Il procedimento avviato oggi dalla Corte Suprema presieduta dal battagliero giudice Iftikar Mohammed Chaudry si presenta come una nuova spina nel fianco per il presidente Asif Ali Zardari e anche per la stabilità politica del Pakistan, principale alleato degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo islamico. Nei prossimi mesi i giudici del massimo organo giudiziario si pronunceranno sulla legittimità dell’amnistia concessa nel 2007 dall’ex generale Musharraf a Benazir Bhutto e suo marito oltre che ad altri 8000 politici coinvolti in vicende di corruzione. Il provvedimento, nota come “Accordo di riconciliazione nazionale” è scaduto a fine novembre e a nulla sono serviti i tentativi di Zardari di farlo approvare dal parlamento. Il presidente appare sempre più indebolito, anche se continua a godere del pieno sostegno degli Stati Uniti. Alcune settimane fa Zardari aveva deciso di cedere il controllo dell’arsenale nucleare al premier Yusuf Raza Gilani, sembra su pressione dell’esercito che mal sopporta la crescente ingerenza americana.
L’udienza della Corte Suprema è coincisa con nuovo attentato a Peshawar. Un kamikaze, a bordo di un risciò, si è fatto esplodere all’entrata di un tribunale della città uccidendo sul colpo tre poliziotti e due avvocati. Da quando è iniziata l’offensiva militare contro i talebani nel Sud del Waziristan, il capoluogo delle zone di frontiera nord occidentale è stato al centro di diversi attentati in cui hanno perso la vita oltre 270 persone.
lunedì 7 dicembre 2009
Zardari, la Corte Suprema si pronuncerà sull'amnistia del 2007
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