Il ministro indiano degli Esteri S.M. Krishna ha rinnovato l'appello al Pakistan di punite i responsabili del gravissimo attentato di Mumbai del 26 novembre 2008, di cui oggi ricorre il terzo anniversario.
Parlando ai giornalisti dalla sua residenza, il capo della diplomazia indiana ha detto che 'l'India aspetta ancora il processo'' ai sospetti terroristi che si trovano in Pakistan e che il governo di New Delhi ''ha fornito prove sufficienti per la loro incriminazione''.
Ieri il ministro dell'Interno pachistano, Rehman Malik, aveva detto che la giustizia pachistana ''non e' in grado di prendere azioni'' contro il leader del gruppo estremista islamico Jamaat-Ud-Dawaa considerato la ''mente'' delle stragi costate la vita a 166 persone, tra cui un italiano. Il leader, Hafiz Said, e' stato scarcerato in seguito a una sentenza della Corte Suprema pachistana.
In seguito al sanguinoso assedio perpetrato da un commando di dieci terroristi pachistani (di cui solo uno e' sopravissuto ed e' , i due paesi avevano congelato il processo di pace che e' ripreso solo quest'anno grazie alla ''diplomazia del cricket'' intrapresa dal premier indiano Manmohan Singh e il suo omologo Yousuf Raza Gilani.
Parlando ai giornalisti dalla sua residenza, il capo della diplomazia indiana ha detto che 'l'India aspetta ancora il processo'' ai sospetti terroristi che si trovano in Pakistan e che il governo di New Delhi ''ha fornito prove sufficienti per la loro incriminazione''.
Ieri il ministro dell'Interno pachistano, Rehman Malik, aveva detto che la giustizia pachistana ''non e' in grado di prendere azioni'' contro il leader del gruppo estremista islamico Jamaat-Ud-Dawaa considerato la ''mente'' delle stragi costate la vita a 166 persone, tra cui un italiano. Il leader, Hafiz Said, e' stato scarcerato in seguito a una sentenza della Corte Suprema pachistana.
In seguito al sanguinoso assedio perpetrato da un commando di dieci terroristi pachistani (di cui solo uno e' sopravissuto ed e' , i due paesi avevano congelato il processo di pace che e' ripreso solo quest'anno grazie alla ''diplomazia del cricket'' intrapresa dal premier indiano Manmohan Singh e il suo omologo Yousuf Raza Gilani.
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