sabato 19 settembre 2009

Sri Lanka, sfollati tamil a casa nei prossimi 4 mesi?

C’è voluta la visita di un inviato di Ban Ki Moon a convincere il governo ad accelerare il ritorno delle decine di migliaia di sfollati tamil che si trovano nei campi di detenzione a Vavunya e in altre zone del nord dell’isola. Secondo quanto promesso dal presidente Rajapaksa entro la fine di gennaio i 280 mila tamil potranno lasciare i cosiddetti welfare centri allestiti dall’esercito durante il conflitto con le Tigri Tamil. Il problema maggiore per le autorità srilankesi è quello di sminare i villaggi e le aree precedentemente occupate dai ribelli ma anche quello di verificare l’identità degli sfollati per paura che tra di loro si possano nascondere superstiti del movimento separatista. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale hanno denunciato in più occasioni le condizioni inumane di sovraffollamento in particolare nella immensa tendopoli di Manik Farm e le restrizioni di movimento degli sfollati, cosa che non farebbe che aumentare il risentimento della minoranza tamil contro le autorità cingalesi, come ha detto il sottosegretario dell’Onu agli affari politici Lynn Pascoe che ha concluso ieri una visita di tre giorni. Preoccupa anche il rischio di inondazioni visto l’imminente arrivo del monsone. E’ probabile che molti sfollati siano semplicemente ridislocati in altri centri di accoglienza più ospitali. Lo sminamento potrebbe richiedere molto più di quattro mesi.

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