mercoledì 5 ottobre 2011

Presidente Karzai a Delhi: ''stop dialogo con talebani''

'Afghanistan chiude le porte al dialogo con i talebani, ma le apre al 'fratello gemello' Pakistan nonostante i sospetti di connivenza dei servizi di Islamabad con gruppi terroristi islamici che puntano sempre più in alto come dimostra la scoperta di un complotto per uccidere il presidente Hamid Karzai. Proprio dal capo dello stato afghano, che oggi ha concluso una visita di due giorni a New Delhi, è arrivata la conferma di un cambio di rotta nel tentativo di traghettare il Paese verso la normalità in vista del disimpegno americano. "Abbiamo deciso di non parlare più con i talebani perché non conosciamo più il loro indirizzo" ha detto alla platea di un think tank della capitale indiana dove ha tenuto una conferenza sul futuro della regione sud-asiatica. "I talebani hanno inviato un loro messaggero di pace che si è trasformato in un attentatore suicida", ha aggiunto riferendosi all'assassinio del 20 settembre dell'ex presidente Burhanuddin Rabbani che - secondo i servizi afghani - sarebbe stato ideato in Pakistan. Nella turbolenta regione di frontiera pachistana si erano addestrati alcuni militanti arrestati dagli afghani con l'accusa di volere assassinare Karzai attraverso il reclutamento di una sua guardia del corpo. A rivelarlo è stato oggi un portavoce del ministero dell'Interno di Kabul. Sei uomini, tra cui uno studente e un professore di medicina, connessi ad Al Qaida e al gruppo armato Haqqani sono stati catturati la scorsa settimana in un'operazione di intelligence. Il mancato attentato, di cui peraltro Karzai non ha fatto cenno, non fa che confermare il fallimento dell'approccio seguito finora per cercare un dialogo che adesso "sarà più incentrato sulle relazioni tra Paesi piuttosto che con individui che non possiamo trovare" ha detto. Nonostante le pesanti insinuazioni della scorsa settimana su sospette complicità del servizio segreto pachistano Isi nell'omicidio di Rabbani, il presidente afghano è convinto che il Pakistan sia un interlocutore privilegiato, se non obbligato, per riappacificare il Paese. A questo proposito ha voluto sgomberare il campo da ogni incomprensione a proposito di un importante accordo di partenariato siglato ieri con il premier indiano Manmohan Singh, che prevede, tra l'altro, l'addestramento delle forze armate da parte degli indiani, una iniziativa da tempo nel cassetto, ma sempre rimandata per non irritare Islamabad. "Questa intesa non é diretta contro nessun Paese" ha precisato. L'India "é un grande amico" e il Pakistan è un "fratello gemello". E "l'accordo che abbiamo fatto con il nostro amico, non intende danneggiare nostro fratello". Mentre Kabul interrompe i negoziati con i talebani, gli Usa sembrano però imboccare un'altra strada. Il Wall Street Journal ha rivelato oggi che incontri segreti con gli Haqqani sarebbero avvenuti la scorsa estate con l'obbiettivo di avviare negoziati. E' stata probabilmente una mossa di realpolitik voluta da Washington, ma che potrebbe essere ormai superata oggi dato che la temibile organizzazione è diventata il nemico numero uno. Proprio oggi la Nato ha annunciato di avere ucciso in un raid aereo un presunto comandante, noto come 'Dilawar', nella provincia di confine di Khost.

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