Il governo pachistano e l'esercito sono stati impegnati oggi in prove di dialogo dopo il duro scambio verbale dei giorni scorsi in cui erano circolate voci di un nuovo golpe militare dopo quello del 1999 del generale Pervez Musharraf.
In una riunione con i vertici militari, il premier Yousuf Raza Gilani ha usato toni conciliatori e di elogio per le forze armate, che sono serviti forse a smussare la tensione, ma non a disinnescare la crisi.
Prima di sedersi al tavolo con Gilani il generale Parvez Ashfaq Kayani si e' recato al palazzo presidenziale per esprimere il suo dissenso al presidente Asif Ali Zardari in merito a un'intervista rilasciata dal premier in cui criticava i vertici militare nell'ambito dell'inchiesta sul ''memogate'', uno scandalo che sta facendo scricchiolare il governo guidato dal partito Popolare Pachistano (Ppp) a tal punto che si parla di elezioni anticipate rispetto alla scadenza del 2013.
Alla tensione politica oggi si e' aggiunto un altro attacco terroristico compiuto da un comando di kamikaze che ha assaltato e preso d'assedio un commissariato a Dera Ismail Khan (provincia nord occidentale di Khyber Pakhtunkwa) uccidendo quattro persone.
I due incontri di oggi sono comunque positivi perche' mostrano la volonta' di un chiarimento. La decisione di Kayani - un uomo del Ppp fin dai tempi di Benazir Bhutto - ha voluto vedere Zardari proprio per cercare una soluzione allo stallo che si potrebbe aggravare la prossima settimana quando la Corte Suprema si pronuncera' sull'immunita' del presidente sospettato di avere fondi neri in Svizzera. Al centro del colloquio ci sarebbe stata un'intervista di Gilani a un quotidiano cinese che aveva sollevato un durissimo comunicato dell'esercito contenente una velata minaccia di golpe militare. L'improvvisa e misteriosa partenza di Zardari per Dubai, la seconda in poco tempo, aveva poi alimentato sospetti sul precpitare della situazione aggravata anche dal licenziamento del segretario generale della Difesa, un fedele di Kayani, per irregolarita' nella trasmissione di documenti alla Corte Suprema in merito al ''memogate''.
Un altro segno di distensione, e' stata la presenza di Kayani allo stesso Comitato del Gabinetto per la Difesa (Defence Committee of Cabinet, Dcc), il massimo organismo in materia di sicurezza nazionale, convocato per oggi. E' stata la prima occasione in cui generali e politici si sono seduti fianco a fianco.
Il Comitato ha deciso anche di mantenere il blocco dei convogli di rifornimento della Nato diretti in Afghanistan deciso come ritorsione per il sanguinoso raid del 26 novembre contro postazioni pachistane lungo confine afghano-pachistano.
In una riunione con i vertici militari, il premier Yousuf Raza Gilani ha usato toni conciliatori e di elogio per le forze armate, che sono serviti forse a smussare la tensione, ma non a disinnescare la crisi.
Prima di sedersi al tavolo con Gilani il generale Parvez Ashfaq Kayani si e' recato al palazzo presidenziale per esprimere il suo dissenso al presidente Asif Ali Zardari in merito a un'intervista rilasciata dal premier in cui criticava i vertici militare nell'ambito dell'inchiesta sul ''memogate'', uno scandalo che sta facendo scricchiolare il governo guidato dal partito Popolare Pachistano (Ppp) a tal punto che si parla di elezioni anticipate rispetto alla scadenza del 2013.
Alla tensione politica oggi si e' aggiunto un altro attacco terroristico compiuto da un comando di kamikaze che ha assaltato e preso d'assedio un commissariato a Dera Ismail Khan (provincia nord occidentale di Khyber Pakhtunkwa) uccidendo quattro persone.
I due incontri di oggi sono comunque positivi perche' mostrano la volonta' di un chiarimento. La decisione di Kayani - un uomo del Ppp fin dai tempi di Benazir Bhutto - ha voluto vedere Zardari proprio per cercare una soluzione allo stallo che si potrebbe aggravare la prossima settimana quando la Corte Suprema si pronuncera' sull'immunita' del presidente sospettato di avere fondi neri in Svizzera. Al centro del colloquio ci sarebbe stata un'intervista di Gilani a un quotidiano cinese che aveva sollevato un durissimo comunicato dell'esercito contenente una velata minaccia di golpe militare. L'improvvisa e misteriosa partenza di Zardari per Dubai, la seconda in poco tempo, aveva poi alimentato sospetti sul precpitare della situazione aggravata anche dal licenziamento del segretario generale della Difesa, un fedele di Kayani, per irregolarita' nella trasmissione di documenti alla Corte Suprema in merito al ''memogate''.
Un altro segno di distensione, e' stata la presenza di Kayani allo stesso Comitato del Gabinetto per la Difesa (Defence Committee of Cabinet, Dcc), il massimo organismo in materia di sicurezza nazionale, convocato per oggi. E' stata la prima occasione in cui generali e politici si sono seduti fianco a fianco.
Il Comitato ha deciso anche di mantenere il blocco dei convogli di rifornimento della Nato diretti in Afghanistan deciso come ritorsione per il sanguinoso raid del 26 novembre contro postazioni pachistane lungo confine afghano-pachistano.
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