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Il nuovo tentativo di disgelo tra New Delhi e Islamabad riparte dalla Russia dove oggi il premier indiano Narendra Modi e quello pachistano Nawaz Sharif si sono incontrati a margine del summit dell'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco), di cui entreranno a far parte. I due leader hanno deciso di riprendere il dialogo bloccato dopo le tensioni sul confine del Kashmir dello scorso anno e si sono dati appuntamento a Islamabad nel 2016 per il vertice dell'organizzazione economica dei Paesi dell'Asia meridionale (Saarc). E' il primo vero incontro bilaterale tra le due potenze nucleari asiatiche da quando oltre un anno fa è salito al potere il 'falco' Modi. Il primo ministro indiano aveva invitato Sharif al suo giuramento a New Delhi, un gesto che era stato considerato di buon auspicio per una distensione, ma poi ci sono stati nuovi attriti. Lo scorso agosto l'India aveva cancellato un round di colloqui dopo che l'ambasciatore pachistano aveva incontrato i leader separatisti del Kashmir. La tensione è anche salita al confine con l'uccisione di diversi militari e civili in sporadici bombardamenti. L'ultima tensione diplomatica risale ad aprile quando un tribunale pachistano ha scarcerato dietro cauzione il religioso islamico Zaki-ur-Rehman Lakhvi, presunta mente delle stragi di Mumbai del 2008 in cui morirono 166 persone. Nel comunicato congiunto reso noto nella città russa di Ufa dal Segretario agli esteri indiano S.Jaishankar e da quello pachistano Aizaz Ahmad Chaudhry, i due leader hanno condannato il terrorismo e concordato di "liberare il Sud dell'Asia da questa minaccia". In particolare, è stato deciso un incontro a New Delhi tra i responsabili della sicurezza nazionale. Non è però stata fissata alcuna data. Modi e Sharif hanno deciso inoltre di accelerare il processo a carico dei responsabili dell'attentato di Mumbai e di liberare i pescatori indiani che si trovano sotto custodia pachistana. Tuttavia, il vero nodo tra i due Paesi, che hanno combattuto quattro guerre, rimane sempre la regione contesa del Kashmir. Lungo il fronte, chiamato 'Linea di Controllo', è in vigore un cessate il fuoco dal 2003 che però è sistematicamente violato dagli eserciti che non perdono occasione per mostrare i muscoli nonostante gli sforzi di dialogo dei governi. Si deve constatare, per esempio, che l'impegno profuso da Sharif per consolidare una formula di dialogo con New Delhi non riceve un appoggio entusiasta da parte dei militari pachistani. Intervistato da GEO Tv, il ministro della Difesa pachistano, Khawaja Asif, ha di recente accusato l'India di "condurre una guerra indiretta in Pakistan alimentando direttamente o indirettamente il terrorismo". Ed ha chiarito che "il nostro potenziale nucleare non è per bellezza" e "siamo pronti ad usarlo "se viene messa in gioco la nostra sopravvivenza"
Il nuovo tentativo di disgelo tra New Delhi e Islamabad riparte dalla Russia dove oggi il premier indiano Narendra Modi e quello pachistano Nawaz Sharif si sono incontrati a margine del summit dell'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco), di cui entreranno a far parte. I due leader hanno deciso di riprendere il dialogo bloccato dopo le tensioni sul confine del Kashmir dello scorso anno e si sono dati appuntamento a Islamabad nel 2016 per il vertice dell'organizzazione economica dei Paesi dell'Asia meridionale (Saarc). E' il primo vero incontro bilaterale tra le due potenze nucleari asiatiche da quando oltre un anno fa è salito al potere il 'falco' Modi. Il primo ministro indiano aveva invitato Sharif al suo giuramento a New Delhi, un gesto che era stato considerato di buon auspicio per una distensione, ma poi ci sono stati nuovi attriti. Lo scorso agosto l'India aveva cancellato un round di colloqui dopo che l'ambasciatore pachistano aveva incontrato i leader separatisti del Kashmir. La tensione è anche salita al confine con l'uccisione di diversi militari e civili in sporadici bombardamenti. L'ultima tensione diplomatica risale ad aprile quando un tribunale pachistano ha scarcerato dietro cauzione il religioso islamico Zaki-ur-Rehman Lakhvi, presunta mente delle stragi di Mumbai del 2008 in cui morirono 166 persone. Nel comunicato congiunto reso noto nella città russa di Ufa dal Segretario agli esteri indiano S.Jaishankar e da quello pachistano Aizaz Ahmad Chaudhry, i due leader hanno condannato il terrorismo e concordato di "liberare il Sud dell'Asia da questa minaccia". In particolare, è stato deciso un incontro a New Delhi tra i responsabili della sicurezza nazionale. Non è però stata fissata alcuna data. Modi e Sharif hanno deciso inoltre di accelerare il processo a carico dei responsabili dell'attentato di Mumbai e di liberare i pescatori indiani che si trovano sotto custodia pachistana. Tuttavia, il vero nodo tra i due Paesi, che hanno combattuto quattro guerre, rimane sempre la regione contesa del Kashmir. Lungo il fronte, chiamato 'Linea di Controllo', è in vigore un cessate il fuoco dal 2003 che però è sistematicamente violato dagli eserciti che non perdono occasione per mostrare i muscoli nonostante gli sforzi di dialogo dei governi. Si deve constatare, per esempio, che l'impegno profuso da Sharif per consolidare una formula di dialogo con New Delhi non riceve un appoggio entusiasta da parte dei militari pachistani. Intervistato da GEO Tv, il ministro della Difesa pachistano, Khawaja Asif, ha di recente accusato l'India di "condurre una guerra indiretta in Pakistan alimentando direttamente o indirettamente il terrorismo". Ed ha chiarito che "il nostro potenziale nucleare non è per bellezza" e "siamo pronti ad usarlo "se viene messa in gioco la nostra sopravvivenza"
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