E’ giunta abbastanza a sorpresa la nomina del generale Raheel
Sharif a capo dell’esercito pachistano, un’istituzione che ha sempre avuto un
ruolo determinante negli oltre 60 anni di storia del Paese. Sharif non e’
considerato un uomo di azione, ma uno interno all’apparato militare. Il suo
ultimo incarico e’ stato negli uffici del quartiere generale di Rawalpindi dove
si occupava di ispezioni e di addestramento delle truppe. Non sembra avere il
carisma del suo predecessore, Ashfaq Kayani, descritto come un amico degli Stati
Uniti e vicino alla ex premier Benazir Bhutto assassinata nel 2007. Anche Kayani, negli ultimi sei anni in cui e’
stato in carica, ha tenuto un basso profilo.
Ma e’ riuscito a prolungare il suo pensionamento nel 2010 quando in via
eccezionale ottenne il rinnovo del posto sembra dietro pressione di Washington.
Il cambio della guardia ai vertici delle forze armate avviene
in un periodo delicato per il Pakistan per la tensione con l’India sul Kashmir
e la nuova crisi con gli Stati Uniti per via dei droni della Cia. Il governo di
Islamabad e’ impegnato a cercare un dialogo con il Tehrik-e-taleban Pakistan,
il potente movimento talebano del Waziristan e di sicuro vorrebbe avere un parte
anche degli sforzi di riconciliazione in Afghanistan . In questo quadro l’esercito
ha sicuramente un ruolo determinante da giocare anche se dopo l’uscita di scena
di Pervez Musharraf e le prime elezioni democratiche del 2008 il suo potere si
e’ notevolmente affievolito.
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