Una delle piu' amate superstar di Bollywood, Sanjay Dutt, il ''gangster dal cuore tenero'' di molti film indiani, e' stato condannato oggi a cinque anni di carcere con l'accusa di coinvolgimento nelle stragi di Mumbai del 1993 attribuite alla jihad filo-pachistana. L'attore, che ha 57 anni e oltre 100 film al suo attivo, dovra' consegnarsi alla polizia entro quattro settimane secondo quanto stabilito dai giudici della Corte Suprema, che hanno confermato una precedente condanna riducendola pero' di un anno. Dutt era gia' stato in carcere 18 mesi e quindi dovra' scontare una rimanenza di pena di tre anni e mezzo. La celebrita', figlio d'arte e celebre per i ruoli da ''cattivo'' e da ''macho'', era stato trovato in possesso di un mitragliatore e di un fucile durante un raid della polizia nella sua villa di Mumbai dopo le 12 bombe a catena che devastarono il cuore finanziario della piu' grande metropoli indiana. Disse che le armi servivano per proteggere i genitori dai disordini scoppiati dopo la distruzione di una moschea nella citta' sacra di Ayodhya da parte dei radicali indu'. Fu assolto in primo grado ma condannato a sei anni nel 2006 da uno speciale tribunale antiterrorismo con altri 100 imputati. Passo' 18 mesi in carcere prima di ottenere la liberta' dietro cauzione. Nato dall'unione fra un politico indu' e un'attrice musulmana e con un passato di tossicodipendenza e alcolismo, Dutt e' uno dei piu' controversi personaggi del colorato mondo di Bollywood, ma anche il piu' amato per il suo destino di ''eroe maledetto''. I sospetti di appartenenza alle gang mafiose lo hanno accompagnato per tutta la carriera e gli hanno anche impedito di presentarsi alle ultime elezioni del 2009 per un partito regionale dell'Uttar Pradesh. La sorella e' una parlamentare e oggi e' scoppiata in lacrime alla notizia della sentenza. ''Ho gia' sofferto per 20 anni e sono stato in carcere per 18 mesi, ora vogliono che soffra di piu' e sono pronto a farlo'', ha detto aggiungendo di essere addolorato dal fatto che ''anche mia moglie e i miei tre figli saranno puniti''. L'attore ha poi promesso di completare il film che stava girando, ovvero il terzo sequel della serie di ''Munna Bhai'', uno dei suoi maggiori successi, storia di un temibile boss che diventa pacifista dopo apparizioni del Mahatma Gandhi. Con questa sentenza la Corte Suprema ha detto l'ultima parola sui sanguinosi attentati che causarono la morte di 257 persone, opera di un'alleanza fra la mafia di Mumbai e i gruppi estremisti islamici sospettati di essere legati a servizi segreti pachistani. In particolare, i giudici hanno confermato la pena di morte per il boss Yacub Memon, fratello del super ricercato ''Tiger'' Memon, che secondo i servizi segreti si nasconde a Karachi, in Pakistan.
mercoledì 20 marzo 2013
Super star di Bollywood andra' in carcere per stragi Mumbai del 1993
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