lunedì 28 febbraio 2011
India, varata la manovra 2011-2012, obiettivo crescita al 9% e ''uomo comune''
L'India ha varato oggi la legge Finanziaria 2011-2012 che, nelle intenzioni del governo, permettera' una crescita del 9% e la riduzione della poverta' di milioni di persone senza incidere sul deficit pubblico. In un discorso di 110 minuti al Parlamento, trasmesso in diretta televisiva, il ministro delle Finanze, Pranab Mukherjee, ha illustrato le misure economiche e fiscali tese a soddisfare sia i bisogni dell'''uomo comune'' che quelli della grande industria in un momento cruciale per il partito del Congresso travolto da una serie di scandali per corruzione e alla vigilia di cinque appuntamenti elettorali regionali. La borsa di Mumbai ha reagito positivamente alla manovra definita ''equilibrata'' dalla Confindustria indiana (Cii). Tuttavia, l'inflazione, trainata dal caro petrolio e dei generi alimentari, ''rimane la principale preoccupazione'' ha ricordato il 75 enne ministro che e' alla sua sesta legge di bilancio. In particolare, tra le misure populistiche c'e' la promessa di varare la legge sulla sicurezza alimentare (Food Security Bill) che prevede razioni di riso a un prezzo sovvenzionato per decine di milioni di poveri e che e' da anni nel cassetto del governo. La spesa per le politiche sociali anti poverta' e' aumentata del 17%. Previsto anche un sensibile aumento della spesa per la difesa, nell'ottica di finanziare una serie di importanti forniture tra cui quella di 10,6 miliardi di dollari relativa a cacciabonbardieri multiruolo, a cui partecipa Finmeccanica, parte del consorzio europeo Eurofighter. Nonostante la riduzione dell'imposizione fiscale per le aziende e l'aumento dei limiti di reddito esentasse, il governo intende contenere il deficit statale al 4,6% del pil (dal 5,1% di quest'anno) attraverso l'aumento del flusso di capitali dall'estero e di un nuovo piano di privatizzazioni. Le aziende straniere, come il gruppo Generali da diversi anni gia' presente sul mercato indiano, potranno ora salire fino al 46% nel capitale delle societa' di assicurazioni. Dalla politica di disinvestimento delle aziende minerarie e energetiche, l'India si aspetta di incassare 400 miliardi di rupie (880 milioni di dollari), quasi il doppio rispetto ai proventi dell'anno finanziario in corso.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento