domenica 8 novembre 2009

Pakistan, Gilgit-Baltistan vota per la prima volta

Per molti le Northern Areas del Pakistan, ribattezzate con il nome di Gilgit-Baltistan, sono solo il punto di partenza per le spedizioni sulla catena del Karakoram e sul K2. Queste vallate che si incuneano fino in Cina lungo quella che era chiamata la Via della Seta sono rimaste in una sorta di limbo politico per 60 anni non facendo parte di nessuna della quattro province nate dopo l’indipendenza pachistana. Per tutti questi anni la popolazione di Gilgit Baltistan, oggi circa un milione e mezzo, mussulmani sciiti e sunniti, ma senza influenze talebane presenti invece lungo la frontiera occidentale, non ha avuto alcuna rappresentanza politica. Per la sua vicinanza geografica, la regione è sempre stata assimilata al vicino Kashmir conteso tra India, Pakistan e Cina. Non avendo uno statuto giuridico definito l’area è stata anche marginalizzata economicamente nonostante le sue ricche risorse provenienti dal turismo e dalle miniere di gemme e pietre preziose. E’ solo ad agosto che il governo di Asif Ali Zardari ha deciso di riconoscere i diritti di Gilgit e del Baltistan concedendo un’autonomia politica, che tuttavia presenta molte lacune e che per questo è stata fortemente criticata dai movimenti nazionalisti baltistani decisi a boicottare le elezioni del 12 novembre. Il miniparlamento con 33 deputati, di cui 24 da eleggere, non avrà infatti pieni poteri, ma dipenderà un governatore nominato da Islamabad.

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