Una bambina di sette anni e' stata violentata in un bagno della sua scuola a Goa, nell'India del Sud, scatenando la rabbia della popolazione contro le autorita' locali. E' l'ennesimo caso di abuso sessuale denunciato dalla stampa indiana sull'onda delle proteste sollevate dalla mortale aggressione a una ventitreenne di New Delhi, stuprata da un ''branco'' a bordo di un autobus la sera del 16 dicembre e deceduta dopo 13 giorni di agonia. Da allora si e' squarciato il velo su una raccapricciante galleria di orrori quotidiani contro le donne che prima non trovavano spazio su giornali e televisioni. E' come se l'India, con il suo miliardo e 200 milioni di abitanti e uno stupro ogni 22 minuti (uno al giorno a New Delhi), avesse scoperto improvvisamente i crimini sessuali. Quest'ultimo episodio, particolarmente scioccante perche' compiuto su una bambina di pochi anni e in un ambiente considerato protetto come la scuola, e' avvenuto nella citta' portuale di Vasco, vicino all'aeroporto di Goa, ex colonia portoghese oggi una delle mete turistiche piu' gettonate e affollata nella stagione invernale da turisti provenienti da tutto il mondo. Secondo la ricostruzione dei media locali, la scolaretta sarebbe stata attirata ieri con uno stratagemma durante la ricreazione nel bagno femminile situato vicino all'ufficio della direttrice, e poi violentata da un individuo sui 20 anni, presumibilmente entrato di nascosto nel complesso scolastico. La bambina e' stata trovata in cortile in stato di shock e in lacrime per i forti dolori al ventre. Due medici dell'ospedale cittadino hanno confermato la violenza sessuale. La polizia e' ora sulle tracce dello stupratore di cui si ha l'identikit grazie a informazioni fornite dalla piccola vittima. Dopo che si e' diffusa la notizia, centinaia di genitori inferociti si sono precipitati alla scuola Deepvihar High School e l'hanno praticamente messa sotto assedio. Le proteste si sono poi estese ad altre parti della cittadina dove e' stata anche organizzata una serrata dei commerciati. E' perfino arrivato sul posto il ''chief minister'' di Goa, Manohar Parrikar, che ha promesso ''di punire chiunque sia coinvolto in questo crimine''. Come conseguenza, in serata, la direttrice e' stata arrestata per omesso controllo e perche' ha denunciato il fatto in ritardo. Intanto a New Delhi continua il processo a porte chiuse contro il ''branco'' di cinque dei sei stupratori della studentessa di cui non e' mai stato rivelato il nome e che e' morta in seguito alle sevizie. Ieri c'e' stato un colpo di scena, quando l'avvocato difensore ha detto che uno dei suoi clienti e' minorenne (come il sesto accusato) e quindi non va giudicato insieme agli altri. Ma per molti si tratta di una manovra per ritardare i tempi. Il crimine, proprio per la sua efferatezza, ha prodotto una forte accelerazione dei processi per stupro. Proprio oggi un tribunale ''fast track'' (di rito veloce), istituito all'inizio dell'anno a New Delhi per giudicare i crimini sessuali, ha condannato a morte un uomo di 60 anni che nel 2010 violento' e uccise una bambina di tre anni durante il suo turno di guardia in una villa padronale alla periferia della capitale.
martedì 15 gennaio 2013
Goa, bambina violentata da sconosciuto in bagno a scuola
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