Un tribunale del fisco indiano ha dichiarato oggi che una tangente di 410 milioni di rupie (circa 7 milioni di euro) e' stata versata all'uomo d'affari italiano Ottavio Quattrocchi e a un altro mediatore indiano nella fornitura di cannoni Bofors nel lontano 1986. Secondo quanto riferiscono i media indiani, in una sentenza di 98 pagine, i giudici hanno riconosciuto che all'epoca il governo aveva pagato un sovrapprezzo per la fornitura bellica finita e che quindi Quattrocchi e gli eredi di Win Chadda (che nel frattempo e' scomparso) devono pagare le tasse sulle ''commissioni'' intascate.
Si riapre cosi' l'annosa questione dello scandalo Bofors che si trascina da oltre 20 anni tra vicende giudiziarie e mandati di cattura internazionali e che ora rischia di causare un nuovo imparazzo al governo guidato dal partito del Congresso. Quattrocchi era infatti considerato un amico personale dell'ex premier Rajiv Gandhi e della moglie italiana Sonia, oggi alla guida dello storico partito di famiglia.
Un anno fa, la vicenda sembrava essere giunta a conclusione quando il governo decise di ritirare la denuncia per presunte tangenti pagate dalla societa' svedese Bofors all'imprenditore italiano. In quella occasione la Procura generale dello Stato aveva comunicato alla Corte Suprema che gli sforzi per ottenere l'estradizione dell'imputato erano falliti. Fuggito dall'India nel 1993, per due volte il governo indiano ha tentato di ottenerne l'estradizione - prima dalla Malaysia, poi dall'Argentina - senza successo.
Lo scandalo fu uno dei piu' clamorosi nella storia moderna indiana e nel 1989 fece perdere le elezioni al Congresso dopo 40 anni di continuo governo. (ANSA).
lunedì 3 gennaio 2011
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