giovedì 18 febbraio 2010

INTERVISTA - Guido Crosetto, sottosegretario alla difesa, vuole partnership con India


Su Il Giornale


“Un accordo di cooperazione con l’India nella difesa che individui delle specifiche aree di collaborazione, in particolare nel settore della ricerca tecnologica simile a quello già siglato con il Brasile”. E’ quanto Guido Crosetto, sottosegretario alla difesa, ha proposto al governo indiano ieri a New Delhi. Nel prossimo decennio il gigante asiatico spenderà 200 miliardi di dollari per rinnovare il suo arsenale militare risalente all’epoca sovietica. L’Italia non intende essere solo un fornitore, ma un “partner per lo sviluppo e la ricerca” come dimostra la joint-venture tra Finmeccanica e Ratan Tata per assemblare gli elicotteri Koala a Hyderabad firmata ieri al salone Defexpo 2010 in corso nella capitale indiana.
Domanda: Onorevole, come intende muoversi il nostro governo sul ricco mercato indiano?
Risposta: Vendere armamenti non è come vendere automobili. Sono i governi che si devono muovere e non si cede solo un prodotto, ma una tecnologia che comporta investimenti e che deve essere messa a disposizione. L’India è uno dei principali mercati mondiali per la difesa con un budget in crescita per la minaccia del Pakistan, ma anche per la paura della Cina. Il nostro Paese cerca un rapporto di collaborazione e di sinergia nella ricerca, più che una semplice vendita dei nostri prodotti.
D: La cessione di tecnologia non comporta rischi per la tutela dei brevetti?
R: L’India ha un patrimonio di cervelli inestimabile. Possiamo noi stessi trarre enormi vantaggi dalla condivisione di tecnologia. Per esempio possiamo usare il lanciatore indiano per mettere in orbita i nostri satelliti. E’ tecnologicamente superiore al lanciatore europeo Ariane e costa tre volte di meno.
D: Quali sono i nostri punti di forza?
R. Di sicuro gli elicotteri AgustaWestland, ma anche la tecnologia satellitare e il settore navale con Fincantieri già presente sul mercato come lo è un altro gioiello italiano, quasi sconosciuto, la Wass, che produce i siluri. Poi ci sono le altre aziende di Finmeccanica, tra cui Elettronica che già collabora con l’India nel settore della sicurezza e dei retrofit per i vecchi Mig. Il nuovo accordo bilaterale tra i nostri governi dovrebbe consolidare i rapporti esistenti e aprire la via a nuovi contratti.
D: Contratti che però in India hanno tempi lunghissimi come dimostra la commessa dell’Aeronautica indiana per 12 elicotteri AgustaWestland 101 già aggiudicata, ma ancora da firmare…
R. I tempi della difesa sono lunghissimi ovunque. L’Italia non è un partner privilegiato per l’India come Russia, Israele e da da poco anche gli Stati Uniti. Il problema principale non è la tempistica, ma aprire un canale d’ingresso.
D. Ci sono novità sulla mega commessa dei 126 cacciabombardieri a cui partecipa il consorzio europeo Eurofighter con i suoi Tiphoon? Proprio in questi giorni si stanno effettuando le ultime prove a Bangalore…
R. Il giudizio dei tecnici indiani è molto positivo e abbiamo qualche chance in più rispetto agli altri concorrenti. Ma voglio anche sottolineare che l’acquisto di cacciabombardieri è una scelta politica e non solo tecnica.

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