domenica 22 agosto 2010

Madre Teresa, missionarie sperano di andare in Cina

Le Missionarie della Carita'sperano di aprire presto un ospizio in Cina, uno dei pochi paesi al mondo rimasto insensibile al carisma di Madre Teresa, il cui
centenario della nascita si celebra il prossimo 26 agosto. La
suora albanese ha commosso dittatori africani e irriducibili
marxisti come Fidel Castro, ma non e' mai riuscita a fare
breccia nel regime di Pechino. ''Le cose stanno cambiando per
quanto riguarda i rapporti con il Vaticano e quindi spero che
presto avremo la possibilita' di andare. Aspettiamo un nuovo
invito'' confida suor Nirmala, braccio destro di Madre Teresa e
a capo della congregazione per 12 anni fino all'anno scorso
quando ha lasciato il posto alla tedesca suor Mary Prema. ''Era
il piu' grande desiderio di Madre Teresa – ricorda all’Ansa che
l’ha incontrata nella Casa Madre dove e’ tornata dopo un ritiro
negli Stati Uniti – .Pur avendo visitato diverse volte la Cina
su invito della chiesa locale, il governo non le ha mai concesso
l'autorizzazione ad aprire un centro. Per due volte e' stata
bloccata senza alcuna giustificazione. L’ultima volta, nel 1994,
eravamo gia' in partenza all'aeroporto di Hong Kong. Il vescovo
locale ci aveva gia' assegnato un posto nella provincia dello
Jiangsu. Poi e' arrivato un ordine dall'alto...''. La stessa
Nirmala ha riprovato circa 5 anni fa dietro invito della chiesa
locale, ma di nuovo Pechino si e' opposta.
La ''speranza cinese'' e' condivisa anche da suor Adriana, una
delle due italiane attualmente presenti alla Casa Madre e lo
scorso anno eletta tra le quattro consigliere generali
dell'ordine. ''In Cina hanno cosi' tanta sete di Dio e per noi
c'e un enorme lavoro da fare'' spiega. Pechino non ha mai
motivato ufficialmente il diniego, ma e' evidente che considera
le missionarie una longa manus del Vaticano.

Dopo la morte di Madre Teresa, c'e' stato un periodo di
grande sviluppo. Secondo dati aggiornati, le missionarie sono
ora in totale 5.029 in 766 case sparse in 138 paesi (in Cina
sono a Hong Kong e Macau, oltre che in Tibet). L'ultimo a
aggiungersi e' l'Indonesia, dove a ottobre sara' aperto un
centro a Atambua, nell'isola di Timor. Ne hanno appena
inaugurato uno a Sofia, in Bulgaria, e un altro in Guinea
Bissau. ''Capita anche di chiuderne - precisa suor Adriana -
quando non c'e' piu' bisogno di noi perche' non ci sono piu'
poveri. Un ospizio in Australia, per esempio e' stato chiuso
perche' ora il governo si prende cura degli aborigeni''.

Proveniente da una famiglia bresciana, ultima di 11 figli,
suor Adriana, 54 anni, ha pero' qualche dubbio sulla politica di
espansione. ''Abbiamo problemi di ricambio generazionale adesso
che la prima ondata di suore, arrivate con la Madre, stanno
invecchiando. Non abbiamo abbastanza giovani per sostituirle e
quindi dovremo rallentare''. Mentre non sono un problema i
finanziamenti: ''Anche in piena crisi economica abbiamo sempre
ricevuto tanta generosita'. Ci dispiace solo che molti sfruttano
il nostro nome per raccogliere denaro. Il ''fund raising'' e'
vietato nel nostro ordine. Tutto quello che ci arriva e' dalla
Provvidenza divina che non ci ha mai fatto mancare nulla''.

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