domenica 10 novembre 2013

Maldive: ancora un rinvio per le elezioni mentre scade mandato del presidente Waheed

Per la terza volta alle Maldive è stata impedita l'elezione di un nuovo presidente creando un pericoloso vuoto di potere nell'arcipelago, famoso paradiso turistico dell'Oceano Indiano, a maggioranza mussulmana. Il secondo turno del voto previsto per oggi è stato sospeso dalla Corte Suprema a poche ore dall'apertura dei seggi dopo che un partito aveva presentato ricorso perché i tempi tra le due votazioni erano troppo stretti e non consentivano di svolgere una campagna elettorale. I giudici hanno quindi rinviato il ballottaggio a sabato prossimo. Ma alla mezzanotte di oggi scade il mandato del presidente uscente Mohamed Waheed e la Costituzione del 2008 non preveder alcun governo provvisorio. Da domani quindi c'é il rischio che il Paese precipiti in un vero e proprio limbo politico. Circa 240 mila elettori erano stati chiamati oggi a scegliere tra i due candidati: l'ex premier e favorito Mohamed Nasheed, spodestato in un "golpe di velluto" nel 2012 e il rivale Abdulla Yameen, fratellastro dell'ex dittatore Gayoom. Nessuno dei tre candidati in lizza avevano raggiunto la maggioranza nel voto di ieri, anche se Nasheed con quasi il 47% aveva sfiorato la vittoria, come era già successo nel voto del 7 settembre annullato dal massimo organo giudiziario per sospetti brogli, nonostante gli osservatori internazionali avessero detto che le operazioni erano regolari. Un secondo tentativo, il 19 ottobre, era stato fermato dalla polizia che ha fisicamente impedito la distribuzione delle schede. A presentare ricorso è stato oggi il partito del magnate dei resort Gasim Ibrahim, il Jumhoory Party (giunto al terzo posto dopo Yameen), secondo il quale i tempi strettissimi tra primo e secondo turno non permettevano di condurre una campagna elettorale e quindi violavano i diritti dei cittadini. Ancora prima dell'annullamento, quando i rivali di Nasheed già chiedevano di bloccare il ballottaggio, gli Stati Uniti avevano rivolto un appello perché si tenesse il voto oggi come previsto. "E' irragionevole ed inaccettabile - ha dichiarato il Dipartimento di Stato Usa in una nota - che alcune parti continuino a chiedere cambiamenti rispetto ad una data del voto già accettata". Il 46enne Nasheed aveva vinto le prime elezioni democratiche nel 2008 ponendo fine al regime trentennale di Gayoom che da allora ha scelto di vivere in esilio in Thailandia, ma che secondo molti analisti avrebbe ancora una grande influenza sui destini politici dell'arcipelago tropicale.

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