giovedì 25 febbraio 2010

India-Pakistan, prove di disgelo

Non è l’avvio del processo di pace, ma un primo tentativo di ripristinare il clima di fiducia dopo l’assalto di Mumbai del novembre 2008. I colloqui tra le due delegazioni ministeriali conclusi a New Delhi non hanno portato a nessun risultato immediato come previsto alla vigilia. Secondo quanto detto dalla sottosegretaria agli esteri Nirupama Rao in una conferenza stampa, il Pakistan non ha ancora fatto abbastanza per assicurare alla giustizia i responsabili delle stragi di Mumbai. Nonostante le richieste dei pachistani di riprendere i negoziati su Kashmir, i colloqui sono stati concentrati sulla necessità di una cooperazione maggiore per affrontare la minaccia comune del terrorismo islamico. In particolare la delegazione indiana ha fornito alla controparte pachistana tre nuovi dossier contenenti indizi su presunti sospetti di attacchi terroristici, incluso quello alla German Bakery di Pune dello scorso 13 febbraio. L’India ha poi chiesto informazioni sul ruolo di David Hadley Coleman, l’americano-pachistano arrestato dall’FBI e sospettato di aver pianificato alcuni attentati in India, tra cui quello di Mumbai. New Delhi ha anche reiterato la richiesta di arrestare Hafiz Said, l’ideologo della Lashkar-e-Toiba. Non è ancora chiaro quali sono state le reazioni dei pachistani che hanno organizzato una conferenza stampa per il tardo pomeriggio, ma l’impressione è che ci siano ancora molti ostacoli sulla strada di un vero e proprio disgelo.

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