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La scrittrice Arundhati Roy, una delle intellettuali più famose e anticonformiste in India, ha attaccato questa volta il Mahatma Gandhi, il padre della nazione e simbolo del pacifismo mondiale. Secondo l'autrice del romanzo 'Il Dio delle Piccole cose', l'apostolo della non violenza "accettava l'odioso sistema delle caste" che ancora oggi domina la vita sociale del gigante asiatico e che per molti è un argomento tabù. "Su Gandhi ci hanno raccontato un sacco di bugie - ha detto ad una conferenza in Kerala - se si pensa che la sua dottrina della non violenza era basata sull'accettazione di una delle più brutali forme di gerarchia sociale, le caste". E poi ha anche criticato la prassi, molto usata in India, di dedicare le istituzioni scolastiche al Mahatma. "Dobbiamo davvero - si è chiesta - dedicargli le nostre università?". Come era previsto, la denuncia della 52enne Roy - pur già sollevata in passato da biografi fuori dal coro - ha scatenato le ire dei seguaci di Gandhi, di storici ortodossi e anche dell'ultrasecolare partito del Congresso, che ha raccolto la sua eredità politica. Un dirigente, Ghulam Nabi Azad, ha invocato "seri provvedimenti contro chi manca di rispetto" all'eroe dell'indipendenza indiana, celebrato in tutto il mondo. Tra l'altro una statua del leader indipendentista comparirà presto perfino davanti al palazzo di Westminster. Per giustificare la sua tesi, la Roy ha citato uno libro del Mahatma sugli 'intoccabili' in cui si legge che "uno che pulisce le latrine dovrebbe sempre rimanere tale". L'intellettuale, che vive a New Delhi, si riferisce al saggio "The Ideal Banghi" (1935) in cui l'apostolo della non violenza sostiene che "il compito di un bramino è di occuparsi della pulizia dell'anima, mentre il banghi ('intoccabile') si occupa dei corpi della società". A questa casta infatti è affidato il contatto con gli escrementi e con i cadaveri. Contro di lei sono insorti studiosi gandhiani che l'hanno invece accusata di 'ignoranza' e l'hanno invitata a leggere l'autobiografia 'Storia dei miei esperimenti con la verità' dove Mohandas Karamchand Gandhi racconta di aver pulito lui stesso i bagni del suo ashram dopo che la moglie Kasturba (che apparteneva come lui a una casta alta) si era rifiutata di farlo perchè era un compito che spettava ai 'paria'. In realtà la questione delle caste nel pensiero gandhiano è abbastanza controversa, come lo sono altri aspetti, tra cui i suoi "esperimenti" con l'astinenza sessuale e la sua presunta omosessualità rivelata di recente in uno scambio epistolare con un culturista tedesco. Va ricordato, inoltre, che i 'dalit', gli 'intoccabili', non hanno mai riconosciuto il Mahatma come un leader per la garanzia dei loro diritti. Di recente, la Roy ha 'riscoperto' il personaggio di B.R. Ambedkar, costituzionalista e contemporaneo di Gandhi, ma 'intoccabile' e per questo vero' eroe di milioni di dalit indiani. L'ultima sua pubblicazione è un saggio introduttivo - "Il Dottore e il Santo" - a una nuova edizione di un famoso discorso di Ambedkar in cui si mettono in luce alcuni aspetti contraddittori della personalità del Mahatma proprio sulle discriminazioni castali. Qualche anno fa la scrittrice pacifista aveva 'osato' toccare un altro tema sensibile per New Delhi sostenendo il diritto all'indipendenza del Kashmir, la regione himalayana a maggioranza mussulmana divisa tra India e Pakistan. Era stata denunciata per "sedizione" contro lo Stato.
La scrittrice Arundhati Roy, una delle intellettuali più famose e anticonformiste in India, ha attaccato questa volta il Mahatma Gandhi, il padre della nazione e simbolo del pacifismo mondiale. Secondo l'autrice del romanzo 'Il Dio delle Piccole cose', l'apostolo della non violenza "accettava l'odioso sistema delle caste" che ancora oggi domina la vita sociale del gigante asiatico e che per molti è un argomento tabù. "Su Gandhi ci hanno raccontato un sacco di bugie - ha detto ad una conferenza in Kerala - se si pensa che la sua dottrina della non violenza era basata sull'accettazione di una delle più brutali forme di gerarchia sociale, le caste". E poi ha anche criticato la prassi, molto usata in India, di dedicare le istituzioni scolastiche al Mahatma. "Dobbiamo davvero - si è chiesta - dedicargli le nostre università?". Come era previsto, la denuncia della 52enne Roy - pur già sollevata in passato da biografi fuori dal coro - ha scatenato le ire dei seguaci di Gandhi, di storici ortodossi e anche dell'ultrasecolare partito del Congresso, che ha raccolto la sua eredità politica. Un dirigente, Ghulam Nabi Azad, ha invocato "seri provvedimenti contro chi manca di rispetto" all'eroe dell'indipendenza indiana, celebrato in tutto il mondo. Tra l'altro una statua del leader indipendentista comparirà presto perfino davanti al palazzo di Westminster. Per giustificare la sua tesi, la Roy ha citato uno libro del Mahatma sugli 'intoccabili' in cui si legge che "uno che pulisce le latrine dovrebbe sempre rimanere tale". L'intellettuale, che vive a New Delhi, si riferisce al saggio "The Ideal Banghi" (1935) in cui l'apostolo della non violenza sostiene che "il compito di un bramino è di occuparsi della pulizia dell'anima, mentre il banghi ('intoccabile') si occupa dei corpi della società". A questa casta infatti è affidato il contatto con gli escrementi e con i cadaveri. Contro di lei sono insorti studiosi gandhiani che l'hanno invece accusata di 'ignoranza' e l'hanno invitata a leggere l'autobiografia 'Storia dei miei esperimenti con la verità' dove Mohandas Karamchand Gandhi racconta di aver pulito lui stesso i bagni del suo ashram dopo che la moglie Kasturba (che apparteneva come lui a una casta alta) si era rifiutata di farlo perchè era un compito che spettava ai 'paria'. In realtà la questione delle caste nel pensiero gandhiano è abbastanza controversa, come lo sono altri aspetti, tra cui i suoi "esperimenti" con l'astinenza sessuale e la sua presunta omosessualità rivelata di recente in uno scambio epistolare con un culturista tedesco. Va ricordato, inoltre, che i 'dalit', gli 'intoccabili', non hanno mai riconosciuto il Mahatma come un leader per la garanzia dei loro diritti. Di recente, la Roy ha 'riscoperto' il personaggio di B.R. Ambedkar, costituzionalista e contemporaneo di Gandhi, ma 'intoccabile' e per questo vero' eroe di milioni di dalit indiani. L'ultima sua pubblicazione è un saggio introduttivo - "Il Dottore e il Santo" - a una nuova edizione di un famoso discorso di Ambedkar in cui si mettono in luce alcuni aspetti contraddittori della personalità del Mahatma proprio sulle discriminazioni castali. Qualche anno fa la scrittrice pacifista aveva 'osato' toccare un altro tema sensibile per New Delhi sostenendo il diritto all'indipendenza del Kashmir, la regione himalayana a maggioranza mussulmana divisa tra India e Pakistan. Era stata denunciata per "sedizione" contro lo Stato.
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