Jaipur, 28 gennaio
"La Primavera araba non è ancora terminata e continuerà per anni, purtroppo con lunga una scia di massacri". Lo ha detto lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun in un incontro con l'ANSA a margine del Festival della Letteratura di Jaipur, nello stato indiano nord occidentale del Rajasthan. Commentando le violenze in corso in Egitto nel secondo anniversario della rivolta, l'intellettuale autore della "Rivoluzione dei Gelsomini" e del 'Razzismo spiegato a mia figlia'' ha ricordato che "é una lotta per gli stessi principi che hanno innescato le primavere arabe e che sono quelli del rispetto del diritto e della giustizia. Gli islamici che sono al potere hanno dimostrato che non sono capaci di governare senza calpestare la dignità personale e senza il supporto della corruzione". Lo scrittore ritiene che "la democrazia non è ancora assimilata dalla popolazione" in Paesi come Egitto e Tunisia dove ora ci sono gli islamisti al potere. "Dobbiamo aspettare ancora qualche anno perché la primavera araba sia consolidata. Nel frattempo ci aspetta un lungo inverno con molti massacri, soprattutto in Siria dove c'é una tragedia quotidiana". Si scaglia poi contro le Nazioni Unite che accusa di "non essere utile a nulla" e "di essere soltanto una macchina mangiasoldi" incapace di fermare "i massacri quotidiani di un barbaro che si chiama Bashar al Assad". Ben Jelloun, che ha partecipato oggi a una tavolta rotonda sulla letteratura araba insieme all'egiziana Ahdaf Soueif (autrice di "Cairo, la mia città, la nostra rivoluzione") e alla anglo-palestinese Selma Dabbagh, si è anche schierato a fianco dell'intervento francese in Mali definendo "gangster" gli estremisti islamici. "E' assolutamente legittimo lottare contro queste bande di criminali e trafficanti di droga che sono finanziati e armati da alcuni Stati e lobby miliardarie. Bisogna fermarli prima che entrino ad Algeri" ha concluso.
"La Primavera araba non è ancora terminata e continuerà per anni, purtroppo con lunga una scia di massacri". Lo ha detto lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun in un incontro con l'ANSA a margine del Festival della Letteratura di Jaipur, nello stato indiano nord occidentale del Rajasthan. Commentando le violenze in corso in Egitto nel secondo anniversario della rivolta, l'intellettuale autore della "Rivoluzione dei Gelsomini" e del 'Razzismo spiegato a mia figlia'' ha ricordato che "é una lotta per gli stessi principi che hanno innescato le primavere arabe e che sono quelli del rispetto del diritto e della giustizia. Gli islamici che sono al potere hanno dimostrato che non sono capaci di governare senza calpestare la dignità personale e senza il supporto della corruzione". Lo scrittore ritiene che "la democrazia non è ancora assimilata dalla popolazione" in Paesi come Egitto e Tunisia dove ora ci sono gli islamisti al potere. "Dobbiamo aspettare ancora qualche anno perché la primavera araba sia consolidata. Nel frattempo ci aspetta un lungo inverno con molti massacri, soprattutto in Siria dove c'é una tragedia quotidiana". Si scaglia poi contro le Nazioni Unite che accusa di "non essere utile a nulla" e "di essere soltanto una macchina mangiasoldi" incapace di fermare "i massacri quotidiani di un barbaro che si chiama Bashar al Assad". Ben Jelloun, che ha partecipato oggi a una tavolta rotonda sulla letteratura araba insieme all'egiziana Ahdaf Soueif (autrice di "Cairo, la mia città, la nostra rivoluzione") e alla anglo-palestinese Selma Dabbagh, si è anche schierato a fianco dell'intervento francese in Mali definendo "gangster" gli estremisti islamici. "E' assolutamente legittimo lottare contro queste bande di criminali e trafficanti di droga che sono finanziati e armati da alcuni Stati e lobby miliardarie. Bisogna fermarli prima che entrino ad Algeri" ha concluso.
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