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Rischia di mettere in ginocchio l’intero Paese l’agitazione a tempo indeterminato proclamata da 5 milioni di camionisti indiani contro il rincaro del carburante. Il blocco del trasporto pesante è iniziato alla mezzanotte di martedì e ha già provocato disagi per i consumatori delle metropoli dove sono rincarati i prezzi di alcune derrate alimentari. Allo sciopero, indetto dall’associazione di categoria nazionale, non hanno aderito dieci stati indiani, ma le conseguenze sono tuttavia pesanti per il trasporto commerciale che per il 75% avviene su gomma. Solo a Calcutta ogni giorno entrano 10 mila camion per rifornire la città.
Gli autotrasportatori protestano contro il caro gasolio, aumentato del 10% il mese scorso e anche contro l’imposizione di pedaggi su alcune arterie stradali importanti. Chiedono al governo sostegni economici e la riduzione dell’aggravio fiscale. Ma per l’esecutivo del premier Manmohan Singh, che il prossimo anno affronta le elezioni generali, è un momento delicato per via dell’inflazione galoppante, che lo scorso mese ha superato l’11 per cento. Nel 2004 un analogo sciopero selvaggio dei camionisti ebbe conseguenze negative sul tasso di crescita nazionale.
giovedì 3 luglio 2008
India semiparalizzata per sciopero dei camionisti
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