Questa e' la mia intervista al ministro indiano degli Esteri Salman Khurshid per l'Ansa:
(dell'inviata Maria Grazia Coggiola) (ANSA) - KOCHI (INDIA), 08 GEN - Il ministro indiano degli Esteri, Salman Khurshid, ha promesso all'Italia una "rapida" sentenza della Corte Suprema sul caso dei marò e ha ringraziato il governo di Roma "per rispetto dei patti" presi prima di Natale quando Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati autorizzati a lasciare l'India per un permesso speciale di due settimane. In un'intervista all'ANSA da Kochi, in Kerala, il capo della diplomazia indiana ha sottolineato il comportamento "lodevole" dei due militari e della diplomazia italiana. "E' stata una prova importante che ha rafforzato la fiducia nel nostro sistema e in quello italiano" ha detto insistendo in particolare sul carattere "eccezionale" della licenza natalizia concessa dall'Alta Corte del Kerala. "Abbiamo apprezzato il fatto che il vostro ministero degli Esteri al più alto livello - ha precisato - ci abbia fornito una garanzia che poi è stata puntualmente rispettata". Il ministro, che prima del rimpasto di governo dello scorso ottobre era a capo del dicastero della Giustizia, ha partecipato insieme al primo ministro Manmohan Singh al convegno annuale della diaspora indiana che conta 25 milioni di emigrati, soprattutto keralesi nei Paesi del Golfo. Ma prima di ripartire per New Delhi, ha voluto assicurare che "farà tutto il possibile" per accelerare la vicenda giudiziaria. "Spero davvero che la sentenza della Corte Suprema arrivi molto presto così come è stato richiesto" ha dichiarato davanti a una tazza di té nella suite dell'hotel Le Meridien, a oltre dieci chilometri dalla borgata di Fort Kochi dove si trovano i marò in libertà vigilata dietro cauzione. "Capisco che in Italia c'é stata una forte pressione sul governo - ha riconosciuto a proposito del pressing di Roma per avere il verdetto del massimo organo giudiziario prima della pausa natalizia. "Ma questa è una sventurata circostanza che deve essere risolta attraverso una procedura legale. Sono ragionevolmente fiducioso che questa procedura sarà condotta in maniera veloce e corretta". Ha poi riconosciuto - ed è la prima volta che un'esponente del governo dell'India lo ammette - che "troppo tempo è passato" da quando il giudice Altamas Kabir si è riservato il giudizio lo scorso 4 settembre. "Stiamo cercando di fare tutto il possibile perché le procedure si svolgano nel modo più rapido possibile. E questo è quello che chiederemo alla Corte di fare". Khurshid è inoltre convinto che "l'opinione pubblica in Italia ha ora più fiducia nel sistema giudiziario indiano" dopo il sì alla licenza, un gesto, ha ribadito "che non ha precedenti". "Sono molto contento - ha aggiunto - che l'accordo abbia funzionato bene. Anche i due imputati coinvolti hanno agito in maniera molto apprezzabile". Il capo della diplomazia di New Delhi ha poi smentito il braccio di ferro tra governo centrale e il governo del Kerala guidato dal "chief minister" Oommen Chandy (dello stesso partito del Congresso). "Il giudizio sui reati è di competenza degli Stati e quindi è il Kerala che deve giudicare, ma non penso che esprimerà ulteriori opinioni, salvo quella che il processo sia rapido". "Il governo keralese era molto preoccupato - ricorda concludendo poi con una battuta che allude alle forti resistenze a livello locale - e di sicuro non è stato facile per Chandy autorizzare la partenza dei militari italianì".(ANSA)
(dell'inviata Maria Grazia Coggiola) (ANSA) - KOCHI (INDIA), 08 GEN - Il ministro indiano degli Esteri, Salman Khurshid, ha promesso all'Italia una "rapida" sentenza della Corte Suprema sul caso dei marò e ha ringraziato il governo di Roma "per rispetto dei patti" presi prima di Natale quando Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati autorizzati a lasciare l'India per un permesso speciale di due settimane. In un'intervista all'ANSA da Kochi, in Kerala, il capo della diplomazia indiana ha sottolineato il comportamento "lodevole" dei due militari e della diplomazia italiana. "E' stata una prova importante che ha rafforzato la fiducia nel nostro sistema e in quello italiano" ha detto insistendo in particolare sul carattere "eccezionale" della licenza natalizia concessa dall'Alta Corte del Kerala. "Abbiamo apprezzato il fatto che il vostro ministero degli Esteri al più alto livello - ha precisato - ci abbia fornito una garanzia che poi è stata puntualmente rispettata". Il ministro, che prima del rimpasto di governo dello scorso ottobre era a capo del dicastero della Giustizia, ha partecipato insieme al primo ministro Manmohan Singh al convegno annuale della diaspora indiana che conta 25 milioni di emigrati, soprattutto keralesi nei Paesi del Golfo. Ma prima di ripartire per New Delhi, ha voluto assicurare che "farà tutto il possibile" per accelerare la vicenda giudiziaria. "Spero davvero che la sentenza della Corte Suprema arrivi molto presto così come è stato richiesto" ha dichiarato davanti a una tazza di té nella suite dell'hotel Le Meridien, a oltre dieci chilometri dalla borgata di Fort Kochi dove si trovano i marò in libertà vigilata dietro cauzione. "Capisco che in Italia c'é stata una forte pressione sul governo - ha riconosciuto a proposito del pressing di Roma per avere il verdetto del massimo organo giudiziario prima della pausa natalizia. "Ma questa è una sventurata circostanza che deve essere risolta attraverso una procedura legale. Sono ragionevolmente fiducioso che questa procedura sarà condotta in maniera veloce e corretta". Ha poi riconosciuto - ed è la prima volta che un'esponente del governo dell'India lo ammette - che "troppo tempo è passato" da quando il giudice Altamas Kabir si è riservato il giudizio lo scorso 4 settembre. "Stiamo cercando di fare tutto il possibile perché le procedure si svolgano nel modo più rapido possibile. E questo è quello che chiederemo alla Corte di fare". Khurshid è inoltre convinto che "l'opinione pubblica in Italia ha ora più fiducia nel sistema giudiziario indiano" dopo il sì alla licenza, un gesto, ha ribadito "che non ha precedenti". "Sono molto contento - ha aggiunto - che l'accordo abbia funzionato bene. Anche i due imputati coinvolti hanno agito in maniera molto apprezzabile". Il capo della diplomazia di New Delhi ha poi smentito il braccio di ferro tra governo centrale e il governo del Kerala guidato dal "chief minister" Oommen Chandy (dello stesso partito del Congresso). "Il giudizio sui reati è di competenza degli Stati e quindi è il Kerala che deve giudicare, ma non penso che esprimerà ulteriori opinioni, salvo quella che il processo sia rapido". "Il governo keralese era molto preoccupato - ricorda concludendo poi con una battuta che allude alle forti resistenze a livello locale - e di sicuro non è stato facile per Chandy autorizzare la partenza dei militari italianì".(ANSA)
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