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POOTHURAI (TAMIL NADU), 20 MAR - Il villaggio di uno dei due pescatori indiani morti nell'incidente con la petroliera Enrica Lexie che ha coinvolto i due maro' italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Giorne rischia di scomparire a causa della massiccia erosione della costa nello stato meridionale del Tamil Nadu. Circa 80 famiglie sono senza rimaste senza tetto dopo le alluvioni che hanno colpito l'India meridionale l'estate scorsa. Centinaia di altre case sul litorale sono minacciate dall'avanzamento del mare. Tra queste c'e' anche l'abitazione della famiglia di Ajeesh Pinku, la piu' giovane delle due vittime, dove vive una delle sorelle insieme a una zia e ad altri parenti. "Ogni anno, durante il monsone, il mare inghiotte una fila di case - dice all'ANSA padre Nicholas, parroco di Poothurai, un villaggio cristiano a circa 50 km a nord di Kanyakumari, la "punta dell'India", che lancia anche un appello perche' qualcuno si occupi degli sfollati che si trovano ora in un centro di accoglienza. "Questa gente vive esclusivamente di pesca - aggiunge - e se perdono l'unico mezzo di sostentamento che hanno sono ridotti alla fame". La spiaggia e' completamente sparita e l'attivita' di pesca e' impraticabile. Per questo, gli uomini, come Pinku e gli altri compagni del peschereccio St. Antony, vanno a lavorare nel vicino Kerala dove il pesce e' piu' abbondante e si guadagna di piu'. Per proteggere le case dalla furia del mare, il governo del Tamil Nadu un anno fa ha deciso di creare una scogliera frangiflutti di alcuni chilometri. Ogni giorno arrivano dei camion che scaricano grossi massi in mare. Secondo il parroco, la colpa del disastro e' da ricercare nella costruzione in corso di un mega porto a Kolachel, un centro qualche chilometro piu' a sud, che "ha spostato la direzione delle correnti marine". Ma non si esclude anche l'effetto del cambiamento climatico che sta provocando un progressivo innalzamento del mare Arabico. L'erosione interessa anche anche la costa orientale del Tamil Nadu, pesantemente colpita dallo tsunami del 2004, ma e' un fenomeno poco studiato e anche poco noto al grande pubblico. "Questa e' una zona di 'frontiera' lontano dal capoluogo di Chennai - spiega ancora padre Nicholas - che e' trascurata dal governo locale e anche dalle organizzazioni non governative". La casa del pescatore Ajeesh, l'unica imbiancata di fresco, e' nell'adiacente villaggio di Erayumanthurai dove 4 mila famiglie vivono tra quello che rimane della spiaggia e un fiume circondato da palmeti e bananeti in un paesaggio idilliaco, se non fosse per il contrasto con i danni visibili dell'erosione costiera'. La maggiore delle due sorelle, Abhinaya Xavier, 19 anni, si e' sposata con un pescatore di Poothurai, nel giugno dello scorso anno. La dote e' stata pagata con una parte della donazione di 10 milioni di rupie (all'epoca 150 mila euro) dell'Italia. "E' stato un buon matrimonio - ci dice la zia Jenet che e' quella che si e' presa cura di Ajeesh e delle due sorelline dopo la morte dei genitori, circa dieci anni fa. Aguna Xavier, 17 anni, e' invece a casa e vorrebbe studiare informatica. Dalla finestra dell'abitazione si vede il mare che e' a una decina di metri dietro alla scogliera di protezione costruita dopo lo tsunami. Di fianco si scorge una costruzione sventrata in una mareggiata che non e' mai stata riparata. Su una parete rosa ci sono i ritratti laminati di due coppie di sposi abbracciati sullo sfondo di finti paesaggi bucolici, mentre su un altro lato ci sono quelli dei cari estinti con le ghirlande di fiori di plastica. Oltre ad Ajeesh, ci sono l'unico figlio della zia Jenet, travolto da un camion nel 2003 mentre andava a vendere il pesce e un altro parente scomparso in mare. Una cugina di Aguna mostra un quaderno con i ritagli delle cronache dell'incidente con la petroliera. C'e' una foto della Enrica Lexie e una della salma del fratello mentre sta per essere benedetto dal parroco. Spunta anche una copia del settimanale Oggi dove c'e' un servizio sui maro' con una foto di lei e della sorella. Nella "tsunami colony" di Pootharai, abita anche Freddy Bosco (il nome deriva da don Giovanni Bosco), che pero' e' a Kochi a pescare. Sono in Kerala anche gli altri colleghi di Ajeesh e del timoniere Jelastine Valentine, la seconda vittima dell'incidente avvenuto il 15 febbraio 2012 davanti alla costa di Kollam. Soltanto uno dei nove membri dell'equipaggio sopravissuti, Martin, 35 anni, non e' mai piu' tornato in mare perche' ha ancora paura. Tre mesi fa ha comprato un riscio' con un prestito e ha cambiato mestiere. Vive con moglie (ora incinta) e tre figli in una capanna dal tetto di paglia assegnata dal governo locale ai senza tetto. Dice di essere ancora sotto shock. "Ho visto Jelastine morire davanti a me - dice - ma ringrazio il Signore ogni giorno perche' mi sento molto fortunato".
POOTHURAI (TAMIL NADU), 20 MAR - Il villaggio di uno dei due pescatori indiani morti nell'incidente con la petroliera Enrica Lexie che ha coinvolto i due maro' italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Giorne rischia di scomparire a causa della massiccia erosione della costa nello stato meridionale del Tamil Nadu. Circa 80 famiglie sono senza rimaste senza tetto dopo le alluvioni che hanno colpito l'India meridionale l'estate scorsa. Centinaia di altre case sul litorale sono minacciate dall'avanzamento del mare. Tra queste c'e' anche l'abitazione della famiglia di Ajeesh Pinku, la piu' giovane delle due vittime, dove vive una delle sorelle insieme a una zia e ad altri parenti. "Ogni anno, durante il monsone, il mare inghiotte una fila di case - dice all'ANSA padre Nicholas, parroco di Poothurai, un villaggio cristiano a circa 50 km a nord di Kanyakumari, la "punta dell'India", che lancia anche un appello perche' qualcuno si occupi degli sfollati che si trovano ora in un centro di accoglienza. "Questa gente vive esclusivamente di pesca - aggiunge - e se perdono l'unico mezzo di sostentamento che hanno sono ridotti alla fame". La spiaggia e' completamente sparita e l'attivita' di pesca e' impraticabile. Per questo, gli uomini, come Pinku e gli altri compagni del peschereccio St. Antony, vanno a lavorare nel vicino Kerala dove il pesce e' piu' abbondante e si guadagna di piu'. Per proteggere le case dalla furia del mare, il governo del Tamil Nadu un anno fa ha deciso di creare una scogliera frangiflutti di alcuni chilometri. Ogni giorno arrivano dei camion che scaricano grossi massi in mare. Secondo il parroco, la colpa del disastro e' da ricercare nella costruzione in corso di un mega porto a Kolachel, un centro qualche chilometro piu' a sud, che "ha spostato la direzione delle correnti marine". Ma non si esclude anche l'effetto del cambiamento climatico che sta provocando un progressivo innalzamento del mare Arabico. L'erosione interessa anche anche la costa orientale del Tamil Nadu, pesantemente colpita dallo tsunami del 2004, ma e' un fenomeno poco studiato e anche poco noto al grande pubblico. "Questa e' una zona di 'frontiera' lontano dal capoluogo di Chennai - spiega ancora padre Nicholas - che e' trascurata dal governo locale e anche dalle organizzazioni non governative". La casa del pescatore Ajeesh, l'unica imbiancata di fresco, e' nell'adiacente villaggio di Erayumanthurai dove 4 mila famiglie vivono tra quello che rimane della spiaggia e un fiume circondato da palmeti e bananeti in un paesaggio idilliaco, se non fosse per il contrasto con i danni visibili dell'erosione costiera'. La maggiore delle due sorelle, Abhinaya Xavier, 19 anni, si e' sposata con un pescatore di Poothurai, nel giugno dello scorso anno. La dote e' stata pagata con una parte della donazione di 10 milioni di rupie (all'epoca 150 mila euro) dell'Italia. "E' stato un buon matrimonio - ci dice la zia Jenet che e' quella che si e' presa cura di Ajeesh e delle due sorelline dopo la morte dei genitori, circa dieci anni fa. Aguna Xavier, 17 anni, e' invece a casa e vorrebbe studiare informatica. Dalla finestra dell'abitazione si vede il mare che e' a una decina di metri dietro alla scogliera di protezione costruita dopo lo tsunami. Di fianco si scorge una costruzione sventrata in una mareggiata che non e' mai stata riparata. Su una parete rosa ci sono i ritratti laminati di due coppie di sposi abbracciati sullo sfondo di finti paesaggi bucolici, mentre su un altro lato ci sono quelli dei cari estinti con le ghirlande di fiori di plastica. Oltre ad Ajeesh, ci sono l'unico figlio della zia Jenet, travolto da un camion nel 2003 mentre andava a vendere il pesce e un altro parente scomparso in mare. Una cugina di Aguna mostra un quaderno con i ritagli delle cronache dell'incidente con la petroliera. C'e' una foto della Enrica Lexie e una della salma del fratello mentre sta per essere benedetto dal parroco. Spunta anche una copia del settimanale Oggi dove c'e' un servizio sui maro' con una foto di lei e della sorella. Nella "tsunami colony" di Pootharai, abita anche Freddy Bosco (il nome deriva da don Giovanni Bosco), che pero' e' a Kochi a pescare. Sono in Kerala anche gli altri colleghi di Ajeesh e del timoniere Jelastine Valentine, la seconda vittima dell'incidente avvenuto il 15 febbraio 2012 davanti alla costa di Kollam. Soltanto uno dei nove membri dell'equipaggio sopravissuti, Martin, 35 anni, non e' mai piu' tornato in mare perche' ha ancora paura. Tre mesi fa ha comprato un riscio' con un prestito e ha cambiato mestiere. Vive con moglie (ora incinta) e tre figli in una capanna dal tetto di paglia assegnata dal governo locale ai senza tetto. Dice di essere ancora sotto shock. "Ho visto Jelastine morire davanti a me - dice - ma ringrazio il Signore ogni giorno perche' mi sento molto fortunato".
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