venerdì 21 gennaio 2011

Onu, India sotto accusa per abusi su difensori di diritti umani

Una inviata delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per gli abusi contro i difensori dei diritti umani, in particolare di coloro che si occupano della difesa dei "dalit" (gli intoccabili), delle popolazioni tribali e delle minoranze religiose "che sono esposti a seri
rischi e all'ostracismo a causa delle loro attività". E' quanto ha detto oggi in una conferenza stampa a New Delhi la relatrice speciale dell'Onu sulla situazione dei difensori di diritti umani, Margaret Sekaggya, a conclusione di una visita di
dieci giorni in cinque stati indiani.
La giurista, di nazionalità ugandese, ha raccolto testimonianze e opinioni di decine di organizzazioni non governative, familiari delle vittime, giudici e politici dell'Orissa, Bengala Occidentale, Assam, Gujarat e Jammu e
Kashmir. A New Delhi ha inoltre incontrato alcuni rappresentanti
del governo, "ma non il primo ministro o membri del Parlamento" come si è rammaricata.

La Sekaggya ha ringraziato il governo per aver "aperto le porte" alla missione, ma in un rapporto preliminare di sei pagine presentato oggi ha stilato un lungo elenco di gravi violazioni e mancato rispetto delle garanzie stabilite
dall'ordinamento indiano. "Ho notato vaste carenze nell'applicazione delle leggi sia a livello statale che centrale" ha scritto aggiungendo di "aver ascoltato numerose testimonianze di difensori di diritti umani uccisi, torturati,
maltrattati, scomparsi, arrestati illegalmente o costretti a false confessioni".
In particolare, ha incontrato la moglie di Binayak Sen, difensore dei diritti delle popolazioni tribali dello stato orientale del Chattisgarh, condannato all'ergastolo con l'accusa di complicità con i ribelli maoisti.
Le conclusioni finali e le relative raccomandazioni saranno presentate in un rapporto alla Commissione dell'Onu per i diritti umani nel marzo 2012.

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