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La Venezia del XIV secolo e i suoi mercanti sono stati tra i temi del Festival della Letteratura di Jaipur, la rassegna letteraria nel nord del Rajasthan considerata come una delle piu' importanti dell'Asia che si chiude oggi.
A raccontare l'affascinante storia di due fratelli veneziani alla scoperta del Nuovo Mondo prima di Cristoforo Colombo, e' stato ieri sera lo scrittore e giornalista Andrea di Robilant con il suo terzo libro uscito in italiano lo scorso anno con il titolo ''Irresistibile Nord''.
Davanti a una folta platea, l'autore ha spiegato come l'avventuroso viaggio dei mercanti Nicolo' e Antonio Zen alla ricerca di merluzzi tra le misteriose terre del Nord si sia trasformato in una delle scoperte geografiche piu' clamorose dell'epoca. L'incontro e' stato sponsorizzato dall'Istituto di Cultura Italiana di New Delhi, mentre la presentazione e' stata curata da Carlo Pizzati, anche lui giornalista e scrittore e secondo italiano presente a Jaipur.
''Venezia e' un brand conosciuto nel mondo intero e questo spiega l'interesse del pubblico indiano'' ha detto Di Robilant all'ANSA ricordando come la citta' sulla laguna e' una destinazione turistica privilegiata dei ricchi indiani ''a tal punto che la scelgono anche per le feste di matrimonio''.
La fatica letteraria e storica dell'ex inviato della Repubblica e de La Stampa, che ha studiato e vissuto all'estero, e' l'unico libro italiano presentato a Jaipur. L'assenza di scrittori italiani alla rassegna, diventata un punto di riferimento a livello mondiale, offre l'occasione per qualche riflessione.
''C'e' una oggettiva barriera linguistica perche' non ci sono molte traduzioni in inglese, ma esiste anche un limite degli autori italiani a sostenere un dibattito in una lingua che non e' la loro'' spiega. Fino a due anni fa l'Italia era stata rappresentata da Roberto Calasso con il suo ''Ka'', tradotto in hindi nel 2005.
In effetti la kermesse di Jaipur ha quest'anno largamente ignorato temi europei. ''Questo festival e' straordinario perche' permette di confrontarsi con una scena letteraria veramente globale e su grandi questioni internazionali come i nuovi Paesi emergenti, il terrorismo e il buddismo - conclude - Non e' solo una rassegna letteraria, ma ci sono forti connotazioni politiche. E' un luogo dove si vuole ragionare e anche polemizzare''
La Venezia del XIV secolo e i suoi mercanti sono stati tra i temi del Festival della Letteratura di Jaipur, la rassegna letteraria nel nord del Rajasthan considerata come una delle piu' importanti dell'Asia che si chiude oggi.
A raccontare l'affascinante storia di due fratelli veneziani alla scoperta del Nuovo Mondo prima di Cristoforo Colombo, e' stato ieri sera lo scrittore e giornalista Andrea di Robilant con il suo terzo libro uscito in italiano lo scorso anno con il titolo ''Irresistibile Nord''.
Davanti a una folta platea, l'autore ha spiegato come l'avventuroso viaggio dei mercanti Nicolo' e Antonio Zen alla ricerca di merluzzi tra le misteriose terre del Nord si sia trasformato in una delle scoperte geografiche piu' clamorose dell'epoca. L'incontro e' stato sponsorizzato dall'Istituto di Cultura Italiana di New Delhi, mentre la presentazione e' stata curata da Carlo Pizzati, anche lui giornalista e scrittore e secondo italiano presente a Jaipur.
''Venezia e' un brand conosciuto nel mondo intero e questo spiega l'interesse del pubblico indiano'' ha detto Di Robilant all'ANSA ricordando come la citta' sulla laguna e' una destinazione turistica privilegiata dei ricchi indiani ''a tal punto che la scelgono anche per le feste di matrimonio''.
La fatica letteraria e storica dell'ex inviato della Repubblica e de La Stampa, che ha studiato e vissuto all'estero, e' l'unico libro italiano presentato a Jaipur. L'assenza di scrittori italiani alla rassegna, diventata un punto di riferimento a livello mondiale, offre l'occasione per qualche riflessione.
''C'e' una oggettiva barriera linguistica perche' non ci sono molte traduzioni in inglese, ma esiste anche un limite degli autori italiani a sostenere un dibattito in una lingua che non e' la loro'' spiega. Fino a due anni fa l'Italia era stata rappresentata da Roberto Calasso con il suo ''Ka'', tradotto in hindi nel 2005.
In effetti la kermesse di Jaipur ha quest'anno largamente ignorato temi europei. ''Questo festival e' straordinario perche' permette di confrontarsi con una scena letteraria veramente globale e su grandi questioni internazionali come i nuovi Paesi emergenti, il terrorismo e il buddismo - conclude - Non e' solo una rassegna letteraria, ma ci sono forti connotazioni politiche. E' un luogo dove si vuole ragionare e anche polemizzare''
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