sabato 21 novembre 2009

Sri Lanka, da dicembre gli sfollati saranno "liberati"

Ancora una volta ci sono volute le pressioni dell’Onu per spingere il governo ad accelerare il processo di rimpatrio degli sfollati tamil. A sei mesi dalla vittoria militare contro il movimento delle Tigri Tamil, nei campi di detenzione gestiti dall’esercito sono ancora rinchiusi oltre 130 mila profughi, la metà di quelli fuggiti dai combattimenti. In buona parte affollano l’immensa tendopoli di Menik Farm, nei pressi di Vavunya, mentre gli altri sono disseminati nei centri intorno a Jaffna, Kilinocchi e Mullaitivu. Non hanno possibilità di uscire ne di ricevere visite. Ora secondo quanto annunciato dal fratello e primo consigliere del presidente Mahinda Rajapaksa, a partire dal 1mo dicembre tutti gli sfollati avranno “totale libertà di movimento”, mentre dalla fine di gennaio i campi saranno completamente smantellati. La decisione è arrivata in coincidenza con una missione di John Holmes, inviato di Ban Ki Moon, ma è da diverso tempo che le organizzazioni umanitarie internazionali accusano il governo di Colombo di aver organizzato delle prigioni a cielo aperto e di violare i diritti della minoranza tamil. Secondo le autorità srilankesi il processo di re insediamento è stato più lungo del previsto a causa della difficoltà di verificare l’identità dei profughi e i loro eventuali legami con i ribelli. Ma il ritorno dei tamil dipenderà anche dalle operazioni di sminamento e dalla ricostruzione delle aree completamente distrutte dalla guerra.

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