giovedì 9 luglio 2015

India: 'strage delle bambine', cresce squilibrio fra sessi

Su ANSA

Nonostante la crescita economica, l'aumento dell'istruzione femminile e le leggi che vietano gli aborti selettivi, in India lo squilibrio tra i sessi continua a rimanere tra i più alti dell'Asia. E' quando emerge da un rapporto presentato a New Delhi dal Centro per le ricerche sociali (Csr), un think tank che si occupa di diritti delle donne.
La percentuale di neonati maschi (Sex Ratio at Birth) è di 110 (per 100 femmine) in India, la più alta dopo la Cina (117) e l'Asia Centrale (116). In base all'ultimo censimento del 2011 c'è stato un leggero miglioramento negli Stati settentrionali del Punjab e Haryana, i più colpiti dalla 'strage delle bambine', ma la disparità si è accentuata nell'India meridionale e orientale dove la discriminazione era marginale.
A livello nazionale c'è stato un peggioramento del tasso di bambine (Child Sex Ratio) sceso da 927 femmine (al di sotto dei 6 anni) ogni mille maschi nel 2001 a 918 nel 2011. "Sono proprio gli Stati più ricchi come Punjab, Haryana, Gujarat e Delhi - ha detto Ranjama Kumari, direttrice del Csr, incontrata dall'ANSA a un seminario internazionale di due giorni che si è concluso oggi - a registrare una più bassa percentuale di bambine contraddicendo quindi le teorie di molti economisti secondo le quali la prosperità riduce lo squilibrio demografico tra i sessi". Nelle aree tribali, considerate le più arretrate, il tasso di bambine è invece superiore alla media nazionale; questa tendenza è dovuta "al proliferare di cliniche ginecologiche pubbliche e private che offrono ogni tipo di trattamento per le coppie benestanti". In India, come anche in Cina, Nepal e Vietnam, esiste una severa legge che vieta i test medici per determinare il sesso del nascituro, come l'ecografia o l'amniocentesi. Ma la proibizione è spesso aggirata o camuffata da altri esami sul feto o dalle tecniche di fecondazione assistita, compresa quella dell'utero in affitto. Si calcola che ogni anno in India avvengano circa 600 mila aborti selettivi perché i genitori preferiscono i figli maschi (soprattutto quando il primo figlio è femmina). Da diversi anni il governo indiano ha introdotto degli incentivi economici per le madri e per le bambine e lanciato delle campagne di sensibilizzazione per rimuovere il pregiudizio in base al quale le femmine sono un 'peso' economico per i genitori, soprattutto a causa della costosa dote necessaria per trovare un 'buon marito'. L'ultima iniziativa è del primo ministro Narendra Modi che lo scorso mese ha chiesto ai padri di scattare un 'selfie' con la propria figlia e di postarlo sulla sua pagina Facebook. "Ci sono Paesi come la Corea del Sud che sono riusciti a invertire il trend - aggiunge Kumari - e a questi bisogna riferirsi per trovare delle misure efficaci per il contesto indiano". Alla conferenza, intitolata "International Policy Dialogue on Pre-natal Sex Selection" e organizzata insieme alla ngo tedesca Heinrich Boll Stiftung, hanno partecipato diversi esperti provenienti da Germania, Francia, Corea del Sud, Vietnam e Stati Uniti, oltre che ricercatori di varie università indiane e centri studi.

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