Coinvolgimento delle donne nella vita politica, lotta alla povertá, tolleranza zero verso il terrorismo e riforme economiche per attrarre investimenti dall'estero per contrastare il rallentamento della crescita. Sono questi i punti principali dell'agenda politica che il governo bis di Manmohan Singh dovrá affrontare nei prossimi cinque anni. Nel tradizionale discorso davanti ai due rami del Parlamento riunito stamattina a Nuova Delhi, la presidente della Repubblica, Pratibha Patil, ha tracciato una sorta di "road map" per permettere all'India di colmare il divario tra ricchi e poveri, ma anche per sostenere la crescita dell'8,5% registrata negli ultimi cinque anni prima dello shock finanziario mondiale. Nell'anno fiscale 2008-2009 che si é concluso a marzo l'espansione si é fermata al 6,7% e per il prossimo anno é prevista un'ulteriore riduzione. Tra le prioritá fissate dalla presidente Patil nel suo discorso - concordato con la coalizione di maggioranza - c'é "l'intervento nell'economia attravero una combinazione di politiche settoriali e macroeconomiche per controbilanciare gli effetti della recesione globale". L'attenzione del governo sará sui settori piú colpiti: le piccole e medio imprese, le esportazioni, il tessile, i veicoli commerciali, le infrastrutture e l'edilizia. Una delle misure da prendere sará quella di finanziare opere pubbliche attraverso partnership statali-private. Ma questi investimenti pubblici devono essere compatibili "con una strategia a medio termine di prudenza fiscale". La ricetta "keynesiana" potrebbe infatti portare ad ingigantire il deficit statale che ora é al livello record di 6,7% del prodotto nazionale lordo. Sempre sul piano economico il governo di Singh - un economista liberale che negli anni Novanta ha introdotto le prime riforme - intende anche incoraggiare gli investimenti stranieri "attraverso politiche appropriate". Molti settori, tra cui il bancario e l'assicurativo, sono ancora protetti e arretrati.
Dopo la nomina, avvenuta ieri per consenso, di Meira Kumar, una parlamentare della vasta comunitá degli 'intoccabili" alla presidenza del Lok Sabha (la Camera dei Deputati) - voluta da Sonia Gandhi, la leader del Congresso - sembra che le donne saranno chiamate a giovcare un ruolo centrale nel futuro dell'India. Una delle prioritá dei primi 100 giorni sará quella di approvare una serie di leggi da tempo nel cassetto e mirare ad aumentare le "quote rosa" negli organi legislativi centrali e locali. Tra queste c'é il Woman Reservation Bill, che stabilisce una quota del 30% di donne in Parlamento e nelle assemblee legislative locali. Un'altra decisione del governo sará di far approvare un emendamento costituzionale per assicurare una presenza del 50% di donne nei consigli di villaggio (i panchayats), il primo ingranaggio del comlesso sistema democatico indiano.
Il rafforzamento del ruolo delle donne va di pari passo con altri programmi nazionali per l'alfabetizzazione e lo sviluppo del settore agricolo, la "cenerentola" dell'India che impiega ancora oltre il 60 per cento della popolazione e che é anche quella piú misera. Tra questi ci sono anche 40 milioni di famiglie al di sotto della povertá. Tra le proposte del governo a favore dei poveri c'é di presentare una nuova legge, il National Food Security Act, per assicurare cibo per tutti. Come promesso dal Congresso nel suo manifesto elettorale, le famiglie povere avranno diritto a 25 chili di riso al mese al prezzo sovvenzionato di 3 rupie (un euro é circa 65 rupie al cambio attuale).
Infine da sottolineare la nuova politica di "tolleranza zero" verso il terrorismo, che non é solo quello di matrice islamica che ha colpito Mumbai con le stragi del 26 novembre, ma anche la militanza maoista attiva nelle regioni del nord est. Per coordinare i servizi segreti l'anno scorso era stata istituita una sorta di "Fbi" che peró deve essere ancora resa operativa.
Sul fronte della politica estera infine, l'India cercherá di rilanciare il processo di pace con il Pakistan ma questo dipenderá "dalla sinceritá" dell'impegno del governo di Islamabad di "combattere i gruppi che lanciano attacchi all'India dal territorio pachistano". La strage di Mumbai era stata attribuita ad un gruppo estremista pachistano il cui leader Said Hafeez é stato liberato qualche giorno fa da un tribunale di Lahore per mancanza di prove nonostante il voluminoso dossier di indizi consegnato dagli investigatori indiani al governo pachistano.
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