mercoledì 25 novembre 2009
Mumbai, sfilata della polizia per l'anniversario delle stragi
Esattamente un anno fa dieci terroristi arrivati via mare dal Pakistan mettevano a ferro e fuoco Mumbai attaccando i suoi simboli, la grande stazione vittoriana, il cafe Leopold di Colaba, l’hotel Oberoi e lo storico hotel Taj Mahal, più uno sconosciuto centro ebraico. L’assalto durato 60 ore è costato la vita a 174 persone, tra cui molti stranieri e ha fatto salire la tensione tra le due potenze nucleari di India e Pakistan. L’India si è scoperta più che mai vulnerabile e anche tecnicamente impreparata per affrontare la minaccia del terrorismo. Oggi Mumbai, metropoli già presa di mira da attentati in passato, sembra aver superato il trauma, l’ala storica del Taj Mahal, l’hotel della famiglia Tata, è stata parzialmente ristrutturata. I ristoranti dell’Oberoi e del Trident, teatri delle stragi, sono di nuovo pieni, ma la ferita per centinaia di sopravissuti e per i familiari dei poliziotti e militari uccisi è difficile da rimarginare. Stamattina le forze di rapido intervento e le teste di cuoio hanno sfilato lungo le strade per mostrare nuovo equipaggiamento in dotazione. La gestione dell’assedio aveva messo in luce palesi carenze delle forze di sicurezza. Dei dieci terroristi solo uno è stato catturato vivo, Mohammed Ajmal Qasab, ora sotto processo. In coincidenza con l’anniversario, ma anche per le pressioni indiane sugli Stati Uniti, un tribunale pachistano proprio ieri ha chiamato a giudizio sette militanti estremisti in connessione con l’attacco di Mumbai, incluso il capo della Lashkar-e-Taiba, uno dei principali gruppi estremisti islamici pachistani ritenuto responsabile di diverse stragi.
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