lunedì 29 aprile 2013

Everest, dalla ressa alla rissa. Aggredito alpinista italiano

Dopo la ressa per raggiungere la cima dell'Everest ci mancava solo la rissa sul 'tetto del mondo'. Un gruppo di 'sherpa' nepalesi ha aggredito l'alpinista bergamasco Simone Moro e altri due compagni al campo base 2 dopo una lite scoppiata a circa 7.200 metri di altitudine durante 'l'apertura' di una nuova via. L'accaduto ha messo in subbuglio il mondo dell'alpinismo che in questa stagione si prepara a un'altra 'invasione' di scalatori di ogni nazionalita' desiderosi di conquistare gli 8.481 metri della montagna piu' alta del pianeta sul confine fra Nepal e Cina. Alcuni alpinisti stranieri, che hanno assistito all'aggressione durata quasi un'ora, l'hanno definita ''terrificante''. Moro e due colleghi della spedizione, lo svizzero Ueli Steck e il britannico Jonathan Griffith, sono stati picchiati e presi a sassate da decine di nepalesi che li hanno minacciati di morte se non lasciavano immediatamente l'accampamento. I tre sono scappati precipitosamente lasciando la loro attrezzatura e si sono rifugiati al campo base. Uno di loro, Steck, e' tornato in elicottero a Kathmandu dove e' stato curato per alcune ferite. Le autorita' nepalesi stanno ora facendo luce sull'incidente che rischia di gettare una cattiva luce sulla fiorente e lucrosa attivita' delle spedizioni himalayane. La polizia, insieme all’Associazione degli Sherpa, e' impegnata a chiarire l'accaduto. Tre responsabili dei 'portatori' nepalesi sono stati richiamati nella capitale per essere interrogati. Un comunicato ufficiale della spedizione di Moro spiega nel dettaglio cosa e' avvenuto nella giornata del 27 aprile quando i tre hanno iniziato a salire al campo 3 incontrando a un certo punto un gruppo di 17 sherpa impegnati a fissare delle corde su una parete sul lato ovest del Lhotse. I nepalesi accusano gli stranieri, in arrampicata libera, di aver provocato la caduta di ghiaccio. ''Puo' capitare di essere colpiti da pezzi di ghiaccio'' precisa Moro aggiungendo pero' che ''nessuno degli sherpa e' stato ferito''. Aggiunge poi l'ipotesi che ''il capo degli sherpa fosse stanco'' e ''che si sentisse ferito nell’orgoglio da loro tre che si muovevano senza corda e molto più velocemente di lui salendo al suo fianco''. A un certo punto sono volati gli insulti e le minacce. Il responsabile degli sherpa avrebbe agitato la picozza contro l'italiano. Dopo l'accesa discussione, la spedizione di Moro ha continuato il suo lavoro, ma quando i tre sono scesi alla sera al campo 2 hanno trovato una folla di sherpa inferociti pronti a ''punirli'' per l'affronto subito. Lo scalatore bergamasco, un assiduo frequentatore dell'Himalaya, aveva di recente portato in Nepal un suo elicottero, un Eurocopter, per metterlo a disposizione della prima squadra di soccorso d'alta quota sull'Himalaya nata nel 2010 dalla partnership tra Fishtail Air ed Air Zermatt. L'anno scorso Moro aveva recuperato il corpo di una scalatore ucraino con una difficile manovra agganciato a un elicottero pilotato dal trentino Piergiorgio Rosati.

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