sabato 7 giugno 2008

Manmohan Singh impone l'austerity ai ministri: basta viaggi all'estero

Su Apcom
Preoccupato dall’inflazione galoppante e dall’erosione di consenso popolare, Manmohan Singh ha deciso di imporre la scure dell’austerity al proprio governo. Il giorno dopo il rincaro del carburante, che ha sollevato un’ondata di proteste, il premier-economista ha inviato una lettera ai suoi ministri chiedendo di “tagliare drasticamente le spese di viaggi aerei, soprattutto all’estero, eccetto che nei casi in cui non sia strettamente necessario”. I titolari dei dicasteri e i funzionari sono stati chiamati a dare l’esempio. “Poiché chiediamo alla gente di sopportare gli aumenti delle importazioni petrolifere – si legge - non è solo necessario dal punto di vista della conservazione delle risorse, ma anche un dovere morale tagliare tutti gli sprechi dei propri uffici”.
Il primo a essere colpito dall’austerity è stato il ministro Mani Shankar Ayar a cui è stata negata l’autorizzazione a una trasferta di 13 giorni in Norvegia e poi negli Stati Uniti. Altri colleghi invece hanno volontariamente annullato alcune missioni. Il ministro del turismo, Ambika Soni, che è anche un braccio destro di Sonia Gandhi, ha rinunciato a un tour tra San Francisco e Los Angeles dove era ospite di un festival di danza internazionale. Il ministro dei trasporti e navigazione T.R. Baalu non andrà in Finlandia dove era atteso lunedì per una visita bilaterale e la firma di un accordo economico. Il collega del dicastero dell’informazione P.R. Dasmundi, invece, ha deciso di andare oltre dichiarando che d’ora in avanti viaggerà solo in classe economica. Secondo indiscrezioni di stampa, anche il ministro delle finanze P.Chidambaram e quello del petrolio Murli Deora avrebbero rinunciato a delle importanti missioni all’estero, ma la decisione sarebbe stata presa prima della direttiva anti sprechi. Deora sarebbe dovuto andare in Giappone il mese prossimo per una conferenza ministeriale del G8.
In occasione del quarto anniversario della coalizione di centro-sinistra guidata dal partito del Congresso lo scorso 23 maggio, il primo ministro aveva già fatto appello a “stringere la cinghia” di fronte ai pericoli di un’inflazione che ha toccato il record di 8,24%, secondo l’ultima rilevazione, e anche ai timori di un rallentamento della crescita economica indiana. L’aumento della benzina di 5 rupie e del diesel di 3 rupie, ha sollevato un’ondata di malcontento popolare e scatenato l’attacco dell’opposizione indu-nazionalista del Bjp (Bharatya Janata Party o Partito Popolare Indiano) rinvigorita dalla recente vittoria elettorale nello stato del Karnataka (che rappresenta la dodicesima sconfitta elettorale negli ultimi 4 anni per il Congresso di Sonia Gandhi). L’aumento dei prezzi alimentari, la ripresa del terrorismo con l’attentato di Jaipur e l’incertezza sull’eventuale candidatura a premier di Rahul Gandhi, figlio della leader italo-indiana, sono le pesanti incognite sul futuro della coalizione di Singh a meno di un anno dalle elezioni generali.
Già due anni fa, il premier aveva bacchettato i suoi 78 ministri per le eccessive spese di viaggio all’estero, soprattutto durante la stagione estiva. Il settimanale “Outlook”, lo scorso febbraio aveva dedicato la copertina ad una dettagliata inchiesta sulle trasferte d’oro. Primo della lista risultava il ministro del commercio Kamal Nath, che è anche colui che guida i negoziati in seno all’Organizzazione Mondiale del Commercio, che ha trascorso in totale 14 mesi all’estero su tre anni e mezzo di governo .

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