giovedì 26 aprile 2012

Pakistan, premier Gilani condannato da Corte Suprema

‘’Non sono necessarie le dimissioni’’. Cosi’ e’ stato deciso nel vertice di maggioranza convocato oggi dal presidente Zardari subito dopo il verdetto della Corte Suprema, una sentenza prevedibile per molti, ma decisamente ammorbidita perche’ non prevede l’esonero automatico dalla carica di primo ministro.


Subito dopo la condanna, l’opposizione aveva chiesto le dimissioni di Gilani e le elezioni anticipato. Il suo rivale politico,l’ex premier Nawaz Shari, ha detto che il verdetto e’ basato un su fatto incontrovertibile, cioe’ il rifiuto del premier di eseguire un ordine dei giudici. Il massimo organo giudiziario aveva chiesto due anni fa a Gilani - come capo del governo di scrivere alle autorita’ elvetiche per la riapertura dei vecchi cassi di corruzione contro il presidente Asif Al Zardari. Ma il premier non ha mai obbedito alla richiesta in quanto – come ha detto lui stesso in aula quando e’ iniziato il processo, - il vedovo di Benazir Bhutto e’ protetto da immunita’ presidenziale e quindi non puo’ essere sottoposto a un inchiesta giudiziaria da parte di Berna.

Da qui l’accusa per oltraggio alla Corte Suprema che pero’ ha avuto un occhio di riguardo per Gilani condannandolo soltanto a una detenzione simbolica, invece che alla pena massima di sei mesi di carcere come prevede la legge in questi casi.

Ovviamente sara’ pero’ difficile per Gilani gestire il grave colpo alal sua imagine e la carica dell’opposizione. Piu’ indebolita appare anche la condizione di Zardari gia’ nella bufera per uno scandalo su un presunto memorandum segreto in cui chiedeva aiuto agli Stati uniti nell’eventualita’ di un golpe militare dopo il raid contro la villa bunker di Osama Bin Laden.

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