giovedì 15 ottobre 2009

Pakistan, coordinazione tra talebani e jihad?

L’escalation di attentati e di attacchi suicidi degli ultimi dieci giorni a Islamabad, Peshawar e Lahore costati la vita a 150 persone sembrano mostrare l’impotenza delle forze di sicurezza pachistane di fronte alla minaccia degli estremisti islamici che appare rinvigorita piuttosto che indebolita dai raid contro le basi del nord ovest e dall’offensiva militare nella valle di Swat. L’assalto agli uffici del Pam, l’assedio al quartiere generale dell’esercito a Rawalpindi e i tre attacchi sincronizzati di ieri a Lahore contro reclute della polizia suonano come un sinistro avvertimento per il governo di Asif Ali Zardari che si appresta a inviare le truppe nell’insidioso territorio talebano del Waziristan meridionale. Sembra evidente che esiste una coordinazione tra i talebani e i gruppi jihadisti come Jaish e Mohammed o Lashkar e Jhangvi, da anni attivi in Pakistan sembra con la complicità di servizi segreti deviati. Ma c’è anche un altro fattore che potrebbe aver scatenato l’ondata di attentati attribuita al gruppo guidato dal giovane leader talebano Hakimullah Mehsud. Proprio ieri il presidente americano Obama ha firmato il piano di maxi aiuti per il Pakistan, 7,5 miliardi di dollari che gli Stati Uniti verseranno al governo di Islamabad nei prossimi cinque anni per costruire strade, scuole e combattere la povertà dilagante. La legge è contestata dai generali e dall’opposizione politica perché contiene clausole vincolanti sulla proliferazione nucleare e sulla lotta al terrorismo viste come una limitazione alla sovranità nazionale.

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