENRICA LEXIE: MARO' COLPEVOLI SECONDO TEST BALISTICI

Dopo oltre un mese di suspense, la perizia balistica inchioda i maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti in India per l'uccisione di due pescatori scambiati per pirati. Un responsabile del laboratorio di Trivandrum ha confermato di aver identificato due fucili usati dai militari italiani a bordo della petroliera Enrica Lexie per sparare contro il peschereccio St.Antony nel pomeriggio del 15 febbraio al largo delle coste del Kerala.

La famosa ''prova del nove'' e' quindi conclusa e il rapporto e' gia' stato consegnato al magistrato di Kollam, che sta istruendo la causa contro i militari italiani. Secondo fonti che seguono l'inchiesta, le indagini della polizia potrebbero pero' durare altre due o tre settimane. E' quindi probabile che i termini di carcerazione giudiziaria che scadono lunedi' siano ulteriormente estesi prima di procedere al rinvio a giudizio.

La notizia e' stata accolta in Italia con estrema cautela dal sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura, secondo il quale per un giudizio approfondito ''c'e' bisogno del rapporto ufficiale, e non di indiscrezioni di stampa''. Il diplomatico italiano, che sta seguendo ogni sviluppo della vicenda, ha aggiunto che "anche qualora, cosa non ancora confermata, si provasse che le pallottole che hanno ucciso i due pescatori fossero italiane, e uguali a quelle usate dalle forze armate italiane, rimane il fatto che, secondo noi, per quello che riguarda i nostri militari italiani, la giustizia deve essere amministrata in Italia''.

La doccia fredda per gli italiani coincide con un nuovo spiraglio di speranza per la partenza della nave ancora ancorata al largo del porto di Kochi con l'equipaggio (5 italiani e 19 indiani) e quattro maro' del team anti pirateria. La Corte Suprema, massimo organo giudiziario indiano che ha sede a New Delhi, ha ammesso oggi un ricorso dell'armatore contro un verdetto dell'Alta Corte del Kerala e convocato tutte le parti in causa, compresa la polizia locale per il prossimo 20 aprile.

A proposito di battaglie legali, in questi giorni (ma non e' ancora stata fissata una data) sempre all'Alta Corte del Kerala e' atteso anche il giudizio sul ricorso italiano che riguarda l'applicabilita' della legge indiana al crimine commesso in acque internazionali e su una nave battente bandiera italiana. La sorte dei maro' e' ormai legata a questa decisione.

Ad anticipare i risultati della perizia era stata stamattina la stampa indiana citando fonti del laboratorio della polizia scientifica di Trivandrum (Fsl) secondo le quali a sparare sono stati due fucili Beretta ARX 160 sequestrati insieme ad altre sei armi a bordo della Enrica Lexie lo scorso 25 febbraio alla presenza di due periti dell'Arma dei Carabinieri.

Sentita al telefono, la responsabile del dipartimento di balistica N.G. Nisha ha confermato i risultati delle prove condotte su otto armi (oltre ai sei fucili Beretta, due mitragliette FN Minimi di fabbricazione belga) e precisato che il rapporto sui test di tiro, la balistica e le impronte digitali e' stato consegnato al magistrato lo scorso 4 aprile. ''Abbiamo potuto identificare le due armi - ha affermato - dopo aver esaminato i proiettili recuperati dai cadaveri delle vittime che sono compatibili con le rigature delle canne di due fucili''. (ANSA).

domenica 25 marzo 2012

ANALISI/Orissa: divisioni tra maoisti dietro la liberazione di Colangelo?

Divisioni interne ai maoisti dell'Orissa e anche incertezze su come gestire il primo sequestro di stranieri hanno contrassegnato gli ultimi frenetici giorni caratterizzati da un'escalation della violenza che ha portato prima al deragliamento dei negoziati e poi alla liberazione di Colangelo. Intervistato dalla televisione Ndtv, che ha avuto un ruolo cruciale nel rilascio, il leader dei ribelli Sabyasachi Panda ha parlato di ''gesto di buona volonta'''. I media indiani avevano ipotizzato che l'italiano non fosse in buone condizioni di salute, cosa che non si e' rivelata vera. In realta', i retroscena del rilascio di Colangelo evidenziano una lotta intestina tra le diverse fazioni dei 'naxaliti', come sono chiamati i maoisti indiani. Il rapimento dei due italiani, il primo sequestro di stranieri nella storia del gruppo ribelle, e' stata un'iniziativa personale di Sabyasachi Panda, un leader di ''rango intermedio'' secondo gli esperti, ma che ambisce a contare di piu' nella rigida gerarchia maoista e soprattutto che mal sopporto la dominanza di guerriglieri provenienti dal vicino Andhra Pradesh, che appartengono all'etnia dei 'telugu' e hanno anche un'altra lingua, distinta da quelli degli 'orya' del vicino Orissa. Non e' un caso che mentre i negoziatori di Panda chiedevano un ''cessate il fuoco'' durante le trattative in corso a Bhubenaswar, i maoisti dell'Andhra Pradesh scatenavano un putiferio. Tre giorni fa hanno ucciso un funzionario della polizia e ieri hanno alzato il tiro catturando il parlamentare Jhina Hikaka, di 34 anni, appartenente alla comunita' tribale e dello stesso partito del 'chief minister' dell'Orissa Naveen Patnaik. ''Questi incidenti mostrano che Panda non ha il supporto dei suoi compagni che si oppongono alle sue attivita' e alla sua intenzione di salire nella gerarchia'', ha riferito una fonte della polizia. Non e' un mistero che Panda punta a entrare nel politburo del Communist Party of India (Maoist), come e' chiamata l'organizzazione clandestina dei maoisti indiani. Secondo il professor Ajai Sahni, esperto di controterrorismo e direttore dell'Institute for Conflict Management, un think-tank di New Delhi, Panda controlla soltanto altri tre distretti oltre Kandhamal, cioe' Ganjam e parte di Gajpati e Rayagada''. Oltre queste aree ci sono delle fazioni rivali con cui e' spesso in disaccordo. L'isolamento del capo ribelle, considerato un ''moderato'', e' gia' emerso in diverse occasioni, l'ultima delle quali il sequestro dei due italiani. La frattura interna si e' aperta con la decisione di Panda nel 2008 di uccidere il santone indu' Laxmanananda Sarawati. L'assassinio fu poi messo in connessione con la minoranza cristiana e scateno' dopo poche settimane orribili pogrom contro chiese, scuole e orfanotrofi cristiani di Kandhamal. Stavolta il rilascio di almeno uno dei due italiani (il ''gesto di buona volonta''') deve essere apparso agli occhi di Panda il male minore per evitare ulteriori spaccature e favorire una distensione con le autorita' dell'Orissa, puntando sull'altro ostaggio ancora nelle sue mani - Bosusco - per cercare di riannodare il filo delle trattative.