martedì 10 novembre 2009
Peshawar, terza bomba in tre giorni
Ancora un’altra strage, la terza in tre giorni, ha lacerato la periferia di Peshawar, avamposto delle zone tribali pashtun, che sembra essere diventata nelle ultime settimana il nuovo fronte di guerra tra l’esercito e i militanti talebani. Un’autobomba, almeno cosi si ipotizza, è stata lanciata contro le bancarelle di affollato mercato di Charsadda, una cittadina nord ovest di Peshawar, già presa di mira in passato dagli estremisti islamici perché centro di riferimento di un partito laico che attualmente governa la Provincia della Frontiera Nord Occidentale. Non ci sono state rivendicazioni da parte dei diversi gruppi talebani che controllano il territorio confinante con l’Afghanistan, ma secondo il governo gli attacchi sono azioni di rappresaglia dei militanti che starebbero perdendo terreno nel Waziristan del Sud. L’offensiva continua a riportare dei successi secondo le autorità militari che hanno riferito di aver ucciso negli ultimi giorni diversi militanti e di aver trovato depositi di armi e munizioni, nascondigli sotterranei e anche una prigione abbandonata. I soldati avrebbero catturato la città di Sararogha, base di Baitullah Mehsud, il leader talebano waziro ucciso da un raid americano ad agosto e ora rimpiazzato dal giovane Hakimullah Mehsud, appartenente allo stesso gruppo tribale. Secondo alcuni analisti, i talebani si sarebbero ridislocati nel Nord del Waziristan e in altre aree a sud di Peshawar. In un’intervista, la segretario di stato americana Hillary Clinton ha esortato Islamabad ad estendere la campagna militare anche ad altre zone dove secondo la Casa Bianca si nasconderebbero i capi di Al Qaeda.
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