martedì 28 ottobre 2014

Indira Gandhi, 30 anni fa l'assassinio della 'dama di ferro' indiana


Su ANSA
Una mattina di 30 anni fa, esattamente il 31 ottobre 1984, la premier indiana Indira Gandhi, figlia ed erede politica dello statista Jawaharlal Nehru, fu uccisa a New Delhi da due guardie del corpo di fede sikh. Poche ore dopo l'assassinio, nella capitale scoppiarono disordini in cui furono massacrati oltre 2 mila innocenti appartenenti alla minoranza religiosa. Per il trentennale non sono previste commemorazioni ufficiali del governo del leader di destra Narendra Modi, che nelle elezioni di maggio ha sconfitto il partito dei Gandhi. Anche se Modi non rinuncerà a celebrare il 125/mo della nascita di Nehru il prossimo mese, ma senza la partecipazione di Sonia, la nuora italiana di Indira, che si è dimessa dal comitato organizzativo.
Quattro mesi prima di quel tragico mattino, la 'dama di ferro' aveva ordinato una sanguinosa operazione militare battezzata 'Blue star' (stella azzurra) per eliminare i militanti separatisti sikh asserragliati nel 'Tempio d'Oro' di Amritsar, il "Vaticano" del sikhismo in Punjab. "Erano circa le dieci e stavo per andare in ufficio - racconta in un'intervista all'ANSA Raghu Rai, il fotografo indiano famoso per gli scatti a Madre Teresa di Calcutta e alle vittime di Bhopal - quando mi dissero di correre all'All Indian Medical Indian Institute dove Indira era stata portata con il corpo crivellato di proiettili". All'epoca Rai lavorava per il magazine 'India Today' e per l'agenzia Magnum Photo. "Anche se l'annuncio ufficiale della morte - continua - arrivò solo nel tardo pomeriggio tutta la città sapeva quello che era successo e una grande folla si era radunata davanti all'ospedale".
Insieme agli altri reporter "abbiamo aspettato che portassero fuori la salma. Eravamo tutti increduli. Come è possibile che una leader così potente e che era sulla breccia da 20 anni potesse essere uccisa? Era uno shock che non avevamo più vissuto dopo l'assassinio del Mahatma Gandhi". Una folla oceanica partecipò alla sua cremazione il 3 novembre, ricorda ancora Rai che scattò una celebre foto del figlio Rajiv mentre accendeva la pira funebre. "Sonia arrivò con gli occhiali scuri e non disse una parola - prosegue - mentre il primogenito Rahul era devastato per la scomparsa nella nonna".
La violenza contro i sikh cominciò quasi subito: "prima con qualche incidente isolato, poi il giorno dopo in maniera sistematica con l'incendio di case e atti vandalici". E' una pagina buia della storia indiana. Ancora oggi le organizzazioni sikh e le associazioni di diritti umani come Amnesty International chiedono di condannare i responsabili del massacro che è finora rimasto impunito.
Nata nel 1917 come unica figlia da Kamala e Jawaharlal Nehru, Indira sposò un politico di nome Feroze Gandhi conosciuto quando era studente nel Regno Unito. Non ci sono legami di parentela con il Mahatma, ma secondo molti il famoso cognome favorì la sua ascesa politica. Il presidente americano Richard Nixon la chiamava la "vecchia strega" perchè nel 1971 - dopo aver animato con Tito e altri leader il Movimento dei Non Allineati - firmò un accordo con l'Urss. Ma per i suoi ammiratori era "l'unico uomo nel partito del Congresso". Tra le centinaia di scatti di Rai, che nel 2004 le ha dedicato un libro ("Indira Gandhi: a Living Legacy"), ce n'è uno che secondo l'autore è emblematica del personaggio: ritrae Indira di spalle seduta alla scrivania che firma delle carte con davanti a lei una ventina di uomini del partito la guardano ossequiosi. Secondo Rai, i Gandhi "sono stati la famiglia reale dell'India", ma dopo la sconfitta elettorale di maggio "il loro regno è terminato".
Per il trentesimo anniversario non sono in effetti previste cerimonie speciali neppure nella casa museo di Safdarjung Road 1. "Organizzeremo una conferenza - ha spiegato all'ANSA il direttore Jaideep Thakur - per il centenario della nascita tra due anni". Ogni giorno circa 7-8 mila visitatori affollano la villetta bianca dove sono esposti oggetti personali, foto di famiglia e ritagli di giornali di lei con leader stranieri, tra cui Aldo Moro e Giovanni Spadolini. Un 'sentiero di cristallo' nel giardino ripercorre gli ultimi suoi passi fino a un cancello dove gli agenti di guardia aprirono il fuoco. Stava andando verso un edificio adiacente per essere intervistata dal regista Peter Ustinov per la Bbc. "Se avesse chiesto scusa pubblicamente ai sikh per l'operazione Blue Star - ipotizza Rai - probabilmente sarebbe sfuggita a questo destino". Invece, dopo quella mattina, cambiò anche il destino dell'India.

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